ed ora Portus

di G RAFFA uwetta
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Prefazione: Lui era tutto ciò in cui non credevi. Eppure, era riuscito a dissolvere le tue reticenze, come un Patronus con i Dissennatori. Lo guardavi di sfuggita, come un gatto sornione la propria preda.



(In)Degna



L’Inquisitore Supremo, sorriso sghembo ritagliato sul viso tozzo, percorse a piccoli passi celeri il corridoio che conduceva ai sotterranei. Impugnata la bacchetta corta, fioccò secchi incantesimi sugli allievi indolenti.

Varcò la soglia dell’Aula di Pozioni e si guardò attorno fino a individuare l’uomo al centro della stanza. Tossì per attirare l’attenzione.

Quando l’insegnante si voltò, gli occhi si incatenarono alle sue dita affusolate, intente a sciogliere l’alare a forma di serpente del mantello.

Deglutì e strinse al petto la lavagnetta-prendi-appunti.

«Lei è Severus Piton?»

«Sì,» rispose monocorde, strascicando le lettere.

Il suo stomaco si aggrovigliò in un gomitolo di lana.





La stanza era un tripudio di rosa, merletti e ordinata chincaglieria. Dalle pareti, veniva un concerto di gatti infiocchettati.

Dolores, seduta con la schiena diritta all’imponente scrivania, aspettava il proprio ospite. Una teiera fumava a lato.

Bussarono; con un sorriso affettato, coprì la fotografia del Primo Ministro.

«Prego, accomodati. Una tazza di tè?»

Una farsa lunga una vita intera.

«D’ora in poi, due volte alla settimana, mi porterai una boccetta di Veritaserum, Severus.» Gli occhi sporgenti incollati al serpente intarsiato sull’anello dell’uomo.

Il Pozionista alzò un sopracciglio, lo sguardo d’ossidiana impassibile. Dolores fremette d’aspettativa, la sua anima miagolava in sincronia.





Gli alti fusti comprimevano la luce rendendo l’aria di un verde stantio. Tutt’intorno sentiva solo odore di muschio e terra bagnata.

Mi hanno trascinata via, incatenata a un albero, derisa.

Si sentiva sporca, violata.

«Lasciatemi! Voi non sapete chi sono!» Urla isteriche le graffiavano la gola.

Poi un pensiero: Mi hanno rotto la bacchetta.

A Lei. Una maga di un certo rango!

Suo padre l’avrebbe sbeffeggiata come una Magonò.

La mente, invasa del terrore, sognò Severus venire a salvarla, prenderla tra le braccia e punire gli aggressori.

Immaginò il teschio col serpente che brillava alto nel cielo, ostile e vendicativo.





Le strade erano deserte e i negozi antri bui e fumanti.

Dolores, fresca della nuova nomina, passo sicuro e sguardo fiero, fu attirata da un baluginio tra le carabattole.

«Quanto per questo?» Indicò un meraviglioso medaglione con inciso un serpente.

«Sono più che certa che non hai una licenza, quindi, pretendo quell’occhio lì,» aggiunse soddisfatta, lasciando scivolare in terra poche monete.

Ora, sono anch’io una Purosangue, pensò fiera, indossando il gioiello.

Dolores, “non bisogna dire le bugie”.

Scacciò il monito.

Dovrà sempre dimostrare qualcosa. A lui, a se stessa.

È per questo che perseguita i Nati Babbani, per dimostrarsi degna.



Note dell’autrice: questa storia partecipa al contest ‘A Ship for All Seasons’ indetto da Lady.Palma sul forum.

Si chiede di scrivere su una coppia e fare evolvere la loro storia in quattro fasi temporali, il tutto in quattro drabbles.

Ho scelto Severus Piton e Dolores Umbridge. (Non chiedete il perché).

La mia mente malata ha immaginato Dolores innamorarsi (e del tutto ignorata) del Pozionista.

Lei non conosce nulla di Piton, se non quello che sanno tutti: è un Mangiamorte protetto da Silente. Quindi un probabile nemico del Primo Ministro e, di conseguenza, anche suo.

Spero vi piaccia e che i personaggi risultino credibili. Sono graditi i commenti.


Leggenda

Genere: sentimentale – commedia – introspettivo.

Rating: verde.

Note/Avvertimenti: nessuno.

Coppia & Personaggi: Severus Piton – Dolres Umbridge.

Contesto: II guerra magica/Libri 5-7.





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