Il Ciclo della Vita

di Ronnie92
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1. Ciclo della Vita: Seme

Non nascerò finché le condizioni non saranno propizie.
Non nascerò finché mamma e papà
non si incontreranno nello spazio e nel tempo.

Eppure è strano.
Per me,
mamma e papà sono la stessa cosa,
sono entrambi l’uno e l’altro.
E per me hanno la stessa importanza fondamentale.

Io attendo che arrivi il momento giusto per me.
Voglio vivere.
Nascerò da solo,
ma non sarò unico.

Dentro di me so già tutto,
il Senso della mia vita, in fondo, è già scritto.

Lo scopo è avanzare,
portare avanti il lignaggio.

Ma nel buio del terreno in cui sono immerso
rifletto:
Non è di per sé la nascita il “senso” dopotutto?

Attendo,
in silenzio,
e resto fermo.

E poi la magia.
Qualcosa si schiude,
mi apro alla luce.

Ma è forse l’aprirmi che mi rende vivo,
o è la vita stessa che fluisce dentro me a rendermi vivo?

Anche se non sono niente,
per il fatto stesso che acqua, luce e nutrienti scorrono attraverso me,
e si proiettano nel mondo,
sono forse sempre stato qualcosa?

Sarò mai ciò che voglio?
O diverrò ciò che sono destinato ad essere?

Se mia madre è un Castagno,
e mio padre un Castagno,
potrò mai divenire Ciliegio?


2. Ciclo della vita: Arbusto

Sono un Castagno, e in quanto Castagno produrrò Castagne.
Ma io che mi sento Ciliegio, sono forse strano, contro natura?

I miei genitori non mi dicono nulla di nuovo.
"Sei un Castagno, farai Castagne, e nulla più".

Ogni giorno
mi ingigantisco,
sento nuove forze,
nuove forme di vita che partono da me.
Mi sento grande, eppure piccolo.
Piccolo e Completo,
che accoppiata dissonante.

Se non fossi mai nato ci sarebbe stato un altro Castagno al mio posto.
Non ci sono infatti tutti i miei fratelli e sorelle al mondo?

Ed io?
Cosa posso portare di nuovo?
Sarò mai qualcosa in più?
Io che ho la Pelle di Castagno, ma filtro le Sensazioni di un Ciliegio?

Chi sono io, davvero?


3. Ciclo della vita: Morte

Eccomi qui, alla fine di tutto, alla fine del ciclo.
Non ho paura, né risentimento.
Sento le mie radici crollare, i miei rami vengono spezzati.
Ed io, lentamente, colpo dopo colpo, vengo abbattuto.

Le mie foglie crollano, i miei ricci si disperdono per il Mondo.
Ed io vengo fatto a pezzi.
Forse diverrò legna da ardere,
o una mazza da baseball,
o una casetta sull’albero di qualcuno.
Chi lo sa davvero?
Di certo non io.

Ho avuto centinaia di migliaia di Figli,  
parte di me sarà in quei figli,
ed io vivrò per sempre,
in loro.

Non ho paura, né risentimento.
Avanzerò sempre e comunque, come mi ripeteva sempre mio padre.
E solo ora credo di aver  capito  cosa intendesse.

Solo un piccolo dispiacere attanaglia la mia corteccia.
Hanno continuato ad etichettarmi come Castagno,
solo perché faccio Castagne.

Gli altri non hanno mai capito che io sono sempre stato un Ciliegio.
Ho il Cuore di un Ciliegio, la Forza d’Animo di un Ciliegio, la voglia di Vivere di un Ciliegio,
anche se, ahimè, non ho mai partorito Ciliegie.

Ed è qui, nell’ultimo raggio di sole che mi bagna che annuncio al mondo la mia verità indissolubile:
IO SONO UN CILIEGIO.

E niente al mondo potrà dimostrarmi il contrario
neanche nel momento della mia dipartita.




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