Capitolo
2 - Celebrations -
Una
volta giunta a villa Sakamaki, ruotai il capo verso Shu, per
svegliarlo, ma questo era già scomparso: decisamente strano
per lui, che solitamente restava qualche minuto a sonnecchiare nella
limousine.
Scesi dalla vettura ed entrai in casa: era tutto fin troppo silenzioso.
Non che ultimamente ci fosse stata una gran baldoria, ma notavo sempre
qualche Sakamaki in giro per la magione.
E poi, nonostante il sole pomeridiano, la villa era particolarmente
buia.
“Ma dove viviamo, in una grotta?”
Commentai fra me e me, ma in fondo cosa c’era da aspettarsi
da una dimora abitata da vampiri?
Chiusi il portone alle mie spalle e accesi la luce dell’atrio.
Di
colpo vidi qualcosa arrivarmi addosso: impulsivamente mi parai con un
braccio e cacciai un urletto: quando socchiusi gli occhi, osservai il
pavimento e mi resi conto che si trattava di coriandoli.
“AUGURI!”
Alzai lo sguardo e Yuki mi si fiondò al collo.
Presa alla sprovvista, persi l’equilibrio e quasi caddi
all’indietro, inciampando su un piccolo ramoscello comparso
dal nulla.
Non avevo dimenticato il mio compleanno, tuttavia avevo già
ricevuto i suoi auguri per messaggio e mi ero anche scusata per non
aver organizzato nulla, non essendo dell’umore adatto per
festeggiare.
Dovevo ancora elaborare un
lutto.
Invece
mi ritrovavo con la mia amica appesa al collo e, incredibilmente, i
Sakamaki al completo alle sue spalle, con tanto di palloncini e vassoi
ricolmi di dolci.
“Yuki?” mormorai
con un’espressione smarrita.
Non mi aspettavo una festa a sorpresa, ma questo spiegava tutto quel
mistero da parte dei vampiri negli ultimi giorni.
“Il diciottesimo compleanno non si festeggia tutti i giorni e
così ho organizzato qualcosa per te!”
annunciò la bionda, con quel suo sorriso gentile.
Ricambiai l’abbraccio.
“Non ti saresti dovuta disturbare… ma grazie
davvero.”
Quando
ci staccammo, lanciai un’occhiata agli altri e mi sfuggii un
piccolo sorriso: erano tutti a disagio, non sapevano bene come
comportarsi.
Tutti tranne Shu, che già dormiva sul sofà.
“Come li hai convinti?” volli sapere.
Coinvolgerli in questa cosa non
doveva essere stato facile.
“Ho chiesto una mano a Subaru.”
L’informazione mi lasciò di stucco: recentemente
l’umore del vampiro era notevolmente precipitato, avevo
associato questa sua aurea oscura alla perdita del fratellastro.
Eppure si era messo a disposizione per aiutare Yuki.
Mi
avvicinai ai Sakamaki e, a turno, mi diedero gli auguri.
Il primo ad avvicinarsi fu Ayato, che gridò un
“auguri Tavoletta”, accompagnato da delle
imbarazzanti pacche sulla spalla, poi fu il turno di Reiji, che si
limitò a stringermi la mano.
Seguì Kanato, che si giustificò immediatamente
per aver morso un muffin, dicendo che era stato Teddy a spingerlo a
farlo.
Lo rassicurai che adesso poteva mangiarne a volontà e il
vampiro spiritato si
avventò subito sul piccolo buffet.
Infine fu la volta di Subaru.
Mi
venne incontro con un’espressione infastidita.
Probabilmente aveva organizzato quest’evento controvoglia.
“Auguri.”
Si avvicinò, come a volermi baciare sulla guancia, ma poi
rimase dov’era.
Mi
sentii un po’ a disagio, ma lo ringraziai come nulla fosse.
Avevamo già chiarito la questione
“sentimenti” e non avevo intenzione di ritornare
sull’argomento, non nel prossimo futuro.
Dopo
aver ricevuto gli auguri di tutti i Sakamaki, Yuki mi
trascinò al tavolo imbandito e mi costrinse ad assaggiare un
po’ di tutto.
Solitamente,
dopo un triste evento, le persone tendono a dimagrire.
Io, invece, avevo guadagnato qualche chilo e adesso potevo vantare un
peso adatto ad una diciottenne.
Non ero più piatta come
diceva Ayato.
