pochigiorniperinnamorarsi
Pochi giorni per
innamorarsi
Un raggio di sole entrò
tenue dalla finestra, posandosi lentamente sugli oggetti nella stanza
per rubarli ad uno ad uno agli ultimi stralci di buio. Come un'ospite
silenziosa, la luce raggiunse pian piano ogni cosa, anche quelle
estranee al luogo in cui si trovavano: su quest'ultime, parve
soffermarsi più a lungo, quasi cercasse una spiegazione alla loro
presenza.
Lievemente, si spinse fino
alla rosa bianca che il ragazzo teneva in mano e rigirava davanti ad
un paio d'occhi curiosi e vivaci, che non perdevano un solo
movimento. Un petalo si staccò, andando a posarsi sul sottile velo
che li separava, e quello sguardo attento corse subito alla novità
entrata nel suo campo visivo.
Il giovane sorrise nel
vedere la brillantezza di quelle iridi, che fissavano il petalo come
se fosse la cosa più incredibile che esistesse: lui, di certo, stava
guardando una delle più belle al mondo. E se ne rendeva conto solo
ora che era lì, a pochi centimetri. Solo adesso riusciva a capire
quanto desiderava che fosse parte della sua vita.
-Eccomi qui- si annunciò
un'allegra voce femminile. –Che state combinando?
-Crystel ha scoperto le
rose- rispose Bright, voltandosi verso la fanciulla appena entrata
nella camera. –E sembra che le piacciano.
-In fondo, anche suo padre
ama i fiori e le piante- proseguì lei, senza mancare di sottolineare
quella frase con un certo astio. –Speriamo abbia ereditato soltanto
questo- aggiunse, prendendo la bambina dalla culla.
Il biondo scosse la testa,
rassegnato: sua moglie non avrebbe mai accettato il matrimonio della
sorella e non sarebbe mai riuscita ad andare d'accordo con il
cognato. Lo aveva chiamato in ogni modo possibile ed immaginabile;
non passava giorno senza che avesse coniato un nuovo aggettivo con
cui definirlo.
Ma, mentre osservava la
nipotina tra le sue braccia, lo sguardo di Rein era colmo solo
d'amore verso quella creatura. Un'espressione che il marito voleva
che mantenesse per sempre, perché era tutto ciò che un uomo poteva
volere.
Si alzò dal letto,
raggiungendola e abbracciandola da dietro.
-Un po' mi dispiace che
Fine e Shade siano già tornati- ammise, sapendo che a breve la
gemella sarebbe venuta a riprendere la figlia. –Era bello occuparsi
di lei.
-Sai, ho guardato
attentamente il castello- replicò il compagno. –E credo ci sia
posto per quattro o cinque piccoli principi.
Non poteva vederla in
viso, ma sentì il suo sorriso e l'emozione che le aveva provocato la
sua decisione. Bright non credeva di essere pronto a diventare padre,
ma erano bastati pochi giorni con Crystel per innamorarsi di quella
presenza, al punto da non poterne più fare a meno
E, sotto sotto, sospettava
che Shade lo sapesse benissimo e fosse quello il motivo per cui aveva
chiesto loro di occuparsi della piccola mentre lui e Fine erano
lontani da Wonder.
-Io direi di cominciare
con uno o due, poi ci pensiamo- concluse Rein, appoggiandosi al suo
petto.
FINE
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