La notte nel Jamir

di Rosette_Carillon
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NOTE: ambientata dopo il capitolo di Hades e dopo Soul of Gold. I cavalieri d’oro sono tornati tutti in vita (perché? Perché sì u.u,).
 









 
                                                                                                                                              La notte nel Jamir
 










 
 
 
Il cavaliere posò i suoi strumenti sul tavolo da lavoro con un sospiro stanco, era stata una lunga giornata e ora aveva davvero bisogno di riposare.
Il sole era ormai tramontato, era notte fonda e il palazzo del Jamir era immerso in un pacifico silenzio. Era buio. Nemmeno le stelle rischiaravano quella cupa notte, e l’unica luce era quella della sua stanza da lavoro.
Un rumore fuori dalla porta attirò la sua attenzione. Mu si fece attento e aspettò: non percepiva alcun cosmo ostile. Lì fuori, nonostante l’ora tarda, c’era solo il suo giovane apprendista.
Tornò il silenzio, nulla si mosse. Infine, dopo alcuni attimi di silenzio sospetto, andò ad aprire. Si trovò davanti Kiki, una mano sollevata in direzione della porta, sul punto di bussare, l’altra che stringeva la veste da notte.
L’apprendista si mordicchiava il labbro inferiore nervosamente e cercava disperatamente di non scoppiare in un pianto disperato. Mu si inginocchiò alla sua altezza << dovresti essere a letto, >> mormorò posandogli una mano sopra la testa << qualcosa non va? >> chiese.
L’apprendista fece per rispondere, ma un singhiozzo lo interruppe. Nella sua mente erano ancora vivide le immagini dell’incubo appena avuto. Quell’incubo che, solo pochi giorni prima, era stato realtà: il suo maestro morto, e lui solo al mondo, senza una guida, senza una famiglia. Si era sentito smarrito, abbandonato.
Mu si mise in piedi lentamente << un giorno diventerai cavaliere di Athena, Kiki, e quel giorno potrei non essere più con te. >>                                                                                                   
L’apprendista chinò la testa vergognandosi delle sue lacrime e della sua paura di perdere l’amato maestro. << Per il momento, però, il mondo è in pace >> proseguì l’Ariete prendendolo in braccio e lasciandolo piangere senza giudicare, accarezzandogli gentilmente i capelli. << Possiamo andare a letto tranquilli. >>
Il cosmo di Mu era calmo, e caldo. Trasmetteva serenità e Kiki si lasciò avvolgere da esso, abbandonandosi completamente a quel conforto, addormentandosi fra le braccia del maestro.
 









 




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