Chapter 11
Chapter 11
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Ricordo che ogni capitolo non è stato modificato ne rivisto
da quando era stato messo da parte in una chiavetta. Scritto per un
concorso di scrittura ma non convinceva, è per come era
stato ideato e scritto e le vicenze sono sequenziali, frammentate da
flashback, e scritte man mano che mi venivano le idee.
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Giorno 3
"Comandante...Comandate!"
Kianta sospirò avvilita e chiuse gli occhi qualche istante
dopo
aver visto correre come un pazzo uno dei Gestori fuori dall'edificio
dove era diretta. Aveva dormito male a
causa delle chiamate continue per le intemperanze degli ospiti. Altro
vandalismo, altri litigi, altri schiamazzi con ovvio intervento di
guardie e gestori per sedare i malumori.
Per cosa?
Per incapacità di condividere spazi non ristretti ne
angoscianti, provvisti di tutto, zona cucina e ristoro che ospitava
anche
più persone di quelle ospitate solo lì, proprio
per dare
modo a tutti di non sentirsi stile sardine in scatola.
Per loro tutto ciò era inconcepibile, ma loro
stessi
vivevano in questo modo anche allo Chateau, in base ai gradi e alla
permanenza, si poteva stare con altri nelle stanze con letto a
castello,
sala ristoro e quella da pranzo in comune, bagni in comune... tutto in
comune. Eppure doveva dire che i suoi uomini litigavano più
per
gli
scherzi che si facevano, cose da uomini, che malumori per come
vivevano. Ma contrasti su oggetti presi in
prestito senza chiedere, per aver sfruttato qualcosa per egoismo e
altro non ne esistevano.
Le regole dello Chateau erano chiare e accettate, si rispettavano le
Costrizioni, come le chiamava Milan. Scritte per il giusto
comportamento, corretto e approvato dal Leader stesso. Presentavano
esempi e spiegazioni relativi a psicologia, medicina, senso figurato
(significato metaforico) , politica, familiare
(elementi di
sociologia e antropologia) . Linee guida quindi di
convivenza,
rispetto e socializzazione, istruendoli con lezioni supplementari
perchè conoscano e comprendano l'empatia e tutte le
possibilità esistenti di situazioni,. Per riconoscere
l'approccio
corretto ed evitare scontri e malumori, da accorpare alle regole
minitari tradizionali ma gestite "alla Milan", come dicevano tutti. Il
Leader sapeva farsi ascoltare, obbedire, era capace di oratoria e
incitare e spingere le persone a dare il proprio meglio.
Ma era di vitale importanza che il migliaio di membri sapessero stare
al loro posto come militari e condividere varie cose, saper gestire le
situazioni e trovare compromessi adeguati.
I malumori, l'odio e altro erano gestiti e affrontati in modi diversi
ma il punto era che dopo uno o due mesi nell'organizzazione, tutti ma
proprio tutti erano in grado di pensare alla
o del comune (stanze, bagni, sale da pranzo, zone cucina libera, sale
di ristoro, di lavoro, angoli liberi ect), il dividere con altri.
Con il risultato che, non importava che soggetti fossero e da dove
venissero, ma anche una bottiglia di liquore diventava un bene da
offrire e far girare, anche se comprato da uno solo o dono di
premiazione per le squadre (in quel caso il Leader donava ovviamente
più di una bottiglia e sempre di ottima qualità,
mai
scadenti) col risultato di un cameratismo più sociale,
accettato
e ben voluto.
Ma il discorso era lungo, ampio e Kianta si accorgeva che stava
cercando di pensare ad altro che il nervoso per le emergenze notturne,
eppure le venne in mente, mentre quel ragazzo la raggiungeva, che tutto
il discorso con Milan sull'andamento dell Torre della sera prima non
aveva toccato mai
una delle cose che lo irritavano. Chi non lavorava come lui voleva, chi
rovinava le cose e chi non portava rispetto e trattamento adeguato a
chiunque.
L'aveva sfangata perchè preso da altre cose o non si
arrabbiava se lei lo contrastava? Se poi metteva le Costrizioni?
Una delle cose che lei aveva portato all'inizio era la lezione, un nome
generico per tutta una serie di incontri con specialisti per dare a
tutti, ma sopratutto a certi soggetti, conoscenze, informazioni e
spiegazioni su come comportarsi sia tra loro che con altre persone.
Anche perchè molti non avevano neanche seguito le scuole da
piccoli perchè cone di guerra o altre questioni. Se sapevano
scrivere il loro nome era un miracolo ma altro, nisba.
Inolre li aiutava a valutare le persone con elementi specifici tratti
dalla psicologia e
con psicologi e psichiatri, riunendoli nel Teatro, una zona
ampia
apposita utilizzata per vari scopi ricreativi ma anche di studio. Prima
come zona di
incontro per le lezioni, ma gli uomini stessi dopo piccole punzecchiate
per invogliarli, avevano usato le loro nuove Abilità per
renderlo un Teatro a tutti gli effetti. Alla fine crearono tendaggi e
decori in stoffa, affreschi con la tecnica 3d, ossia creando il
bassorilievo
con cartongesso con un effetto 3d straoredinario, divenendo sempre
più bravi. Uno dei mestieri che aveva giovato sia agli
uomini
che
alle entrate, era uno stile a rilievo dove le figure,
qualunque esse siano, “fuoriescono” dalle pareti
per un
aspetto tridimensionale attraverso l’impiego di diversi
strumenti
tra cui coltelli, taglierini, scalpelli e spatole, tutti di vari tipi,
modellando il materiale tra gesso, stucco e altri sulla parete. Creando
queste raffigurazioni di qualunque genere con una maestria che
migliorava ad ogni lavoro, che fosse muro o tele speciali da applicare
alle pareti.
QUindi fregi e rilievi di vario tipo, poltrone e zona
musicisti,
rendendo un rettangolo giantesco anonimo una sorta di
rivisitazione dell'800,
dopo che erano rimasto affascinati dalle lezioni sulla rivoluzione
francese, con la famosa galleria degli specchi voluta da Luigi XIV e i
teatri che visitava Maria Antonietta.
Poi dopo psicologia avevano anche studiato teatro, recitazione e
comportamento per sapersi meglio approcciare a ogni situazione ed era
scoppiata la mania di ricreare opere e libri, tra adattatori e
interpreti scelti da loro stessi. erano bravi dopo mesi di prove e
storie presentate la sera ma molte volte ci stavano anche troppo.
Le lezioni vennero spostate in aule apposite allo Chateau, in uno degli
edifici nuovi, creando anche qui con le loro mani tre stanze che
riprendevano quelle ottocentesche con pannelli in legno a cassetti
cesellati e intagliati da loro, che ricoprivano le pareti fino ad un
certo punto perchè dei fregi a rilievo staccavano i pannelli
in
legno dal tetto, in varie tipologie in legno o stucchi, affrescati da
applicazione delle tele, riprendendo quello che è lo Chateu
originale, quindi il corpo centrale.
Il tema era libri, bambini che studiavano e cose così.
Restava il fatto che le Lezioni, le Costrizioni e il leader stesso
avevano
creato una sorta di armonia generale, che si restringeva in tanti
gruppi
affiatati di amici o comunque di uomini che erano vicini a pelle, ma
non
inficiando il rispetto e convivenza, elementi chiave tra loro.
E quel ragazzo le ricordava che una società mal
gestita
e
mal compresa creava delle bestie, perchè lei non vedeva in
quella gente esseri umani, ma bestie. Punto. Perfino gli animali erano
tremila gradini sopra quegli esseri antisociali e distruttivi, anche
quelli definiti pericolosi per l'uomo. Tranne la zanzara, quella era
un'altra figlia di satana come i gatti. Ma perfino questi due esseri
animali che odiava a morte erano superiori a quelli là
dentro.
Per lei la questione era chiusa.
"Comandante, scusi se è stata chiamata nuovamente ma ci sono
di nuovo disordini"
"Bestie..." bofonchiò irata, superandolo ed entrando. E
già mettendo un piede oltre la soglia, appena aperto uno dei
battenti, fu investita da urla e schiamazzi, rumori di oggetti colpiti
e le intimazioni di calmarsi da parte dei suoi uomini.
Eppure appena sfrecciò a passo quasi spedito verso la zona
degli
ospiti, una marea di si levò
là dentro,
finendo per far zittire tutti.
Questo perchè, spazientitta dal terzo brusco risveglio
notturno,
aveva fatto portare tre gabbie per animali di grosse dimensioni,
mettendole in fondo, vicino il muro trasparente. In preda alla rabbia
per aver scoperto il frigo divelto, letteralmente privo delle porte, a
causa di scontri tra vegani e onnivori, perchè i primi non
volevano che il proprio cibo venisse infettato
da
carne e derivati di animali.
Nonostante fossero ben divisi per livelli in quello che era un frigo
imponente, con zona ghiaccio e abbastanza capiente, quello usato per la
ristorazione insomma, per soddisfare tutti per la quantità e
le
tipologie di cibi che poteva contenere.
Invece loro, i vegani, che lei rispettava ma che non fossero
nazivegani come in quella situazione, smembrarono il frigo
perchè le loro care verdure si contaminavano, sporcavano con
le
particelle cancerogene e mortali di carcasse di animali morti, come
dicevano.
Lei stessa e anche per le posizioni dello Chateau sul cibo dovendo
produrlo e prepararlo per il consumo, gestiva il concetto della carne
in un certo modo. Senza sofferenze, una morte indolore e un rispetto
enorme in vita, rispettati e trattati come se fossero dei loro. E
vedere delle persone che si reputano vegane per amore degli animali,
gettare beni di prima necessità come del cibo, peggio il
loro
che rispettavano dalla nascita alla morte, ringraziando a ogni pasto il
loro sacrificio, per terra, per rabbia le faceva venire la voglia di
fargli male.
Ed erano gli stessi esseri che dicevano che lei stessa
perchè
cavalcava e allevava cani e cavalli di vario genere, sfruttava e
maltratta gli
animali perchè questi erano, da loro parole, forzati e
spinti
con
dei premi a fare cosa voleva. Che facevano fare cose innaturali.
Queste persone non sapevano e non volevano comprendere che da loro
tutti gli animali erano importanti, tranne le zanzare. Quelle erano
cose
sataniche che andavano trattate in... un certo modo. Sorelle dei
malefici gatti, ma quelli doveva tollerarli. Ma non le zanzare. Tutti
gli uomini
accettavano, tramite le Costrizioni, di considerare come fratelli gli
animali, che provassero dolore psicologico e fisico e che vi era un
beneficio nell'interazione con loro. E andavano ringraziati per ogni
uovo, litro di latte o fetta di carne ma non oltre l'eccesso messo in
atto dalle aziende. SOlo quello che davano e senza togliere piccoli o
fare niente per aver loor le materie prime.
NOn avevano un mattatoio come si
usava dove centinaia di bestie venivano sgozzate e fatte dissanguare
vicini, sentendo il dolore degli altri e il proprio. Condivideva l'idea
della caccia corretta, perchè a volte la praticavano vivendo
in mezzo alle montagne e i boschi ma solo cibo. Anche se altri derivati
venivano usati per altri scopi, non uccidevano per divertimento, mai.
Ma anzi aiutavano e curavano quelli selvatici che trovavano con
problemi. Inoltre credevano che un animale non andava
procurandogli paura e dolore finchè
non lo
finivano, ma se selvativo con un colpo diretto in testa, senza che si
accorgesse di nulla. Quelli che allevavano con un saluto formare con
inchino, un beverone
per
addormentali e finirli con una pallottola. Unica, veloce, indolore.
Certi mattatoi usavano ancora le pistole pneumatiche ma se pensavano
che l'anime era bello che andato, si sbagliavano. Erano storditi ma
vivi.
Loro non badavano ai soldi, come altri nel mondo che macellavano
o scuoiavano per le pellicce, che ancora accadeva, che usavano
picchiarli a
morte perchè una pallottola costava troppo. Era
invicile, inumano, vergognoso. Eppure
accadeva ancora e poteva comprendere fino ad un certo punto quelle
persone, ma aveva spiegato chiaramente la questione.
Ergo, sentirsi dare della massacratrice anche per avere una simbiosi
con i cavalli che li trattava coi guanti, senza metodi o strumenti
antichi dannosi, premiandoli anche dopo l'addestramento, non doma che
odiava.
Ma
la gente confondeva sempre doma con addestramento, pensando che
fossereo
la stessa cosa. Lei come tutti gli uomini dell'organizzazione non
obbligavano, non spingevano, non si permettevano di far uscire un
cavallo completo di tutto se vedevano che non era una buona giornata.
Così come mucche, capre, pecore, solo per alcuni esempi, non
soffrivano di mastite, non macellavano mai cuccioli come si faceva con
agnelli, capretti e manzi ma solo a una certa età. NOn
davano
ormoni, avevano zone vastissime intorno per tenere tutti gli animali
che curavano. Niente mastite o problemi, niente puntoni elettrici ma
seguivano e
correvano da loro con affetto, avevano richiami finladesi che le
radunava solo cantando. Spazzolati, puliti e massaggiati ogni giorni.
Sentirsi dare della torturatrice pone fine alle
gentilezze, pensò.
Fu così che tre di quelli che crearono litigi e devastazione
finirono dentro le gabbie per ore, chiedendo loro di provare una vera
prigione come accade nel resto del mondo. Uno spazio
ristretto, con niente a disposizione rispetto all'hotel, in confronto,
dell'alloggio temporaneo che avevano fornito. Per pochi giorni erano
impazziti.
E ancora, fece una ramanzina aspra ai vegani dicendo che loro si
pavoneggiavano di amare gli animali ma il poco rispetto nel trattare
come spazzatura la carne e i derivati finiti sul pavimento, li rendeva
bestie. Quegli animali non avevano sofferto come tutti gli altri, erano
ben curati, controllati, liberi in una certa misura perchè
vivevano comunque in zone apposite ma più liberi di altri
posti. Era una mancanza di rispetto
assurda quella di rendere come spazzatura il loro sacrificio per far
vivere loro.
E peggio, la loro bella verdura, qualunque fosse, era in
commercio
dopo aver ucciso o fatto del male o allontanato vari tipi di insetti,
talpe, conigli e ogni animale nel raggio dei prodotti che usavano.
Venivano impiegati dei prodotti chimici perchè apparissero
belli
corposi e lucidi, nati da semi sterili venduti da
multinazionali
che modificavano quei semi, sia per essere un danno per il contadino
che
non poteva ricavare nuove piante dai semi ricomprando, sia
perchè la
varietà era sempre quella, identica geneticamente, ben
diverso
dalla natura. QUindi questi miracolosi prodotti bio e tutto non
esistevano, non sapevano quanti prodotti con dicitura bio erano una
fregatura, così come tutti gli animali come rane, topi o
altro
finivano nei prodotti marchiati vegan e non lo sapevano. Era successo
ma la gente malata continuava a dire che proteggeva e rispettava gli
animali, quando non era così. Nessuna considerazione reale.
