Ciao
a tutti
Pensavo
di aggiornare le mie long ma l’ispirazione mi ha colpito per
questa one shot.
Già mi frullava in testa ma, finalmente, sono riuscito a
buttarla giù.
Quello che si andrà a trattare è un argomento un
po’ difficile, spero di esserci
riuscito.
IL DIFFICILE
MESTIERE DI UN PADRE
Shinji Ikisatashi era sempre
stato un ragazzo “particolare”
calmo, riflessivo ed amante della letteratura.
Ciò
però non significava che fosse poco incline agli sport,
anzì, ma preferiva
quelli individuali a quelli di squadra, anche se adorava la pallanuoto
e la
pallacanestro.
Un’altra
attività che adorava era
la pesca con suo padre, entrambi silenziosi e riservati, era per loro
un’attività congegnale per rilassarsi.
Alto, dallo sguardo
malinconico
ma dolce, con gli occhi di colore grigio, i capelli verdi e delle
strane
orecchie a punta così com’erano strane le pupille,
stranamente feline.
Infatti, queste ultime
due
caratteristiche, come il colore degli occhi e parte del carattere,
erano state
ereditate dal padre che era un alieno che anni prima aveva cercato di
conquistare la Terra ma finì per innamorarsi della sua
futura madre, la
guerriera mew mew chiamata Mew Retasu.
Ora era seduto su un
argine di uno dei canali che
attraversavano il suo quartiere ad osservare con fare malinconico il
cugino,
Yusuke figlio di Ichigo e Kisshu, e la sua fidanzata, Vera, figlia di
Ryo e
Minto baciarsi.
Il suo osservare
però stava dando fastidio ai due che si girarono guardandolo
male.
-Ehi Shinji –
fece nervoso il
cugino -Perché non la pianti guardarci e tiri fuori il
rospo? –
-Già-
concordò la ragazza
affilando lo sguardo -di solito ti tieni ben lontano dalle coppiette
come noi-
Lui sospirò
-stranamente non fai
battutine idiote Vera- replicò Shinji
-Non ne ho voglia ma se
vuoi…-
replico lei
-No grazie-
sentenziò il verde
-Ma forse potete darmi una mano –
-Il grande Shinji chiede
una
mano?! – Chiesero i due fidanzati sbigottiti -Domani piove di
sicuro-
sghignazzarono poi
Lui guardò
male i due così, colto
nell’orgoglio, fece per alzarsi e andarsene ma la voce del
cugino lo fermò
-Cosa succede a casa? – Chiese -Non dirmi che tuo padre ha
scoperto che…-
Shinji si
fermò e strinse i pugni
con rabbia e tristezza -Non lo so ma ho paura che abbia intuito
che…-
-Che a te piacciono i
ragazzi-
concluse sospirando Vera -Beh sai ce ne ha messo di tempo tuo padre per
capirlo
nonostante sia una delle persone più intelligenti che io
conosca-
Yusuke sbuffò
guardando la
fidanzata -Forse non voleva vederlo-
Lei alzò le
spalle in tutta
risposta.
-Adesso cosa vuoi fare?
Scappare
di casa? Sai bene che verrebbe a cercarti-
-Forse se io…-
Vera a sentire quelle
parole si
avvicinò all’amico non che cugino del fidanzato e
gli mollò un sonoro ceffone.
-Prova solo a pensare di farti del male e giurò che te ne
faccio io! Tu non
farai soffrire la zia Retasu! E nemmeno zia Ichigo e zia Purin! Mi hai
capito
bene! -
Shinji si
portò una mano alla parte offesa
-Vera io…-
provò a giustificarsi lui -Io non so che fare…
Fino a qualche settimana fa andavamo spesso a pescare assieme e a
nuotare.
Se avevo qualche
problema mi dava una mano ma ora… Ora dice di rivolgermi
alla
mamma oppure a tuo papà oppure allo zio Kei-
-Chissà come
mai non ti ha detto
di rivolgerti a mio padre- ridacchio Yusuke
-Forse perché
è un’idiota? –
sbuffò Vera incrociando le mani al seno e guardandolo male.
Il fidanzato
alzò le spalle
-Nessuno è perfetto- lei scosse la testa e tornò
a guardare l’amico.
