L'Appeso
***
-Julian? Che hanno di tanto interessante quelle corde?-
Lui sobbalza tanto violentemente che il rotolo di corda gli sfugge
dalle mani e cade ai suoi piedi in un groviglio.
Non so se sia più strana la sua reazione o il fatto che lui
tenga delle corde in camera da letto.
-Interessante? Ehm... no, nulla... figurati, sono solo... corde?-
Ma il rossore sul suo viso e sulle orecchie racconta tutta
un'altra storia mentre tenta di spostare il groviglio con la punta
dello stivale.
-Julian... lo so che c'è sotto qualcosa. Se non ti va di
parlarne basta dirlo-
Lui arrossisce ancora di più, e tenta di guardare altrove
per distogliere l'attenzione.
-Oh, mi sembra di sentire bussare al piano di sotto!-
-Julian! Ancora con questo vecchio trucco dopo tre settimane che
viviamo insieme? Dovresti averlo capito che non funziona!-
-Ah, e va bene! Non... non è che non voglio parlarne, è
che non so cosa dire. Cioè, mi sembra troppo folle per
dirlo...-
Ah, ecco, adesso sì che lo riconosco.
-Troppo folle dici? Julian, ti ricordo che abbiamo viaggiato tra i
Reami magici degli Arcani, che siamo stati separati dai nostri corpi,
che abbiamo scoperto tutti i segreti del nostro passato... ah, e che
abbiamo sconfitto il Diavolo, già che c'eravamo. Cosa può
essere più folle di questo?-
Tre... due... uno... ecco, lo sapevo: quando qualcosa lo mette a
disagio Julian comincia ad agitarsi.
Infatti ha cominciato a misurare la stanza a grandi passi, e no,
non sarebbe il momento adatto per notare le sue gambe lunghe e gli
svolazzi della camicia aperta sul petto ogni volta che fa una brusca
svolta, ma che posso farci?
-Le corde... stavo pensando che... che...- Si ferma un attimo e
deglutisce a vuoto, poi farfuglia una cosa incomprensibile che suona
come -Amepiacesserelegatok?-
-Ehm... prego?-
-Oh, lo sapevo che ti sarei sembrato uno stupido! Senti, lo so che
è strano, ok? E non so perché mi succede, ma ti
assicuro che non... -
-No, Julian, non è questo! È che davvero, non ho
capito una sola parola di quello che hai detto. Me lo puoi ripetere?-
Lui si ferma sorpreso, il viso oltre qualsiasi sfumatura umana e
non umana di rosso, a dondolare da un piede all'altro ed a torcersi
le mani.
-Oh. Bè, in questo caso...- neanche quando aspettava che il
boia spalancasse la botola sotto i suoi pedi era così nervoso
-A me piace... essere legato-
Questo non me lo aspettavo, devo ammetterlo.
-A te piace essere legato? Ma... perché?-
Mi sembrava strano che avesse gettato le armi così presto,
ed infatti riprende il suo moto perpetuo ed il suo gesticolare in
aria.
-Non lo so perché! è... è tutto sbagliato,
non è vero? Insomma, quale essere umano sano di mente si
farebbe legare? Eppure... eppure... argh! La mia testa!-
E crolla seduto sul letto con la testa tra le mani.
Non fatico a credergli che tutto quell'agitarsi gli abbia
sovraccaricato il cervello.
Lentamente mi avvicino e mi inginocchio sul letto alle sue spalle,
per essere dietro di lui ed abbracciarlo.
Tutti i muscoli della sua schiena sono tesi, e posso sentire un
leggero tremito che lo percorre.
-Julian... va tutto bene... non sei pazzo... se ti piace questa
cosa ci deve essere un motivo. Niente accade per caso-
Gl servono un paio di respiri profondi per calmarsi un po', poi
finalmente si appoggia a me.
Non lo vedo in viso, vedo solo i suoi ricci color mogano, ma sento
benissimo la sua voce.
Continuo a tenergli le braccia attorno al torace, cullandolo
leggermente.
-Io credo di averlo capito il motivo... e mi sembra così
stupido!-
-Oh, tesoro! Non credo proprio che sia stupido! Vuoi dirmelo, così
lo scopriamo assieme?-
Percepisco la sua indecisione, poi un'altro sospiro tremante.
-Ok... solo... solo... non prendermi in giro, va bene? O almeno
non a voce alta... so che ci sarebbe da ridere!-
-Non ti prenderei mai in giro, parola di hocus pocus-
Forse sta sorridendo per il mio tentativo. Lo spero.
