Prefazione:
Lui era tutto ciò in cui non credevi. Eppure, era riuscito a
dissolvere le tue reticenze, come un Patronus con i Dissennatori. Lo
guardavi di sfuggita, come un gatto sornione la propria preda.
(In)Degna
L’Inquisitore
Supremo, sorriso sghembo ritagliato sul viso tozzo, percorse a
piccoli passi celeri il corridoio che conduceva ai sotterranei.
Impugnata la bacchetta corta, fioccò secchi incantesimi
sugli
allievi indolenti.
Varcò
la soglia dell’Aula di Pozioni e si guardò attorno
fino a
individuare l’uomo al centro della stanza. Tossì
per attirare
l’attenzione.
Quando
l’insegnante si voltò, gli occhi si incatenarono
alle sue dita
affusolate, intente a sciogliere l’alare a forma di serpente
del
mantello.
Deglutì
e strinse al petto la lavagnetta-prendi-appunti.
«Lei
è Severus Piton?»
«Sì,»
rispose monocorde, strascicando le lettere.
Il
suo stomaco si aggrovigliò in un gomitolo di lana.
La
stanza era un tripudio di rosa, merletti e ordinata chincaglieria.
Dalle pareti, veniva un concerto di gatti infiocchettati.
Dolores,
seduta con la schiena diritta all’imponente scrivania,
aspettava il
proprio ospite. Una teiera fumava a lato.
Bussarono;
con un sorriso affettato, coprì la fotografia del Primo
Ministro.
«Prego,
accomodati. Una tazza di tè?»
Una
farsa lunga una vita intera.
«D’ora
in poi, due volte alla settimana, mi porterai una boccetta di
Veritaserum, Severus.» Gli occhi sporgenti incollati al
serpente
intarsiato sull’anello dell’uomo.
Il
Pozionista alzò un sopracciglio, lo sguardo
d’ossidiana
impassibile. Dolores fremette d’aspettativa, la sua anima
miagolava
in sincronia.
Gli
alti fusti comprimevano la luce rendendo l’aria di un verde
stantio. Tutt’intorno sentiva solo odore di muschio e terra
bagnata.
Mi
hanno trascinata via, incatenata a un albero, derisa.
Si
sentiva sporca, violata.
«Lasciatemi!
Voi non sapete chi sono!» Urla isteriche le graffiavano la
gola.
Poi
un pensiero: Mi hanno rotto
la bacchetta.
A
Lei. Una maga di un certo rango!
Suo
padre l’avrebbe sbeffeggiata come una Magonò.
La
mente, invasa del terrore, sognò Severus venire a salvarla,
prenderla tra le braccia e punire gli aggressori.
Immaginò
il teschio col serpente che brillava alto nel cielo, ostile e
vendicativo.
Le
strade erano deserte e i negozi antri bui e fumanti.
Dolores,
fresca della nuova nomina, passo sicuro e sguardo fiero, fu attirata
da un baluginio tra le carabattole.
«Quanto
per questo?» Indicò un meraviglioso medaglione con
inciso un
serpente.
«Sono
più che certa che non hai una licenza, quindi, pretendo
quell’occhio
lì,» aggiunse soddisfatta, lasciando scivolare in
terra poche
monete.
Ora,
sono anch’io una Purosangue, pensò
fiera, indossando il
gioiello.
Dolores,
“non bisogna dire le bugie”.
Scacciò
il monito.
Dovrà
sempre dimostrare qualcosa. A lui, a se stessa.
È
per questo che perseguita i Nati Babbani, per dimostrarsi degna.
Note
dell’autrice: questa storia partecipa al
contest ‘A Ship
for All Seasons’ indetto da Lady.Palma sul forum.
Si
chiede di scrivere su una coppia e fare evolvere la loro storia in
quattro fasi temporali, il tutto in quattro drabbles.
Ho
scelto Severus Piton e Dolores Umbridge. (Non chiedete il
perché).
La
mia mente malata ha immaginato Dolores innamorarsi (e del tutto
ignorata) del Pozionista.
Lei
non conosce nulla di Piton, se non quello che sanno tutti: è
un
Mangiamorte protetto da Silente. Quindi un probabile nemico del Primo
Ministro e, di conseguenza, anche suo.
Spero
vi piaccia e che i personaggi risultino credibili. Sono graditi i
commenti.
Leggenda
Genere:
sentimentale – commedia – introspettivo.
Rating:
verde.
Note/Avvertimenti:
nessuno.
Coppia
& Personaggi:
Severus Piton – Dolres
Umbridge.
Contesto:
II guerra magica/Libri 5-7.
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