Chi fa cliché fa per tre

di NPC_Stories
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1359 DR: Occam's Razor


"Ambe', cocia è un diota?" Domandò la piccina, piena di curiosità infantile.
"Un... diota?" Amber ci pensò per qualche momento, guardandosi intorno come se cercasse una risposta negli oggetti intorno a sé. "Non lo so, Geyla" ammise infine, costretta a deludere la sorellina. "Mi suona come una parola che ho già sentito, ma penso che dovresti chiederlo a Margaret, lei conosce il dialetto della regione meglio di me."

"Mara!" Jaylah inseguì la giovane apprendista di sua madre mentre trasportava alcuni libri dalla casa di Krystel al proprio alloggio. "Mara, pettami!"
Margaret rallentò, aspettando che la piccolina la raggiungesse con la sua andatura trotterellante. Jaylah aveva due anni e mezzo e sapeva correre meglio di quanto sapesse camminare, ma era meglio che non si sforzasse troppo o sarebbe finita faccia a terra... come accadeva almeno due o tre volte al giorno.
"Buongiorno, tesoro. Come posso aiutarti?"
"Mara che cocia è un diota?"
L'umana ci pensò a fondo, corrugando la fronte.
"Una diota. Sono quasi certa che sia una diota. È un qualche oggetto di uso comune, l'ho sentito dire una volta da mio nonno, ma deve essere una parola che usano solo i vecchi. Vorrei poterti aiutare ma proprio non mi ricordo."
"Oh" Jaylah abbassò le spalle, sentendosi sempre più affranta. "Volevo ciapere uuuna parola nuova" affermò, alzando un ditino con aria fiera.
"Penso che dovresti chiedere alla tua mamma. È vero che lei non è umana, ma ha visto passare più anni di mio nonno, e forse anche del nonno di mio nonno. Se c'è qualcuno che conosce le parole antiche, quella è lei."
Jaylah la gratificò con un sorriso luminoso.
"Ciao Mara!" Salutò e corse via, diretta verso la casa di sua madre.

"Mamma! Mamma!"
Krystel stava mescolando alcuni ingredienti in un piccolo calderone e quasi perse l'equilibrio quando Jaylah le si buttò sulle gambe come una palla di cannone. La figlia le abbracciò le ginocchia e Krystel si aggrappò al tavolo, allontanando subito le mani dal calderone per evitare di farlo cadere per sbaglio.
"Geyla, che cosa ti ho detto sul non lanciarti sulle gambe della gente?" La rimproverò bonariamente.
"Uh... no' devo lanciammi ciulle gambe della cente?"
"Esatto. E cos'è che hai appena fatto?"
Jaylah la guardò senza capire. Poi decise che il discorso non ne valeva la pena e andò subito all'argomento che le stava più a cuore.
"Mamma cocia è una diota?"
Krystel le rivolse un'occhiata molto perplessa. "Una diota? Non sentivo questa parola da decenni... Una diota è un'anfora di terracotta a due manici. Un... una specie di vaso. Credo che con il tempo la parola si sia storpiata in giota o giotta. Ma dove l'hai sentita?"
Jaylah si strinse nelle spalle, ma nei suoi occhi color delle foglie continuava ad aleggiare la stessa confusione.
"Lo cio Daren ha detto che papà è un peccio di diota. Ma non è vero! Il mio papà no' ce lo è un vaso!" La piccola battè un piede a terra, frustrata per quella risposta senza senso. "Che cocia vuol dire pe' davvero, mamma?"
Krystel per un lungo momento non disse nulla, ma strinse le mani al bordo del tavolo finché le nocche non divennero leggermente più pallide del nero profondo della sua pelle.
"Vuol dire" mormorò infine "che tuo zio vuole passare qualche altro giorno in forma di animale da cortile."


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Questa storia si basa sulla teoria del rasoio di Occam, che afferma che non sia necessario cercare una spiegazione complessa quando una spiegazione semplice è a portata di mano ed è probabilmente corretta.




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