-Va bene... Il fatto è che quando sono legato mi sento
come... come in pace, ecco... perché... perché se io
sono bloccato qualsiasi cosa succede non può essere colpa mia,
giusto? E quindi... io non ho... nessuna responsabilità,
giusto?-
Lo sento rabbravidire tra le mie braccia, subito prima che si alzi
di scatto e ricominci ad agitarsi in giro per la stanza.
-Ah, ma che sto dicendo?! Io sono un medico! Come accidenti posso
rifiutare le responsabilità? Che cosa vigliacca ed
improfessionale!-
Ecco, mi sembrava troppo tempo che non si dava addosso da solo per
qualche motivo!
Decido di mettere fine al suo tormento richiamandolo con dolcezza,
amore e comprensione.
-Julian Devorak, o torni immediatamente qui e la pianti di
gracchiare peggio di Malak, oppure per tenerti fermo ti legherò
davvero!-
Si blocca in mezzo alla stanza, prima con uno sguardo sorpreso e
le braccia a mezz'aria, e poi con la testa bassa, il viso rosso e con
le braccia lungo i fianchi.
-Così va meglio. Adesso torna qui-
Lui obbedisce controvoglia, trascinando i piedi, e si lascia
cadere di nuovo sul letto, dove io non aspettavo altro che
abbracciarlo di nuovo.
Lo sento teso, ma non fa nulla per divincolarsi, e lo prendo come
in segno che in fondo non gli dispiace poi così tanto.
-Julian, caro, non credo proprio che tu sia vigliacco o non
professionale- mormoro mentre gli accarezzo i capelli -Il tuo lavoro
ti ha portato a vedere cose terribili, non è vero? Cose che
non avresti voluto vedere, eppure tu hai sempre fatto tutto ciò
che potevi per aiutare tutti. È normale che la tua mente
cerchi di sfuggire certe volte. Devi trovare una valvola di sfogo per
non crollare, ed è un processo molto sano. Di sicuro è
più sano dell'affogarsi nei salty bitter-
Lo sento sospirare, non so se di sollievo o di rassegnazione, e
quando posa le sue mani sulle mie, ancora allacciate attorno al suo
torace, è per premerle più forte.
-Non lo so, Maru... a me sembra una cosa malata-
-Ti dico di no- All'improvviso mi viene in mente una cosa. Poi
un'altra.
Sorrido tra i suoi capelli e lo accarezzo sul pezzo.
-Non è una cosa malata, e posso dimostrartelo. Vuoi le
prove, uomo di scienza?-
Finalmente lo sento ridacchiare, ed è tornato il mio
dottore preferito, quello con un ghigno storto ed una battuta sempre
in tasca.
-Oh, sì, voglio proprio esaminare queste prove, hocus
pocus! E se non mi convinceranno, cosa mettiamo in palio?-
-Un paio di salty bitter? O qualcosa di più... piccante?-
-Mmm... Qualcosa di più piccante mi interesserebbe di più-
-Ok, allora se le mie prove saranno convincenti cucinerai per me
quella zuppa alla paprika che ti sei degnato una sola volta di
preparare-
-Ack! Cosa? Una zuppa? Ma io credevo...-
Si volta verso di me con uno sguardo sorpreso, oltragiato e
quantomai scandalizzato, ma quando io gli rispondo con la mia
migliore falsa espressione innocente non può fare a meno di
scoppiare a ridere ed arrossire.
-Va bene, va bene, amore... mi hai incastrato alla grande, i miei
complimenti-
-Complimenti fatti da te sono più che mai preziosi. Ora
vuoi esaminare le prove?-
-Devo ammettere che sono piuttosto curioso. E va bene!
Esaminiamo!-
-Bene. La prima prova è che l'immobilità è
esattamente il significato della carta dell'Appeso. Ricordi quando
siamo finiti nel suo reame per la prima volta? Quando le liane ci
avevano catturato?-
-Oh, sì che me lo ricordo!-
Lo dice con un brivido che potrebbe non essere paura, ma mi sforzo
di concentrarmi e di continuare la mia seria dimostrazione
scientifica.
-Finché le combattevamo, le liane si sono opposte a noi, ma
poi, quando siamo rimasti immobili, ci hanno portato dritte
dall'Arcano Maggiore. Inoltre l'Appeso è il tuo patrono, non
puoi sorprenderti se cerchi l'immobilità. Mi sorprende il
contrario, che tu sia sempre in movimento. Ed infine, non è
nel Reame dell'Appeso che hai stretto il patto che ti ha donato il
marchio con cui guarire ogni ferita e malattia? E tu lo hai
accettato, pur sapendo che avresti preso su di te quei mali. Non ti
sei spaventato per questo. Sei rimasto... immobile... davanti alla
prospettiva del dolore. Riesci a capire?-
Spero che le mie motivazioni lo abbiano convinto, e sembra di sì,
a giudicare da come il suo respiro è regolare e da come le sue
spalle sono rilassate sotto il mio torace.
