Non piangere, non oggi di Kim WinterNight (/viewuser.php?uid=96904)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Non piangere, non
oggi
«Dai Joe, ti prego…»
«Non mi va.»
«Fallo per me! Non puoi stare chiuso in casa a piangere, non
oggi!»
«Perché non oggi? È un giorno come un altro…»
Mi porto le mani al viso e asciugo le lacrime che mi rigano
le guance, sentendomi sempre più triste. Non serve a niente che Martin cerchi
di spronarmi, sono talmente abbattuto che non mi va di fare niente.
«Se fosse un giorno come gli altri, non staresti qui a
deprimerti» puntualizza il mio ragazzo, poggiandomi entrambe le mani sulle
spalle.
Tiro su col naso e un altro singhiozzo sfugge al mio
controllo. «Ma Martin…»
«Joe, senti, lo so che tre anni fa Chester si è tolto la
vita proprio nel giorno del tuo compleanno, ma è solo un cantante!» strepita
spazientito.
Mi ritraggo dal suo tocco e mi rannicchio sulla sedia,
chinando il capo per evitare che mi guardi in volto. «Certo, solo un
cantante…»
«Okay, so che per te non era solo questo, ma mica puoi
passare tutta la vita a non festeggiare il tuo compleanno solo perché coincide
con la morte di un tizio che nemmeno conoscevi!» sbotta ancora Martin.
«Lasciami in pace, cazzo!» sibilo stizzito.
Martin sospira e si accovaccia di fronte a me, posso
avvertirlo che si muove e che appoggia gli avambracci sulle mie cosce. «Dai,
scusami, è che… tu sei vivo, sei qui! Sei con me! E che senso ha buttarti giù
in questo modo? Se fai così, Chester non tornerà indietro!»
Lascio cadere le mani in grembo e Martin subito le prende tra
le sue. Se le porta alle labbra, una alla volta, baciandole piano sul dorso.
Piccoli e intensi brividi mi percorrono la schiena,
nonostante faccia un caldo terribile.
Inclino leggermente la testa verso sinistra. «A volte mi
chiedo come fai a sopportarmi…»
«Me lo chiedo anche io, credimi» replica, ridacchiando.
Poi, prima che io possa rendermene conto, mi ritrovo tra le
sue braccia; Martin mi solleva di peso dalla sedia e io mi aggrappo a lui per
non cadere, strillando come un pazzo per la sorpresa di quel suo gesto.
«Che fai? Mettimi giù!»
«Tra poco, tra poco…»
Cammina per il nostro piccolo appartamento, ma non so dove
sia diretto. Decido di affidarmi a lui senza pormi troppe domande, certamente
non sta pensando di buttarmi giù dalla finestra!
Poco dopo riconosco l’odore familiare di candeggina che
proviene dal bagno.
«Vuoi buttarmi in doccia?»
Martin tuttavia supera la porta del bagno e svolta a
sinistra, così comprendo che siamo appena entrati in camera da letto.
Poco dopo mi deposita sul materasso e io sospiro di
sollievo, complice anche la fresca brezza che si insinua attraverso la finestra
socchiusa.
Martin si sdraia sopra di me e mi prende il viso tra le
mani. Sento che mi sta guardando attentamente, i suoi occhi su di me sono
talmente pungenti che non riesco a ignorarli anche se non posso scorgerli.
Avvampo leggermente e sollevo le braccia per circondargli le
spalle.
«Allora? Che intenzioni hai?» domando.
Avverto le sue dita sulla guancia. «Almeno hai smesso di
piangere…»
Sbuffo. «Sono depresso…»
Mi lascia un buffetto sullo zigomo. «Ma piantala! Oggi è il
tuo compleanno e devi essere felice.»
«Ho già trent’anni…»
Martin mi prende nuovamente il viso tra le mani e strofina
il naso contro il mio. «Già trent’anni, oh, quanto sei vecchio!»
«Sì» pigolo.
Ridacchia e mi bacia a fior di labbra. «Ti amo lo stesso»
ammette.
«Che cos’hai detto?»
Martin non è solito esprimere così chiaramente i suoi
sentimenti, me lo dimostra con i gesti che compie ogni giorno.
«Non fare l’idiota!»
Lo stringo forte a me e lo cullo tra le mie braccia,
avvertendo il suo profumo che sa di cloro e amore.
Rimaniamo in silenzio per un po’, abbracciati stretti,
finché non cerco a tentoni il viso di Martin e ne traccio il profilo con i
polpastrelli.
«Come vuoi festeggiare?» sussurro.
In tutta risposta, sposta le labbra sul mio collo e lo
lambisce piano. «Tu che dici?»
Rido. «Ma questo lo facciamo sempre…» esalo, sentendo
l’eccitazione risvegliarsi in me.
Martin si solleva di botto e rotola su un fianco. «Ma
cos’hai capito?»
Sono confuso e mi sento anche in imbarazzo.
Poi lo sento ridere, la sua voce calda e profonda mi carezza
l’orecchio mentre si avvicina nuovamente a me.
«Martin…»
«Sì?»
«Voglio distrarmi. Pensare a Chester mi fa male, hai ragione
tu.»
Lui mi bacia sulla guancia e mi attira a sé, stringendomi
più forte. «Adoro quando ammetti che ho ragione» commenta in tono divertito.
«Ora non montarti la testa…»
Mi fa stendere supino e torna a sistemarsi sopra di me.
Riempie il mio viso di piccoli baci e mi accarezza dolcemente i capelli, le
braccia e le spalle.
Sospiro e mi lascio scappare un sorrisetto.
«Sai cosa facciamo ora?» sussurra tra un sospiro e l’altro.
«Cosa?»