Come per l'esser e umano in generale, e la sua fine per quella
mentalità. Quinoa o avocado
o
altri prodotti immessi nel mercato ogni anno targato vegan, che erano
divenuti una privazione per le popolazioni che li consumavano
normalmente nella loro dieta prima della moda. I prezzi schizzati alle
stelle per il
nuovo mercato più redditizio hanno portato alla fame milioni
di
persone, rese schiave e povere, sfruttati ogni singolo giorno
perchè li producano per i .
Coltivavano invece loro stessi tantissimo e svariate cose,
senza
uso di nulla che non fosse naturale per scacciare lo scacciabile, anche
con trucchetti come le coccinelle e altri insetti predatori o prodotti
naturali non amati da parassiti e roditori. E di nuovo
attaccata da folli che consideravano cosa gli veniva fornito come
pericoloso, gettandolo a terra.
Quindi da amichevole era tornata Kianta.
Dal momento dell'isolamento di alcuni e le gabbie, le questioni
parevano calmate. Eppure quel giorno doveva parlare con una persona in
particolare.
"Signor Sindaco... Caro,
Signor Sindaco. Come va oggi? Sempre irrequieto?"
L'uomo alzò lo sguardo dal tavolino nella saletta
ristoro dove si trovava, suo esclusivo scoprì Kianta. I suoi
tirapiedi avevano istituito delle regole per il Sindaco che
lei odiava. La guardò dall'alto in basso, notando che
lei Indossava abiti simili ai primi giorni ma visibilmente diversi.
Camicia
bianca gonfia nelle maniche, che restringe ai polsi, un colletto strano
ma elegante. Busto stretto in una sorta di bustino di pelle, altri non
sapeva dire, da sotto il seno ai fianchi, con decori pressati e lacci
davanti, intrecciati in un modo particolare, quasi artistico. Pantaloni
morbidi e non stretti sul corpo neri erano chiusi da stivali decorati
come il bustino fino quasi al ginocchio, molto belli. Non sapeva
esattamente come si chiamassero quegli abiti, non erano chiaramente
moderni, ma gli davano quel no nso che di che
lo disturbava.
"Mia cara ragazza, come ieri e il primo giorno. Ci state confinando in
questo luogo... che ci fa sentire non graditi e, peggio ancora, come
reclusi come fossimo clandestini. E sono preoccupato per i miei
concittadini"
Il suo tono sembrava rispettoso ma sapeva che lei come i giorni prima,
aveva avvertito la nota pungente. Anche l'atteggiamento annoiato e
ammonitore gli aveva sempre consentito di far sentire gli altri
nervosi, per ottenere una soluzione migliore in tutto. Ma comparve una
chiara espressione stupefatta su di lui quando notò che lei
sorrideva.
Si, sorrideva malignamente come era già capitato,
guardandolo direttamente negli occhi, con quel suo modo di chinare la
testa in avanti alzando gli occhi verso il soggetto che sembrava voler
colpire con una sola occhiata. E aveva notato, accadeva quando qualcosa
le sembrava strana o qualcuno per lei faceva il furbo. E stava
accadendo, col mento in direzione del petto, gli occhi grandi ancorati
su di lui, con il sorriso che arrivava fino agli occhi come se
conoscesse un segreto.
"i suoi concittadini... si, è nobile proteggere i diritti e
le necessità di chi l'ha eletto. Massimo rispetto" facendo
un cenno del capo verso di lui, ma poi sorrise di nuovo malignamente e
guardò le persone a lei visibili oltre il vetro, girando di
scorcio il viso verso la sua destra "Tuttavia pensavo che le
interessasse maggiormente riunirsi con i suoi amici... lasciare i
bifolchi per nuove avventure politiche per i suoi alleati..."
Il Sindaco si rabbuiò, si alzò e, seguito da chi
lo sosteneva che lei chiamava leccapiedi, si avvicinò al
vetro, guardandola alzando il mento, sfoggiando quasi
un'espressione schifata.
"Signorina, quel che afferma è una calunnia!"
"EHi, basta con quel sognorina. Lei è il Comandante, dai
rispetto ai gradi di chi ti si trova di fronte" proruppe,
quasi
urlando, una delle guardie vicino la porta al Sindaco, muovendo di poco
l'arma come a sollevarla pur restando in posizione di turno. Poi
l'altra guardia disse solo "No" piano e si voltò a guardare
Kianta. Fece di corsa il saluto militare, scusandosi per
l'intromissione.
"Perdoni, comandante, ma trovo irrispettoso rivolgersi a lei come a una
comune civile, anche se è da figura politica come la sua
nella
città. Volevo solo che gli ospiti non fossero insolenti
almeno con Lei."
Lei solamente lo fissò, fece un lieve
cenno verso destra e il soldato si mosse rigido verso l'amico che stava
ancora fermo dal suo lato della porta, mettendosi in fila,
perchè si mettesse al
suo posto di fronte al Sindaco per parlargli meglio.
"Mi dispiace, non volevo mancarle di rispetto" rispose lui freddo
"Oh, non si preoccupi, Signor Sinsaco. MA sono venuta per sapere se ha
già preparato tutti i bagagli per raggiungere i suoi amici.
Volevo salutarla..."
"NOn comprendo..." alzando il mento
"Davvero? Allora la partenza è stata rinviata?" rispose lei
assumendo un'aria triste e fintamente accondiscendente.
"Ehi, smettila di attacare il Sindaco. Lui è un Signore, ci
protegge, si batte per noi contro voi canaglie..."
"Come?" chiese lei falsamente innocente rivolta alla gente che si
avvicinava a loro due, sempre dal lato del Sindaco, per fargli da scudo
"Voi siete arrabbiati con me? Pensavo foste adirati con lui, non far
squadra
per onorarlo"
"Ma di cosa parla" urlò la donna con un ghigno rabbioso
contro di lei "ringrazia che non cè il parroco, o il
cardinale, loro si che ti metterebbero in riga, stronzetta"
Kianta sorrise come divertita nel vedere quella donna che si definiva
madre e poi agiva in quel modo con i figli stretti a lei, chiamando in
causa altri due bei soggetti. Si portò la mano chiusa
a pugno sotto il naso, col pollice sulla bocca, come a
bloccare una risata, guardandola.
"Oh, si che conosco queste... grandissime figure" enfatizzando l'ultima
parte con un cenno della testa ma sorridendo apertamente "abbiamo
discsusso parecchio, sono andata all'altro punto di raccolta e hanno
fatto un bel gruppetto isterico. Ma io sono io, signora, e se loro
di pensare alle vostre anime, lasci che le dica
che sto cercando invece di preservare i contenitori di queste anime...
oppure Lei preferisce il tanto agognato momento di incontro con il
Figlio di Dio? Secondo quanto credete, è il momento clou
della vita, quindi nel caso scelga posso tranquillamente
mandarla a casa perchè possa incontrarlo quando quella
gentaglia farà esplodere qualche altro ordigno. Ma voi
sarete protetti dal sangue e volere di Dio, raggiungendolo, no?"
"Come si permette di..."
"Ma il vostro dio è orgoglioso del giochino del vosto
sindaco? E' questo quello che vuole per voi, lasciandoglielo fare?"
"Di che cosa parli, è grazie a lui se qui cè un
paradiso dentro una prigione" si intromise un uomo tra la piccola folla
intorno al sindaco.
"AH Ah AH..." rise lei "e io che credevo che i piccoli focolai folli si
stessero spegnendo per le punizioni di persone incivili e nevrotiche..."
"VOI CI AVETE BUTTATO IN QUESTA PRIGIONE MENTENDOCI SUL GOVERNO"
urlò un altro battendo i pugni sul vetro.
Kianta sospirò alzando gli occhi al cielo, si
voltò solo con il viso verso la sua destra e disse
"Helias..."
Dietro di lei comparve come una figura che si sollevava dietro la sua
testa. Divenne alto tanto che lei gli arrivava al petto, sembrava
quanto quel ragazzo muscoloso, confrontando l'altezza di lei con tutti
quelli che avevano visto.
Comparve atterrendo le persone dietro il vetro.
Apparvero prima
delle corna che in verità erano similissimi a dei rami,
arcuati verso l'alto, con tre ramificazione, quella in alto
più corta delle altre, quella al centro più lunga
e quella in basso media da cui terminava come una V date dalle "dita"
dei rami, formando così tre V e sette "dita". Il viso era
qualcosa di strano, se si poteva definire come tale. Un teschio
perlaceo dalla forma tonda che si allunga in un muso affusolato e fino,
quasi a punta, con una sorta di mento appuntito, la canna nasale che
saliva in maniera
liscia senza alcun tipo di scalino, orbite dalla forma quasi un
parallelogramma con angoli arrotondati. La mascella toccava l'occhio
con uno dei tre spuntoni finali, uno che formava il lato corto
dell'occhio come appariva, gli altri due come tre spine dalla forma,
nascondevano la rotondità finale del cranio, mostrando qui
una mascella lievemente rotonda ed esterna di quella che nel totale del
cranio era una goccia.
Si, il cranio compreso di mandibola sembrava una goccia coricata.
La prima forma che appariva era questa goccia
perlacea, con una dentiatura composta come da piccoli denti perlacei,
lunga che finiva quasi alla fine dell'orbita, la cavità
nasale e una textura liscia generale. Risaltava l'occhio, o almeno, una
sorta di pupilla senza nient'altro color azzurro che si muoveva nel
nero dentro l'orbita. E sembrava sorridente, non faceva
paura, non era chiaramnete un lupo o un felino, eppure mostrava
qualcosa di particolare e terrorizzante allo stesso tempo.
Indossava un cappotto Frock grigio perla lungo fino alle caviglie, con
varii decori in argento lucente ma , quelle più ricche erano
le rifiniture a spirale sulla parte anteriore per tutta la lunghezza,
intorno ai bottini. Tutte le spirali sembravano
formate da tante V spesse, bottoni traforati arricchivano l'indumento,
maniche risvoltate ove il risvolto spesso aveva un taglio a
V che apriva la manica e ricadeva ampia,
come se
richiamasse i voilant francesi ma qui erano più
e davano un aspetto antico al cappotto.
L'ampiezza mostrava a volte dei pantaloni color panna come il
panciotto, ricamato con catenella lasciata cadere a
semicerchio, la croatta o cravatta come si chiamava odiernamente anche
se in verità una sciarpa da uomo chiusa alla Opulent Paisley
Ascot, e stivali alti lucidi grigio topo.
Poteva sembrare un uomo del diciannovesimo secolo, ma non era questa la
prima impressione, nonostante il tipo di abito.
La gente inizò ad urlare, le donne a stringere i bambini a
sè, dicendo loro di chiudere gli occhi. Alcuni iniziarono a
recitare il rosario o altre preghiere, tutti urlavano
.
Kianta restò a guardarli come se pensansse . Non era chiamaramente sorpresa o altro, stava
lì a
fissarli, scorrendo gli occhi su tutti, vedendo le loro reazioni. Se
molti restavano a guardare Helias come cervi abbagliati dai fari di
notte, la maggior parte divenne isterica invocando Dio.
"Helias..."
"Si, Madre?" rispose questi con una voce calda e gentile "cosa posso
fare per te?"
"Anche se per ora sono ancora fuori di testa, potresti per favore
mostrar loro il comunicato del primo ministro? Grazie..."
"Certamente, Madre..." rispose lui con un inchino con il braccio, il
palmo in alto e la flessione busto.
Poi tra Kianta e gli ospiti apaprve
un rettangolo nero, come dal nulla, per materializzarsi il primo
ministro che parlava ai cittadini. Tutti ascoltavano il comunicato,
dove chiedeva a tutti di essere forti, coraggiosi e ascoltare e farsi
aiutare dal gruppo militare approvato dal governo stesso, mentre le
forze armate fronteggiavano l'attacco, o meglio si corresse,
gli
attacchi contro la società, il paese civilizzato e forte.
Che
andavano contro, con i loro atti vili, al progresso umano contro
l'arretratezza mentale, religiosa primitiva, dello sviluppo umano.
Questi
individui vogliono portare, continuava, i paesi primi nel mondo per
libertà, diritti e dignità umana usando la forza,
tecnologia militare e soppressione dell'identità della
persona..."
"Il classico toro che da del cornuto all'asino, i paesi che giudicano
quelli arretrati come lo erano loro prima. E sono
andati avanti proprio grazie i non religiosi..." bofonchiò
Kianta facendo ridere di gusto Helias.
Il discorso terminò con il Primo ministro che giurava di
preservare il governo che lavorava per tutti, proteggere i cittadini
sia nella ventina di città colpite e assaltate, sia dove
ancora
non erano giunti ma avevano visto una fuga in cerca di un luogo sicuro.
Le persone che li accudivano, continuò, erano lì
per loro
al posto del governo, chiedeva quindi per finire collaborazione,
rispetto da cittadini quali erano e condivisione tra fratelli.
Alla fine della trasmissione lo schermo divenne nero per poi sparire.
La gente iniziò a bisbigliare a gruppetti finchè
Helias
non fece un passo verso Kianta per dire qualcosa e scoppiò
il
caso.
"E' il demonio! Vuole entrarci nella testa con questi filmati e rubare
la nostra anima"
"Cercano di dividerci dal governo"
"Non guardate, è un lavaggio del cervello come gli americani"
"lo sapevo che era strana, è posseduta"
"Oh, madre di tutti salvaci... prega per noi..."
"Satana, appari perchè Lei ci ha catturati e dati a te. Cosa
le darai? Quale premio le hai promesso?"
"Pregate, recitate le sacre invocazioni! Scacciamolo..."
Si levarono urla isteriche, pianti e cantilene disperate e Kianta
mostrava chiaramente angoli della bocca in giù per il
disgusto.
Ogni volta che incrociava gli sguardi di qualcuno le
mostravano
croci, rosari, santini o facevano loro stessi la croce con le dita. La
maledicevano dicendo che Gesà non avrebbe più
potuto
salvarla, che era perduta.
"Sai Helias...ora capisco perchè l'umanità non va
avanta
mentalmente. La tecnologia sale i gradini della civilizzazione ma viene
usata da schifo dalla marea di gente malata, inclusi questi. Piangono
solo perchè sei apparso... senza fare domande o capire come
mai
ti vedono..."
"Se posso dire madre..." aspettando che lei facesse un cenno del capo
in assenso, mentre la baraonda peggiorava "trovo questa situazione
interessante, curiosa, ne sono affascinato. per ora sto scorrendo tutti
i manuali di psicologia e psichiatria per definire questa situazione,
ma posso dirlo... Una notevole manifestazione di psicosi
collettiva scaturita da pregiudizi e indrottinamenti infantili, un
fenomeno da studiare."
