Gli applausi riecheggiano ancora mentre riporto il violino dietro il palcoscenico.
La prossima a doversi esibire è la pianista, con la Fantasia-Improvviso. La guardo per capire se è pronta e la risposta è evidentemente un “no”: le sue dita sono avvinghiate strette, le caviglie incrociate e lo sguardo fisso sul pavimento.
Mi siedo affianco a lei: « Questa è la prima volta che ti esibisci davanti alle telecamere? »
Lei annuisce seccamente.
« Ascolta, voglio dirti una cosa che non ho mai detto a nessuno: non deve preoccuparti quello che farà o non farà il tuo corpo, perché non decidi tu come si muove o cosa pensa. »
Mi guarda spaesata.
« Il nostro sistema nervoso, cervello compreso, risponde a sostanze chimiche ed impulsi elettrici che dipendono da ciò di cui facciamo esperienza. Molti pensano di fare delle scelte, di dare alla propria vita significato, ma perché sono insensatamente obbligati a pensarlo. »
Ormai il pubblico non la preoccupava più.
« Eppure, sai qual’è il vero segreto? Che non importa quello che facciamo o pensiamo, perché non siamo noi. È come leggere un racconto e pretendere che le parole scritte cambino a nostro piacimento. Ciò che importa è ciò di cui ci accorgiamo durante la lettura. »
L’esibizione successiva fu un successo indiscusso, per quanto non avesse la minima rilevanza.
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