Scritta
per: PROMPT DI SCORTA, WEEK #2
Coppie: TsunayoshiSawada/GokuderaHayato;
SX.
Prompt: L2)
“I told you I’d see you through this.
Put things back together again so that we can move forward.
I meant it.”
(Captain Flint,
Black Sails)
Tsunayoshi si
guardò intorno.
“Certo
che l’Italia è molto bella. Vorrei avere il tempo
per girarla in lungo e in largo” sussurrò.
<
Non ho mai affrontato veramente il Nono. Ho lasciato che i Varia ci
aiutassero a sconfiggerlo, ma nel mio cuore mi sono rimasti
così tanti dubbi.
Risolvere
finalmente con i miei guardiani è la mia occasione per
chiudere una volta per tutte con questa storia del Decimo Boss della
mafia > pensò. Espirò dalle narici.
<
Anche se sono parecchio preoccupato. Se i miei guardiani mi
considerassero un incapace? Se non fossi all’altezza di
ciò che vogliono? Ho paura potrebbero rivelarsi pericolosi.
O
peggio, che Senpai-Ryohei, Takeshi, Hibari-san
e Gokudera-kun potrebbero
decidere di attaccarli. Fortunatamente ho già conosciuto Dokuro e
lui non è affatto diverso da Mukuro.
Sono inquietanti, ma sono miei amici. Posso fidarmi di loro >
pensò.
“Lambo,
non allontanarti” ordinò.
“Va
bene!” si sentì rispondere.
<
Chissà se ‘il mio bambino’ si sente
meglio > pensò.
Lambo
era seduto sul letto. Incrociò le gambe e chinò
il capo.
Tsuna si
sedette accanto a lui, gli accarezzò la testa,
scompigliandogli i capelli mori.
“Ultimamente
tu e Fuuta siete
un po’ giù di morale. Siete preoccupati di venire
in Italia con noi?” domandò.
Lambo
gli appoggiò la testa contro il petto.
“I-pin
un pochino. Ha paura che rimaniate indietro con gli studi”
sussurrò Sawada,
accarezzandogli la schiena.
Lambo
sussurrò: “Non è che ora non ci vorrete
più bene?”.
Tsunayoshi rispose:
“Anche se avremo meno tempo, andando al liceo di Tokyo, ci
occuperemo sempre di voi”.
Bovino
si allontanò, scuotendo la testa.
“Non
mi riferisco a quello. Ora che non saremo più tuoi
guardiani, ci vorrai ancora?” domandò.
Tsuna gli
prese le mani nelle proprie.
“Prima
di tutto, vi volevo a prescindere dal vostro essere miei guardiani.
Inoltre ‘tuo padre’ Hayato sta
cercando un modo per farvi diventare miei guardiani come
divinità. Ad esempio, lui ha un Cielo e Takeshi un
Mare. Possono già essere miei guardiani della mia fiamma
divina.
Il
dio degli dei ha come guardiani dei centri”. Gli
posò un bacio sulla fronte. “Ti vorrò
sempre bene, piccolo mio”.
“Se
poi preferisci i tuoi veri guardiani e ci dimentichi per
loro?” domandò piano Lambo.
<
Credo che queste siano le stesse paure di Hayato-kun,
anche se lui non ha il coraggio di dirle così ad alta voce
> pensò Tsunayoshi.
“Avere
altri amici non vuol dire dimenticare i precedenti. Inoltre ormai voi
siete la mia famiglia, non dei semplici amici.
Tu
per me sei come un figlio, mio piccolo Lambo.
Niente
potrebbe fare in modo che io mi dimentichi di te” promise.
“Ti
voglio bene” ammise Lambo, arrossendo.
“Anche
io, piccolo mio. Tantissimo” rispose Tsuna,
sorridendogli.
Tsuna sussurrò:
“Hayato-kun,
continua pure le tue spiegazioni. Mi stavano piacendo
moltissimo”.
“Il
paese si chiama Vicchio. Giotto era di origini francesi, ma visse quasi
tutta la sua vita proprio qui. Escludendo il periodo in Giappone,
ovviamente” spiegò Gokudera.
Tsunayoshi si
passò la mano tra i capelli castani e si deterse le labbra
con la lingua.
“Tu
sì che sai un sacco di cose, Hayato-kun”
gli disse gentilmente.
<
Ho un po’ paura all’idea d’incontrare i
miei veri guardiani. Se poi non gli piaccio?
Meno
male che i miei amici mi hanno accompagnato >.
“Voooi!
Datevi una mossa!” gridò Squalo.
Tsuna si
voltò e vide Superbi che spintonava gli altri Varia.
“Voi
che avete da guardare? Dite mezza parola e di voi resteranno solo delle
inquietanti scie rosse!” abbaiò ad alcuni paesani.
“Il
principe! È tornato
il principe!” gridavano guardando Xanxus.
“Toglietevi il cappello e abbiate rispetto in sua
presenza” ordinò un anziano ai più
giovani.
<
Sono felice ci siano anche loro. In fondo è vero, vanno e
vengono da Villa Vongola che si trova qui > pensò Tsunayoshi.
“Anche
gli Scoglio vivono in questo paese?” domandò,
intrecciando le mani dietro le spalle.
Hayato negò
col capo, facendo ondeggiare i corti capelli argentei.
“Non
proprio. Prendendo quella strada, scendendo lungo la montagna, si
arriva ad un altro paese. Lì si trova mio padre e la mia
famiglia” rispose.
“Smettetela
di chiamarmi ‘principe’ o ci sarà
davvero un bagno di sangue” ringhiò. Si
voltò verso Squalo. “Feccia, diamoci una mossa ad
arrivare a Villa Vongola.
Ho
fatto radunare là i mocciosi che devono incontrare i nostri
marmocchi”.
Squalo
annuì e raggiunse Takeshi.
Lo afferrò per un braccio e lo trascinò via da un
gruppetto di italiane che gli si erano avvicinate ridacchiando. Con
l’altra mano afferrò Ryohei per
il braccio.
Il
ragazzo era intento a chiacchierare con un giovanotto italiano.
“Andiamo”
ordinò, trascinandoli via.
Anya
si occupò di recuperare Mukuro e Kyoya che
stavano combattendo dietro un chioschetto.
<
Probabilmente il boss ha voluto approfittare della situazione anche per
vedere le cose come si stanno mettendo in Italia.
Non
abbiamo ancora sventato una terza guerra mafiosa >
rifletté Leviathan. Alzò lo sguardo e
notò che Tsuyoshi stava
entrando in una libreria insieme alla moglie. < Avrà
anche sentito delle voci su una possibile battle choice tra
ex-Arcobaleno >.
“Vecchiaccio,
su cosa rifletti?” gli domandò Belphegor,
avvicinandoglisi.
Levi
abbaiò: “Pensavo che il boss non deve mischiarsi a
questa gentaglia”.
Belphegor fece
un sorriso inquietante che gli prese buona parte del viso.
“Oh,
ultimamente ti sei fatto davvero intelligente,
‘nonnino’. Stai attento a non cambiare
troppo”.
Leviathan
lo prese in braccio.
“Mai
così tanto da non essere un Varia di Xanxus.
Dov’è tuo fratello?” domandò.
Chi
ti fa credere che sia venuta anche la combriccola di Byakuran?”
gli domandò.
Levi
indicò con la testa Genkishi.
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