"Calmati... se tu lo trovi affascinante, io vorrei schiaffeggiarli solo
per far scemare questo delirio. E poi la gente si chiede
perchè
le società fanno schifo. Invece di fermarsi un attimo e
porre le
giuste domande, tutti lì a pregare. E cè gente
che osanna
i santi, perchè martiri per qualcosa in cui credevano. E
guarda
dove siamo arrivati"
"Oh, madre. Il tuo cinismo non sarebbe accettato dal Leader. Lui
troverebbe affascinante questa cosa, perchè lo ritiene a un
legame viscerale con le paure ancestrali del primordio, del..."
"per favore, non voglio sapere niente di queste menate religiose.
Helias!... irrorali!
L'essere inclinò la testa tondeggiante ramificata da un
lato,
aprì leggeremente la bocca amplificando l'effetto sorriso,
l'occhio azzurro o pupilla o quel che era sembrò lampeggiare
e
poi gli irrigatori antincendio si attivarono alla massima potenza,
generando fiotti d'acqua sulle persone che venivano spinte a terra.
Altre urla e lamenti giungero, mentre Kianta sospirava e si controllava
un'unghia che sembrava scheggiata, benchè fossero
quasi corte e poi diede lo stop ad Helias. La pioggia quasi
cessò, terminando dopo che la gente era accasciata al
pavimento. Sorpresi, storditi,
impauriti, imbevuti fino alle ossa, ma ci erano calmati. Solo dei
singhiozzi e qualche imprecazione, ma ora lei poteva parlare.
"Allora... non vi è sembrato come di essere là,
nel Mar
Morto con Mosè e provare dal vero storie così
vecchie che
sono raccontante dai babilonesi e messi in certi libri, solo
perchè presi da racconti millenari? Di altre popolazioni
poi... E scritti poi circa
quattrocento anni dopo Cristo, aggiungo..." voltandosi verso Helias e
rise.
"Sei pazza! Ci facevi affogare, ci sono bambini..."
"Ma smettila! Non ho mai sentito in nessun paese che per il sistema
antincendio morisse qualcuno soffocato dall'acqua. Neanche avessimo
alluvionato la zona ospiti con litri di acqua. Almeno però
vi
siete calmati... siete impazziti voi
non
appena avete visto Helias, senza fare prima le domande
fondamentali.
Come... cosa è? Da dove viene? E' pericoloso?... e via
dicendo!"
accompagnando il discorso con movimenti della testa e le mani "bastava
un minuto di silenzio, le domande magiche ed ecco... che si risolveva
tutto! Se questo fosse accaduto tanto tempo fa non avremmo avuto il
periodo buio o medioevo che, per carità ha portato davvero
tante
innovezioni e bla bla, ma come per tutto quello che noi abbiamo oggi,
creati, studiati e dati a tutti perchè aiutassero la vita di
tutti, da persone che se ne fregavano della chiesa e la religione.
Così come cè la credenza che tutto debba andare
secondo
natura come i generi della persona o sessuali, quindi il fatto che io
vesta così... peccato solo che, seguendo questo ragionamento
nessuno di voi dovrebbe usare medicinali, occhiali, apparecchi uditivi,
abiti sintentici, tutti gli oggettini elettronici che vi piacciono
tanto e con cui fate vaccate. Tra l'altro..." inclinando la testa.
Iniziarono ad apparire volti arrabbiati, offesi ma lei
continuò lesta, perchè non la interrompessero.
"E' facile puntare il dito contro gli altri dicendo che sono o fanno
quella cosa contro le regole, la morale... eppure sono loro stessi a
vedere certe cose in determinate maniere, ad odiare, ad allontanare
senza il dialogo. Dialogo reale, onesto, neutrale, perchè
una
persona non è leggi bibliche e morale. Quanta gente che si
professa giusta e poi è marcia dentro, ma...! "alzando il
dito
indice verso l'alto, vicino la testa "il punto qui è uno. Vi
siete disperati, avete invocato esseri mistici per... un ologramma..."
scuotendo la testa sconsolata, mostrando che provava pena per loro.
"Quel demonio cosa sarebbe? Lo vedo, è reale, lo vediamo
tutti!"
"Si, come tutti vedono il sole lampeggiare nel cielo in luoghi mistici
o credono a cosa dice la chiesa e poi, se si studiano bene le parole
dei famosi di due luoghi di culto, le cose
erano un
tantino diverse. Ma il punto è che state stringendo a voi
simboli
sacri e pronunciate parole di aiuto per... un programma! Lui
è
definibile come un programma, un ologramma..." muovendo la mano verso
l'essere per affondarci la mano. Chiaramente era intangibile.
"Bugiarda, i demoni vivono nella loro dimensione ma si fanno vedere con
i loro poteri. Si sta nutrendo di noi e vuoi sviarci"
Lei alzò le braccia guardando l'essere come a dire
ma alle continue lamentele lei scosse
la testa,
si fermò con le mani lungo i fianchi e, con gli occhi chiusi
si
rilassò. INiziò dopo poco a muovere in maniera
poco visibile il busto a destra,
sinistra, poi destra e si sporse in avanti a sinistra come se danzasse.
Appena aprì gli occhi, alzate verso l'alto come se fosse
concentrata, tutto l'edificio apparve all'improvviso come un campo o
collinetta di verde. L'erba crebbe in ogni piano, verde e lucente,
sospinta da un vento invisibile e non avvertibile, alternata a fiori di
ogni specie e colori che si levavano chiusi e si aprivano a quello che
sembrava un sole in un angolo. Alberi da seme nella terra divennero
adulti frondosi e ricchi di gemme, ospitando vari animali che si
udivano e vedevano fra i rami. Volpi, conigli e alcune specie di
uccelli apparivano e scappavano. Il rumore di un ambiente reale si
scopriva man mano che aumentava e Kianta sembrava come immersa in
qualcosa, lo sguardo distante e poi da dietro un albero apparve... il
Sindaco.
Sorpresa si levò tra la gente, che guardava l'uomo
inzaccherato
sorpreso e quello ben vestito e asciutto al di là del vetro.
Kianta chiuse gli occhi, disse a Helias di continuare lui e li
riaprì, puntandoli sui presenti.
"Anche questo vi sembra l'apparizione di un demone? la
realtà
è che solo un ologramma come Helias, nulla di
più. E' un altro programma che mi permette di far apparire
quello che creo nella mia mente, è reale solo l'insieme di 1
e 0
che sta alla base di quello che permette questo..." indicando il luogo
verde che ancora era presente, con il sindaco che stava fermo ma
chiaramnete si muoveva impercettibilmenete, non era statico, sembrava
attendesse qualcosa. "Avete provato una paura e un terrore per la
vostra anima inutile e che ha solo creato scompiglio in altri. Ripeto,
è come un programma o le app che tanto amate, visto che
ormai di
computer non ne sa quasi nessuno, considerando anche i costi che
lievitano..."
si lamentò amareggiata verso Helias.
La gente non diceva nulla, guardava solo intorno quella vista pacifica
e lussureggiante, gli animali così reali che sembrava
davvero come vederli e
sentirli, e l'uomo che sembrava il sindaco come vivo. Alcuni cercavano
di toccare
qualcosa ma, ocme per Kianta prima, le loro dita attraversavano
l'illusione, senza però deformarsi o altro. Sembrava tutto
reale, vero,
anche quando cercavano di toccare, le mani venivano come
dalla figura che volevano percepire con il
tocco, si
capiva che era finzione ma era fatta così bene da confondere
chiunque.
"Uff... ora che siete tutti calmi, posso dirvi cosa..."
"Perchè quello sembra un demone, allora?"
"io non sono un demone, sono un Crell, una sorta di IA autoespandente
per ogni conoscenza che apprendo, sono senziente e logico, curioso e
autogestente. Io..."
"Quello che vedete come fisico" intervenne Kianta guardando gli ospiti
in faccia, perchè sapeva che Helias per come era avrebbe
continuate per un'ora "è solo il suo
olografico, che ho creato
come per gli altri. La testa è presa da un Domestic Pig o
piglet cucciolo. Sono rimasta affascinata dallo strano teschio dopo una
macellazione, sempre umana e senza sofferenza..."
rimproverando
con lo sguardo chi sapeva avrebbe frainteso "e l'ho usato come modello
per Helias. Lui è il Crell che all'inizio doveva occuparsi
dell'interazione con noi per aspetti oltre il fisico, come lo definisce
il nostro Leader, l'Extranormal ma, intergendo e interrogandolo varie
volte anche per
questioni comuni, è divenuto un Personae, un Crell generale
e
autonomo che interagisce con tutti, rimanendo comunque legato e
interessato alle questioni dell'. Il maiale
è l'animale ritenuto più vicino a noi dopo la
scimmia,
ecco perchè vedendo il suo teschio, ho deciso di usare quel
porcellino come ispirazione. Tutto qui. La sua testa è
ramificata proprio come un albero che dalla terra si protende verso il
cielo, a richiamare proprio il legame con il fisico e piano astrale o
l'oltre fisico. Adesso siete più tranquilli?"
La gente si guardò perplessa, quando Kianta chiese ad Helias
di
fermare la visualizazzione tenuta attiva, questi fece scomparire tutto.
"Sarebbe lungo spiegare cosa ho fatto, ma anche questo era un
programma, puro e semplice. Dei micropriettori ricreano come i pixel di
uno schermo, l'immagine in totale, risultando come... se vedeste un
film. Solo che non è piatto. NOn cè nulla di
demoniaco,
quindi ora ascoltatemi. Perchè sono già stanca!
Il vostro
Sindaco tra poco ci lascerà, quindi spero davvero che
possiate
salutarlo nel modo opportuno..."
"Dove lo portate?"
"Lo state punendo?"
"Calma signori, calma. Non ho detto che lo spostiamo e, mi rincresce
per le punizioni, ma se le persone non sono civili ed educate e sono un
fastidio o problema per gli altri, ho il diritto di prendere
provvedimenti. Qui il punto però è che il Sindaco
è in attesa di suoi... cari amici, per andare in un luogo da
cui
collegarsi con il governo. Mentre voi resterete qui"
Confusione si materializzò nelle loro facce. Il Sindaco si
alterò e, voltatosi verso gli altri, chiese loro di non
credere
alle parole sciocche di una ragazzina.
"Davvero? Le mie
parole sono
sciocche? Helias, cosè che dicevano ai loro amici? Fammi
ricordere, ho una memoria così labile..."
mostrando presa
in giro verso il Sindaco.
Helias aprì la bocca, gli occhi lamperaggiarono e, come per
il
messaggio del ministro, si materializzò un video che
mostrava la
zona relax esterna. Due dei leccapiedi del sindaco stavano parlando tra
loro ma, zoomando e ascoltando bene, si notava un cosa interessante.
Uno nascondeva un mini telefono da carcerati in mano, fingeva di
mangiare qualcosa mentre l'altro interagiva con l'orecchio vicino
cercando di far credere che parlasse con l'altro. Ma l'audio era
chiaro, come fosse vicino, e si comprendeva meglio la situazione.
Discutevano con qualcuno al mini telefono e dicevano chiaramente che il
Sindaco doveva uscire, a chiunque fosse, per portarlo in un
luogo decente. Gli altri non aveva importanza, loro e il Sindaco
però necessitavano del loro aiuto perchè vivevano
in
maniera incivile e si non poteva espletare le sue funzioni politiche e
associative.
Terminato il video, lo schermo fittizio scomparve e la gente guardava
senza capire l'uomo, che la fissava malamente.
"Se non avete compreso, i loro amici a cui chiedevano aiuto
per
andare chissl dove a fare chissà cosa, sono quei
simpatici u omini riuniti in una associazione
criminosa
segreta, a carattere iniziatico, retta dalla legge
dell’omertà e regolata da complessi riti che
richiamano le compagnie d’arme dei signori
feudali, strette da
legami
familiari e percorsi iniziatici peculiari che ciascun appartenente,
detto affiliato , è tenuto a rispettare. Spero abbiate
capito...
il nocciolo della questione è che sta preparando le valigie
e
leccapiedi per svignarsela e andare da qualche parte a fare la bella
vita e rompere le scatole allo stato, per gli scopi cari a
quell'organizzaizone, abbandondovi in qualunque cosa
siate finiti. Anche se, per vostra fortuna, è il vostro
stesso
governo che ci ha designati vostri protettori mentre, il carissimo
Sindaco, sfrutta la sua posizione e i suoi amici per svincolare il
sistema e fare quel che vuole. E andarvi contro, aggiungo. Se credevate
davvero che le telefonate
esterne fossero bloccate e pensavate, stupidamente, che non sapessimo
nulla.. "alzando le spalle con il sorriso tirato "QUindi, signori,
salutiamo il Sindaco. E' già pronta per lui la macchina che
lo
condurrà al luogo dell'appuntamento, abbiamo anche quello,
così chei suoi amici possano . E per
inciso...
caro, sindaco... " portandosi l'indice della mano destra sulle labbra
come se pensasse, guardando altrove "abbiamo già provveduto
a mandare tutte le
informazioni al governo, Lei sarà seguito di nascosto nel
viaggio con i suoi amici ma non posso dirle come. Così come
se
accade, per qualche malaugurata situazione, che lei possa... avvisare i
suoi amici che impauriti scappano lasciandola sul posto,
giungerà
una punizione. E non scherzo, sopratutto per i suoi concittadini presi
in giro e perchè odio tutti i tipi di organizzazione nel
mondo
che danneggiano e agiscono per ideali del cavolo. QUIndi si faccia
furbo, scenda dall'auto e vada via con loro. In quel caso a nome nostro
e del governo, ne uscirà pulito o... risulterà
che Lei
è stato costretto in qualche modo a farne parte. Ma se
così non fosse e dovessero scoprire in qualunque momento il
gioco, cambiando i piani,
o ce ne accorgiamo, i miei uomini appostati in luoghi specifici hanno
precise regole di comportamento. Non faccia stupidaggini..."
Il Sindaco strinse la mascella, serrò i pugni e
sgomitò i
suoi uomini, salendo al piano superiore. Gli scagnozzi la fissarono
come se volessero ucciderla, ma lei sorrise come un'innocente, per
vederli poi correre dal loro capo per preparare loro, e non lui che
stava solo seduto sul letto, le valigie. La gente mormorava piano ma si
comprendeva una rabbia crescente, e Kianta intervenne.
"Signori, tutti! Mentre il Sindaco provvede a preparare i bagagli,
voglio chiedervi di mostrarvi Voi dei Signori, porgendo un saluto per
il suo viaggio nei modi più civili possibili. Ha fatto molto
per
voi e lo... farà anche dopo. Forse... Signor Sindaco, avete
massimo mezz'ora, non di più..."
DOpo cinque minuti il Sindaco scese, furente e col mento alzato al
massimo, seguito dagli uomini a lui fedeli, quattro compreso l'autista
personale però pagato dalle casse del comune, e le valigie.