Potrei restare così con lui per sempre!
-Bé, devo ammettere che tutto questo è molto
convincente. Ah, Maru! Tu fai sempre sembrare le cose migliori di
come sono in realtà! Compreso questo miserabile che non ha
fatto nulla per meritarsi una meraviglia come te!-
Ok, è di nuovo scivolato nei sui modi teatrali, ma siccome
so che è sincero non riesco a rimproverarlo.
Lo accarezzo sul petto, sul viso, tra i capelli, e lo stringo a me
per respirare il suo profumo.
-C'è un'altra prova, vuoi sentirla?-
-Un'altra? Vuoi vincere ancora?-
-No, vogli solo che tu ti renda conto della verità. Ti farà
bene, vedrai-
-Oh, bè... sia mai che un uomo di scienza ignori di
proposito una prova decisiva. Procedi pure-
-Ti ricordi quando è stata la pima volta che mi hai detto
che mi amavi?-
Ok, l'ho messo in imbarazzo di proposito. A volte non so proprio
resistere!
-Ehm... ecco... io...-
-Un piccolo sforzo di memoria, Dottore-
Lo incoraggio gentilmente, sussurrando le parole al suo orecchio
rosso.
-Quando... quando il Diavolo ci ha legati con le sue catene?-
-Esatto. Perché lo hai fatto proprio in quel momento?-
-Che domande! Perché credevo che ci avrebbe fatti a pezzi o
uccisi in qualche altro modo e che non avrei avuto altre occasioni
per dirtelo!-
-Molto romantica e drammatica come risposta, ma c'è altro.
Vuoi che te lo dica io?-
-Io... io... e va bene! Illuminami con la tua saggezza!-
-Ora mi stai adulando... comunque sia, lo hai fatto proprio perché
eri legato. Ti era stata tolta qualsiasi altra possibilità di
contatto con me tranne la tua voce. Se non fossi stato immobilizzato
e disperato non saresti riuscito a trovare quelle parole dentro di te
ed a dirle. Ti basta tutto questo come prova?-
-Uh... bè... messa giù così non sembra così
male, sai. Suppongo che dovrei ringraziarti-
-Lo sai che non è necessario... ma se proprio ci tieni...-
Solo allora allento la stretta in modo che possa girarsi verso di
me.
Si mette anche lui in ginocchio ed ahimé, l'illusione di
aver appianato la nostra disparità di altezza svanisce... è
stato bello finchè è durato, e tutto sommato non mi
dispiace poi troppo, dato che adesso Julian può accarezzarmi
il viso.
-Hai delle ottime capacità di persuasione, lo sai? Avrei
dovuto ricordarmelo dal processo. Oh, quanto è stato bello
vedere qualcuno che tentava di difendermi tanto strenuamente! Nessuno
aveva mai preso le mie parti con tante convinzione. Anche quello mi è
piaciuto molto, devo ammettere-
Amo questi piccoli squarci della sua vera personalità. Amo
i suoi occhi, le sue mani, le sue labbra sottili.
-Non che tu mi abbia reso le cose facili- gli ricordo -Ma le tue
intenzioni erano nobili, e per questo ti perdono-
Mi aspetto che se ne esca fuori con una delle sue battute, ma
invece lui resta serio e mi stringe contro il suo petto.
-Ti prometto che non ti renderò mai più le cose
difficili... o almeno ci proverò con tutto me stesso. Te lo
giuro-
Che posso fare?
Lo stringo a mia volta, respirando a fondo l'odore della sua
pelle.
Il suo cuore che batte è la cosa più meravigliosa
che potrei sentire, ed il calore del suo corpo forte stretto al mio è
tutto ciò che desidero.
In fondo non mi dispiace per niente aver corso certi rischi, se
alla fine è servito per finire insieme a lui.
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Cantuccio dell'Autore
E no, non ho ancora finito! Anzi forse non ho nemmeno cominciato,
perché Julian Devorak è una miniera di ispirazione.
Il suo kink per il bondage è la cosa più palesemente
sexy del suo personaggio, ed ho cercato di spiegarlo in modo
convincente dal punto di vista psicologico.
Che ne dite, vi convince? Mentre voi ci pensate io vado a legare
un certo dottore, con permesso.
A presto.
Makochan
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