Un
po’ di
coordinate per capire meglio questa RoleSwap!AU:
- “Role
Swap” significa: ruoli scambiati.
È quel trope dove il ruolo dei personaggi
(antagonista, protagonista, buono, cattivo…) viene scambiato
tra essi;
- In
questa
storia Iruka non è mai stato insegnante
all’Accademia. È un normale chūnin e
non ha avuto occasione di entrare in contatto con Naruto;
- Obito
ha
scoperto il vero piano di Zetsu e tutte le implicazioni dietro Lo Tsuki
no Me,
che decide di non attuare più;
- Il
massacro Uchiha non avviene, in compenso Shisui dopo che Danzo gli ruba
l’occhio invece di suicidarsi decide di abbandonare il
villaggio e diventa un
nuniken.
Altri piccoli
appunti:
-
C’è un
original character nella “nuova” squadra 7,
Sarutobi Himawari. Vi assicuro che
non è un self-insert perché ha un ruolo specifico
per la crescita di Sasuke e
Sakura;
- I
rapporti same-sex sono tranquillamente accettati nel mondo shinobi,
solo che
non esistono matrimoni e per questo le famiglie dei clan fanno molta
pressione perché
i figli si sposino e portino avanti la discendenza. Banalmente
è un po’ come
nella Grecia Classica, solo che è una pratica meno
istituzionalizzata;
- Nella
storia si comincia a considerare adulto un* bambin* nel momento in cui
diventa
un ninja (altrimenti per i civili l’età
resta sui 18 anni);
-
L’OOC
ovviamente è perché essendoci circostanze diverse
e ruoli scambiati i
personaggi non saranno naturalmente fedeli al manga. Non
sarà eccessivo, la
caratterizzazione resta quella (Sasuke sarà Sasuke, solo un
Sasuke che vuole
diventare Hokage e Naruto sarà Naruto, ma un Naruto che
disprezza Konoha);
- Le
coppie… HAHAHAHAHA non ne ho idea, per questo non ne ho
inserite. Le uniche
certe sono gli ShiIta e i KakaIta che sì, come potete ben
vedere è un po’ un triangolo.
So che a molti non piacciono, ma vi chiedo di avere fede per questa
idea che ho
in mente, giuro che non vi pentirete e vi struggerete con me e Itachi
hahahaha.
Comunque sappiate che in qualche modo riuscirò a incastrare
la sakuhina u.u ho
qualche ideuzza ma devo vedere se i personaggi me lo permettono.
Non ho
altro da dire. Spero solo che anche questa mia sciocca idea vi piaccia!
Recensioni per farmi sapere il vostro parere sono sempre benvolute^^
Vi
lascio
al prologo.
Hatta.
Prologo
L’intera
città era illuminata dai raggi della luna piena, che
scacciava le ombre e
metteva a nudo ogni vicolo. Era una pessima notte per scappare, ma non
c’era
più molto tempo prima che gli agenti ROOT lo intercettassero.
Dalla
cima
del tetto, Shisui rivolse solo un ultimo fugace sguardo nella direzione
delle
facce degli Hokage e si accorse di non provare nemmeno
un’oncia di rimpianto.
Tutto quello che provava era rabbia,
rabbia cocente che scorreva nel suo sangue.
E
tradimento.
Allungò
una
mano alla benda, le dita che premettero contro l’orbita
vuota. Pulsava ancora
sorda, dolorante per la ferita brusca che non aveva avuto il tempo di
medicare
accuratamente.
Fece una
smorfia e, senza più guardare indietro, senza badare al
dolore e alla
stanchezza che sconquassava tutto il corpo, concentrò il suo
chakra allo
scatto. Shunshin era sempre stata la tecnica in cui più
eccelleva, ma esausto
com’era lo portò velocemente in ginocchio quando
si fermò oltre le porte di
Konoha. Tossì violento, l’unico occhio rimasto che
spremeva lacrime di dolore;
le sue bobine di chakra sembravano essere ancora profondamente
danneggiate. Non
badò quando l’erba venne macchiata di sangue.