Sia
dal piano superiore che fino alla porta, dovette procedere come in una
passarella creata da due ali di persone, che in silenzio lo fissavano
con sguardo omicida. Si levarono alcune parole negative, augurio di
finire male, ma niente altro. Dinnanzi alla porta fissò
Kianta
così profondamente che i suoi uomini temettero potesse lui,
o
qualcuno dei suoi, fare qualcosa e serrarono i ranghi vicino,
più vicino, ma lei era calma, pacata, quasi giocosa con il
sorriso.
Lo videro sfilare ancora fino all'esterno, rigido e sguardo in avanti,
mentre gli uomini che tiravano le valigie si fermavano con la
scusa
di prendere meglio le maniglie per fissarla selvaggiamente d'odio, come
se le augurassero qualcosa in futuro.
"Signori... i vostri mini telefoni funzioneranno tra qualche metro, ma
se fossi in voi non li userei perchè siamo intorno a voi e
possiamo friggerli in un attimo. Ma in quel caso se dovessero
telefonarvi accorgendosi che sono inattivi, comrpenderebbero qualcosa.
Quindi lasciateli funzionanti, ma non chiamate nessuno e non avvisate
nessuno. Nessuna parola in codice ne altro o interveniamo e voi...
sparirete! E sapete che siano seri come i vostri amici su certe cose.
Buon viaggio..." vedendoli poi scomparire oltre la luce
esterna.
In quel momento però entrò un soldato che
raggiunse di corsa Kianta, arma abbassata e vestito tutto di nero.
"Comandante, è arriva una persona con tutte le
autorizzazioni
del Leader. Dice di voler parlare con voi, si è presentata
come
Sorella Rhona. Quali sono i suoi ordini? Per il momento è
ospitata alla Squadrella."
Kianta chiuse gli occhi di rabbia, strinse forte le labbra formando una
linea, si grattò il braccio destro poco sotto la spalla e
vagò un momento per l'ambiente. Sospirò forte e
disse
all'uomo di darle il Benvenuto e lasciarla là, che sarebbe
andata subito. Dopo il saluto, l'uomo uscì veloce per
eseguire,
lasciandola ferma nei suoi pensieri.
"Cari ospiti. Le cose tra noi sono iniziate con il piede sbaglio e non
per colpa nostra. Vorrei quindi, dopo avervi mostrato chi davvero era
contro di voi e non vi supportava realmente, sistema rele cose. Ma..."
camminando con in
cerchio davanti la zona ospiti, continuando "Vi chiedo solo la pazienza
e gentilezza di venire incontro a noi che, seppur militari, vi abbiamo
trattati come al Ceaser's Palace. Non potete dire di no! Inoltre come
avete appreso dalle parole del primo ministro, sono solo una manciata
di giorni. POchi. Sarete trasferiti in un luogo sicuro gestito dal
governo. Non siete prigionieri, non siete in mani nemiche, è
un'attesa in ore, non settimane. QUindi se avete richieste o qualche
bisogno in particolare fattibile, siamo a completa disposizione. Ma
comprendete anche che questa è un'istallazione temporanea,
eretta per ospitarvi e siamo sotto contratto con il primo ministro per
la vostra sicurezza. Dovevano impegnare tutte le loro risorse per
fermare o trovare ogni cellula, e per ora ne hanno contate cento, che
hanno colpito varie città gli stessi giorni. Avete avuto
coprifuoco e controlli militari per le strade ma continuano a colpire e
vogliono agire. Queste minacce sono peggiori di quelle che abbiamo
sentito negli anni in altri paesi, perchè non si tratta di
un
colpo solo di avvertimento, reclamato da questa organizzazione
religioso-militare che si reputa dello Stato, a noi ben conosciuto che
si è alleato con certi paesi per fermare l'America e la
Russia.
Il problema è che, sembra brutto da dire ma questo
è
anche peggio, si scontrano in altri paesi come il nostro. NOn
è
chiaro se questo atto è appositamente studiato per farvi
entrare
in guerra o meno, ma invece di un colpo solo ne organizzano
più
di uno alla volta. Voi ne avute avuto alcuni esempi, a colpire sono
stati anche occidentali che hanno cambiato bandiera per simpatizzare
con questa gente, senza capire che non è assolutamente una
cosa
positiva combattere al loro fianco contro il loro stesso paese, o altri
nostri alleati. Perchè i buoni rapporti ci portano ad essere
alleati. Contro voi, le vostre case, famiglie, amici.
Favorite tutto
quello che stanno facendo perchè vi dividete tra voi.
Quindi,
cari ospiti, uniamoci contro quegli individui, contro tutti coloro che
vi vedono come nemici da eliminare e non persone. Che vogliono
togliervi tutto perchè credono che la loro religione
è
giusta. Contro tutto ciò che lede la dignità e la
persona. Aiutateci. Grazie..."
Alcuni fecero cenni lievi di assenso, altri mormorarono qualcosa, altri
rimasero in silenzio ma nessuno per fortuna inveì o la
accuso di
qualcosa. Così ne approfittò per chiedere a un
Gestore di
parlare con tutti uno ad uno per aiutarli ove possibile e dargli le ore
di aria.
Poi si recò alla Consolle, dove un uomo la
attendeva con
una valigia argentata in mano. Kianta la aprì e
portò
alla luce una sorta di cilindro in metallo scuro a diversi livelli
circolari in rilievo scuri e più rientrati trasparenti, con
dei codici stampati sulla parte tondeggiante in alto,
con la scritta in chiaro Crell. Lo inserì finoad
un certo
punto in un apposito alloggiamento nella Consolle e dopo varie immagini
in un plasma, di caricamento, e quel che fuoriusciva del cilindro
brillava di azzurro, mostravano che era pronto. A quel punto Kianta
pronunciò "Sterling" e come per Helias, si
materializzò
qualcosa.
Un uomo. Pelle olivastra, aspetto mediterraneo da mascalzone,
sopracciglia che andavano ispessendosi verso le tempie e nerissime come
i capelli, uno
dei contributi per quel viso, mostrandosi pienamente sopra gli occhi
grigi. Mascella regolare con un mento lievemente sfuggente,
dando un viso allungato ma di
bell'aspetto. Capelli tagliati alla maschietta lunghi fino a
metà per orecchio, con il ciuffo più grande e
lungo
verso la sua destra che taglia la fronte perdendo qualche ciocca
sfuggente. Lisci e e leggermente scompigliati. Bocca spessa e piena e
naso sottile e piccolo.
Un vestito Blu Scuro. Indossava giacca con due
bottoni sulla pancia, taglio squadrato e non classico, taschino,
panciotto lavanda che si intravede sotto la giacca di qualche
centimetro seguendo la forma della giacca, pantaloni classici senza
pieghe, camicia bianco perla, doppio polsino con gemelli; colletto
diplomatico senza bottoni. Scarpe nere stile Oxford
No
Brogue con tomaia decorata e di alta qualità in pelle di
vitello.
"Sterling, attiva tutti i tuoi processi, ottieni da Helias tutti i
privilegi per l'amministrazione della Torre e resta in MOnitoraggio"
"Come desideri, Madre. Prenderò io in carica
l'amministrazione
della Torre" rispose gentilmente e servilmente, inchinandosi e
rialzandosi, sorridendo.
"Helias, torna in modalità Personae e resta disponibile.
Accreditati i privilegi di sorveglianza delle telecamere e registra
quel che faccio finchè non ti dico di terminare"
"Certo..." apparendo dietro di lei.
"Signori..." continuò lei, scendendo le scale e parlando con
gli
uomini di guardia nell'edificio "vado per un impegno importante. Il mio
secondo è Jd, ma per qualsiasi cosa per primo chiedete a
Sterling quel che vi serve o volete sapere. Sarà lui nel
caso ad
aiutarvi se possibile o comunicherà con Jd, che
sarà
subito qui. Tornerò presto...".
Tutti fecero il saluto, rimettendosi in posizione mentre lei lasciava
l'edificio.
"Madre, perdona un mio parere..." disse Helias attraverso il phonevolet
come faceva sempre quando era all'esterno, restando collegato e
sorvegliando con ogni apparecchio presente "Sei sicura di aver fatto
bene con il SIndaco? Non ci saranno ripercussioni? NOn temi che quella
gente, i suoi amici, possa crearci problemi, sapendo dove siamo?"
"Chi ha detto che sanno dove siamo. SOno venuti con un Cellar blindato
e oscurato dall'interno e adesso è stato..." continuando a
camminare per il Campo verso la Squadrella, la prima zona vicino
l'ingresso come un contenimento sigillato. Una costruzione ideata
apposta per chi
giungeva e deve essere controllato o chiedeva un incontro e non si
voleva
far vedere il Campo. L'aspetto era a L con l'ingresso nella parte
lunga, un ambiente con frigo e il necessario per qualcosa di veloce da
offrire e una porta, che conduceva alla parte piccola della L, senza
finestre e più blindata, che somigliava a una stanza
interrogatori classica con delle sedie diverse in base a chi vi
è
ospitato. Fece una pausa osservando gli uomini intorno nei
vari
compiti che stavano svolgendo "...diciamo scortato con un'auto apposita
oscurata all'interno. Bloccato, quindi non apribile dall'interno e con
un divisore corazzato per l'autista. Tutto ok, quindi. Rilassati. Se
hai visto abbiamo centinaia di uomini di guardia o in giro per questo o
quell'incarico, che comunque controllano sempre intorno. Le telecamere
di vario tipo permettono ai Controllori di osservare ogni cosa
nell'ufficio che occupano, e ci sei tu come Sterling. Inoltre noi
dobbiamo aver paura di un'organizzazione di un Paese che il massimo che
sa fare è far esplodere macchine, picchiare la gente
perchè li paghi e occupare altri paesi portando la loro
malsana
mentalità anche là? Io non ho paura, per
niente..."
Intravide Gask ridere con alcuni uomini vicino i furgoni blindati, i
Cellar. Se ricordava doveva trattarsi del gruppo che doveva ritirare
dall'AerOl gli approvigionamenti e cosa inviavano dallo Chateau, che
atterrava sul lungomare. Bottiglie in mano, sghignazzi, pacche sulle
spalle e adavano a parlare e fare casino anche per ore. Poi lui si
alzò da dove era poggiato, prese una sacca accasciata a
terra e se la mise in spalla,
salutando. Mentre proseguiva per uno degli edifici la notò e
e
fece dei gesti con le mani camminando, il linguaggio dei segni. Lo vide
voltarsi circospetto per quello che faceva, controllando se qualcuno se
ne fosse accorto, ma lei rispose con un cenno negativo della testa. La
vide irata, la guardò dubbioso ma lei scosse di nuovo la
testa,
gli fece un gesto con le mani e proseguiì verso la
Squadrella,
mentre lui camminava tranquillo all'apparenza ma perplesso
dentro, verso un'altra parte.
Raggiunse l'edificio ed
entrò, dirigendosi subito verso la zona di contenimento.
"madre, resterò in modalità passiva. Per
qualunque cosa sono in ascolto"
"Ok, ti dirò io quando ritirarti"
Attivò il pannello d'entrata e dopo essersi avvicinata con
la
testa, la partò scattò e il complicato meccanismo
a
ganasce iniziò a rilasciarle una ad una
finchè non
si aprì in due ante scorrevoli sparirono nell'intellaiatura,
o
meglio dentro gli spessi e robusti muri in ferro. All'interno di era
una donna, abbigliata in nero con un abito largo a due pezzi. Una gonna
lunga a campana e una sorta di giacca che giungeva massimo sopra i
fianchi. Alcuni decori leggeri in grigio chiaro sui bordi. La testa era
coperta da una sorta di turbante che formava come una decorazione sul
lato destro, ma le frange cadevano sulla spalla sinistra. Quella
decorazione sembrava una treccia larga con una sorta di S
più visibile grande che
partiva dal centro della testa nell'intreccio e cadeva sotto
l'orecchio. Inoltre il foulard rispetto l'abito aveva varie strisce
nere e grigie e, per come era indossato, sembravano dei capelli bianchi
con strisce nere e grigie. Almeno ad un'occhiata lontana.
Sul turbante portava come delle collane con vari ciondoli danzanti a
ogni movimento e sopra il collo alla asiatica dell'abito vi era una
collana larga e articolata con pietre, come un pettorale egizio ma
tutto fiori e viticci.
"Sorella... che piacere" proruppe la donna severamente. Era
già
in piedi, dritta come un fuso, osservando le pareti con dei quadri
senza vetro. La fissò rigida e composta, quasi aggraziata
anche
per il suo aspetto, filiforme e minuto, come il viso, dei
tratti
arrotondati e gentili.
Kianta guardò l'altra con disappunto, mostrando irritazione
apertamente. Fece qualche passo dentro la stanza così che la
porta si chiedesse e osservò che la sedia che le avevano
dato
per sedersi era quella normale, non come le altre che avevano lievi
difetti impercettibili, non visibili da chi non sapeva, che rendevano
ogni posizione fastidiosa, peggiorando con il tempo, aumentando il
disagio di chi vi si sedeva così che parlasse. Anche
l'ambiente
era studiato, con quadri che mostravano disegni di roshak camufatti da
arte astratta e moderna.
"Sorella Rhona...Colei che invita! Qual vento ti porta qui invece di
intortare qualcuno che interessa a Dorde o Milan?"
Kianta restò in piedi anche lei, visto che, anche
avvicinandosi
alla sedia la donna era rimasta ferma più indietro,
stringendosi
le mani davanti il ventre.
"Sorella Diandra, Colei che insegna. Purtroppo chi insegna qualsiasi
cosa nel mondo è anche una persona... piccata, redarguente,
ammonente... che vede un velo ostile su chiunque. E tu non fai
eccezione. Presumi che io sia qui per qualcosa di negativo..:"
"E cosa posso pensare di una Figlia o Musa che fa visita a qualcuno.
Essendo una di voi so bene che il vostro compito è sia di
consigliare e indirizzare, sia di agire perchè le cose
vadano...
secondo le vostre previsioni. Vi celate dietro le vostre
abilità
chiamate doni, ma in reatà non fare niente di diverso di un
Esecutore. Eppure siete amate, ammirate, considerate come altri fanno
per sacerdoti di altre religioni. E non sono d'accordo. Una cosa
è ringraziare la Terra credendo in due forze generatrici
e
che si lega con la scienza, ma siete andati tutti oltre. L'idea della
Figlie per me è troppo! Inoltre siete tutte riccamente
abbigliate con sete, stoffe pregiate e gioielli. Vantate
abilità
che usate con le carte o cristalli o altri giochini da prestigiatore e
siete immischiate in ogni cosa vi sembra del vostro incarico. E Milan e
Dorde vi lasciano fare. Ciò è sbagliatissimo
perchè finchè si tratta di persone che mantengono
conoscenza e prepararo le feste è un conto. Spacciarsi per
portatori di parola del Padre e la Madre, che per me non sono altro che
raffigurazione di una cosa naturale, come foste sacerdoti e simili
è da vergogna. Si sta tornando al medievo? Il Segno
dell'Uccello
è davvero necessario? "
"Cosa trovi di negativo in noi? Vuoi forse dire che siamo come le
fattucchiere che prendevano in giro le persone? Ci reputi tali? Anzi, ti reputi tale? Sei
una di noi..."
