Big Damn Table - Momenti di una Vita

di Shellcott
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066 PIOGGIA

 

Approfittando di un weekend senza turni al lavoro, Harry e Ginny avevano organizzato un paio di giorni in un cottage in Scozia anche per allontanarsi dallo stress del matrimonio.

Quella baita spersa nei boschi era stata consigliata a Ginny da Luna, che le aveva garantito totale privacy e lontananza da qualsiasi forma di vita magica e non.

Dopo aver passato le prime due ore a rotolarsi nel letto, avevano deciso di fare una lunga passeggiata fino ad un torrente poco lontano, ma a metà strada erano stati sorpresi da densi nuvoloni neri e una densa pioggia torrenziale.

Erano corsi di nuovo a casa, con i vestiti zuppi appiccicati alla pelle e la voglia di un lungo bagno nella vasca al piano di sopra, possibilmente insieme.

Fuori dal patio Harry però si fermò di colpo, trattenendo Ginny per un braccio: ogni pensiero lussurioso fu spazzato via dalla sua testa, sostituito da allerta e preoccupazione

«Che succede?»

«C'è del fango sulla veranda»

«Sta diluviando Harry, direi che è normale»

«Quando siamo usciti non stava piovendo, qualcuno deve essere venuto qua dopo che ha iniziato»

Ginny si stupì di non averci pensato ed estrasse la bacchetta.

«Stai dietro di me» Sussurrò Harry

«Non ci penso neanche»

«Gin, per favore»

«Io entro dall'ingresso principale, tu dalla veranda» Continuò lei ignorandolo

Harry fece un sospiro rassegnato e annuì.

Attese di vederla sparire dietro l'angolo della casa e socchiuse lentamente la porta del patio.

Sul pavimento non c'era nessun segno di fango e Harry cercò di percepire ogni minimo rumore avanzando.

Sentì Ginny aprire con un leggero clic la porta d'ingresso.

Poi tutto precipitò.

Harry vide le luci del salone accendersi e numerose grida propagarsi nell'aria.

Con due balzi si precipitò nella stanza dove sperava di trovare Ginny, ma l'ombra di un uomo alto che teneva in mano una bacchetta gli anticipò che potevano esserci solo guai.

«Stupeficium!» Urlò lanciandosi dentro il salone

«Harry, no!» la voce di Ginny gli giunse flebile alle orecchie

«Protego» Un'altra voce, sorprendentemente familiare, blocco il suo incantesimo che gli si ritorse contro facendolo alzare in aria e atterrare contro il muro.

Poi il buio.


 

«Io ve l'avevo detto che non era una buona idea»

«Miseriaccia Herm, l'hai detto quindici volte negli ultimi tre minuti»

«Se mi aveste dato ascolto...»

«Zitti voi due!»

Harry aprì gli occhi e si ritrovò davanti quasi tutti i suoi vecchi compagni di scuola che lo guardavano preoccupati

«Che succede?» Chiese confuso

«Succede che avevo ragione» Rispose Hermione piccata

«Harry» Ginny si sedette accanto a lui al divano «Luna ci aveva organizzato una sorpresa per festeggiare il matrimonio» e indicò la ragazza bionda intenta a pulire il bordo di una tazza con una tenda.

«Scusa Harry per l'incantesimo scudo, ma hai provato a schiantare la torta» Si affrettò a prendere parola Neville, evidentemente mortificato.

«Ma quindi...»

«Ci aspettavamo che entraste insieme dall'ingresso» Si giustificò Seamus Finnigan

«E io stavo facendo fluttuare la torta» Continuò Ron

«Io invece non ero d'accordo. L'ho detto che non era una buona idea commettere un'effrazione in casa dell'auror che ha sconfitto Voldemort»

Harry rimase in silenzio qualche secondo poi si alzò sentendo cigolare qualche osso

«Ron» Mormorò verso l'amico «Possibile che dopo tutti questi anni, non hai ancora imparato che di solito Hermione ha ragione?»





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