Perpetua

di Angela Albano
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Non vidi la tua bellezza
morta,
ed io ancora ne veglio
la tenebra,
là, dove non v'è corpo.
Ed è forse macabra
questa nebbia ché m'attraversa
il petto;
le ossa migrano come schegge,
fino a perdersi tra le palpebre,
dove ancora ne vedo polvere
proromperne il dolore.
No...
non vidi la tua bellezza morta,
ma ovunque il mio cuore volga,
s'inonda d'attesa
verso un risorgere di grida:
un canto pallido che emerge
nella sera.
E la rugiada,
nel più nero dei silenzi,
s'acquieta;
mi circonda il capo,
come spettro che possiede
questa luce perpetua.



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