Prologo
Al centro della piazza
principale del Regno Solare sorgeva un blocco di pietra segnato da
venature scarlatte che creavano un macabro reticolo sulla sua
superficie. Era un disegno che raccontava storie di dolore, tradimenti,
morti, sangue.
E tutt'attorno, ma a una certa distanza, il popolo lo fissava con la
silenziosa speranza di riuscire a nascondere la rabbia e il disprezzo
nei confronti di colui che li costringeva ad assistere allo
"spettacolo" che aveva allestito.
Seduto in prima fila su di un palco costruito apposta per
quell'occasione, il ragazzino biondo autoproclamatosi sovrano di Wonder
esibiva un'aria a dir poco euforica: aveva atteso per troppo tempo quel
magnifico giorno ed il suo accuratissimo piano non poteva fallire.
Al suo fianco la principessa Rein era una statua pallida ed immobile
che, a differenza di Bright, leggeva sui volti dei sudditi sentimenti
malcelati dietro la paura d'esser presi per traditori. Da quando l'ex
principe del Gioielli era salito sul trono, il pianeta si era tramutato
in un mondo di sofferenza e terrore: la crudeltà del re era
stata evidente fin dal primo giorno e lei non era stata in grado di
arginarla. Pareva assurdo che in un passato non troppo lontano avesse
amato quel giovane; ora lo detestava con ogni fibra del suo essere.
Il silenzio calò all'improvviso come un pesante manto
accompagnando l'ingresso delle guardie che scortavano il condannato:
splendidi occhi cobalto si posarono sulla coppia reale, tradendo un
odio bruciante, pari solo al disgusto e alla delusione che provava nei
loro confronti. Non tanto verso Bright, irrimediabilmente corrotto dal
potere del Cristallo Oscuro, quanto verso Rein che aveva considerato
un'amica, di cui si era fidato.
Era uno sguardo che la ragazza non fu in grado di sostenere, travolta
dal ribrezzo per ciò che aveva fatto ai suoi compagni di
avventura: li aveva pugnalati alle spalle e, ogni volta che quella
scure era calata su uno di loro, si era sentita il boia che la
impugnava.
-Principe Shade del Regno della Luna, siete accusato di alto
tradimento: vi siete opposto alle leggi, vi siete macchiato di numerosi
crimini e avete complottato per uccidere il sovrano di Wonder. Come vi
dichiarate?- domandò un soldato, leggendo una pergamena.
-Innocente, perchè non esiste un sovrano di Wonder. Sette
regni e sette sovrani: di fronte a me c'è solo un
usurpatore- rispose Shade, facendo comparire sul viso tumefatto il
solito sorrisetto beffardo.
Rein tremò, notando le mani di Bright serrarsi attorno ai
braccioli del suo scranno in una morsa rabbiosa.
-Che la tua morte sia d'esempio a coloro che ancora minano il mio
potere- disse il biondo con un tono che avrebbe potuto tagliare il
marmo tanto era affilato. Detestava quell'espressione di
superiorità che nemmeno le peggiori torture avevano
cancellato dalle labbra del coetaneo. Non era riuscito a fargli sputare
il luogo in cui si nascondevano i ribelli e non era stato in grado di
far comparire la paura in quei laghi blu: aveva sopportato tutto,
serrando ogni segreto dietro un muro di silenzio.
Il boia controllò l'affilatura dell'ascia mentre le guardie
facevano inginocchiare il ragazzo di fronte al ceppo; qualche lieve
sussurrò attraversò la folla, animata da uno
strano movimento. Shade rifiutò il cappuccio, osservando
ostinatamente gli occupanti di quel trespolo dorato: voleva che lo
vedessero morire, che conservassero l'immagine della sua testa che
rotolava sui ciottoli della piazza, della vita che abbandonava i suoi
occhi. Voleva che quella visione diventasse il loro incubo, che li
accompagnasse in ogni istante della loro esistenza.
Il sole brillò sul filo della scure, sollevata in alto; il
popolo trattenne il respiro e più d'uno serrò le
palpebre, riaprendole poi di colpo nell'udire un grido.
-NO!
Una figura avvolta in un mantello si staccò dal gruppo e si
gettò sul corpo di Shade; il manto le scivolò
sulle spalle, liberando dei lunghi capelli rossi che, come una cascata
cremisi, si sparsero sul blocco di pietra confondendosi con il sangue.
Il boia riuscì a fermare il colpo a pochi millimetri dal
collo della fanciulla e si voltò verso il sovrano in attesa
di un ordine.
Tutti erano paralizzati dall'apparizione di quella ragazza che sembrava
un fantasma uscito da dei ricordi lontani.
-Fine... - sussurrò la gemella, riconoscendola e dandole
della stupida: perchè non aveva capito che era quello lo
scopo di Bright? Aveva condannato a morte Shade solo per far uscire
allo scoperto la principessa rossa, scomparsa nel nulla cinque anni
prima. E lei era caduta nella trappola come una mosca al miele, troppo
innamorata per restare ad assistere alla fine del suo amore senza fare
nulla per impedirlo.
Shade sentì le lacrime della compagna scivolargli sul viso e
bruciare come un fuoco sulle ferite ancora aperte: lei non avrebbe
dovuto essere lì... Tio gli aveva promesso che l'avrebbe
tenuta al sicuro...
-Perchè sei venuta?- bisbigliò retoricamente.
Conosceva già la risposta, bella e terribile al tempo stesso.
-Perchè ti amo- replicò infatti, abbracciandolo.
Alzò poi la testa, scontrandosi con i rubini di Bright da
cui trapelava una malvagia soddisfazione: l'aveva in pugno, la sua
farfalla prediletta era finalmente inchiodata al quadro.
-Fine, è una gioia vedere che sei sana e salva-
pronunciò mellifluo.
-Abbi pietà, ti scongiuro- ribattè la
principessa, decisa a tutto pur di salvare il giovane. -Risparmiagli la
vita ed io... sarò la tua regina.
-Fine, no!- esclamò il principe della Luna, sconvolto. Non
doveva, non poteva offrire sè stessa in cambio della sua
salvezza.
-Pietà- ripetè il biondo, congiungendo le punte
delle dita e guardandoli come un gatto che gioca con il topo. -Mi
chiedi di avere pietà verso colui che ha attentato alla mia
vita, verso colui che guida le continue ribellioni che scuotono il mio
regno e che finiscono nella violenza. Ebbene, mia cara Fine, voglio
dimostrare a te e a tutti coloro che mi giudicano un tiranno crudele e
senza cuore, che so perdonare ed essere clemente- disse con tono
tranquillo. -Con tutta la pietà possibile,
cancellerò l'onta del tradimento e del crimine dal suo onore
di principe... con la morte. Giustiziere, procedi!
-NO, BRIGHT!- urlò la giovane, trascinata via dalle guardie.
-SHADE!!
La voce di Fine, carica di un dolore folle, arrivò al cuore
di Rein come un pugnale, dilaniando ciò che restava della
sua anima. Poi ci fu solo il rumore della scure, della testa di Shade
che toccava il suolo e, inaspettatamente, dello scranno di Bright che
cadeva a terra.
La ragazza dai capelli turchini riaprì gli occhi, seguendo
gli sguardi della folla ammutolita: sua sorella era accasciata tra le
braccia dei soldati con una freccia piantata nel cuore.
Tutto questo è già accaduto e si perde tra le
pieghe del passato.
Ma c'è una verità ancora da raccontare, un finale
che il tempo e il desiderio di vendetta hanno offuscato.
Per una vita stroncata, un'altra si affaccia al futuro:
vedrà la luce o cadrà nelle tenebre?