Babbani
Pietrificati
Hogwarts, 1993.
Gli
attacchi agli studenti Nati Babbani e mezzosangue e fantasmi
continuavano. Il preside Albus Silente era sommerso dalla
corrispondenza. Ovviamente avvisò tutti i genitori dei
ragazzi pietrificati, e ancora più ovviamente questi
genitori si preoccuparono sapendo i loro figli in pericolo. Anche se
Silente nella lettera aveva specificato "I vostri figli rimarranno
pietrificati solo fino a questa primavera, quando le mandragore saranno
pronte per creare la pozione che li riporterà alla
normalità." Chissà perché i genitori
erano così preoccupati... Questi Babbani non sono abituati
ai pericoli.
I
genitori nelle lettere richiedevano, senza giri di parole, di
riprendersi i figli e farli curare negli ospedali Babbani (e che
avrebbero detto i media Babbani di questi ragazzi pietrificati? Che la
leggenda di Medusa era realtà? Non avrebbero potuto curarli
in nessun modo e avrebbero infranto una dozzina di leggi sulla
segretezza del mondo magico. I genitori dei ragazzi mezzosangue,
invece, almeno il genitore mago, chiedeva che venissero portati al San
mungo, e non tenuti lì dove il pericolo incombeva ancora.
Silente rispondeva che l'unica cura era la mandragora e che anche al
San mungo avrebbero dovuto aspettare. Erano tutti d'accordo su un
punto, però. Volevano vedere i loro figli. Per i parenti
maghi non c'erano problemi, i genitori maghi, per qualsiasi problema,
hanno sempre potuto entrare nella scuola, anche se la loro cultura li
portava a crescere i figli in modo che se la cavassero da soli quando
ne avevano la possibilità.
Ai
genitori Babbani invece, causa sempre la legge sulla segretezza della
magia, è reclusa la possibilità non solo di
nettare a Hogwarts ma anche solo di vedere la scuola, infatti ai
Babbani che riescono ad avvicinarsi si presenta come un enorme montagna
di spazzatura. È comprensibile che, dato che i figli
staranno pietrificati per mesi, vogliano andare ad assisterli.
Albus
Silente risolse con dei giorni specifici aperti alle visite dei
parenti, e quella mattina, tra pochi minuti, dopo aver consentito ai
Babbani di entrare a Hogwarts, avrebbero aperto i cancelli per entrare
nella scuola.
I
genitori lì fuori erano a dir poco furiosi.
«Ho
scoperto pochi mesi fa che mio figlio è un mago, mi fido del
preside di questa scuola e lo mando a studiare lontano, a soli undici
anni, e poi mi mandano una lettera per dirmi che è rimasto
pietrificato?» sbraitava il signor Canon.
«Che
scuola è questa? A Eton non sarebbe mai successo!»
aggrava il signor Finch-Fletchley.
«Vi
assicuro che in 6 anni a nostra figlia non è mai successo
niente del genere, il preside saprà risolvere come
sempre» la voce della signora Light fu presto coperta dai
continui commenti contro la scuola e i maghi in generale.
Albus
Silente, si palesò davanti alle porte dei cancelli, pronto
ad accogliere i genitori, e le loro reazioni.
«Benvenuti
alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, sono Albus Silente, il
preside» iniziò e, prima che partissero le
lamentele, continuò «Come vi ho scritto nelle
molte lettere a voi recapitate, al piano terra, a pochi metri
dall'entrata della scuola, è presente l'infermeria,
seguitemi.»
Si
girò e guidò i preoccupati genitori all'interno
del castello.
Proprio
sul portone d'ingresso, la professoressa McGranitt e il custode Argus
Gazza erano impegnati in una discussione. "Non intrometterti, queste
persone hanno già troppi problemi senza che aggiungano anche
te" la McGranitt si rivolgeva al Poltergeist in tono autoritario
"Davvero, non aggravare la situazione". Intanto il custode, sventolando
la scopa, cercava di cacciarlo via senza risultati. Pix sì
combinava scherzi e casini ai docenti e agli studenti, ma capiva quando
non erano opportuni, e la professoressa riusciva sempre a farsi
ascoltare.
Questa
fu la scena che si trovarono davanti il gruppo di Babbani: una
professoressa che rimproverava un fantasma simile a un pagliaccio e un
uomo che agitava la scopa inseguendolo.
«Bene
signori, lieta di vedervi, sono la professoressa di Trasfigurazione,
Minerva McGranitt» si presentò, e Argus decise che
era meglio fermarsi e abbassare la scopa.
