Piume di Gru
Una testolina blu vagava per i corridoi
scolastici della scuola media Sixth Black Root, la sagoma di Sayaka
Maizono, giovane idol in crescita, frequentava da poco la struttura
disciplinare, un momento prima le sue compagne, nonchè
membri del gruppo di cui faceva parte la ragazza, avevano deciso di
riunirsi in palestra per eventuali prove.
Quel pomeriggio soleggiato era abbastanza forte da formare un'ombra
sotto ai piedi della idol stessa, sembrava che quelle finestre non
potessero reggere una luce così accecante, talmente forte
che Sayaka dovette portare una mano davanti alla propria tempia.
Non avendo ottenuto il tempo necessario, la giovane ragazza non
riconosceva nessuna strada di quelle mura scolastiche, si chiese quanto
avesse sbagliato nell'assentarsi quel maledetto giorno di
perlustrazione, nessuna guida le era stata affidata, ma quel giorno la
idol stessa non aveva altra scelta; suo padre era riuscito finalmente a
trovare un giorno libero dal proprio lavoro, intenzionato nel
riprendere tutte le ore perse assieme alla figlia. Al richiamo della
mancanza di una figura paterna, genitoriale,
la blu non si era lasciata ripetersi due volte dopo quella frase.
Avevano passato una bella giornata assieme, per una volta il lavoro non
sembrava il protagonista di tutte le loro discussioni, Sayaka non si
sentiva di percorrere l'obbligo di raccontargli i duri lavori che
sopportava per una singola esibizione, per un testo importante, essere
la leader del gruppo, la figura centrale di essi, era davvero difficile
da manovreggiare, ma la idol sentiva di essere ripagata ad un ulteriore
affetto e amore donatogli dai propri fan, un affetto da cui non
riusciva ad incontrare ogni giorno nella sua vita quotidiana.
Nonostante la idol "Sayaka Maizono" fosse amata ed idolatrata da tutti,
la vera Sayaka era semplicemente una studentessa delle medie, con amici
senza alcun tipo di talento specifico che apprezzava. Sempre lei non
riceveva un affetto famigliare, si chiedeva come fosse il rapporto tra
un figlio e la propria madre, lei non lo ricordava per quanto si
sforzasse.
I passi della protagonista si fermarono quando vide i tasselli
cambiare, poggiò la mano delicata sul muro bianco pulito, il
suo viso privo di qualsiasi imperfezione avanzò ancor prima
che i piedi potessero ottenere il concesso di muoversi.
"Questa è la piscina?"
Pensò la giovane idol prima di sospirare: era più
bella che persa. Poteva soltanto immaginare quanto fosse in ritardo e
il pensiero la imbarazzava. Lei, la leader, idol centrale, che ritarda
di ben dieci minuti alle prove del prossimo concerto che avrebbero
tenuto a scuola, alla fine dell'anno. Una delle tante coreografie con
cui si sarebbero esibite, l'unico gruppo di idol che la Sixth Black
Root possedeva. Erano capitate proprio a fagiolo, le stesse parole che
nel giorno in cui venne unita alle altre quattro ragazze le passarono
tra la mente.
La ragazza tentò di indietreggiare per tornare al punto di
partenza, voleva cambiare rotta, ritornare in classe e cercare qualche
professore o qualche alunno che potesse aiutarla.
Un verso rumoroso attirò la sua attenzione, simile ad uno
starnazzamento, il primo accenno dei suoi gesti era quello di guardare
istintivamente verso l'alto, pensando che qualche volatile si fosse
impigliato tra le fessure delle finestre, o peggio, che un topo si
fosse intrufolato nei condotti dell'aria e incastrarsi tra le sbarre.
La blu deglutì silenziosamente, stringendo un pugno e
cercando tutto il coraggio che riusciva ad ottenere: avanzò
pian piano, ma all'interno della grande stanza non c'era un bel niente,
il club di nuoto quel giorno era assente per una gara ad Hokkaido e le
lezioni erano finite. Che qualcuno si fosse intrufolato? Escluse questa
decisione, era severamente vietato immergersi in piscina se non negli
orari predisposti.
La giovane scoprì il richiamo di quello strano rumore
tramite le grandi vetrate, talmente pulite che ci si poteva specchiare.
Avanzò di tutta fretta, ma i suoi passi erano leggeri ed
impossibili da udire, come se fosse un'fantasma in preda alla
levitazione. La giovane scolara si nascose, forse in preda alla
vergogna o a qualche accanimento su di lei, ormai il suo gruppo stava
ricevendo molte visualizzazioni sulle piattaforme digitali e in poco
tempo, in strada, la fermavano per scattare delle fotografie, ma non
era la sola, anche le sue compagne subivano ogni giorno la stessa
sorte. Una sorte che però metteva tutte di buon'umore.
Gli occhi blu della idol incrociarono la figura snella di un ragazzo,
ancora con la tuta da ginnastica. Non era molto muscoloso, Sayaka
pensò che fosse anche più alta di lui, ma quei
pochi centimetri non facevano la differenza, trovò quella
sorta di antenna buffa, un piccolo sorriso era inevitabile.
Oltre all'aspetto del giovane ragazzo, vide la figura di un grande
uccello ferito che urlava dolore appena il ragazzino cercava di
aiutarlo, quelle erano garze? Sayaka allungò per un po' il
proprio collo per vederci meglio, ed aveva ragione!