"E' stato Milan su suggerimento di Dorde a farlo, non per mia
volontà come per voi. Siete voi che vi siete presentate a
loro
dicendo che avevate dei Doni, che eravate sensitive, spitiche e altre
cavolate e, convinti delle vostre prove, vi hanno scelte come testimoni
dei doni del Padre. Ossia di abilità naturali. Posso capire
fino
ad un certo punto, Sorella Rhona, che qualcuno nasce con qualcosa,
ma portarlo in adorazione come facevano e faranno ancora in India con
le Dee bambine, è da problematici qui" battendosi un dito su
una
tempia.
"Tu stai offendendo proprio i Doni del Padre. Noi prediciamo, noi
vediamo nel futuro o leggiamo la verità che il Padre ci
invia,
anche chiamando i cari vicini e spiriti di Luce. Non siamo truffatrici.
Anche tu stessa sei testimone di qualcosa, ecco perchè sei
tra
noi. Hai o non hai visto dei morti?"
"NO! POsso anche aver visto dei piedi... erano dei cavolo di piedi,
accidenti. E non è detto che davvero veda cose" sbattendo le
mani sul tavolo prensente in mezzo alla stanza, urlando "vi basate
troppo su misticismo e soprannaturale. E' sbagliato o si ritorna al
medievo per davvero"
"Mh" mormorò la donna osservandola "posso capire che non
approvi
nulla di queste cose perchè richiamano un retaggio culturale
dal
quale provieni, ma..."
"Ah!" sclamò rabbiosamente Kianta, alzando gli occhi dal
tavolo,
furenti e una linea per bocca "vedo che Milan parla
troppo, veramente troppo su cose che non vi interessano e che non
dovrebbe dire a nessuno. Non me ne frega un cavolo delle tecniche
popolari primitive che usavano o che alcuni membri della mia famiglia
dicessero o sapessero cose che potevano apparire predizioni. Capirai,
sul tempo o una sensazione. Io e tutti quanti le abbiamo. Usare olio o
uova per cacciare le negatività? Avrei voluto tirare i
piatti
che usavano per queste medievalate in testa a tutti. o il fatto che non
potevo dormire con i piedi verso la finestra come desideravo,
perchè è così che si mettono i
morti... quante
cazzate, cazzate, CAZZATE! TUTTI DITE CAZZATE invece di studiare il
mondo intorno a noi con occhi non totalmente scientifici, ma magari
mezzo. Almeno quello. E invece no, predizioni! Ma andate..."
"Sorella, mi rincresce molto che tu sia adirata per certe
cose
che le persone fanno, perchè è così
che si fa,
l'altra volta hai detto così. Hai detto tu stessa che molte
cose
del passato sono efficaci e buone come quelle..."
"QUello che volevo dire è che molte cose anticamente
andavano
bene per quel livello culturale e scientifico e che, avendo la gente
fatto comunque esperimenti e osservazioni, era buone. Come sappiamo
quali funghi sono mangerecci? Perchè la gente li provava e
crepava. Ecco! Quali erbe ancora oggi usiamo come elisir e liquoiri
medicali? Perchè la gente li provava e sapeva, eppure era
arrivata la religione e le persone che ne sapevano più dei
medici, con le mani legate dalla chiesa che accettava salassi e pietre
sminuzzate che facevano male che bene, e sono diventati diavoli. E
quelle cose sono arrivate a
noi è per la gente che voelva conoscere e aiutare, ma vallo
a spiegare ai preti. Si è
arrivati al punto che molti uomini seguono più voi per
sapere di salute e
metodi per sistemare tante cose, che ai nostri medici che sono i MI,
GLIO, RI! La gente se gli diamo figure come le vostre, scappa da voi!
Perchè crede che alleviate anche l'animo quando date
semplicemente speranze contro la sicurezza di qualcosa è
che conprovato e addirittura usavano prima. ma no, ci siete voi che con
qualche foglia di te o fondo di caffè predicete il futuro,
avete
visioni, vedete nei cristalli qualcosa o li usate per curarli. FOLLI!"
"Non era nostra intenzione sostituirci a medici o scienziati, eppure
noi non prendiamo in giro. Abbiamo dei doni, come tu che sei riuscita a
vedere una persona deceduta notando un particolare. La parte finale
delle gambe. QUindi scarpe e pantaloni dal ginocchio in giù.
E
magari ne hai visti tanti ma non hai capito la differenza
perchè
dal racconto di MIlan ho capito che per te era vedere... me, adesso.
Nitido, hai scambiato quelle gambe per il tutor che controllava il
lavoro vicino a te. Ma non cèra nessuno vicino, erano tutti
dall'altra parte della stanza a discutere di qualcosa, e tu eri la sola
al pc vicino la porta, nell'angono opposto. Eppure per te era chiaro
come quel che vedi adesso. Quindi di cosa parliamo? Sei tu che non lo
accetti. Noi abbiamo ricevuto dalla Madre la vita e dal Padre dei doni.
Ci sono tuoi uomini che sanno lavorare il ferro, altri ingredienti di
cucina, altri ingredienti di chimica e via dicendo. Tu hai sostenuto il
loro lavoro e gli permetti di esprimere creatività e
capacità di migliorarsi. Hai pensato alla Raccolta e procedi
ogni settimana, dando loro modo di scoprire chi e
cosa sono. E cosa hanno ricevuto dal Padre, e tu stessi agisci come
noi.
No, Milan mi rimprovererebbe. Afferma che tu sia la Prima Figlia o Musa
da lui scelta e a parte il nome rispetto a noi, che lo hai voluto tu,
ti ha dato il Dono che ti riflette. Ma lascia a me il mio. Il sono
Colei che Invita, che sussurra quel è meglio, che porge la
mano
per condurre dove serve. Io traghetto, io accompagno, io incontro per
conoscere noi e quel che è giusto. E le nostre sorelle hanno
accettato questo nostro incontro, anche se sono adirate. Si sentono
tradite da una di noi, poichè MIlan ci ha detto al Cerchio
che
tu abbandoni la posizione. Colei che invoca, Luned voleva un incontro
da noi tutte. Colei che appassiona, India, sente che in te non
cè più cosa ti animava. Colei che
crea,
Asseda, cè tristezza perchè non hai
più aiutato a
dipingere il Mondo Nuovo. Colei che cela, Comagia, voleva far
qualcosa contro di te insieme a nostra sorella, Ressona, colei che
punisce. E infine colei che mente, Corentin, vuole risolvere noi la
cosa e nascondere il tuo abbandono totale agli occhi del Leader e
Dorde. Ma
per noi queste ultime due soluzioni sono categoricamente bocciate. Se
ci avvaliamo delle Sorelle del mentire e del punire è per
casi
estremi contro l'umanità. Mentre tu sei la favorita di
entrambi,
preziosa e importante per tutti. Meriti rispetto e..."
"Oh, fatemi capire. QUindi sarei stata zittita una volta per tutte da
voi? Si è arrivati a questo? Siete peggio degli
esecutori e
Milan e Dorde ve lo hanno permesso?"
"Non adirarti, non siamo assassine. Tu stessa non uccidi certe persone,
ma dai loro una fine peggiore dell'abbraccio della Madre per il ritorno
a casa, nel mondo spirituale. Le altre sorelle hanno paura di cosa
potresti fare ora che la tua parte di te dell'essere sta venendo fuori.
Stai riacquistando quello che hai perduto con le Scans e questo ci fa
paura. Perchè cè una porta che tu non devi
aprire, che
Milan teme e anche noi. Tu sei un fastidio per certi versi, Diandra,
perchè sei imprevedibile, agisci e pensi in modi diversi da
quelli che crediamo che faresti
tu,
come Kianta. Dorde è teso e Milan ti teme. E noi come Figlie
abbiamo dei compiti da svolgere, ma se apri quella porta trovando la
chiave, molte cose finiranno"
"Ma di che diavolo parli, siete voi che rovinate tutto il lavoro
svolto. Inoltre mia cara sorella, io non ho mai incontrato Dorde, come
voi stesse. Non so che faccia abbia, che voce ha, niente. Parlate con
lui per telefono, vero? Infatti è per Milan che ho accetto
questa.. pagliacciata. Perchè è tale. L'idea che
la gente
abbia bisogno di rassicurazioni e speranze che poi non sono realistiche
o vere, è profondamente triste e denigrante. La
società
da in mano alle famiglie la vita e la mente delle generazioni future ma
non sempre, anzi quasi possiamo dire solo una percentuale è
davvero definibile come la scelta giusta per crescere nuovi uomini. Ma
la maggiorparte vuoi per religione, vuoi per problemi loro, vuoi per
tante cose nascoste dietro le tradizioni, le cose si fanno
così,
la nostra vita va data a dio e i genitori, e dobbiamo fare tutto quello
che secondo loro è giusto... anche a discapito di noi
stessi. La
società è sbagliata e gestita da persone troppo
legate a
cose personali,e che vogliono facciano e credano tutti, che il giusto
per ogni persona
al mondo. Noi dobbiamo cambiare quella società, o meglio
quelle
società in una a misura per tutti,
perchè con
piccole accortezze è possibile. Non inbrigliare la gente con
la
scusa dell'amore famigliare, degli che devono avere, del fatto
che se sei nato in un posto devi essere quello che gli altri credono
sia giusto. Come il Re leone. Bel film ma un pessimo esempio per
questo. No, Simba, Tu non puoi vivere come vuoi perchè sei
nato
Re e devi essere Re. Non esiste altro, è il tuo destino.
Begli
insegnamenti..."
"Sei troppo rigida, sorella. E troppo piena di rabbia. Noi..."
"Non osare dirmi che sono rigida o altre stronzate. Stiamo diventando
come una setta religiosa o pseudo tale sporcando tutto il lavoro fatto
finora. Perchè dovete usare la ruota dell'anno per riportare
nella realtà un concetto che dovrebbe onorare la natura.
Celebrazioni e festeggiamenti che un tempo erano sentiti e fatti da
noi, adesso sono aperti a tutti quelli che Milan convince, e ora
pagliacci vestiti come preti fanno casino in qualcosa di serio.
Perchè? Perchè usare i cromlech rituali per cose
fuori
logica? Perchè Milan ha iniziato ad usare la religione
naturale
per attirare finanziatori e non solo, rovinando qualcosa di..."
"Le persone hanno bisogno di speranza. Se ben sai le vecchie religione
sono nate da persone che onoravano così
tanto coloro che
volevano cambire le cose o far conoscere la religione in cui credevano
in modo diverso, da generarne una nuova a loro ispirata. Per
portarla in altri paesi e soppiantare quelle esistenti, si
creò
il culto della Madre di Dio prendendo in prestito le effigi di Iside,
con il figlio secondo la storia di questa Dea egizia ed ecco che tutto
prese
maggior piede la madonna. Le altre religioni sono state e sono tutt'ora
sanguinarie e pericolose per i suoi estremisti e pazzi, che credono di
parlare e agire per Dio. Un Dio non naturale, ultraterreno a tal punto
da essere messo su un monte come l'Olimpo o un posto nei cieli
così in alto che si può raggiungere solo morendo.
Quasi
come fosse un individuo di un'altra galassia ed ecco che diventa
alieno. Le società plasmano dei e santi a loro piacimento
per i
propri scopi..."
"Si lo so bene. COme le tremila madonne diverse che fanno tremila cose
diverse, come se in realtà fossero tremila dee diverse.
Guarda
caso a santi e madonne hanno dato poteri e capacità al pari
di
Dio ma non lo capiscono. O come l'idea secondo molti che è
giusto e corretto accettare che un Dio invisibile per tutti e con
l'umore variabile come nel loro Libro, ci usi come il gioco The Sims
per
il proprio diletto, ci indichi cosa siamo e dove andare e noi ad
ubbidire a tutto. Anche se siamo infelici, soffriamo, sopportiamo
quello che fanno altri come fossiamo niente, perchè Lui
vuole
così. E' una cosa vergognosa e miliardi di persone prima di
noi
hanno sofferto da cani per i dettami delle religioni. O come
attualmente dagli anni '70 alcuni paesi arabi sono passati ad essere al
livello nostro a peggio del medioevo. E io non posso tollerarlo. E' per
questo che ho accettato l'idea che la Natura possa essere associata a
divinità, però sempre legate ad essa, mai
qualcosa di
lontano da noi. La religione celtica o antica la accetto ma non quello
che state facendo. State diventando come i preti e sacerdoti che aborro
e vorrei veder spariti. Persone vuote e incapaci neanche di capire chi
sono, che agiscono da pazzi seguendo un libro di millenni che parla di
regole e vite così vecchia da essere vergognose, eppure per
loro
è sacro. Quello che cè scritto lo hai mai letto?
Io si,
ecco perchè da piccola ho iniziato a non volerci avere
niente a
che fare. Miliardi di persone uccise da Dio solo perchè non
erano le pedine che voleva vedere, perchè come dice il libro
sono . Ma se Dio li ha creati che nemici
sarebbero? Solo perchè non accettano i dettami sacri?
Addirittura per fermare cose ritenute abominevoli si fanno cose
altrettanto abominevoli, che però sono considerate giuste. O
Come
una volta una conversazione con certe persone, dove consderavano i
santi
perchè si erano sacrificati per qualcosa in cui credevano,
come
fece l'uomo a cui si ispiravano e io non potevo credere alle mie
orecchie. Lodare e ricordare persone che sono morte perchè
credevano in un Dio invece che ad altro, creando casini
all'umanità. Lo capisci? Considerare santi soggetti che
muoiono per qualcosa X invece di qualcuno che ha fatto qualcosa per
altri perchè ama gli altri. Quante persone nella storia
dell'uomo meritavano un ricordo migliore e sono finiti come macchiette
e santi che molti erano solo inventati con ossa di pollo, o altri
animali, adorati e venerati con lacrime con poteri divini. Odiare e
uccidere in modi atroci altri
per una religone. COme Ipazia, che voleva proteggere la conoscenza che
invece i cristiani hanno estirpato e modificato, perchè si
adattasse a loro libro ottuso. Libro scritto quattrocento anni dopo
l'uomo che predicava... quanto cè di vero in quelle storie?
