ilregaloperfetto
Il regalo perfetto
San Valentino, giorno che ogni innamorato attende
con pazienza per dimostrare il proprio amore alla persona che
possiede il suo cuore.
Come un chirurgo alle prese con una delicata
operazione, ognuno prepara tutto nei minimi dettagli, affinché ogni
cosa sia assolutamente perfetta. Niente deve essere tralasciato,
perché basta la più piccola disattenzione per trasformare una
fantastica giornata in un autentico disastro…
*°*
Auraa affondò la faccia nel cuscino,
con la stessa disperazione di un condannato al patibolo. Anzi,
ripensandoci avrebbe preferito essere davvero davanti ad un plotone
d'esecuzione; almeno non avrebbe deluso Altessa: un morto non poteva
deludere nessuno.
-Inoltre verrei ricordato come un
principe d'onore e non come un pasticcione- rifletté.
Sfortunatamente, nessun meteorite
stava per abbattersi su di lui, cancellandolo dal pianeta e
liberandolo dal peggior San Valentino della sua vita.
Cosa aveva fatto di male per
meritarsi un giorno così storto? Era cominciato tutto nel momento
stesso in cui si era svegliato…
"Era
una splendida giornata ed Auraa sorrise nel sentire il sole
scaldargli una guancia. Già pregustava il meraviglioso pomeriggio
che avrebbe trascorso con l'amata Altessa, mano nella mano, occhi
negli…
Il suo sogno straripante di
cuoricini si interruppe, disturbato da uno strano suono in
sottofondo. Un rumore come…come di mandibole in piena masticazione.
Il principe aprì gli occhi,
ritrovandosi a pochi centimetri dal muso di una capra che lo fissava
placidamente. Abbassò immediatamente le palpebre, convinto fosse una
visione dovuta ad un residuo di sonno, ma quando le sollevò
nuovamente l'animale era ancora lì. E stava mangiando della carta
velina rosa.
-Ahhh!- gridò l'erede al trono,
riconoscendola.
L'urlo disumano raggiunse anche
gli angoli più remoti del castello, mobilitando l'intera corte: uno
schieramento di servitori, guidati dai sovrani, si precipitò
allarmato nella camera del futuro re, assistendo ad una scena
quantomeno insolita.
-Auraa, che stai facendo?- domandò
Randa, allibito.
Il figlio, infatti, era impegnato
in un sorta di corpo a corpo con una capra, nel vano tentativo di
strappare qualcosa dalla sua vorace bocca. Ad una prima occhiata,
però, pareva che il quadrupede fosse in vantaggio.
-Si è mangiato il regalo per
Altessa!- esclamò il giovane, riuscendo a salvare solo un minuscolo
quadratino di carta che osservò disperato. –Come hai potuto farmi
questo?
-Oh, eccoti finalmente- intervenne
Sophie, entrando nella stanza e avvicinandosi alla capretta. –Ti ho
cercata dappertutto, Polly.
-Polly?!- ripeté il fratello,
sconvolto.
-Che stai combinando, fratellino?-
chiese candidamente, accorgendosi della sua presenza. –No, non
dirmi che Polly ha mangiato il tuo regalo… Mi dispiace così tanto.
Chissà come si arrabbierà Altessa: le si riempirà il viso di rughe
e…
Auraa sospirò: non aveva tempo
per avventurarsi in una logorante discussione con la sorella.
Aveva problemi più
seri da risolvere: trovare un altro dono. E in fretta."
Polly era stata l'inizio dei guai, il
primo di una lunga serie di disastri che lo avevano portato a quello
stato semi-vegetativo.
Perché nulla si era risolto, pur con
tutta la sua buona volontà…
"Aveva
percorso il Regno dei Mulini a Vento in lungo e in largo, ma sembrava
che tutti i fioristi fossero stati saccheggiati: San Valentino e il
classico "dono dell'ultimo minuto" erano peggio di uno
sciame di cavallette affamate.
Si sedette sconsolato su una
panchina, rimuginando sul destino avverso e sui suoi cosiddetti
"amici": dopo aver passato al setaccio il suo regno,
infatti, si era rivolto agli altri principi, contando sulla tanto
decantata "solidarietà maschile".
I risultati, però, non era stati
proprio quelli che sperava.
Tio si era lanciato subito alla
ricerca dei fiori più belli di Mera-Mera ma, nel porgerli all'amico,
aveva inavvertitamente pestato la coda di Saetta, il quale aveva
incenerito il mazzo.
Solo era stato altrettanto
solerte, ma con le sue dimensioni ridotte aveva impiegato un'ora per
raccogliere un unico fiore.
Nel Regno della Luna gli era
andata anche peggio: appena aveva accennato alla sua intenzione di
raccogliere dei fiori, Shade lo aveva fulminato con uno sguardo
eloquente, avvertendolo silenziosamente di girare al largo dalla sua
serra.
-E adesso come faccio?- si
lamentò.
Non poteva recarsi da Bright: le
rose del Regno dei Gioielli erano curate da Altessa e sarebbe stato
come regalarle qualcosa che già le apparteneva.
Era disperato: cosa poteva donare
alla principessa del suo cuore?
Vestiti e gioielli ne aveva da
vendere; il cioccolato era finito nello stomaco di Polly e, come i
fiori, era ormai introvabile.
