A year with the Oathkeepers

di pampa98
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Prompt. Primavera #49: Incubi.

 
RESTARE




Brienne fu svegliata da dei lamenti e con il letto che si muoveva sotto di lei. In un primo momento pensò a un terremoto o – peggio – a un ritorno dell’esercito della morte, ma quando un braccio la colpì sulla schiena ricordò di non essere sola in quella stanza.
«Jaime» lo chiamò, scuotendolo per la spalla. Il suo volto era contratto in una smorfia di dolore e continuava a ripetere: “No! Ti prego, non farlo!”
«Jaime! Svegliati, Jaime!»
Jaime spalancò gli occhi, tirandosi su di scatto. Ansimava e sembrava terrorizzato, come se fosse ancora all’interno del suo incubo.
«Jaime?» lo chiamò dolcemente Brienne, allungando una mano verso il suo braccio.
Lui si voltò, sorpreso nel sentire la sua voce, ma non appena la vide il suo corpo emise un sospiro di sollievo. Si sporse verso di lei, prendendole il volto tra la mano e il moncone, e la fissò come se non credesse che fosse reale.
«Brienne» disse in un sussurro. «Stai bene?»
Lei annuì, portando una mano sopra la sua.
«Va tutto bene, Jaime. Era solo un incubo.»
Lui sospirò, sdraiandosi nuovamente sul letto.
«Solo un incubo» rise. «Cazzo, che figuraccia. Perdonami. Ti sarò sembrato un idiota.»
«Niente affatto» rispose decisa lei, sdraiandosi a sua volta. «Non è una cosa di cui devi vergognarti o scusarti. Anch’io faccio spesso degli incubi. Suppongo che sia normale con tutto quello che abbiamo passato.»
Jaime voltò la testa verso di lei e le sorrise.
«Sì, suppongo che tu abbia ragione.»
«Ne vuoi parlare?» gli chiese.
Lui scosse la testa.
«No, ma ti ringrazio per avermelo chiesto.»
«Va bene.»
Prima il sonno l’aveva colta subito, ma in quel momento sentiva la presenza di Jaime vicino a sé, più forte di prima, e avvertiva soprattutto il suo sguardo addosso.
«Che c’è?» sbottò alla fine.
«Prima ci siamo addormentati senza… parlare.»
Brienne sospirò, tenendo lo sguardo fisso sul soffitto. Si era sorpresa nel trovare Jaime ancora nel suo letto, ma probabilmente anche lui come lei era stato vinto dalla stanchezza e si era addormentato. Ora che era tornato lucido e che l’alcol aveva iniziato a esaurire il suo effetto, probabilmente le avrebbe detto che era stato un errore.
«Io sono rimasto» disse, «ma non sapevo se potevo farlo.»
Brienna aggrottò le sopracciglia.
«Che intendi dire?»
«Posso restare qui, Brienne? Per stanotte e… Anche per le prossime?»
Brienne spostò lo sguardo verso di lui, incredula per quelle parole. Per un momento temette che la stesse prendendo in giro, ma i suoi occhi erano sinceri.
«Sì» rispose automaticamente, aggiungendo poi: «Se… Se è quello che vuoi. Non devi sentirti obbligato.»
Jaime scosse la testa, mettendosi sopra di lei. La baciò sulle labbra, un tocco più casto di quelli che si erano scambiati poco prima, ma in qualche modo più intimo.
«Ormai dovresti conoscermi, donzella» soffiò sulla sua bocca. «Non faccio mai niente che non voglia fare. E io voglio restare qui con te, se sei d’accordo ovviamente.»
Brienne sorrise, passando una mano tra i suoi capelli.
«Una volta tanto sono pienamente d’accordo con te.»
 
 
 

 




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