Oh
,ma lui è morto per noi, il suo sangue lava tutti i peccati
solo
che secondo loro chi nasce è già un peccatore. E
allora
la storia dell'abate Saunière, che si imbatté in
una serie di
reperti a Rennes, che dicono il contrario? Che il famoso figlio di dio
non morì ma... capisci che significa? Un prete che appena fa
una
scoperta cambia le sue convinzioni e crea edifici rivelatori in quel
modo, se non fosse vero? CHe gente vuota dentro si è fatta
ammazzare in modi altroci e ha portato a guerre e dolore per secoli,
per
ninete. Gente che ha sofferto tutta la vita per regole che gli altri
gli imponevano oppure era feccia. Se l'abate ha cercato davvero di
avvisare la gente insieme alla sua perpetua, fino alla loro morte, sai
cosa significa? Che io avevo ragione e non quelle persone, che mi
fecero rabbrividere nel vedere come si infervoravano per gente che si
è immolata per qualcosa di invisibile e non verificato,
rispetto
alla natura e al mondo che ci ospita e ci fa vivere. persone anche che
credono, seguono e latinano preghiere e rosari e poi non conoscono la
chiesa e il Libro, eppure si dicono fedeli a quella religione. Che
senso ha se credi in un Dio, che dice secondo certuni certe cose, e
poinon te ne frega di cosa cè scritto. Preghi solo
perchè temi il dopo. Non stai pregando un Dio che pensa una
cosa, ma tu
ti allontani dal libro? E che fedele sei? E' un controsenso
perchè a quel punto cosa o chi stai pregando? Come l'idea
che
una donna che allatta e schifoso da vedere e deve velarsi,
perchè
visione impura, ma tengono quadri con la Madonna con i seni di fuori
per
allattare. Lì va bene! E tante, tante cose
assurde...
QUante donne sopratuttto sono morte nella sofferenza e nelle catene
messe da altre..." svuotendo la testa amaramente.
"Sorella, comprendo..."
"No, tu non comprendi." voltandole le spalle "Tu sei venuta qui per
farmi cambiare idea o sbaglio? Non stai facendo la stessa cosa? E Milan
lo accetta? State sporcando quello che è in
verità un
sentimento di ringraziamento e rispetto per ciò che ci
circonda
e ci ha creato. Un pò romanzata ma comprensibile e
accettabile,
ma sta degenerando da quando è finita in mano vostra. Quando
eravamo solo io e Milan a gestire tutto, era qualcosa di bello per
tutti, adesso è peggio di un baccanale. E io me ne
vado
fuori, trovatevi un'altra . Non mi
cercate
più per idiozie. E non tentate di farmi fuori, voi siete
niente
perchè senza chi vi ascolta non sareste niente.
Non siete me e non lo sarete mai..."
La lasciò sola facendo scattare la serratura di nuovo alle
sue
spalle. Camminò lentamente per il corridoio respirando
profondamnete, cercando di calmarsi ma non riusciva. Le cose stavano
sfuggendo di mano, macchiandosi di nero a causa di altri. Milan
sbagliava a scegliere chiunque lo attirasse per dargli degli incarichi,
che meriterebbero invece persone che non mutassero troppo la base.
Stava diventando qualcosa di negativo alla pari delle
civiltà
primitive o azteche con cerimonie particolari. Questo le veniva in
mente, nel partecipare negli ultimi tempi o sapere come si sarebbero
svolte. E non capiva come Dorde e Milan li accettasser,o ma loro non si
agitavano come lei. Milan partecipava come sempre con gran sorrisi e
ebenvolenza per tutto quello che si svolgeva e non capita. Kianta non
comprendeva come potesse essere ben visto un culto che stava cambiando
così rapidamente e per lei in peggio. Stavano davvero
diventando
tutto arcaico...
Si fermò non appena fu fuori. Non le importò se
qualcuno
la vedeva, ma alzò il viso verso il cielo azzurro con nuvole
paffute che scivolavano su quel manto ceruleo, come fosse stato
incerato
e queste giocassero come su uno scivolo. Si, pensa in positivo si disse.
Ma appena chiuse gli occhi per fare un respiro profondo per rilasarsi
le apparvero scene che voleva cancellare. Un grosso gufo, un uomo
intonacato, una folla, dei rettangoli scavati per terra, cantilene e
urla.
No!
Aprì subito gli occhi nervosa, fece tre respiri profondi e
poi
scosse la testa scendendo con lo sguardo verso il basso. No, doveva
pensare a qualcosa di bello, di bello... chiuse gli occhi e
cercò il primo ricordo che fosse bello. QUasi...
Mesi prima
kianta si trovava
all'esterno di
una villa del XIX secolo situata vicino un paese,
in una
provincia che stavano usando come Torre in quel paese. Negli anni post
costruzione fu un edificio molto curato in Stile Eclettico, con annesso
un grandissmo ed esteso giardino. Aveva contaminazioni di altre
architetture come
quella bulgara, moresca o rumena. La villa si sviluppava su quattro
piani, esternamente decorati a rilievo in manira squisita, con cucine,
cantine e lavanderia nei sotterranei, sala da pranzo e sale per gli
ospiti al piano terra, le stanze padronali al primo piano e gli alloggi
per la servitù al secondo. Per riscaldare adeguatamente i
locali
erano presenti molti camini e soprattutto si studiò un
sistema
di tubature complesso per fare scorrere l’acqua calda
attraverso
le pareti.
Essendo un edificio dell'Ottocento, presentava
delle mura
molto spesse e l'usura causata dagli agenti atmosferici non riusciva
consumarla per intero, come altre abbandonate. Lasciata per un secolo
all'abbandono, si chiamava Casa o Dimora rossa per l'ex colore della
facciata. Lei amava quella villa, da quando l'aveva vista per il loro
progetto di salvaguardare i tesori lasciati al degrado mutandoli in
Torri.
Vecchie ville, case, edifici in generale che meritavano non l'incuria
ma il ritorno allo splendore ed un uso appropriato. E, in quel paese,
lei aveva scelto proprio quella come se la conoscesse già.
Invero aveva come ricordato l'interno, con un camino bellissimo appena
visto l'edificio da fuori, eppure era certa che fosse la prima volta.
Le scale senza corrimano le sembravano familiare come altre parti.
Forse
le aveva viste in foto? Era un dejavù per questo motivo,
anche
se aveva scorto l'interno da alcune foto mesi prima, senza badarvi
troppo e ora tornavano? Non ricordava, era stanca anche se primo
pomeriggio a causa degli allenamenti della mattina, ma le sembrava
comunque un qualcosa di già visto. Scosse la testa per
scacciare
quelle immagini e attese gli uomini.
Era
bellissima dalle foto, che
attraeva come una calamita e lei si disse che era solo quello. Era la
prima scelta tra tutte e voleva farla rivivere. Le faceva male dentro
nello scoprire come perle del passato erano lasciate al disastro e i
vandali, senza considerazione, mentre si elogiavano quegli orridi e
squallidi nuovi efidici moderni in acciaio e vetro o stili severi che
erano un pugno in un'occhio e li odiava. NOn capiva come certa gente
amasse i grattacieli o nuove costruzioni che non erano fatte per essere
ammirare e per durare, come quello di fronte a lei. E si dispiacque per
l'architetto morto prestissimo e prima di veder utlimata questa sua
opera. Chissà quali altre opere avrebbe lasciato.
GLi uomini la raggiunsero dall'automezzo che li aveva portati in quel
luogo, portandosi tutti gli attrezzi necessari per iniziare i lavori.
Aver scovato dopo un pò di ricerche gli attuali proprietari
e
aver comprato per poco rispetto a quanto volevano l'edificio, la
rendeva felice.
"Comandante siamo pronti. Io, Grégoire,
Jean-Luc e Julien abbiamo tutto. Maximilien
ci aspetta nello scantinato dove abbiamo già impostato una
Consolle e il necessario per iniziare i lavori. Se per lei va bene
vorrei fare un incontro all'interno, stanza per stanza, e finire con la
facciata,... tenerla alla fine..."
"Certo, anche se ricordati bene che la prima cosa necessaria
è
la messa in sicurezza di ogni parete, pilasto e pavimento. E' la cosa
principale. I puntoni che abbiamo messo sostengono i tetti per il
momento ma è la primissima cosa che devi studiare. Devi
anche
analizzare ogni rimasuglio di decorazione in rilievo e ricrearlo..."
"nessun problema, stia tranquilla. Abbiamo già studiato la
struttura e le piantine, sappiamo i danni causate dai vecchi tubi
dell'acqua e dai vandali. Abbiamo delle vecchie foto su cui basarci,
quindi non perderemo molto. Non siamo riusciti ad ottenere i progetti
originali, sembrava che fossero conservati dai discendenti, ma fino ad
ora nulla. Vedremo in seguito. Per i muri e pavimenti ho un dubbio.
Abbiamo già studiato la miscela necessaria per rinforzare la
struttura, usata dalle altre due Torri già iniziate, ma ho
non so.... Dovremo studiare dopo analisi la calce usata per ogni
edificio
e adattarla per ogni singolo edificio?"
"No, quella che usiamo è una ricetta antica e che si
rinforza
decennio dopo decennio. Dovrebbe plasmarsi con la vecchia rendendo la
costruzione solida, indistruttibilie
e addirittura più duratura con il passare del tempo. QUindi attenetevi alle parti da
miscelare. Secondo me non dovremmo cambiarla..."
"Abbiamo già ammassato nello scantinato la cenere e sedimenti di roccia
vulcanica, calce viva da cottura di pietre calcaree,
e l'
acqua di mare. Le proporzioni precise rimangono ancora
inesatte,
il che rende tutto molto indefinito. Secondo Vitruvio, il rapporto
ideale per realizzare un’ottima miscela era tre parti di
cenere
vulcanica e una parte di calce. Noi abbiamo fato varie prove, ecco
perchè chiedevo quale utilizzare. Mescoleremo poi la miscela
con
pezzi di mattoni o tufo all'occorrenza o riempiremo crepe, fessure se
ve ne sono o ricopriremo muri e pavimenti già esistenti. Il
piano più alto però è caduto, quindi
dovremo
ricostruire la parte mancante con barre di ferro o legno come anime
interne e proseguire a tappare la parte che ha rovinato verso il basso.
Tutto è andato liscio con le altre due Torri, abbiamo
addirittura provato con armadi pesanti sopra quei punti, mettendo dei
materassi impilati nel piano sottostante, nessuan crepa, nessuna
cedevolezza. Nulla. per sicurezza ogni due anni provveremo a smattonare
senza rompere le piastrelle, sistemate apposta in quel modo, e
rirroreremo di acqua di mare per aumentare la composizione chimica per
indurire meglio la struttura. Durerà altri secoli se ben
tenuta..."
“Inespugnabile alle onde marine e ogni giorno più
resistente del giorno precedente”. .. grazie
Plinio! Io direi però di non usare anime di
legno o ferro. Il secondo si può arriggire per l'cqua di
mare,
le prove che abbiamo fatto lo dimostrano. Anche il legno lo sconsiglio,
ma usiamo invece proprio mattorni o tufo fatti da noi come barre lunghe
e tonde, che si legano meglio e non ingrossano e crepano nulla. Nel
caso manderò una squadra per questa produzione qui
direttamente
o lo faremo allo Chateau, e ve li manderemo con l'AerOl. Ma la cosa che
dovete fare innanzitutto è scoprire come sistemare l'anima
come
direzione, quale è la migiore stanza per stanza, seguite la
costruzione originaria. E non pensate come diceva Milan di mettere
pilastri in mezzo alle stanze per reggere i pesi al centro... non siamo
in un pantheon e non voglio colonne tra i piedi nelle stanze. Inserite
da punta a punta le anime e poi provvedete a realizzare i pavimenti.
Controllate i muri per riempire le fessure e..."
"Comandante, scusi..." disse Jean-Luc interrompendoli, mentre
studiavano una piantina cartacea tenuta dall'uomo "Maximilien
dice che deve parlarle assolutamente ed è necessario.
Subito.
Dice che una cosa da dirle assolutamente prima di iniziare qualunque
..."
"ok, capito... ascolta."rivolta all'uomo con cui discuteva sulla
cartina "Mentre io parlo con
Maximilien, tu controlla il piano più alto, così
appena
torno possiamo discutere quel che dobbiamo adottare. Julien,
signor
architetto, lo segua e schizzi le sue impressioni e metodo di lavoro
insieme a lui. Studi bene l'idea dell'anima in materiali da costruzione
che non siano legno e ferro. Per le scale posteriori fatte attenzione,
sono
rimasti solo gradini e temo che, se non faremo attenzione, un
volo
verso il basso ce lo becchiano... posso andare o avete bisogno di
discutere altro? però ripeto come durante il volo, io studio
con
voi le questioni ma siete voi architetto e ingegnere capo, voglio solo
essere sicura di fare un piano di recupero. Non voglio rubarvi il
lavoro..."
"Non si preoccupi capo, lavorare con lei è interessante e
stimolante. Sa tante cose e confrontarci con lei è di
ispirazione. Saremo al piano superiore dove è possibile
arrivare
e studieremo i locali. Sistemeremo i piani dall'alto verso il basso
come deciso. Stia tranquilla"
Kianta salutò con un cenno della testa e si avviò
all'interno dell'edificio per raggiungere il seminterrato e le zone e
gallerie scavate e armate, per reggere il peso superiore dell'edificio.
Oltre quindi alla ghiacciaia e scantinato originale avevano ampliato la
zona sotterranea oltre la dimenzione reale dell'edificio ma metri e
metri più in fondo, lasciando una zona di terreno naturale
intatto e poi una sorta di bunker, come altri lo avrebbero definito,
con pareti di base rinfonzate a cui avevano sopraposto dei muri in
legno decorato. All'interno era come... una casa. Chi lo avrebbe visto
ad una prima occhiata avrebbe creduto di essere di un appartamneto
molto grande.
Qualcosa la fermò appena varcata la soglia, quando alcuni
uomini
all'interno, che stavano pulendo le macerie e danni causati dai
vandali, corsero ad affacciarsi alle finestre. O meglio, al quadrato
rimasto per via della perdita della finestra in legno. Si
voltò sorpresa e vide che si era fermata un'auto, e si
innervosì per il
casino all'esterno. E chi poteva mai essere, si disse? Se non Alaric,
cèra solo lui.
Giungeva con alcuni suoi uomini da dentro una delle macchine convertite
in idrogeno a zero emissioni. Ormai non avevano più alcuna
auto
a benzina o a combustibili dannosi, così come non usavano
più gas per cucinare e riscaldarsi. Allo chateau avevano
installate sia le vecchie caldaie a legna o carbone, sempre ben
mantenute per emergenza, sia le installazioni eoliche, ad acqua e
solari per l'energia elettrica necessaria a far funzionare tutto. Ed
erano non sufficienti, di più, potevano contare su una sorta
di
magazzino che avevano creato con la corrente autoprodotta in eccedenza.