«Ci facciamo una bella doccia, prendiamo un paio di vestiti
puliti e prendiamo la macchina. Ci facciamo un bel giro con i finestrini aperti
e il vento che ci spettina i capelli.»
«Sei impazzito? Non devi lavorare oggi?»
Martin ridacchia sul mio collo. «Ho chiesto un giorno e
Duncan me l’ha concesso, strappandomi però una promessa.»
Aggrotto la fronte: conoscendo il capo del mio ragazzo,
sicuramente gli avrà chiesto qualcosa di veramente sporco e indecente.
«Non credo di voler sapere cosa gli hai promesso…»
«Tranquillo, stavolta è stato carino: mi ha fatto giurare
che ti avrei fatto trascorrere una giornata perfetta e che… beh, la seconda
parte non ha importanza» bofonchia, facendo per sollevarsi.
Tuttavia lo trattengo e cerco di fulminarlo con lo sguardo
che non ho, ma so che lui riesce a leggere ogni mia espressione.
«Ecco…» Deglutisce. «Non è importante, davvero!»
«Parla, Harris!» gli intimo in tono minaccioso.
Ma Martin riesce a liberarsi dalla mia stretta e scappa via
dal letto, ridendo. «Andiamo, altrimenti il tempo passa e non facciamo in tempo
a fare niente!»
Sospiro. «Scommetto che ti ha detto di essere un bravo succhiacazzi…»
butto lì, usando le parole che potrebbe effettivamente utilizzare Duncan.
Sento che Martin si blocca ai piedi del letto e sospira.
«Sì… ha detto più o meno così» mormora.
Scoppio in una risata. «Quell’uomo è di una delicatezza
infinita!»
«Ora capisci perché non volevo dirtelo?» gracchia
contrariato.
Mi metto a sedere e scivolo giù dal materasso; avverto la
sua presenza accanto a me e lo raggiungo, abbracciandolo forte.
«Non essere così pudico, andiamo…» sghignazzo, strizzando
una delle sue natiche tra le dita.
«Ora basta, Joe…»
«Guarda che non siamo obbligati a uscire. Puoi mantenere lo
stesso la tua promessa se rimaniamo a casa, solo io e te…» lo provoco,
strofinandomi un poco su di lui.
Martin mi immobilizza e fa un passo indietro. «Prepariamoci
per uscire» afferma.
Ridacchio. «E va bene! Ma a una condizione.»
«Sentiamo.»
«In macchina ascolteremo Chester per tutto il tempo!»
esclamo.
Lo sento sospirare. «Solo perché è il tuo complenno» concede
infine. «Ma possiamo almeno fare delle pause con Bruno Mars?»
Fingo di rifletterci su per un istante. «D’accordo, se
proprio insisti…»
Sento Martin sorridere, poi mi regala un ultimo abbraccio e
mi trattiene per qualche istante contro di sé.
«Buon compleanno, Joe» mormora contro il mio orecchio.
Sorrido e ricambio la stretta, immergendo il viso sul suo
petto ampio e accogliente.
In fondo non importa cosa faremo durante questa giornata o
in quelle successive: sono felice di essere in compagnia del mio Martin, lui
che sa sempre come farmi sentire a casa ovunque io mi trovi.
♥ ♥
♥
TANTISSIMI AUGURI AL MIO PATATINO JOE *____*
Lo so che voi starete pensando che lui non è reale e che
quindi festeggiare il suo compleanno non ha poi tanto senso, ma dovete capire
che per me è come se esistesse, quindi… beccatevi questa :D
Non volevo scrivere qualcosa di elaborato o che descrivesse
esattamente la giornata del compleanno di Joe nei minimi dettagli, volevo solo
fare un’incursione nella loro quotidianità e far notare ancora una volta la
loro complicità e il loro rapporto!
C’è una piccola cosa che devo spiegare: Joe è un grandissimo
fan dei Linkin Park e di Chester Bennington, il loro frontman che proprio il 20
luglio 2017 si è tolto la vita. In quel periodo Joe era in campeggio con Martin
ed era ignaro della cosa, perché erano un po’ slegati dalla tecnologia, si
trovavano come in una bolla dove esistevano solo loro due e le loro prime
vacanze insieme, mentre ora nel 2020 Joe è consapevole del vuoto che ha
lasciato il caro Chester!
Per fortuna Martin è riuscito a risollevarlo, dolce lui *-*
Joe ha compiuto trent’anni perché è nato, appunto, il 20
luglio 1990!
Per quanto riguarda Bruno Mars, piace molto a Martin e non a
caso la canzone Locked Out Of Heaven è la preferita di entrambi ^^
Il capo di Martin, il signor David Duncan, è un tipo che non
ha per niente peli sulla lingua, un nero tutto d’un pezzo che – come potete
notare – è molto delicato quando si esprime XD ma in fondo vuole bene a Martin,
è solo fatto così! Lo si vede in azione nella mia storia Just to be
who I am, che approfondisce maggiormente il lavoro di Martin, ovvero
l’istruttore di nuoto ^^
Spero che questo piccolo spaccato di vita vi sia piaciuto,
anche perché il prompt per scriverlo – come per tutti i regalini che ho scritto
e scriverò a luglio – l’ho cercato in un modo un po’ particolare: a casa ho un
barattolino con all’interno sei dadi, e ogni faccia dei dadi ha un disegnino
diverso (aaahh, gli acquisti ignoranti da Tiger… XD); ne ho lanciato uno anche
per Joe e ho trovato una faccina che piangeva raffigurata sopra! Quindi ecco
che ho ricollegato il suo compleanno con la morte di Chester e la storiella è
nata da sola XD
E niente, grazie a chiunque sia giunto fin qui!
Alla prossima e ancora tanti auguri al mio bambino ♥
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3923659 |