Je te lasserais des mots

di ImJustMi
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"Ti lascerò delle lettere
Sotto la tua porta
Sotto la luna che canta
Vicino ai posti dove passano i tuoi piedi
Nascosti nei buchi dell'inverno
E quando sarai da sola per un istante
Baciami
Quando vorrai
Baciami
Quando vorrai
Baciami
Quando vorrai"
Je te lasserais des mots -Patrick Watson

 
Ascolto consigliato: "Le Jardin" -Kevin Kern (https://www.youtube.com/watch?v=f2HzwH7EXNM)
 

«Prima di dirci addio, ti prego, fammi una promessa».

La pioggia di quel giorno cadeva pesante sul marciapiede, ogni singola goccia si infrangeva sul suolo con violenza, creando un costante rumore di sottofondo, ma nessuno di loro due aveva pensato di portare con sé un ombrello. I vestiti erano ormai completamente zuppi, o se ancora c'era qualche area che era riuscita a restare al riparo lo sarebbe diventata in poco tempo. I capelli di Marianne erano appiccicati al contorno del suo volto, portando l'attenzione sugli occhi dalle ciglia folte, sul viso pallido come quello di chi non prende mai il sole, e sulle labbra rosee e secche per il freddo invernale.

Non le era mai importato molto di averle morbide, non sarebbe stato quello a fare la differenza in un bacio. Quando le labbra non combaciano né si incastrano è un problema di forma, di sostanza, di qualcosa di profondo, non di quello che c'è in superficie.
Gli occhi di Marianne guardavano sempre oltre, anche in quel momento, mentre guardavano Jean, sembravano cercare qualcosa di più profondo.
Jean proprio non lo sopportava questo suo lato, non riusciva a farle capire che a forza di scavare non sarebbe più riuscita a tornare in superficie. I suoi occhi blu non avevano bisogno di guardarla per sapere che in quel momento il suo volto era pieno di disperazione. Se solo avesse saputo che anche lui stava soffrendo...
No, se lo avesse saputo Jean non sarebbe mai riuscito a farla andare avanti, e non ce l'avrebbe fatta nemmeno lui.
«Almeno adesso, per una volta, sii sincero con me,» la voce di Marianne era appena udibile sopra la pioggia, nonostante avesse parlato ad alta voce, «da quando ti conosco, non mi hai mai detto la verità, neanche una volta. Non sono mai riuscita a capire che cosa pensassi, anche se per tutto questo tempo sono sempre stata un libro aperto per te. In ogni caso, stiamo per dirci addio, almeno oggi voglio capire cosa ti passa per la testa».

«La verità, Marianne, è che io potrei continuare a vivere così per sempre, a fingere per sempre, a ignorare tutto ciò che c'è di vero in me. La verità è che anche ora io mi sto convincendo che ti odio, che questa sia la scelta migliore per me, che io abbia la facoltà di scegliere. Ma non ho mai scelto nulla fino ad ora, ho solo nascosto tutto quello che c'è in me. E ho finto per così tanto tempo che ho perso la strada e non so più tornare indietro, ho finto così a lungo che davvero non so se ti amo o ti odio. Se potessi scegliere davvero, se potessi decidere cosa provare, ti farei trovare fiori freschi ogni giorno, ti dedicherei poesie in cui ti paragono alle stelle, ti farei sentire speciale ogni giorno, non ti lascerei mai sola, troveresti sempre in me un compagno e un amico fidato, ti amerei dalla punta dei miei capelli fino alla suola delle mie scarpe. La verità, Marianne, è che io non ne sono in grado, e sono un egoista per averti fatto tutto questo, per averti tolto la possibilità di essere felice. Per averti condizionato col mio guardare sempre altrove. Perché io non potrò mai essere felice».

Ma Jean, di tutte le parole che aveva in testa non ne disse neanche una, e voltandole le spalle andò via per sempre.

 

 


 




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