Scorci di Agosto

di Whiteskull16
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«Cosa ne penso io degli uomini?» domandò Vermouth, parlando a Gin.
Erano seduti in una stanza molto piccola, con pareti bianche spoglie e un mesto tavolino sgangherato al centro. Una bottiglia di liquore li divideva, dimezzata nel contenuto che era stato versato nei calici che alzavano occasionalmente portando alle labbra la bevanda.
«Precisamente.» confermò Gin. Rimase in silenzio per qualche secondo e poi aggiunse quasi distrattamente: «Nel senso di genere umano, non sesso maschile.»
«Qual è il senso della vita, allora?» chiese la donna, volendoci vedere chiaro.
«No, non a questo livello di profondità. Che cosa pensi del genere umano, delle persone.»
Vermouth abbassò lo sguardo. Le dita brandivano lo stelo sottile del bicchiere e un lento movimento del polso agitava il liquido nel contenitore vitreo, lasciando segni come quelli del mare sul bagnasciuga.
«Gli uomini sono nuvole.» asserì.
«Nuvole?» rispose lui. Gin la guardò come se avesse detto una sciocchezza.
«Sì. Così come gli uomini, esistono tanti tipi di nuvole. Puoi essere un cirro come puoi essere cumulonembo. Che tu sia una macchiolina bianca o che tu sia un'imponente ammasso niveo, non hai mai consistenza. Sei solo vapore acqueo, mero aggregato informe capitato lì in cielo per caso. Il vento ti muove e sei continuamente soggetto ai mutamenti atmosferici, causa dele tue conseguenti azioni. Allo stesso modo, un uomo si lascia dominare dagli elementi e agisce di conseguenza, senza però mai scegliere davvero. Non ha mai scelto dal momento in cui è venuto al mondo forzatamente, essendovi stato gettato.»
Gin bevve dal suo bicchiere e poi lo posò sul tavolo.
«Mi sembrano solo belle parole. Una metafora come un'altra.»
«No. Le nuvole sono la cosa che più somiglia a un essere umano. Esse sembrano così grandi, eppure non sono che mero vapore. Non hanno nulla dentro, proprio come la gente. Sono gli altri a dar loro un significato. Conosci la pareidolia? È quella condizione per cui tu vedi le forme nelle nuvole. Anzi, le nuvole sono solo una declinazione delle tante possibilità della pareidolia. Proprio come noi vediamo qualcosa nelle nuvole, altri vedono qualcosa in noi che non esiste. L'essere umano dipende da ciò che l'altro pensa di lui, in quanto la nostra vita è in funzione di terzi.»
«Ma le nuvole causano i temporali. Possiamo attribuir loo le forme che vogliamo, ma è innegabile che possono dar vita a temporali, a volte catastrofi.»
«E qual è la differenza dall'essere umano? Pioggie, tempeste, burrasche, tornado... sono tutti fenomeni che nascono dall'aggregazione di nuvole. Quando gli uomini si uniscono, sono in grado di fare grandi cose, anche orribili come le guerre. Un uomo solo vale quanto una nuvola sola. Ma la forza fa numero, anche per gesti orripilanti.»
Vermouth alzò lo sguardo al soffitto, pur continuando  a parlare.
«È per questo che i temporali sono banchi di nubi grigie. La singola nuvola sparisce diventando una moltitudine asettica che piange; l'uomo sparisce nell'esercito e piange e fa piangere.»




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