“Non
sforzarti
troppo”.
Al di
là
della condizione pietosa in cui si trovava, Shisui riuscì a
reagire velocemente
alla voce estranea. Estrasse il tantō che teneva sulle spalle, quel
solo gesto
gli fece sfocare la vista. Si rilassò solo quando riconobbe
la cappa nera, con
il motivo di nuvole
rosse, che l’uomo
apparso dal nulla indossava.
Rinfoderò
la spada corta mentre alzava la testa e si accorse che l’uomo
– Uchiha Madara o
Uchiha Obito, questo doveva essere ancora chiarito – non
indossava la tipica
maschera tigrata con cui lo aveva visto ultimamente. Era la prima volta
che
vedeva il suo viso e la sua espressione appariva molto stanca, ma anche
molto
risoluta.
“Ci
abbiniamo” commentò Shisui scherzoso, indicando
l’occhio mancante dell’altro.
Obito
non
rispose, privo di umorismo. Si spostò verso di lui e Shisui
poté notare che
sulle sue spalle stava aggrappato un bambino biondo, con vispi occhi
azzurri
che lo guardavano incerti e curiosi. Non dovette vedere le cicatrici
dei baffi
sul suo viso per riconoscerlo, il Jinchūriki del Kyūbi era molto bravo
a
distinguersi e farsi notare.
Non
chiese
perché fosse con loro. Anzi, era abbastanza ovvio che il
piano originale del
nin-mancante fosse rubare
una delle
risorse più preziose di Konoha. Shisui era capitato quasi
per sbaglio.
Un
errore.
“Andiamo”
chiamò Obito.
Con
un’ultima scintilla di esitazione, guardò la mano
guantata che l’uomo gli
offriva. Per un momento gli parve di vedere il volto mite e gentile di
Itachi,
il sorriso che si formava quando gli offriva dei dango.
Bastò
una
pulsazione all’orbita vuota a ricordargli perché
lo stava facendo.
Afferrò
la
mano con una stretta decisa.
Il
secondo
dopo una forza sconosciuta lo stava trascinando nel nulla.
**
Kakashi
era
stanco dopo cinque giorni di caccia ininterrotta. Era stato in prima
linea
nelle ricerche di Uchiha Shisui, mandando il suo branco perfino oltre
il
confine del Paese del Fuoco.
Era
ovvio
fosse stato scelto per quel compito: era un eccellente ANBU, un tracker
migliore degli Inuzuka e un possessore di un sharingan; quella era una
combinazione rarissima, che in missioni come quelle non andava sprecata.
Ma era
stato inutile.
Cinque
giorni dopo nessuno era riuscito a rintracciare Shisui. Il suo odore si
interrompeva poco oltre le porta di Konoha, come se da quel punto in
poi fosse
stato inghiottito dal nulla. Era proprio questo a preoccupare Kakashi:
le
persone semplicemente non potevano sparire, anche il più
abile degli shinobi
avrebbe lasciato dietro di sé una traccia. Soprattutto
considerando che le
ricerche erano partite all’istante, era impossibile che in
poche ore il vento
ne avesse disperso l’odore.
Ma
Kakashi
era stanco e non badò a nessuna di queste preoccupazioni
mentre faceva rapporto
all’Hokage sul suo fallimento. Era tornato da una missione in
incognito a Kumo
quando erano partite le ricerche e ovviamente non aveva potuto
sottrarsi. Ora
la stanchezza esigeva che riposasse il suo corpo.
Ma
quando
l’Hokage lo congedò, non si
teletrasportò direttamente al suo appartamento.
Si
spostò
sui tetti della città, lasciò che il proprio
chakra si espandesse pigramente in
cerca di quello oscuro e malizioso del Kyūbi. Il senso di allarme si
attivò nel
momento esatto in cui si rese conto che non riusciva a percepirlo, non
in tutto
il villaggio.
