ForAlice333
★ Fanfiction creata per una challenge (Prompt : 'Angst With Happy Ending')
Sea
"Perdonami, Aine." sussurrò Reiji, seduto sugli scogli mentre fissava le onde provocate dal mare.
Erano passati tanti anni da quando il suo migliore amico aveva tentato
il suicidio, anni in cui era in coma e anni dove il moro era
attanagliato dai sensi di colpa, per non aver preso in tempo quella
dannata chiamata.
Ancora adesso, si chiedeva cosa mai l'amico avesse da dirgli quel
fatidico giorno, se fosse qualcosa di futile o se fosse qualcosa di
decisivo, che magari l'avrebbe dissuaso dal commettere quel gesto
terrificante.
Non lo sapeva e non l'avrebbe scoperto così tanto presto.
Nonostante la sua sofferenza interiore, era andato avanti, sopprimendo
come poteva quelle emozioni negativa nascondendole dietro un sorriso
spesso forzato, in quanto non poteva mollare, non se lo poteva
permettere e non sarebbe stato giusto.
Nella sua mente, si meritava di vivere in quel limbo di sofferenza per quello successo ad Aine.
Tuttavia, nonostante il suo pensiero da martire, col passare del tempo,
la sua ferita si era rimarginata, grazie a tante persone che gli
stavano intorno e i suoi fans amorevoli e, poteva essere azzardato, ma
si sentiva bene e non succedeva da quanto tempo.
Ma il karma colpisce quando meno te l'aspetti, in modo tale da fare
più male, così erano nati i Quartet Night e Ai aveva
iniziato a far parte della sua vita.
Sembrava troppo bello per essere vero ma, al contempo, troppo orribile.
Reiji era sempre stato un leader nato e l'anima della festa quindi per
lui era normale essere quello che si metteva in mezzo nei battibecchi
fra membri del gruppo o quello che partiva a chiacchierare, quando uno
di loro stava troppo sulle sue e con Ai, in particolare, aveva sempre
avuto un occhio di riguardo.
Con la ragione, sapeva che per quanto si somigliasse esteticamente,
erano estremamente diversi ma unici nel loro genere ma il cuore gli
faceva dubitare che l'affetto che provasse per l'azzurrino fosse
autentico o se fosse un meccanismo contorto che era scattato per
redimersi da quello fatto ad Aine.
Col tempo, si chiese se stare intorno ad Ai e agli altri membri del
gruppo fosse un bene o un male, se stessa dando un contributo sincero a
quel gruppo o se lo stesse inondanto di ipocrisia e finto affetto.
Per questo quel giorno, approfittando di una giornata libera, aveva
preso la macchina per arrivare lì, dove il suo amico voleva
farla finita, in un vano tentativo di capire se stesso e i sentimenti
dell'altro.
Rabbrividì come il vento gelido gli sfiorò la pelle e il
suo sguardo venne catturato dall'acqua del mare così blu,
profonda, oscura e misteriosa.
Si chiese se il suo amico, quando aveva cercato di affogarsi, era
proprio quello che stava cercando : un posto oscuro, invaso dal
silenzio, dove potersi abbandonare in pace.
"Reiji, cosa ci fai qui?"
Sobbalzò irrimediabilmente alzandosi subito in piedi appena si
sentì chiamare, spostando i suoi occhi ipnotizzati dal mare su
quelli azzurri degli occhi di Ai.
"Oh...Oh! Ai-Ai! Ciao!" esclamò, con un sorriso che lo caratterizzava "Qual buon vento ti porta qui?!"
"Io ci vengo spesso." ribattè l'altro, senza battere ciglio "E' più strano vedere te qui."
"AH! Capisco... Non lo sapevo."
Il moro ridacchiò appena , posando lo sguardo sul mare, sentendo una forte nausea invaderlo.
"In realtà Ai-Ai, non so bene neanche io perchè sono
qui." ammise il leader della band, facendo spallucce "Diciamo che
è un posto che mi riporta alla mente dei brutti ricordi."
"Non è masochista da parte tua andare in un posto che ti porta a
stare male, piuttosto che in uno che ti trasmetta sensazioni positive?"
Reiji si ritrovò a pensare a quanto fosse schietto l'altro e la
cosa lo fece sorridere ma, stavolta, fu un sorriso sincero.
"Penso tu abbia ragione ma, sai, a volte gli adulti hanno bisogno di essere masochisti, qualche volta."
"... Capito."
L'azzurrino si fece silenzioso e il più grande era abbastanza
sicuro che l'altro si stesse appuntando mentalmente questa nuova
informazione.
Tuttavia, si sorprese dal sentire l'altro riprendere a parlare dopo poco.
"In realtà penso sia un peccato." disse, posando lo sguardo sul
mare "A me piace stare qui. Non saprei spiegarti il motivo ma mi calma
stare qui. E' come se sapessi che le cose andranno bene, per quanto sia
irragionevole come concetto. Non so bene perchè provo tutto
ciò ma...lo provo."
Reiji si trovò ad allargare gli occhi a quelle parole che lo colpirono quanto un pugno in faccia.
Si chiese immediatamente se non avesse sbagliato da principio, che
questo non fosse il posto dove Aine venisse per cacciare via i brutti
pensieri e che, forse, quel giorno lui... lui ne aveva passate troppe e
neanche il mare aveva potuto fare molto per lui.
"... Reiji, tutto okay?" esclamò Ai, allargando gli occhi "Stai... Stai piangendo."
"Sì Ai- Ai, sto bene." mormorò tirando il naso,
strusciando il braccio sugli occhi "Ho solo...ho solo realizzato una
cosa. Lo so che forse ti chiedo troppo ma... puoi stare per un po',
vicino a me, tenendomi la mano? Forse ti chiedo troppo ma mi aiuterebbe
davvero, ora come ora."
Il più piccolo rimase ad ascoltarlo con fare perplesso ma,
nonostante ciò, accontentò l'altro, sorprendendolo.
Rimasero lì per un lungo istante, con Ai che taceva e Reiji che piangeva come non faceva da tanto, tantissimo tempo.
Gli ci volle un po' ma, quando smise, con un sorriso nostalgico, si
ripromise che quando Aine si fosse svegliato, sarebbe andato in questo
posto nuovamente con lui e con Ai.
|