-Hai provato a parlarne
con la
zia? Forse lei può darti una mano? –
-Lei non lo sa- replico
mesto
-Non voglio che mi scacci anche lei-
Yusuke a quel punto
esplose in
una fragorosa risata -Zia Retasu che ti caccia fuori di casa!?
–
Vera e Shinji lo
guardarono
sbalorditi -Cuginetto caro ma tu credi veramente che la tua dolcissima
mamma,
non lo dico con fare cattivo oppure sarcastico questo dolce, possa
veramente
cacciarti di casa perché ti piacciono i ragazzi? –
La fidanzata ci
pensò un momento
per poi guardare sconfortata l’amico -Devo dire che ha
ragione, prova a parlare
con tua madre. Non penso che ti caccerà mai di casa-
Yusuke si
sentì rassicurato dalle
parole di suo cugino e dell’amica
-Ok, grazie- Detto
ciò, saluto i
due e si diresse verso casa.
-Speriamo che non faccia
cavolate? – sospirò Vera
-Shinji? Fare cavolate?
Non le fa
da quando ha cinque anni – rispose Yusuke
-Sì, ed era
colpa tua che l’avevi
istigato a salire su quella pianta senza usare i vostri poteri solo che
poi si
è spaventato e non riusciva più a scendere
né ad usare i poteri. È dovuto
intervenire tuo padre per riportarlo giù–
-Lui non doveva
mangiarsi l’ultima
fetta di torta dello zio Keiichiro- ringhio il fidanzato in tutta
risposta
ripesando a quel fatto.
Vera guardò
in alto sconfortata
Yusuke ormai era pochi
passi da casa quando intravide il padre che entrava nel
piccolo cancello della villa dove abitavano.
Pai lo vide e lo
guardò con uno
sguardo freddo per poi richiamarlo -Yusuke muoviti che fra poco si cena-
Lui abbassò
il capo, accelerò il
passo e lo affiancò sulla porta di casa
-Spero che tu abbia
già fatto
tutti i tuoi compiti e studiato per domani- lo redarguì poi
prima di entrare in
casa.
-Sì,
papà- rispose con un filo di
voce
-Bene- rispose
semplicemente con
durezza Pai che, posata la borsa da lavoro vicino ad un armadietto
basso, si
mise le ciabatte e andò verso la sala da pranzo dove ad
attenderlo c’era il
resto della famiglia.
-Porto la mia cartella
in camera
e arrivo- avvertì Yusuke prima di salire in camera.
Retasu lo
guardò triste per poi
spostare lo sguardo sul marito con fare corrucciato.
-Cosa
c’è? – Chiese lui
sentendosi osservato
La moglie scosse la
testa -Nulla-
rispose per poi andare verso l’altro figlio che stava facendo
zapping annoiato
alla televisione nel mentre attendeva il resto della famiglia seduto a
tavola.
-Kayu metti sul canale
del
notiziario – chiese gentilmente lei
Il ragazzo si
voltò e annuì per
poi fare ciò che la madre aveva chiesto.
Yusuke scese proprio nel
momento
in quel momento e si sedette di fianco al fratello, non proferendo
parola per
tutta la serata.
Quella sera Retasu
decise che era il momento di agire.
Era stufa di vedere il
marito trattare il figlio come una freddezza che
riservava a pochi.
-Perché
tratti male Yusuke? Sono
settimane che lo fai? – Chiese quella sera a Pai prima che
lui si stendesse di
fianco a lei.
-Lo tratto male? Non mi
sembra-
replico lui sorpreso
-Caro- fece lei
sospirando -Ti
conosco da una vita e ti ho donato il mio cuore quindi saprò
bene quando tratti
con freddezza qualcuno soprattutto i tuoi figli -
Pai aggrotto le
sopracciglia con
fare nervoso.
-Sai
cos’è? - chiese lui irritato
ma senza alzare la voce
-Tuo figlio? –
replico lei
incrociando le braccia al seno
-E’…
come lo chiamate qua? Gay! –
Pai rispose livido di rabbia
-Quindi tu stai
trattando male
tuo figlio solo perché gli piacciono gli uomini? –
Retasu osservò sconvolta il
marito.