-Non posso
presentarmi a mani vuote- continuò, bloccandosi improvvisamente come
se avesse ricevuto un'illuminazione. –Mani… Ma certo! Realizzerò
il dono perfetto con le mie mani!"
Le stesse mani che adesso rigirava
davanti agli occhi: fasciate, scottate e piene di cerotti, parevano
essere appena uscite da una battaglia e non da un pomeriggio di
manualità.
Aveva tentato di costruire un
portagioie, ma aveva accantonato l'idea dopo essersi dato una
martellata su un dito.
Si era dedicato allora alla cucina,
ritenendola meno pericolosa ed ottenendo un risultato simile: la
stanza pareva aver subito il passaggio di un paio di tornado, si era
scottato con la teglia del forno e i biscotti che aveva preparato
erano delle cose informi e carbonizzate che non si potevano definire
commestibili.
La verità era che quel giorno niente
andava per il verso giusto, non aveva un regalo per la fidanzata e
l'ora dell'appuntamento si avvicinava a passi da gigante.
-Potrei fingermi malato- valutò,
scartando immediatamente l'ipotesi: in quel caso Altessa sarebbe
andata a trovarlo.
L'unica cosa da fare era scegliere:
presentarsi all'incontro e dire la verità o prendere il primo treno
per un pianeta molto lontano da Wonder.
E non aveva nemmeno i bagagli pronti.
*°*
Auraa prese un bel respiro e si ripeté per
l'ennesima volta il discorso che avrebbe fatto alla principessa dei
Gioielli: le avrebbe spiegato quanto fosse dispiaciuto, assicurandole
che aveva fatto del suo meglio e che…
-E che?- domandò una voce alle sue
spalle.
-Altessa!- esclamò lui, voltandosi
ed esibendo un sorriso nervoso. –Non ti avevo sentita arrivare.
Io…bhe…
-Allora? Mi auguro che il tuo regalo
sia…
-Non c'è nessun regalo- la
interruppe, pronunciando d'un fiato quelle parole. –Ce l'ho messa
tutta perché questa giornata fosse speciale: volevo che fosse unica.
Ci tenevo tantissimo, Altessa, ma è stato un fallimento. Anzi, io
sono un fallimento: non merito una persona meravigliosa come te.
Cadde un profondo silenzio tra loro
ed il principe si ritrovò ad attendere una replica della giovane con
la stessa ansia con cui un imputato aspetta il verdetto della corte.
Sapeva di non potersi appellare alla clemenza del giudice: non aveva
scusanti che giustificassero le sue colpe.
-Avrei dovuto immaginarlo dato che
sei un pasticcione- affermò infine la bionda, incrociando le braccia
al petto e fissandolo con la sua solita aria un po' snob. Aveva visto
le sue mani martoriate e il dolore nei suoi occhi: era sincero e per
la fanciulla questo contava più di qualsiasi dono. Ci teneva a lei e
le aveva raccontato la verità, pur temendo di poter perdere il suo
amore. –Temo che dovrò accontentarmi di un giro sulla tua
mongolfiera- aggiunse, con tono indifferente. Perché, anche se
apprezzava gli sforzi del suo fidanzato, era pur sempre Altessa e non
sarebbero state da lei delle frasi sdolcinate o consolatorie.
Il ragazzo la guardò incredulo:
aveva ricevuto la grazia ad un passo dall'esecuzione ed era stato
risparmiato. Stentava a crederci.
-Sul serio? Vuoi…
-Sì, ma sbrigati prima che cambi
idea.
Auraa non se lo fece ripetere e,
mentre sorvolava Wonder con la sua amata, ricordò che Shade, oltre
ad un'occhiata che metteva i brividi, gli aveva dato anche un
consiglio…
"-Ti
prego, mi devi aiutare: non posso presentarmi senza un regalo.
-San Valentino non è Natale-
ribatté il principe della Luna, strigliando Regina. –Ma è un
giorno in cui ci si dedica completamente alla persona che si ama. E
non contano i regali: l'importante è che lei sia felice.
-Sì, ma tu cosa farai per Fine?
-Le insegnerò a
cavalcare- rispose l'amico. –So che lo desidera moltissimo e che
non ha il coraggio di chiedermelo. Pensa a cosa potrebbe far felice
Altessa."
-Shade aveva ragione- pensò l'erede
dei Mulini. San Valentino non era fatto di doni, di cuoricini, di
fiori o di cioccolatini. Era il sorriso dipinto sul volto di colei
che amava e la certezza che non esistesse niente di altrettanto
bello.
Era il sapere che quel volo, anche se
non era avvolto in una carta rosa e non aveva un bel fiocco sopra, la
rendeva felice.
-Buon San Valentino, Altessa. Ti amo.
-Anch'io, Auraa- replicò la ragazza.
E, sperando che il vento coprisse quello slancio di sincerità,
sussurrò: -Volare con te è il regalo più bello che potessi farmi.
Ma quello stesso vento era amico del
suo principe e portò alle sue orecchie quelle parole, scaldando il
cuore del giovane che però non disse nulla. Non voleva rovinare quel
momento.
Un momento solo per loro.
E un San Valentino che avrebbe
ricordato per sempre.
FINE
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