La Mirai blu notte metalizzata era ferma dietro l'automezzo che
usavano, un van per il trasporto di persone e oggetti grandi. Tutti
salutavano i nuovi arrivati con calore e Gask fermò il
nugolo di
persone in mezzo allo spiazzo per parlare, indicando con un pollice
verso la macchina qualcosa, mentre parlava. Lei osservò
qualche
attimo, finchè mentre parlavano lui non scambiò
uno
sguardo con lei, e allora capì. Chiamò a voce gli
uomini
all'interno radunandoli e diede loro un paio d'ore di liberta, essendo
stata informata che ormai avevano terminato le pulizie più
fastidiose. Avevano
sgombrato quasi tutto, dovevano solo fare controlli strutturali
perchè
gli architetti e ingegneri mettessero firma ai lavori.
Li pregò di non eccedere con l'alcool, sicura che sarebbero
andati a qualche bar o meglio pub locale, i loro preferiti,
perchè a volte vi era anche intrattenimneti canori.
Però
non erano a casa loro, doveva ricordargli di essere educati e non
attirare troppo l'attenzione. Gask e gli altri venuto con lui li
raggiunsero e lei
chiese che il gruppo andasse in pausa lunga prima del lavoro di studio
fino
a sera con gli altri. Fermò però Gask e gli
chiese di stare con un paio
di suoi uomini perchè doveva parlare con Maximilien e voleva
anche lui presente.
Gli uomini quindi presero il van, mentre la macchina l'avrebbe usata
Gask di nuovo per raggiungerli dopo poco. Lei poi entrò
dentro
per andare da Maximilien, seguita da Gask e tre uomini.
L'interno era ormai spoglio per l'azione di pulizia che stavano
attuando gli uomini, prima cosa dopo aver acquistato l'edificio.
Restavano, al loro primo arrivo, solo oggetti rotti a terra
ma
sporadici in mezzo a calcinazzi, parti franati di varie dimensioni e
sporcizia lasciata da vandali e visitatori vari. Adesso era tutto
così pulito che l'eco dei loro passi faceva paura.
"Come mai hai dato loro due ore?"
Lei voltò di poco la testa mentre camminava per
guardarlo ,
rallentò un pò e chiese ai tre uomini di agire in
due
modi. A due di precederli per controllare che gli uomini avessero
ripulito tutto fino al seminterrato e l'altro prendere la macchina e
andare ad acquistare alcuni oggetti scritti in un foglio che gli
passò. Lasciò i due avanzare nervosi verso i loro
compiti, controllando corridoi, stanze e zona scale fino a
ghiacciaia o scantinato e il terzo verso l'uscita. Lei
proseguì con calma e con una buona distanza, verso
il
basso, attraversando la villa fino alle zone della servitù.
Dovevano raggiungere due scale diverse e vicine per due locali
differenti. QUindi vi era una zona con due scale a chiocciola, larga
per
due persone e non troppo ripida, vicine che portavano a due ambienti
diversi, uno più piccolo che era la ghiacchiaia e, diviso da
un
muro che separava le scale, l'altra che conduceva alla zona inferiore e
interrata della villa.
"Ho dato loro due ore perchè cè una questione che
vorrei
sistemare e Maximilien ha urgenza di parlarmi, quindi è una
cosa
seria. Devi essere presente sia perchè sei terzo al comando,
sia
perchè sei il fratello-amico di Milan e voglio che senta
anche
tu in casi di problemi"
"problemi di cosa?"
"lo vedrai" gli disse davanti la scala. Proseguì, seguta da
Gask che le stava
vicino ma, arrivati al seminterrato tornò a stare ad una
certa
distanza.
L'ambiente era ampio e diviso per sezioni. Una molto in fondo e
protetto era la cantina, con botti su una rastrelliera apposita come le
bottiglie, sistemate per anno dall'alto verso il basso. Ovviamente non
erano presenti prima, ma portate da loro perchè Milan voleva
farci, di quel luogo, un ambiente raffinato per invitare alleati e
finanziatori. E riserva per le altre Torri in quel paese, nn
solo come base di appoggio per ogni sistuazione
futura. Anticamente veniva suddiviso in cantina, zona rimessa per vari
oggetti, lavanderia e magazzino viveri non deperibili. In
pratica
un rettangolo diviso in quattro zone. Loro avevano dimezzato
quell'ambiante lasciando la cantinetta e zona magazzino per varie cose,
dividendolo da quello in cui avevano attrezzato l'angolo di lavoro e di
computer.
Alcuni computer stavano su una scrivania a sinistra dell'altrata, verso
il muro, In fondo verso il divisorio vi era la Consolle, A destra della
fine delle scale entrando vi era il tavolo da lavoro da architettura
per studiare i progetti e decidere i metodi di ristrutturazione con
tutti
gli attrezzi necessari. Dopo questo tavolo e tra la scrivania e la
Consolle vi erano enormi armadi metallici con serratura, per riporre
attrezzi e materiali per non lasciarli nelle stanze per i giorni
successivi.
Al centro vi era Maxilien che lavorava su un computer portatile in
mezzo ad altra attrezzatura connessa da fili, mentre i due che li
avevano preceduti gli porgevano qualcosa. QUando li vide entrare,
scattò in piedi e richiamò l'attenzione dei due
sul
computer.
"Comandante, capitano, vi ho chiesto di venire subito perchè
cè un avviso. I sistemi hanno avvertito nelle vicinanze un
aggancio e non so che pensare. E...."
"Calmati, nessun problema. Racconta per bene..."
"Avevamo già visto segni recenti nell'edificio di
visitatori, per
questo ci ha chiesto di installare sensori invisibili e installare la
Consolle con un Crell. Wuodan o come lei lo chiama per sintetizzare
Woden, ha rilevato però in quelli esterni e
nell'apparecchiatura
di rilevanza Ellissi, dei segnali in avvicinamenti che prima non
cèrano..."
"non ho capito..." disse di colpo Gask interrompendolo e venendo
guardato male da Kianta. Scosse la testa esasperata e disse "Ellissi,
metodo utilizzato per la rete cellulare o mobile che permette la
telecomunicazione. Hai presente i telefonini e i phonvlet? Ecco. Noi
possiamo individuare entro una certa area la presenza di cellulari
agganciati alle celle vicine, triangoliamo la posizione in base a dove
ci troviamo per sapere se cè qualcuno nelle vicinanze"
"Come nei film?"
Lei lo fissò rigida e fredda, e Maximilian temette
iniziassero
una discussione come sempre. QUindi tagliò in principio sul
nascere un possibile litigio e si buttò sul portatile,
iniziando
un discorso.
"Si, il comandante ha detto bene e il capitano ha fatto una domanda
interessante..." vedendo però lei fissarlo con occhi a
fessura,
incrociando le braccia "Beh... ecco, ho riscontrato cinque segnali. Con
la nostra attrezzatura possiamo individuare e scoprire tutti i
pacchetti, o dati se preferite, trasmessi dalla cella al dispositivo.
Io non l'ho fatto, volevo prima istruzioni da voi, ma se vedete"
girando il portatile verso di loro con una grafica che individuava due
sezioni. Una come un radar con dei pallini che si muovevano piano piano
e un'altra con delle righe di testo che cambiavano "cinque dispositivi
viaggiano a bassissima velocità, forse a piedi, verso di
noi..:"
"come fanno a camminare a piedi i dispositivi? vuoi dire che qualcuno
cammina..."
"no, vuol dire che questi oggetti sono portati dai gufi di harry
potter.... ma certo che vuole intendere che cè qalcuno che
si
sta avvicinando con dei dispositivi, che si collegano alle celle
vicine..." si incavolò lei verso Gask, allargando le braccia
con
i palmi in su "ti prego maximilien, continua..." voltandosi. Si
arrabbiò maggioremnte quando alle sue spalle
sentì Gask chiedere cosa fossero i gufi di poter e
Maximilien e i due risero, fermandosi per ricomporsi.
"Si... ho scoperto tramite i tabulati a cui noi possiamo attingere...
ah, il potere del leader, comunque sembra che un'altra volta questi
dispositivi hanno agganciato quella cella. Gli stessi, riconosciuti dai
codici dei telefoni, alle medesime celle. Questo significa che o stanno
venendo qui, esattamente in questo luogo, oppure in una zona vicina.
Comunque un'area che di fatto fa parte di questo possedimento. La cella
a noi più vicina è stata montata per le
vicinanze, ma in
totale le celle in un raggio di due kilometri è di sei
celle, un
mix tra omnidirezionale, bicellulare e tricellulare. Ogni antenna
è al centro di un cerchio ipotetico di 1,35 km max. Tutte
queste
antenne con questi ipotetici cerchi si incrociano tra loro dandomi modo
di sovrapporrele a una mappa dell'area, e quindi sapere via, zona e
altri fattori. Questo mi mermette di sapere dove vanno e se
ci
superano, ma dalla direzione e velocità, sembra che stiano
giungendo qui. Non ci sono altre soluzioni. Perchè non lo
so..."
"Lo so io..." proruppe Kianta seria "dovresti averlo capito vedendo lo
stato della struttura..."
"Mi spiace comandante, ma io sono un risultato della Raccolta, non so
molto di altro al di fuori di quello che ho imparato grazie a lei. E il
prima era riferito al mio vecchio me.
Ma non ho capito perchè verrebbero qui..."
"Urbex,
contrazione di Urban
Explorer... ecco di cosa si tratta. Negli ultimi anni in vari paesi
cè stato il boom di esploraizoni di luoghi abbandonati,
meglio
ancora se antichi. Ci sono urbex che hanno trovato ville, case, edifici
con tutto lasciato come se le persone si fossero allontanate,
anche
se cinquanta anni prima. Chiese e fabbriche, miniere e ogni luogo
lasciato
a se stesso. E questo ne è un esempio. Cè qualche
traccia
per sapere chi sono?"
"esplorazioni... quello che fa lei, comandante?"
"Io lo faccio per
valutare gli edifici da acquistare... " facendo il broncio,
piccata, ma gask si intromise.
"però anche
tu vagabondi in vari posti a scoprire che cè dentro e
standoci un sacco. Jd dice..."
"Basta! smettila"
sussurò furente a Gask che si zittì. Allora lei
si rivolse a Maximilen.
"Continua a motorarli.
Verifica che
giungano davvero qui e fammi sapere nell'auricolare"
rovistando
tra le apparecchiature e trovando una capsula a scatto per tenere gli
auricolari. "stai attento e avvisami. Inoltra controlla e aggiornami
sui dati che si scambiano i cellulari con le celle per sapere chi sono"
mentre questo faceva il saluto
militare.
"Quanto a voi, invece di ciondolare senza far niente" disse lei verso i
due uomini rimasti" voglio che raggiungiate di corsa i piani superiori,
con le armi, anche se dovete tenerle con la sicura, e controllate i
movimenti dall'alto. Solo quando qualcuno entrerà e vi
parlerò, dovete scendere in silenzio, fin dove potete ma
siete
ben addestrati per questo, e accerchiarli nel corridorio principale.
Uno a destra e uno a sinistra. Chiaro?" i due accennarono con la testa
la risposta e andarono, prendendo da una sacca a terra due fucili neri.
"TU mi segui e stai al mio fianco. Anche se sei un pò tocco,
per
Milan sei una ottima Ombra quando serve, quindi datti da fare e resta
al mio fianco"
"E pensare che tu sei la sua
Ombra..." ridacchiò Gask facendola incavolare. GLi chiede un
colpo di gomito al fianco e si apprestò a salire le scale "e
prendi quella sedia in legno intagliato che avete portato qui per
MIlan, mi serve. Caricatela addosso, vedi tu, e seguimi. E ricorda..."
gli disse guardandolo negli occhi dall'altro dei primi gradini, come se
stesse comunicando anche
altro "lui
ti mandato qui come mia ombra ma devi fare come ti dico o ti faccio
tornare a modo mio a casa...
Lui restò, fermando anche il respiro, a fissarla mentre si
girava e saliva, con tristezza. Di nuovo arrabbiata con lui, di nuovo
quelle espressioni e quel . Poi corse
a prendere la
sedia, con uno schienale alto e intagliato, color legno scuro, con
seduta in pelle e ganbe a cavatappi bombato, non sapeva come
considerare quel ricciolo stretto alla fine. Grande di spalle come era
non
ebbe problemi a metterla sotto braccio e seguirla per le scale,
mettendola poi di fronte a lui per non rovinarla. Era sempre un'opera
dei
loro uomini, dono che avevano fatto a MIlan. E lui non voleva
danneggiarla.
Cinque ragazzi marciavano allegri tra sterpaglie e alberi selvatici,
per
giungere alla villa. Ridevano e scherzavano ma ammutolirono vedendo
materiali da costruzioni all'esterno, con tracce di ruote nello
spiazzio anteriore.
"Pensate che ci sia qualcuno?"
Aguzzarono le orecchie, si guardarono intorno ma non si udiva
ne
vedeva nulla. Si guardarono nervosi e incapaci di decidere,
finchè il capogruppo, Cesare, non li spinse a provare.
"Dai ragazzi, anche se primo pomeriggio non sembra esserci nessuno.
L'altra volta non cèra niente ma forse la devono
ristrutturare.
MOtivo per cui è necessario entrare e filmare tutto prima
dei
cambiamenti. No?" chiese lui voltandosi verso lo smartphone alzato dal
bastone per preparare un vlog.
"se ci scoprono che facciamo?" chiese una ragazza timidamente
"Tranquilla Ivana. La casa è grande e ci siamo
già stati,
anche se abbiamo esplorato solo il piano inferiore. Vediamo le bellezze
di questa casa come ho sentito... e poi ci sono i fantasmi..."
"Yeah" urlò uno che si bloccò. Gli era scappato e
ora tutti erano col fiato sospeso. Ma ninete, silenzio.
"Ok, ragazzi, entriamo dai. Prima che torni qualcuno"
Gli altri lo seguirono dubbiosi ma restarono sorpresi appena giunti
nell'androne. Tutto pulito, pareti spoglie e lavate e di nuovo chiare e
senza più scritte orribili, pavimenti
spazzati e liberati dai detriti. L'eco che ricordavano era
più
sonoro adesso.
"Cesare... non è normale"
"Calmatevi, devono aver comprato la casa, o stanno facendo qualcosa,
non so. Ma questo ci permette di vedere come è l'edificio
senza
macerie. Guardate" alzando le braccia e guardando lo schermo dello
smartphone per il video "si vedono ancora i decori, i colori sono
sgretolati in più punti ma si vede ancora come erano. I
camini...
riprendiamo tutto e documentiamo questa esplorazioni. Potremmo non
poterlo fare più..."
"non era così che lo ricordavo. la distruzione che avevamo
visto rovinava tutto..."
"GIà..."
"SI. E' vero.."
Passarono attraverso
porte senza stipiti ma con ovali con cornici in
rilievo al di sopra, cornici dei tetti con affreschi e stili liberti
dipinti.
"Quale scala prendiamo?
Quella col pozzo rettangolare o torniamo indietro nella principale?
"quella in fondo,
così riprendiamo anche quella parte. Prima
torniamo dai camini, perchè meritano. Ho paura che li
tolgano"
"QUale camino?"