-Solo? Non dirmi che tu
lo
sapevi? – ribatte lui innervosito anche dalla reazione della
moglie
-Certo che lo sapevo,
sono sua
madre! Certe cose, anche se fanno male, le madri lo intuiscono!
– Ribatte la ex
mew mew
-Quindi tu non hai
niente da
obbiettare se lui a certe… tendenze? - Pai la
guardò con stupore.
-Io non posso farci
niente Pai, è
la sua natura non possiamo guarirlo o altro- gli spiegò con
calma lei.
-Forse qui ma sul mio
pianeta è
una cosa senza senso! – ribatte il marito che, per evitare
che i figli
sentissero che stavano litigando, aveva alzato una barriera.
-Qui è qui
Pai! Qui Siamo sulla
Terra! Spiegami poi perché sul tuo pianeta è
diverso? – Chiese lei quasi
urlando
-Perché
bisogna fare figli e
figlie? Perché la gente muore presto? Perché
è aberrante che due donne o due
uomini stiano insieme così da non produrre una progenie?
–
Retasu
sospirò irritata – Forse
valeva fino a quando il tuo pianeta natale era una landa desolata e voi
dovevate vivere sotto la sua superficie ma adesso? Adesso vivete alla
luce della
vostra stella e avete un solidissimo sistema in cui la gente non muore
più
presto.
Non mi racconti di come
affrontate le malattie? Di come ormai chi perde un
figlio o una figlia presto si conti sulle dita di una mano? O di chi
diventa
orfano come Kisshu? I casi come il suo sono rarissimi ormai. Dunque,
cosa ti
spinge a odiare tuo figlio per questo se non una stupida ed inutile
usanza che
non ha più senso? Non ne razionale e tu di solito ti fai
guidare dalla
razionalità! –
Pai spalancò
gli occhi e apri la
bocca -Ma come faccio? Lui non mi darà un nipotino!
–
Retasu prese quindi il
cuscino
del marito e glielo lanciò contro
-Stanotte dormi di
sotto! Così ti
schiarisci le idee! –
Prima che Pai potesse
replicare
fu colpito da un Retasu Rush che lo scaraventò fuori dalla
camera.
Pai dovette andarsi ad
asciugare
in bagno e a prendere in uno sgabuzzino una coperta prima di potersi
stendere
sul divano della casa.
Era insolito che gli
succedesse ma adesso era lì, steso sul
divano, a rimuginare sulle parole di Retasu.
Soprattutto sulle parole
riguardanti la razionalità.
Si stava comportando in
maniera
razionale con Yusuke? Si chiese ad un certo punto osservando il
soffitto?
Oppure si stava facendo guidare da stupidi preconcetti e vecchie usanze?
Ci penso ancora un
attimo e poi si ricordò di un suo viaggio di lavoro in
America con Ryo dove aveva visto alcune coppie che per lui erano contro
natura.
Avevano dei bambini che
sembravano felici, erano anche loro felici quindi in qualche maniera
potevano
procreare.
“Come?”
Si chiese.
Prese un respiro, si
alzò e andò a prendere la sua valigetta
da dove trasse il tablet da lavoro.
Lo accese e fece una
veloce ricerca... Cosa che lo portò a
sospirare innervosito per la sua stupidità e per quella del
suo popolo.
Ora però
doveva aggiustare le cose con Yusuke.
Doveva parlarci a
quattr’occhi
senza orecchie indiscrete introno e lui sapeva bene come poteva fare.
La mattina successiva
non fece
colazione e andò subito al lavoro, così da
sbrigare le faccende in sospeso
velocemente.
Andò da Ryo e
gli disse che non
doveva essere disturbato quella domenica, giorno di solito dedicato da
loro due
ai loro progetti extra-lavoro.
Lui osservò
il suo ex nemico divenuto
collega ed amico in maniera strana, quasi mai chiedeva di rimandare i
loro
lavori extra.
-Perché?
– Chiese lui
-Devo sistemare delle
faccende in
famiglia- fu la risposta senza giri di parole dell’altro.
Ryo alzò un
sopracciglio ma
decise di non approfondire, conosceva la ritrosia dell’alieno
a parlare del suo
privato.
-Ok amico non ti
preoccupare- gli
rispose
Avuto questo via libera
torno a
casa con un obbiettivo in mente: Yusuke ed il suo affetto.
