La
luce pallida di un raggio lunare penetrò nella stanza e velò
i muri d’un debole chiarore argentato.
Con
un sospiro frustrato, Star si sollevò a sedere sul letto. No,
quella notte non sarebbe riuscita a dormire.
Tanti
pensieri opprimevano il suo cuore.
Si
passò una mano tra i lunghi capelli neri e sospirò. Con
la fine della guerra contro Tenebra e i Venomoidi, aveva creduto che
le loro pene sarebbero finite.
Ed
era parso così, nei primi tempi.
Nick,
dopo cinque anni di cure, era riuscito a riprendersi completamente.
Certo,
il loro legame si era tramutato in un affetto fraterno, ma lei era
felice di vederlo aprirsi alla vita e alla sua bellezza.
Pareva
lontana l'epoca della guerra contro i Venomoidi.
Perfino
Balzac, che aveva riportato ingenti danni nella battaglia contro il
Teknoman Spada, si era ripreso perfettamente e aveva ripreso a
frequentare Rachel.
La
giovane corrugò la fronte e si strofinò le braccia con
le mani. La loro gioia, presto, si sarebbe tramutata in un'angoscia
dilaniante.
Un
anno fa, Ringo aveva ricevuto un messaggio riguardante suo padre, da
lui creduto morto nella guerra contro i Venomoidi.
Charles
Varlause era sopravvissuto all'attacco dei Venomoidi, ma era ridotto
in stato vegetativo, senza alcuna possibilità di risveglio.
I
militari, con la morte del crudele generale Galt, non avevano perduto
la loro crudeltà e avevano imposto al loro amico una scelta
crudele.
Staccare
la spina. Non staccare la spina.
Tale
evento aveva rinchiuso il loro compagno dietro una maschera di
silenzio e triste fierezza.
E
il comandante Nemo, che pure conosceva la ragione di un simile
atteggiamento, aveva deciso di assecondarlo e non rispondeva alle
loro domande.
La
rabbia montò nella sua anima e la ragazza, con un pugno, colpì
il muro. Il loro comandante aveva creduto di rispettare la libertà
di scelta di Ringo, ma non aveva considerato il suo orgoglio.
Lui,
pur di non essere di peso agli altri, non avrebbe mai confidato a
qualcuno le sue sofferenze.
In
questo, era simile a Nick.
Se
non lo avessero trovato nella sua stanza, intossicato dai sonniferi,
lui non avrebbe rivelato la ragione della sua pena.
E
si sarebbe consumato in una sofferenza inutile.
Si
allontanò dalla stanza, attraversò i corridoi della
base e uscì. In quel momento, aveva bisogno di sentire su di
sé il tocco del vento.
Le
mura della base le parevano una prigione.
– Non
sono l'unico a soffrire di insonnia. – mormorò una voce
calma.
Star
si girò e scorse Richard, appoggiato ai muri della base.
Studiò
il suo volto. Certo, recava ancora le tracce di quel periodo
doloroso, ma , seppur di rado, il suo spirito sarcastico emergeva.
– Sono
preoccupata per te. – confessò la ragazza, sincera.
Il
giovane le scoccò uno sguardo stupito.
– Perché?
Ho sempre mostrato di sapermela cavare... Non sono debole. O meglio,
non lo sono mai stato. – affermò, mortificato. Non
riusciva a non dimenticare gli insegnamenti di suo padre.
Non
si piange per chi muore nell'adempimento del proprio dovere.
Era
suo dovere essere forte, come un vero guerriero, e non mostrare
alcuna vulnerabilità.
Eppure,
aveva pianto, stretto tra le braccia di Nick, e si era sentito
protetto.
Quel
tenero calore gli aveva dato un conforto a cui il suo cuore, stremato
da mesi di agonia, anelava.
E
non poteva non negare la vergogna da lui provata per quel cedimento.
Come
sovrastato dal peso della vergogna, il giovane pilota reclinò
la testa sulla spalla destra e un singhiozzo risuonò sulle sue
labbra.
– Perdonami,
Star… – soffiò, dispiaciuto.
Una
mano d’acciaio strinse il cuore della ragazza. Nick le aveva
rivelato cosa fosse accaduto tra di loro, al risveglio di Ringo, non
celandole la vergogna da lui provata per il suo dolore.
