Il regalo perfetto

di redeagle86
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ilregaloperfetto
Il regalo perfetto


San Valentino, giorno che ogni innamorato attende con pazienza per dimostrare il proprio amore alla persona che possiede il suo cuore.

Come un chirurgo alle prese con una delicata operazione, ognuno prepara tutto nei minimi dettagli, affinché ogni cosa sia assolutamente perfetta. Niente deve essere tralasciato, perché basta la più piccola disattenzione per trasformare una fantastica giornata in un autentico disastro…

*°*

Auraa affondò la faccia nel cuscino, con la stessa disperazione di un condannato al patibolo. Anzi, ripensandoci avrebbe preferito essere davvero davanti ad un plotone d'esecuzione; almeno non avrebbe deluso Altessa: un morto non poteva deludere nessuno.
-Inoltre verrei ricordato come un principe d'onore e non come un pasticcione- rifletté.
Sfortunatamente, nessun meteorite stava per abbattersi su di lui, cancellandolo dal pianeta e liberandolo dal peggior San Valentino della sua vita.
Cosa aveva fatto di male per meritarsi un giorno così storto? Era cominciato tutto nel momento stesso in cui si era svegliato…

"Era una splendida giornata ed Auraa sorrise nel sentire il sole scaldargli una guancia. Già pregustava il meraviglioso pomeriggio che avrebbe trascorso con l'amata Altessa, mano nella mano, occhi negli…
Il suo sogno straripante di cuoricini si interruppe, disturbato da uno strano suono in sottofondo. Un rumore come…come di mandibole in piena masticazione.
Il principe aprì gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri dal muso di una capra che lo fissava placidamente. Abbassò immediatamente le palpebre, convinto fosse una visione dovuta ad un residuo di sonno, ma quando le sollevò nuovamente l'animale era ancora lì. E stava mangiando della carta velina rosa.
-Ahhh!- gridò l'erede al trono, riconoscendola.
L'urlo disumano raggiunse anche gli angoli più remoti del castello, mobilitando l'intera corte: uno schieramento di servitori, guidati dai sovrani, si precipitò allarmato nella camera del futuro re, assistendo ad una scena quantomeno insolita.
-Auraa, che stai facendo?- domandò Randa, allibito.
Il figlio, infatti, era impegnato in un sorta di corpo a corpo con una capra, nel vano tentativo di strappare qualcosa dalla sua vorace bocca. Ad una prima occhiata, però, pareva che il quadrupede fosse in vantaggio.
-Si è mangiato il regalo per Altessa!- esclamò il giovane, riuscendo a salvare solo un minuscolo quadratino di carta che osservò disperato. –Come hai potuto farmi questo?
-Oh, eccoti finalmente- intervenne Sophie, entrando nella stanza e avvicinandosi alla capretta. –Ti ho cercata dappertutto, Polly.
-Polly?!- ripeté il fratello, sconvolto.
-Che stai combinando, fratellino?- chiese candidamente, accorgendosi della sua presenza. –No, non dirmi che Polly ha mangiato il tuo regalo… Mi dispiace così tanto. Chissà come si arrabbierà Altessa: le si riempirà il viso di rughe e…
Auraa sospirò: non aveva tempo per avventurarsi in una logorante discussione con la sorella.
Aveva problemi più seri da risolvere: trovare un altro dono. E in fretta."

Polly era stata l'inizio dei guai, il primo di una lunga serie di disastri che lo avevano portato a quello stato semi-vegetativo.
Perché nulla si era risolto, pur con tutta la sua buona volontà…

"Aveva percorso il Regno dei Mulini a Vento in lungo e in largo, ma sembrava che tutti i fioristi fossero stati saccheggiati: San Valentino e il classico "dono dell'ultimo minuto" erano peggio di uno sciame di cavallette affamate.
Si sedette sconsolato su una panchina, rimuginando sul destino avverso e sui suoi cosiddetti "amici": dopo aver passato al setaccio il suo regno, infatti, si era rivolto agli altri principi, contando sulla tanto decantata "solidarietà maschile".
I risultati, però, non era stati proprio quelli che sperava.
Tio si era lanciato subito alla ricerca dei fiori più belli di Mera-Mera ma, nel porgerli all'amico, aveva inavvertitamente pestato la coda di Saetta, il quale aveva incenerito il mazzo.
Solo era stato altrettanto solerte, ma con le sue dimensioni ridotte aveva impiegato un'ora per raccogliere un unico fiore.
Nel Regno della Luna gli era andata anche peggio: appena aveva accennato alla sua intenzione di raccogliere dei fiori, Shade lo aveva fulminato con uno sguardo eloquente, avvertendolo silenziosamente di girare al largo dalla sua serra.
-E adesso come faccio?- si lamentò.
Non poteva recarsi da Bright: le rose del Regno dei Gioielli erano curate da Altessa e sarebbe stato come regalarle qualcosa che già le apparteneva.
Era disperato: cosa poteva donare alla principessa del suo cuore?
Vestiti e gioielli ne aveva da vendere; il cioccolato era finito nello stomaco di Polly e, come i fiori, era ormai introvabile.
-Non posso presentarmi a mani vuote- continuò, bloccandosi improvvisamente come se avesse ricevuto un'illuminazione. –Mani… Ma certo! Realizzerò il dono perfetto con le mie mani!"