Perché,
benché fosse una cosa irrazionale, l’affetto e
l’amore dei suoi figli e
di sua moglie lo faceva stare bene ed era una cosa che sentiva di
provare anche
lui verso di loro.
-Mamma? - Yusuke aveva
preso
coraggio e aveva deciso di vuotare il sacco con la madre.
-Dimmi Yu –
rispose Retasu
staccandosi un attimo dal suo nuovo libro che stava scrivendo.
Il ragazzo prese un
respiro -Sono
gay – mormorò lui a bassa voce.
Retasu si
alzò dalla sedia e
l’abbracciò -Lo so Yu, non mi importa chi ami ma
solo che tu sia felice-
Yusuke iniziò
a piangere tra le
braccia della madre -Ma papà…-
Retasu lo strinse di
più a sé
-Tuo padre deve solo assestarsi e farsene una ragione.
Vedrai quando lo
capirà si aggiusterà tutto –
Detto ciò,
l’allontano un po’ da
sé -C’è qualche ragazzo che ti piace? -
Lui scosse la testa -Per
ora no,
spero di trovare qualcuno quando andrò
all’università –
La verde
annuì e gli sorrise
dolce.
-Ora vai a studiare che,
anche se
sei bravo, non devi perdere il ritmo-
Yusuke si
sentì rinfrancato dalle
parole della madre e andò nella sua stanza.
Pai decise di tornare a
casa con
un vaso di ortensie* per chiedere scusa a Retasu.
Entro in casa, depose il
vaso e la sua valigetta, quando Yusuke scese dalle
scale.
Il ragazzo vide il padre
e
abbassò il capo tristemente.
Pai all’inizio
lo guardò con
rabbia ma poi prese un respiro e si sforzò di sorridere, con
pessimi risultati.
-Yusuke- fece lui con
una certa
autorità -domenica mi va di andare a pescare, vieni con me?
–
Il figlio lo
guardò interdetto,
erano settimane che non ci andavano e adesso saltava fuori con quella
domanda?
Ci pensò un
attimo -Se ti fa
piacere papà- rispose poi imbarazzato
-Ok domenica ci
svegliamo presto
e andiamo a pescare- rispose Pai secco riprendendosi il vaso di
ortensie.
Si diresse quindi verso
la cucina
dove vide Retasu intenta a cucinare.
-Scusa- disse
semplicemente lui
per farsi notare.
-Hai capito quanto sei
idiota a
volte? – Chiese lei senza voltarsi
Pai alzò gli
occhi al soffitto,
ben conscio che era ancora arrabbiata con lei
-Sì- ammise
lui -Per questo
voglio fare ammenda- dettò ciò posò
sul tavolo il vaso e si allontanò
leggermente.
Retasu a quel
puntò si voltò,
vide la pianta e sorrise.
-Ma non basta lo sai-
fece poi
dopo averne annusato il profumo, guardandolo alzando un sopracciglio.
-Lo so-
sospirò lui -Con Yu vedrò
di parlarci domenica, lo porto a pescare-
Retasu annui
sorridendogli
dolcemente -Bravo-
Quella domenica Pai e
Yusuke
caricarono la macchina in silenzio, per non svegliare il vicinato e i
loro
famigliari.
Il viaggio non
sembrò diverso dal
prologo solo fatto di domande a cui, a turno, i due rispondevano a
monosillabi
oppure grugniti ma questi ultimi erano prerogativa del più
grande dei due.
La loro meta era un
piccolo
laghetto di montagna che, per fortuna loro, era poco conosciuto ma con
molti
pesci.
I due, appena arrivati,
prepararono le canne e le esce varie.
Scelsero quelle che
secondo loro
potevano dare maggiori garanzie di successo ed iniziarono dunque la
loro
battuta.
Era comunque tornato il
silenzio
tra loro due, silenzio rotto solo da rumore dei mulinelli che si
muovevano
oppure del lancio e del successivo tonfo dell’esca
nell’acqua.
Yusuke si chiedeva cosa
facesse
lì, perché il padre l’avesse invitato a
pescare, cosa voleva dirgli… Aveva una
paura matta.