Un’oscura
premonizione cominciò a far battere forte il suo cuore, ma
non l’ascoltò e la
cacciò lontana dalla sua mente. Cambiò invece la
direzione dei suoi salti e si
diresse veloce verso il condominio dove era stato stanziato il figlio
di
sensei.
Gli
bastò
atterrare sul balcone per accorgersi che l’appartamento era
vuoto. Scivolò
quindi senza scrupoli al suo interno dalla finestra.
Era
disordinato, come sempre. Ma c’erano meno vestiti per terra,
il lavabo del
lavandino non erano pieno di tazze di ramen e la spazzatura puzzava
troppo –
come se non fosse stata buttata da parecchi giorni. Non c’era
nemmeno il
cappello da notte con cui l’aveva visto dormire, non
trovò lo zaino e non
c’erano le scarpe.
Gli
bastò
aprire il frigo per capire cosa fosse successo: era vuoto, fatta
eccezione di
un cartone di latte scaduto.
Naruto
era
sparito.
Non
seppe
come riuscì a rimanere calmo, come riuscì anche
solo a considerare freddamente
i vari indizi quando il suo cuore sembrava voler scappare dal petto. Si
tagliò
la mano con un kunai e la sbatté con forza sul tavolo. Con
una nuvoletta di
fumo un carlino comparve sul ripiano, gli occhi stanchi ed esasperati,
mentre
il resto del branco si distribuì sul pavimento, tutti erano
nella stessa
condizione malridotta.
“Capo,
capisco la situazione di emergenza, ma…”
“Pakkun”,
lo interruppe Kakashi, “ho bisogno che tu vada
dall’Hokage a dirgli che Naruto
è sparito. Il resto: con me, cercate il suo odore e
seguitelo.”
Aveva
dato
l’ordine con voce controllata, in tono freddo che non
ammetteva repliche, ma
nonostante ciò al suo branco fu fin troppo chiara
l’agitazione che turbinava
dentro il giovane uomo. Era in condizioni terribili, con il chakra
vicino
all’esaurimento. Fu per questo che Pakkun non
protestò e fece quanto ordinato.
Kakashi
non
rimase un secondo di troppo nell’appartamento. Fiducioso in
Pakkun, uscì
dall’appartamento e seguì il branco che
cominciò a cercare l’odore di Naruto,
ignorando tutte le altre fragranze. Kakashi non riusciva a percepirne
neanche
una debole traccia e questo lo spaventava: da quanto tempo era sparito
e
nessuno se n’era accorto?
Il
branco
lo portò in una zona che in quegli ultimi giorni aveva
battuto molto, poco
fuori dalle mura.
“L’odore
si
ferma qui, capo” informò Urushi. “Ci
sono altri due odori, uno sconosciuto e
l’altro è quello che ci hai già fatto
cercare”.
Non
c’era
bisogno che lo specificasse. Del resto Kakashi aveva capito tutto nel
momento
in cui il branco si era fermato ad annusare lo stesso identico punto in
cui
anche l’odore di Shisui scompariva.
Quella
consapevolezza aumentò la tachicardia. Tutta la pesantezza
del consumo di
chakra piombò su di lui e la vista cominciò a
mancargli, le gambe tremavano.
Cinque
giorni. Naruto era sparito da cinque giorni e nessuno
se n’era accorto. L’Hokage, che aveva promesso che
il
figlio del suo sensei era al sicuro, non sapeva nulla. Non sapeva che
Shisui…
“Ha
rapito
Naruto” riuscì solo a dire prima che la sua
visione si oscurasse a cadesse a
terra.
Ma anche
nell’incoscienza quell’ultimo pensiero gli
divorò la mente.
Aveva
perso
Naruto, l’ultimo legame con la sua vecchia squadra.
Aveva
fallito, ancora.
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