Delfino
Tanaka
socchiuse gli occhi e affondò in acqua, le braccia aperte ed
i capelli azzurri che gli ondeggiavano intorno al viso pallido.
Le
sue gambe si fusero, divenendo una coda da tritone, dalle fattezze di
quella di un delfino, le scarpe gli scomparvero, mentre i suoi capelli
si arricciavano. Sospirò pesantemente, sott’acqua
il suo respiro si trasformò in una sequela di bollicine.
La
superficie del mare era trafitta dai raggi del sole, che diventavano
pallidi e si diffondevano a raggera.
Mare
chiuse gli occhi e piegò di lato il capo.
<
Ho innumerevoli eredi, ma l’unico capace di gestire la
famiglia ora è in coma.
Non
posso chiedere aiuto a nessuno. Ho fatto un errore dopo
l’altro da quando ho permesso che Leviathan mi venisse
strappato via.
Non
gli ho mai detto cosa provavo per lui, come facesse battere il mio
cuore. Dopo che Cavallone e Timoteo lo hanno distrutto, ho permesso che
la ferocia ottenebrasse il mio cuore.
Mi
sono alleato a Byakuran, nell’attesa del futuro che
spazzerà via tutta questa corruzione >.
Le
onde gli facevano ondeggiare la barba, solleticandogli le gote. Mosse
indolente la coda, le mani gli pizzicavano.
Spalancò
gli occhi di colpo, respirando con le branchie che erano apparse sul
suo collo.
<
Ho lasciato che il mio Anthony finisse in coma, sono stato il peggiore
dei padri.
Se
solo potessi ancora chiedere aiuto a ‘fratellone’
Tsuyoshi >.
“Bravo,
Tanaka.
Hai
combinato un disastro così grande da farlo sembrare un
capolavoro” si rimproverò con voce greve.
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