Quando senti la voce
profonda di
Pai rompere quel muro
-Yu ho intuito la tua
natura-
disse guardando li lago
-Papà
io…- Pigolo lui
-Ma forse non sai cosa
mi ha
spinto ad agire così- cercò di spiegarsi lui
sempre guardando il lago con un
fare serio
-Cosa? –
Chiese il figlio
-Il mio passato o meglio
il mio
mondo – iniziò lui -Come ben sai io non sono
umano, sono di un altro pianeta,
sono un alieno per intenderci ma qui sta il problema.
Sai bene come era la
vita sul
pianeta natale mio e dei tuoi zii…-
Yusuke annui -Eravate
allo stremo
e dunque avete deciso di seguire il vostro signor deep blue nel
tentativo di
conquista della Terra che era anche il vostro pianeta
d’origine in antichità-
Pai annui anche lui
-Già e qui
abbiamo incontrato tua madre e le tue zie… Ma non volevo
parlare di questo-
Sospirò -Ma di ciò che mi ha spinto a trattarti
male…-
Ma il tirare di un pesce
gli
impedì di continuare
-Vuoi una mano
papà- Chiese
Yusuke ma Pai scosse la testa -Vai tranquillo figliolo-
dettò ciò riuscì a
prendere il pesce e a metterlo nella retina.
-Dobbiamo prenderne
ancora tre
così la mamma stasera li cucinerà-
sentenziò poi chi l’aveva pescato
L’altro
sorrise lievemente
annuendo
-Vedi- riprese il
discorso Pai
appena lanciata una nuova esca -Sul mio pianeta cose del genere fino a
poco
tempo fa erano impensabili, cioè pescare in un lago assieme
al proprio figlio
eravamo sempre all’erta, nascosti in cunicoli sotterranei,
con la paura che ci
crollassero addosso portandoci via i nostri affetti-
-Come successo allo zio
Kisshu? –
chiese triste Yu
-Sì- rispose
il padre -perciò
certe tendenze sono mal viste dalla mia gente e in parte anche dagli
umani.
Non portano frutti ma
questo è
stupido… Solo che migliaia di anni di una certa idea non si
possono cancellare
di punto in bianco… -
Yusuke
abbassò il capo -Cosa vuoi
dire papà? –
Pai a quel punto
ritirò l’esca,
posò la canna e andò ad abbracciare il figlio
-Voglio dire che
dovrò lavorarci
su ma tu sei mio figlio e devo accettarti per ciò che sei.
Non posso fare come i
miei
compatrioti che condannavano a morte persone come te.
Non posso nemmeno
guarirti perché non è una malattia ma
posso solo starti vicino ed appoggiarti in ciò che farai in
futuro. –
Yusuke
spalancò gli occhi e si strinse a lui -Grazie
papà-
Ma il momento
durò poco si accorsero che la sua canna stava
tirando.
-Forza papà
che così ce ne mancano due- lo incitò
-Tua madre
sarà soddisfatta di noi. – Gli replico il padre
sorridendogli
Quella sera Pai, dopo
che la famiglia aveva mangiato il
pesce pescato da lui e Yusuke, entrò in camera guardando la
moglie con
soddisfazione
-Ti sei chiarito con
Yusuke? – Chiese lei staccandosi un
attimo dalle bozze che stava correggendo.
-Sì Retasu,
sarà un percorso lungo rimettere a posto le cose
ma tutto si sistemerà. Avrei una domanda da farti
però-
Lei lo guardò
con curiosità e lo invitò a parlare
-So che tu sembri un
po’ invidiosa di Ichigo e mi chiedevo
se volessi provare a fare una bambina. –
Retasu
spalancò la bocca -Ma Pai vuoi veramente rifare tutto
il percorso che abbiamo fatto con Yu e Kayu? –
Lui annuì
-Perché no? –
Lei arrossì
come le prime volte in cui uscivano assieme ed
entrambi, molto pudici, arrossivano solamente allo sfiorarsi.
-Pai sei sicuro?
– Chiese ancora lei
-Non ti farei mai una
domanda del genere se non ne fossi
pienamente sicuro- rispose lui con una serietà disarmante
Retasu posò
le bozze sopra il comodino e si scostò la
vestaglia leggera che indossava.
-Pai Ikisatashi il suo
piano è accettato-
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