Mentre
rievocava quel ricordo, i suoi occhi verdi si riempivano di stupore.
Non
riusciva a comprendere la ragione della sua ritrosia a sfogare le sue
emozioni.
Perché
si costringeva a mostrare una maschera di forza artefatta?
Non
riusciva a capire le ragioni di un simile comportamento.
E
lei comprendeva le ragioni di quella sua perplessità.
– Ringo,
guardami. – gli disse lei, calma.
Il
giovane, con fatica, sollevò la testa e fissò i suoi
occhi cerulei, velati di lacrime, in quelli cobalto di lei.
Le
dita della giovane sfiorarono le guance di lui in una gentile
carezza, poi allontanarono le lacrime dalle sue guance.
– Mi
vergogno, Star. Mi vergogno di me stesso. – confessò, il
tono amaro.
– Ti
senti debole? – domandò lei, cauta.
Con
un debole cenno della testa, il pilota annuì.
– Non
ti devi vergognare di nulla. – dichiarò ancora lei, il
tono pacato, ma deciso.
Il
giovane uomo aprì la bocca, poi la richiuse.
– Tu
hai sofferto molto per la morte di tuo padre, ma sei riuscito a
superare il tuo dolore. Quando hai saputo la verità, la
sofferenza per quella perdita è riemersa e non sei riuscito a
opporti alle richieste dei militari, che hanno potuto scaricare su di
te una responsabilità crudele. – cominciò, seria.
Richard
non rispose e il suo respiro accelerò un poco. Uno strano
senso di debolezza si impadronì di lui. Nick era riuscito ad
andare oltre la sua maschera, ma non era l’unico.
Star,
con la sua dolcezza, gli impediva di nascondere la verità del
suo cuore ulcerato.
– Ti
sei sentito costretto ad una scelta dolorosa, eppure sei riuscito a
dare a tuo padre una fine dignitosa. Questa scelta ha inasprito la
tua sofferenza. Non sei debole, hai un cuore umano, capace di amare e
soffrire. – concluse la giovane informatica.
Richard,
sentendo quelle parole, scoppiò in una risata, colma di
malinconia.
– Nick
mi ha detto parole simili. – mormorò.
La
mano della giovane si appoggiò sul braccio destro del
compagno. Nick era innamorato di lui e questo suo sentimento
inespresso accentuava la sua preoccupazione.
Ma
le sue angosce non erano insensate, suggerite da un forte e
silenzioso sentimento d’affezione.
Secondo
lui, Ringo aveva bisogno di un sostegno assai forte e lei condivideva
la sua opinione.
La
solitudine, a cui il loro compagno si era costretto, pur di
permettere loro di festeggiare la rinascita di Nick, aveva logorato
il suo spirito e questo lo aveva quasi ucciso.
Dovevano
aiutarlo a liberarsi da quella vergogna insensata.
Non
si era macchiato di alcuna colpa!
Anzi,
per affetto, aveva vissuto mesi d’inferno!
Aveva
acconsentito ad una cinica richiesta dell’esercito, pur di
consentire a suo padre di morire con dignità.
– Ringo…
– mormorò Star.
– Che
cosa c’è? – chiese lui.
– Ti
dobbiamo chiedere scusa. Non abbiamo saputo vedere la tua
disperazione e abbiamo lasciato che tu ti consumassi dal dolore. Ci
siamo accontentati delle spiegazioni tue e del comandante Nemo e non
abbiamo saputo andare a fondo delle cose. – mormorò,
amara.
– Ho
preso io quei sonniferi… Cosa c’entrate voi? Non mi
avete certo costretto. – domandò l’altro, stupito.
La
giovane prese una mano di lui tra le sue, poi ne accarezzò il
dorso.
– No,
tu hai preso quei sonniferi per trovare rifugio alla tua
disperazione. E la tua tristezza è stata esacerbata dalla
solitudine. Ora, permettici di starti accanto. – dichiarò
lei.
Le
labbra del giovane si sollevarono in un debole sorriso e le lacrime
tremarono di nuovo nei suoi occhi chiari. Non vedeva alcun biasimo
nelle iridi dell’amica.
A
lei, come a Nick, non importava nulla dell’apparenza.
Nella
loro pietà, si assomigliavano.
– Grazie,
Star. Ci proverò. –
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