3:27 di mattina

di KUBA
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Whiskey,
o forse cicuta,
qual è la differenza ormai,
nella mano sinistra,
quella bastarda satanica.
Dolcemente,
con la mano destra,
inspiro ansia e morte
da questa vecchia Merit.
Un attimo di pace,
effimera e mortale,
per me, che nulla chiedo più,
in questa agonia
che chiamano vita.
Che amarezza!
Dovrei cambiare,
me lo dico spesso,
ma l’uomo, l’uomo
è restio ai cambiamenti.
Non abbandonare i sogni,
quante volte ho sentito questa frase,
quante maledette volte.
I sogni! Ah, quelli sì che sono belli,
ma chi li realizza in fondo?
Mi concedo il lusso,
mentre parlo con voi,
di un amplesso individuale,
cinque minuti di orgasmo,
ripensando alle scopate giovanili.
Un altro sorso,
che male può fare,
del resto,
a chi grazie al male capisce
di non essere ancora svanito?
Dovrei cambiare,
avete proprio ragione,
ma che futuro,
ditemi,
quale futuro può attendermi?




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