Le stesse mani che adesso rigirava davanti agli occhi: fasciate, scottate e piene di cerotti, parevano essere appena uscite da una battaglia e non da un pomeriggio di manualità.
Aveva tentato di costruire un portagioie, ma aveva accantonato l'idea dopo essersi dato una martellata su un dito.
Si era dedicato allora alla cucina, ritenendola meno pericolosa ed ottenendo un risultato simile: la stanza pareva aver subito il passaggio di un paio di tornado, si era scottato con la teglia del forno e i biscotti che aveva preparato erano delle cose informi e carbonizzate che non si potevano definire commestibili.
La verità era che quel giorno niente andava per il verso giusto, non aveva un regalo per la fidanzata e l'ora dell'appuntamento si avvicinava a passi da gigante.
-Potrei fingermi malato- valutò, scartando immediatamente l'ipotesi: in quel caso Altessa sarebbe andata a trovarlo.
L'unica cosa da fare era scegliere: presentarsi all'incontro e dire la verità o prendere il primo treno per un pianeta molto lontano da Wonder.
E non aveva nemmeno i bagagli pronti.


*°*

Auraa prese un bel respiro e si ripeté per l'ennesima volta il discorso che avrebbe fatto alla principessa dei Gioielli: le avrebbe spiegato quanto fosse dispiaciuto, assicurandole che aveva fatto del suo meglio e che…

-E che?- domandò una voce alle sue spalle.
-Altessa!- esclamò lui, voltandosi ed esibendo un sorriso nervoso. –Non ti avevo sentita arrivare. Io…bhe…
-Allora? Mi auguro che il tuo regalo sia…
-Non c'è nessun regalo- la interruppe, pronunciando d'un fiato quelle parole. –Ce l'ho messa tutta perché questa giornata fosse speciale: volevo che fosse unica. Ci tenevo tantissimo, Altessa, ma è stato un fallimento. Anzi, io sono un fallimento: non merito una persona meravigliosa come te.
Cadde un profondo silenzio tra loro ed il principe si ritrovò ad attendere una replica della giovane con la stessa ansia con cui un imputato aspetta il verdetto della corte. Sapeva di non potersi appellare alla clemenza del giudice: non aveva scusanti che giustificassero le sue colpe.
-Avrei dovuto immaginarlo dato che sei un pasticcione- affermò infine la bionda, incrociando le braccia al petto e fissandolo con la sua solita aria un po' snob. Aveva visto le sue mani martoriate e il dolore nei suoi occhi: era sincero e per la fanciulla questo contava più di qualsiasi dono. Ci teneva a lei e le aveva raccontato la verità, pur temendo di poter perdere il suo amore. –Temo che dovrò accontentarmi di un giro sulla tua mongolfiera- aggiunse, con tono indifferente. Perché, anche se apprezzava gli sforzi del suo fidanzato, era pur sempre Altessa e non sarebbero state da lei delle frasi sdolcinate o consolatorie.
Il ragazzo la guardò incredulo: aveva ricevuto la grazia ad un passo dall'esecuzione ed era stato risparmiato. Stentava a crederci.
-Sul serio? Vuoi…
-Sì, ma sbrigati prima che cambi idea.
Auraa non se lo fece ripetere e, mentre sorvolava Wonder con la sua amata, ricordò che Shade, oltre ad un'occhiata che metteva i brividi, gli aveva dato anche un consiglio…


"-Ti prego, mi devi aiutare: non posso presentarmi senza un regalo.
-San Valentino non è Natale- ribatté il principe della Luna, strigliando Regina. –Ma è un giorno in cui ci si dedica completamente alla persona che si ama. E non contano i regali: l'importante è che lei sia felice.
-Sì, ma tu cosa farai per Fine?
-Le insegnerò a cavalcare- rispose l'amico. –So che lo desidera moltissimo e che non ha il coraggio di chiedermelo. Pensa a cosa potrebbe far felice Altessa."


-Shade aveva ragione- pensò l'erede dei Mulini. San Valentino non era fatto di doni, di cuoricini, di fiori o di cioccolatini. Era il sorriso dipinto sul volto di colei che amava e la certezza che non esistesse niente di altrettanto bello.
Era il sapere che quel volo, anche se non era avvolto in una carta rosa e non aveva un bel fiocco sopra, la rendeva felice.
-Buon San Valentino, Altessa. Ti amo.
-Anch'io, Auraa- replicò la ragazza. E, sperando che il vento coprisse quello slancio di sincerità, sussurrò: -Volare con te è il regalo più bello che potessi farmi.
Ma quello stesso vento era amico del suo principe e portò alle sue orecchie quelle parole, scaldando il cuore del giovane che però non disse nulla. Non voleva rovinare quel momento.
Un momento solo per loro.
E un San Valentino che avrebbe ricordato per sempre.


FINE




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