«Ehm,
scusi» chiese permesso una madre, quando entrarono
nell'infermeria e la videro così ben fornita di Pozioni,
erbe, e altre cure magiche a loro sconosciute «è
normale andare in infermeria qua? Sa, nelle scuole Babbane,
nell'infermeria si trovano al massimo dei cerotti e della
tachipirina»
In
quel momento entrò trafelata Madama Chips che, bacchetta in
mano, guidava uno studente volante, muovendola in base alla
destinazione finale.
Riuscì
a farlo entrare dalla porta dell'infermeria senza farlo sbattere e lo
depose su un lettino vuoto.
Le
famiglie si guardarono tra loro a occhi sgranati, nessuno aveva il
coraggio di chiedere.
«Voi
siete le famiglie degli studenti pietrificati immagino, sono
l'infermiera Madama Chips» si presentò, dopo aver
sistemato il ragazzo nuovo. Vedendo i loro volti terrorizzati aggiunse
«Tranquilli, lui non è stato pietrificato, si
è solo beccato un bolide sulla gamba. Tra qualche giorno le
ossa saranno di nuovo al loro posto. Sport violento il
Quidditch!»
I
genitori, scioccati, non avendo più parole, continuarono a
seguire silenziosamente i professori, diretti verso i letti dei loro
figli.
«McLaggen,
come vanno i graffi? Vedo che quel gatto te l’ha fatta pagare
quella trasfigurazione fallita» disse la McGranitt, passando
davanti al letto di un ragazzo con tagli profondi sul viso e sulle
braccia. «Goyle, non lamentarti, la prossima volta parti
prima per andare a lezione. Non ti ritroverai a saltare dalla scala
mentre questa cambia posizione.» rivolta a un altro ragazzo
ridotto male nel letto successivo.
«Sicuri
che non possiamo portarli a casa? E tornare qua quando sarà
pronta la pozione?» chiese il signor Canon, senza perdere
d’occhio il poltergeist che volteggiava con un ghigno
mefistofelico sopra di loro.
«Oh,
no, sono più al sicura qui, lo assicuro» chiuse il
discorso Silente.
Ogni
famiglia riuscì a vedere i propri figli pietrificati, non
che riuscirono a parlarci, dato che erano del tutto immobili, ma almeno
sapevano che c’erano. I genitori di Hermione Granger, erano
sì preoccupati, ma conoscevano l’ostinazione della
figlia per continuare gli studi in quella scuola, e sapevano che
sarebbe tornata comunque per il prossimo anno.
«Per
le lezioni perse come si farà? E gli esami?» si
limitò a chiedere la madre.
«Hermione
è la studentessa più in gamba di Hogwarts, non
avrà problemi a recuperare.» rispose Silente
«Per gli esami, credo proprio che quest’anno non si
faranno.»
I
genitori di Penelope Light erano i più tranquilli, la figlia
frequentava Hogwarts da sei anni e conoscevano la fama del preside.
Inoltre, Percy Weasley, moroso di Penelope si era liberato dagli studi
per fare visita alla ragazza e spiegare ai genitori, in tutti i
dettagli, cosa stava succedendo alla scuola, come procedevano le cure e
la crescita delle mandragore. I coniugi, per qualche strana ragione,
erano i primi a voler tornare a casa. I genitori di Justin
Finch-Fletchley li seguirono, mormorando improperi contro la scuola.
«Voglio
studiare anche io qua!» esclamò invece Dennis
Canon, fratello minore di Colin, uscendo dall’infermeria. Non
aveva prestato attenzione ai discorsi degli adulti e stava osservando
il quadro magico lì vicino, dove due signori giocavano a
scacchi.
Un
oggetto di colore argenteo percorse in velocità il lungo
corridoio, attraversando i corpi dei Babbani. Un’ondata
gelida li colse, cercarono riparo senza sapere bene dove andare e da
cosa nascondersi.
«Non
preoccupatevi, sono solo i fantasmi dei morti decapitati che si
allenano per la partita di lancio della testa» in quel
momento, comparve un cavaliere fantasma, al galoppo sul cavallo, sempre
fantasma, si mise la sua testa sotto il braccio e, sorridendo,
lì salutò tutti.
Il
gruppo di Babbani cercò di uscire dalla scuola rapidamente,
ma senza far dubitare i professori, prima di far la conoscenza con
altre stranezze.
I
coniugi Canon furoni gli ultimi, dato che dovevano portar via di peso
di figlio minore, che guardava con entusiasmo tutte le cose nuove e
magiche del castello.
Quella,
fu la prima e ultima visita per i Babbani. Per qualche strana ragione,
i genitori, nelle visite seguenti, hanno preferito incontrare i loro
figli fuori dalle mura di Hogwarts, magari prendendo un succo di zucca
ad Hogsmeade.
|