Sicuramente avevano contribuito alla causa gli abbondanti pranzi,
preparati in casa Mukami.
E in generale avevo capito che, se volevo continuare a donare il mio
sangue, dovevo impegnarmi di più per restare in forze.
“Era
tutto buonissimo!” mi complimentai con Yuki.
“E non finisce qui – commentò la bionda
– sarà meglio che trovi qualcosa da indossare,
perché stasera usciamo!”
La guardai decisamente sorpresa: non ero dell’umore adatto
per uscire, ma lei aveva messo tanta dedizione ad organizzare questa
giornata.
“Non so… dovrei chiedere a Reiji.”
Annunciai,
lanciando un’occhiata al vampiro, che ovviamente sorseggiava
una tazza di tè.
Ma questo guardò altrove, con nonchalance.
“È d’accordo, a patto che rientriamo per
le undici, Nicole ci raggiungerà!”
“Non so che dire… - dichiarai con un sorriso
stampato in faccia – … grazie Yuki.”
La mia amica mi abbracciò di nuovo.
“Te lo meriti.”
Sciolse l’abbraccio.
“Ma adesso bando alle ciance, andiamo in camera
tua!”
Annuii e ci avviammo su per le scale.
Mi
resi conto solo successivamente che Ayato ci stava seguendo, mentre
trangugiava quantità inverosimili di Takoyaki.
Entrammo tutti e tre nella mia stanza e sia il vampiro che Yuki si
accomodarono sul letto.
“Adesso prova qualche vestito e facci vedere!”, mi
incoraggiò la bionda.
Iniziai
a frugare nell’armadio, non facevo shopping da tempo immemore
e, l’ultima volta che avevo messo piede in un centro
commerciale, ero stata sequestrata da quattro vampiri.
Tuttavia ero felice che fosse accaduto.
Forse avrei dovuto comunicare anche a loro che oggi era il mio
compleanno, ma non avevo intenzione di festeggiare e tanto meno
immaginavo che avrei ricevuto questa sorpresa da Yuki.
Pensando
ai Mukami, mi tornò in mente che conservavo un abito
nell’armadio.
Estrassi
il vestito a fiori che riservavo per questo giorno, quello che mi aveva
regalato Kou, convinta che non avrei avuto l’occasione di
indossarlo.
Andai in bagno per cambiarmi: non che mi vergognassi di Yuki, piuttosto
del rosso seduto al suo fianco.
Adesso,
con qualche chilo in più, il vestito mi calzava
perfettamente.
Quando uscii dal bagno, la mia amica proruppe con uno
“wow”.
Ayato continuò a mangiare le polpette di polpo, indisturbato.
“Come
sto?”
“Ti sta a pennello!”, annunciò
Yuki.
E così il suo sguardo ricadde per un brevissimo istante sul
suo outfit: indossava un semplice paio di jeans e una t-shirt.
“Sai, credo di avere qualcosa anche per te!”,
dichiarai, frugando nel cassetto.
“Oh ma non devi preoccuparti!”, mi
rassicurò lei con tono gentile.
Tuttavia la misi a tacere con un gesto della mano: lei mi aveva aiutata
tanto, era il minimo che potessi fare per ricambiare.
Finalmente,
tirai fuori un abito che ricordavo di aver portato da casa: era un
vestito abbastanza semplice, a quadri bianchi e celesti, che di certo
avrebbe messo in risalto il colore degli occhi di Yuki.
“Provalo!” le dissi.
Giurai di aver notato uno sguardo incuriosito da parte del vampiro.
La
mia amica impiegò pochi minuti a cambiarsi e, come avevo
immaginato, l’abito aderiva perfettamente alle sue forme.
Tamburellai le dita sulla guancia e capii cosa mancava: avvolsi una
fascia bianca intorno alla sua vita.
“Ecco fatto, stai benissimo!”
Yuki mormorò un timido grazie e i suoi occhi corsero ad
Ayato che, effettivamente, la stava osservando.
“E
tu che ne pensi?” gli domandai, cogliendolo di sorpresa.
“Si non è male.”, confessò.
Era sempre divertente vedere il grande Ayato
Sakamaki in imbarazzo come una scolaretta.
“Sistemiamo i capelli e potremo uscire!”
Yuki annuì e mi aiutò a legare la mia chioma
indomabile in uno chignon.
UNA
YUKI CRESCIUTA
L'ABITO DI MITSUKO
L'ABITO DI YUKI
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