Quel ragazzo dal nome a lei sconosciuto stava guarendo un animale dalle
apparenze innocenti, la idol ne finì con l'interessarsi di
quella situazione, curiosa per come sarebbe finita, ma quando il
giovane giapponese arretrò per poi alzarsi, capì
perfettamente che tutto era appena terminato.
Sayaka si soffermò alla reazione dell'uccello, egli fissava
lo sguardo del giovane ragazzo impercettabile, il becco lungo
risplendeva sotto i raggi del sole e le piume bianche rilassavano gli
occhi della ragazza, notò anche che la lunga zampa del
volatile, che lo collegò ad una gru, fu di nuovo intatta e
in essa vi era una garza stretta, affidatogli proprio dal ragazzo.
-Stai attenta la prossima
volta.- Il ragazzo cominciò a parlare, una voce
per nulla pesante, ma leggera e pulita, limpida, trasmetteva sicurezza
e gentilezza. Quando la gru cominciò a volare all'altezza
del capo del giapponese, Sayaka si scosse un po', sorpresa, il ragazzo
dai capelli castani la imitò inconsciamente, ignaro che la
idol che aveva sempre ammirato lo stesse guardando in quel preciso
istante.
L'uccello aprì le ali e spiccò il volo,
allontanandosi dalla struttura, mentre il giovane ragazzo fu
soddisfatto del suo operato, Sayaka, invece, pensò che
quello sconosciuto fosse una persona davvero gentile e dal cuore tenero.
La idol decise di mollare il contatto con l'armadietto che è
riuscita a nasconderla per un bel po' in tutto quel frangente di tempo,
lanciò un'ultima occhiata al moro, il quale era ricoperto
dalla luce solare, sembrava divino, come se tutti dovessero guardarlo
in quel preciso istante.
La blu ritornò sui propri passi, abbandonando la piscina con
un lieve sorriso sulle labbra, guardò dritta verso di
sè, chiedendosi come si chiamasse quel giovane salvatore.
Chissà se un giorno avrebbe avuto il privilegio di
incontrarlo...
Sayaka ansimò esausta, la ferita all'altezza del cuore non
cessava a rilasciare il sangue che macchiava le dita della ragazza.
Leon era appena fuggito dopo un atto di vendetta, la blu ne
approfittò per scrivere il nome del ragazzo alle proprie
spalle.
Lei voleva salvarlo, il pensiero che la persona che aveva ritenuto
gentile e dal buon cuore non poteva essere accusata del suo omicidio.
In quel momento Sayaka strinse i denti mentre le gambe, le stesse che
la aiutavano per muoversi sul palco, cominciarono a privarsi delle
proprie forze, ma l'indice della blu non mollava, il nome era appena
stato scritto.
Con un leggero tonfo e un dolore lancinante al petto, Sayaka
guardò dritta verso di sè, la porta ancora aperta
e la luce della stanza ancora accesa. Una lacrima amara le
scivolò giù per il viso, quante cose stava per
perdere..?
I momenti con suo padre, il lavoro per aver aiutato il proprio gruppo
ad avere successo, l'essersi proposta come modella nelle riviste di
moda, cosa avrebbero pensato i suoi fan dopo la sua morte, ma
soprattutto... lui
sarebbe riuscito a perdonarla? Sayaka era come una principessa rapita
dal buio della disperazione, impossessata da un demone interno.
La luce della stanza le ricordò vagamente quel pomeriggio di
tre anni prima, i suoi occhi immaginarono un uccello volare lontano,
era sfocato, ma più si allontanava e più i colori
cominciarono ad essere distinguibili. Quella era senza ombra di dubbio
una gru.
Gli occhi blu della idol si illuminarono di un piccolo bagliore a tal
punto che la ragazza potesse scoppiare a piangere, ma non le era
concesso, le mancavano le forze.
-Vivi... Naegi-kun...-
Un sussurro debole venne udito soltanto da lei in quel bagno buio,
fuori dalla struttura la luna era l'unica fonte di luce che non
riusciva a raggiungere la figura della ragazza.
Esalando un ultimo, freddo, respiro, Sayaka chiuse gli occhi e non li
riaprì mai più.
Angolo Autore
Salve a tutti! Non ho mai postato qualcosa su EFP
riguardante Danganronpa, un'opera che ormai conosco da oltre cinque/sei
anni, ma oggi era una giornata davvero noiosa, però mi sono
ispirato d'un tratto e mi sono detto: perché non buttare
giù qualcosa su Sayaka?
Nonostante nel fandom lei sia mooolto odiata, Sayaka è il
mio personaggio preferito in assoluto, la waifu che tanto
stimo ed ammiro. Credo che sia un personaggio davvero sottovalutato,
criticato per nulla e che, per essere compresa, bisogna fare un'attenta
analisi del personaggio che io sono riuscito perfettamente a fare.
Come avrete anche notato, ho messo piccoli accenni alla Naezono, una delle
mie OTP! (Non mi picchiate, ma la Naegiri
non mi ispira per nulla. Però shippo Kirizono, quindi
xD).
Mi fa strano scrivere un angolo autore in un fandom che non so come sia
"strutturato", visto che spesso scrivo in quello di Hunger Games (non
guardate le mie storie vecchie, le ho lì giusto per il
trash!).
E nulla, spero di avervi fatto spendere bene questi minuti, sicuramente
piazzerò questa storia nella sezione "videogiochi"
perché gli anime di Danganronpa sono orrendi. Mi congedo
^^.
Alla prossima!
Sasi02
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