Zucchero filato

di _Lisbeth_
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Zucchero filato
 
- No.
- E dai, Dee! – sbuffò Klaus, gli angoli delle sue labbra si piegarono all’ingiù insieme alle sopracciglia. Diego non gli rivolse nemmeno lo sguardo, continuando a camminare per il parco giochi, digrignando i denti quando un bambino gli si gettò sulla gamba rischiando di farlo cadere di faccia sull’asfalto. Quando sentì Klaus aggrapparglisi al braccio sinistro sentì la pazienza scivolare via dal suo corpo in una frazione di secondo.
- Ti prego.
- Ho detto di no.
- Ma me lo avevi promesso!
- Ma quando mai?
- Prima!
- Klaus, dalla mia bocca non è mai uscita la frase “Ti pago lo zucchero filato a forma di margherita”.
Gli occhi del fratello si illuminarono mentre volgeva lo sguardo verso Diego. – Lo hai appena detto.
- Gesù, hai trenta fottuti anni!
- Nah, tutte le persone qui intorno me ne darebbero venticinque.
- Anche se fosse, penso che saresti fin troppo maturo per chiedere a tuo fratello di comprarti del benedetto zucchero filato.
- A forma di margherita.
- Il sapore non cambia.
- E se le telecamere del parco ci riprendessero mentre lo mangio? Sai che bella figura! Potremmo anche metterci in posa. Magari il sorvegliante è carino.
- Appunto, se il sorvegliante dovesse essere carino non penso che troverebbe attraenti dei trentenni con…
- Con lo zucchero filato a forma di margherita.
- E poi sai quanto zucchero c’è là dentro? E io ho una paura fottuta dei dentisti.
- Diego, è zucchero filato, è ovvio ci sia lo zucchero. E poi devi prenderlo a me, non a te!
Diego fece una smorfia e sospirò dal naso, guardando Klaus con la coda dell’occhio. Si domandò come facesse a sembrare costantemente un bambino di sette anni. Solo che non riusciva mai a dirgli di no e si sentiva quasi cedere. E quel maledetto di Klaus questo lo sapeva.
- Quando sei in difficoltà inizi a guardare per terra con gli occhi spalancati.
- N-n-non è v-ve-ro.
- E a balbettare.
- Cristo, e va bene!
Quando sentì le braccia di Klaus stritolargli le spalle si trattenne dal mollargli un pugno sul naso.
 
- Dio, è la cosa più buona e bella che io abbia mai mangiato in vita mia! – il ragazzo si strinse lo zucchero filato contro il corpo magro, sporcandosi la giacca di bianco.
 - Io non ho scelto di avere figli, quindi perché tu sei qui?
- Un fratello può anche essere peggio di un figlio, lo sai?
- Sì, se ha quindici anni.
- Se ne aggiungi quindici arrivi alla mia età, quindi è come se avessi due gemelli.
- Sta’ zitto.
- Dee?
- Mh.
- Mi è caduto lo zucchero filato per terra.
- Cristo.




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