"Ivana, ti ricordi la
sala del camino rosso con quel tetto con le foglie?"
"Quello della stanza
rettangolare con due grandi aperture e il decoro rosso nel tetto?"
"Si la stanza rossa,
quella che abbiamo ammirato per le cornici di foglie con il camino e
gli affreschi a sezioni rossi."
"Ah, si. é la
sala in fondo" indicò più avanti.
Raggiunsero in fretta
quella sala, per poi andare al piano superiore per
continuare il giro. Ma appena Ivana e Cesare passarono insieme per la
porta, o quello che ne restava, rimasero fermi di botto, tanto che i
ragazzi dietro non se lo aspettavano e li spinsero in dentro, finendo
nella stanza.
Cesare e Ivana erano
gelati per la donna seduta quasi di fronte, nel
muro tra le due aperture che doevano essere finestre ampie. Due porte
per entrare nella
sala e loro erano in quella di fronte alla donna. Lei li
guardò
con un mezzo sorriso biricchino, con le gambe accavallate, di scorcio
con la schiena contro una sedia che ben stava in quella casa. Lo
schiernale alto la rendevano più bassa di quello che
sembrava,
con i capelli corti alla maschietta con una scriminatura da un lato che
faceva pendere una grande frangia liscia dall'altro lato, addolcendo
l'ovale. Tagliato
anche da due occhi grandi e taglienti, un naso un pò grosso
all'insù che sembrava un arco convesso, la punta del naso
che
scendeva in maniera netta cone una c formata da due linee per giungere
alle
labbra non sottili con il labbro sotto più grande e poco
più larghe del naso.
nel suo complesso
sembrava una bambina monella e li scrutava con forza.
"Ci scusi..."
balbettò Cesare arretrando, spingendo anche gli
altri che erano basiti, scoprendo però che non poteva
scappare.
ne lui ne gli altri. Un uomo armato si stagliava dietro di loro, nel
corridoio e guardarono verso l'altra porta, inutilmente.
Un uomo dalle spalle
larghissime e muscolose, vita molto più piccola,
gambe
molto robuste da come sembrava dai pantaloni, occhi con un taglio che
sembravano ancora più taglienti di quelli di lei. Se quelli
di
lei erano grandi e linea dritta detta neutral, i suoi erano
all'insù verso
l'esterno, i cosidetti positive.
POggiato con la schiena
e braccia conserte alla parete in fondo, di
fronte al camino che stava alla solo sinistra, controllava i presenti,
e
la seconda porta vicino a lui. Cesare vide dal taglio di prospettiva
che gli permetteva, un altro uomo armato ad aspettarli fuori , nel
corridoio oltre la seconda porta"
"ci spiace... ecco, non
sapevamo che cèra qualcuno. Togliamo il disturbo..."
"Cesare Enea
Bortolotti..." disse lei come se cercasse di sentire il
nome per intero, per qualche motivo "vlogger, youtuber, signore come
dicono alcuni delle esplorazioni di questa regione. Gli urbex..."
"ma che caz..."
"Calmati, voglio solo
parlarti" disse Kianta sorridendo, sistemandosi
bene sulla sedia, mentre le aperture irradiavano la luceche
la
incorniciavano come in una zona d'ombra tra due chiazze di luce.
"Senta, non sappiamo
niente di cosa fare. POtete spacciare, vendere roba al mercato nero
o..."
"Ehi, smettila di
fantasticare" disse lei amabilmente "non siamo
spacciatori o gente del genere. Lo pensi solo dalle armi? Sono le mie
guardie del corpo. Ho comprato questa villa... In
verità è un regalo dei miei genitori che mi hanno
donato il denaro necessario. Questa casa merita, l'hanno distrutta e
intendo sia le intemperie sia i vandali ma... affreschi, applicazioni
di marmo, bassorielievi, sono in parte ancora fruibili e da
lì
si può restaurare il tutto. Questo rende questo luogo una
proprietà privata. Anche se di fatto ci sono cencelletti e
cartelli di avviso, no?" chiese con dolcezza e quasi una punta di
simpatia.
"Signora, come fa a
conoscere il mio nome e..."
"Oh, ti prego. Chiamami
Lianna. A mia madre piaceva il nome Anna da mia
nonna, a mio padre Lia dalla zia preferita morta giovane... Lianna. E
come detto, sono la nuova proprietaria. Per la tua domanda... io amo
l'urbex e ne conosco alcuni che seguo, compreso te!" iniziò a snocciolare
nomi di urbex famosi di quel paese e lui
con la faccia preoccupata accennava con la testa un assenso, indicando
che li conosceva.
"lo segue davvero?"
chiese Ivana di colpo
Kianta sorrise e
cambiò gamba sulla sedia, in una posa
accattivamente ed enigmatica insieme, per via del suo aspetto. Camicia
color perla con maniche strette ai polsi con strani decori come il
collo, bustino di
pelle, pantaloni scuri che sono stretti da stivali oltre il ginocchio
di pelle con un tacchetto. Portò i gomiti sul
ginocchio
accavallato e le mani intrecciate a sostenere il mento, sorridendo
gioiosamente.
"Ragazzi, ragazzi...
sono sincera e sono contenta che troviate
importante questo luogo, da meritare un'esplorazione ma dovete anche
considerare che possono esserci dei rischi. Non potete andare
così" schioccando due dita "e fare i video. Li conoscete i
video
dove un urbex si è trovato nascosto in una stanza a caso, al
buio, mentre della gentaglia lo cercava per punirlo di aver ficcato il
naso? O quei due che hanno trovato un involto particolare a forma umana
con del
sangue, sbirciando dentro da una finestra? O altri che sono stati
picchiati da un senzatetto per proteggere il luogo dove dormiva? O
quello che per aiutare una sua iscritta è andato a casa di
questa, abbandonata ma con una vecchina in affitto ancora presente, e
sono accadute cose assurde con bambole e presenze? Quest'ultimo
è un caso limite, ma sono tante le persone che fanno come
voi e gli è finita male. Le mie guardie del corpo
sono pagate per
proteggermi , non sono le persone negative che
pensavate. Ma voglio che vi accertiate per il futuro che il luogo sia
sicuro. Sono stata chiara?"
"Eh, si... certo. Non
volevamo, ce ne andiamo..."
"Aspettate..." disse lei
puntando lo sguardo su Maximilien che entrava
dalla porta vicino Gask "potreste dare al mio uomo il cellulare per
cancellare il momento in cui varcate quella soglia? Tutti per favore..:"
"COsa?"
"E' matta?"
"NOn può
farlo"
"Ragazzi..."proruppe
lei con autorità, rizzandosi con
testa e schiena "siete su una proprietà privata, che lo
è
sia prima dell'acquisto ma ancora di più adesso che io,
muratori, architetti e uomini, siamo qui. E' come se voi andaste in
vacanza per mesi senza dire niente a nessuno e io entro nella vostra
priorità, perchè sappiamo che è vuota.
Informarsi,
capire... inoltre sia per la mia famiglia che per la mia
personalità, non amo vedere me ma anche i miei uomini, che
per
ovvie ragioni sarebbe meglio non appiano in giro e non voglio rischiare
che per qualche stupidaggine accada. O finisce come il revenge porn,
foto e video anche nascosti, fatti girare e impossibili ormai da
togliere da internet. Se permettete, non voglio rischiare..."
"Volete prendervi i
nostri telefoni?"
"No, verrà
cancellato solo il pezzo che ci riprende
perchè non pensiate che con i telefoni messi in quel modo"
indicando con il mento i ragazzi che tentavano di riprendere fingendo
però che li tenessero solo in mano "non stiano riprendendo
perchè non mi fido. il mio uomo terrà il telefono
davanti
a voi, taglierà il video e vi lascerà la parte
prima..."
"prova a prendere i
telefoni e chiamiamo la polizia..." urlò Ivana.
"perfetto! Allora visto
che siete d'accordo la chiamerò io e
farò denuncia, chiedendo che vengano requisiti i
cellulari..."
"Ehi, piano piano...
anche tu finirai male perchè hanno armi e..."
"Cesare! i miei uomini
hanno ogni autorizzazione per averle e
utilizzarle. Inoltre anche se avete i video dove dite che
volete
esplorare, è visibile che cè il proprietario e i
lavori in
atto. Quindi posso denunciare anche per furti, sai quante volte accade
che nei cantieri di cerchi di rubare qualcosa" disse Chianta con
concuranza.
"Vuoi davvero
denunciarci?"
"Come ti ho detto ho
visto così tanti video in varie lingue da
sapere come agite, anche con persone in giro. Quali erano le vostre
intenzioni? Lo deciderà la polizia, intanto però
sarete
fermati, magari la notizia può scappare e finire su qualche
blog
o giornale con i vostri nomi..."
"ehi, vuole farlo
davvero?"
"Chi, io? Sai al
commissariato quante persone ci sono che vi bazzicano
per essere il primo a rilevare una notizia interessante? E come ho
detto, cosa finisce su internet balza in così poco tempo
ovunque. E come li cancelli? Come per i video della vendetta, appunto.
Oppure possiamo fare un accordo..."
"quale" chiese Cesare
zittendo gli amici che, nervosi e spaventati, gli dicono di scappare
"cosa ci proponi"
"Semplice" gli sorride
"voi permettete a noi di cancellare solo la
parte in cui entrate in questa stanza, davanti a voi e no nfacendo
altro. Vi lasciamo la parte già fatta e..." alzando l'indice
sinistro, cambiando di nuovo gamba "e vi permettiamo vi fare un giro
completo, documentato, controllandovi ovviamente, perchè
venga
ripreso un'ultima volta questo luogo allo stato grezzo.
Perchè
considero l'urbex positivo per un motivo. Anche se sarebbe opportuno e
consigliabile visitare luoghi pubblici abbandonati, rispetto alle
proprietà private, è comunque utile che bellezze,
perle,
merav, di
ritorno alla grandezza. Dico lustri perchè ho visto tante
volte
edifici che sono stati riportati a splendore e poi considerati solo un
problema perchè ritenuti edifici storici. Questo in
città, se fosse stato possible anche per questa dimora si
sarebbe salvata, ma il punto è che almeno è una
sorta di
testimonianza, documentario di cose che attestano la grandezza
dell'uomo nelle sue capacità lasciate all'incuria,
perchè
i nuovi proprietari da eredità non vogliono perderci tempo e
non
vendono, o altri motivi. Quanti ne ho viste che meritavano di essere
apprezzate, ammirate e invece finite a pezzi in mano a balordi per le
loro stronzate. E intendo per i motivi che pensavate voi, non i poveri
senzatetto che per colpa della società perdono tutto e hanno
solo quei tetti malconci come casa. Per questo..." poggiandosi alla
spalliera unendo gli indici mentre gli fissava "voi ci fate tagliate i
video, solo la parte in cui parliamo, potete riprendere tutta al villa
per come è adesso ma avvisate tutti che adesso è
di
privati e non è più visitabile. Anche
perchè,
vista questa visita, è chiaro che metterò dei
custodi
e telecamere con server lontano da qui come deterrente"
"Vuoi lasciarci i video,
tagliati, farci fare comunque l'esplorazione
dicendo che questo luogo è ora taboo per tutti? E ci
controllerete anche se sembrereà come se non ci foste?"
"E' chiaro che i miei
uomini non finiranno nel video, controlleranno i
vostri movimenti a distanza e basta. L'accordo che voglio fare
è
proprio questo. Per ora vi lasciamo fare l'esplorazione, basta che non
diciate nulla di questo nostro incontro ma avvisiate che da domani
è off limits. Al termine salutate e ci permettete di
tagliare le
nostre presenze. Avverrà davanti a voi, qui, non ci
metteremo
molto e vi lasceremo tutto tranne alcuni minuti. Ripeto, sotto i vostri
occhi. Se questo non vi convince posso mettere sul piatto un'altra
cosa. Posso dirvi altri luoghi davvero interessanti da esplorare,
perchè voi accettiate i tagli e avvisiate su questo luogo.
Sono
luoghi che volevo acquistare, che conosco e, anche se ho detto che
è consigliabile luoghi pubblici, meritano di essere
visitati.
Questo vi fa gola?"
"seriamente? Ci dici
dove possiamo andare dopo?"
"Come ho detto amo le
creazioni dell'uomo prima dello scempio moderno.
Oltre architetti, ingegneri, muratori e tutta una serie di categorie
classiche, farò restaurare colori, decori, elementi...
questo
luogo era una perla amata dal proprietario. I migliori artisti
avevano dato del loro perchè prendesse forma, come per ogni
edificio antico e io amo le abilità dell'uomo nel creare da
zero
con le loro mani. Vetrai, scalpellini, modellatori di gesso e stucco,
pittori e decoratori e via dicendo... pagherò tutti loro
perchè il lascito di quell'uomo non muoia totalmente..."
"lascito?"
"Si Cesare, rispetto a
cosa la società inculca in testa fin
da piccoli, il lascito non deve essere per forza, per tutti, il
generare
figli. Il dovere per forza fare figli perchè altrimenti sei
monca, imperfetta, sbagliata, addirttura definita difettosa. Riferito
anche per uomini ovviamente, ma il punto è che le persone
sono
così tante quante sono i cuori nel mondo. Ci sono persone
che
non possono fare figli per problemi di salute ma gli va bene anche non
averne. Ne ho conosciuti che non gli sono arrivati,ma va bene, hanno
vissuto
la loro vita rendendosi felici con ciò che volevano vivere,
vedere, provare e via dicendo. Hanno impiegato cosa non davano a figli
ipotetici a se stessi. Ed erano sempre felici, sorridenti, con sorrisi
veri e non quelli finti che fai per l'occasione. Erano felici lo
stesso, si amavano lo stesso, non si sentivano incompleti
perchè
non vedevano necessario figliare per determinare quanto fosse il loro
amore. O che necessitassero di figli per saldare o migliorare il loro
legame. Il loro amore o legame erano loro e dicevano sempre che non si
pentivano di niente. Di no naver provato con medicine, con
inseminazioni, con adozioni e via dicendo. Erano impegnati in mille
cose e avevano permesso la creazione di quella cosa, la realizzazione
di quell'altra che di sicuro sarebbero rimasti nel tempo con i loro
nomi. I lavori o opere di tanti del passato che sono rimasti e giunti
fino a noi. Il lascito nel mondo. Per molte persone restare nel mondo
è sfornare una copia di se stessi, carne della loro carne...
peccato solo che poi sono persone nella testa e personalità
ben
diverse. Si nasconde nell'idea di dare ai figli quello che non si ha
avuto, non si è stato ect... gettando su di essi tutto i l
se dei
genitori. Sono copie di se stessi de futuro che potrebbero avere quella
vita che magari non hanno avuto, vissuto... ma questo è a
discapito dei figli e nipoti, perchè anche i nipoti non sono
salvi. i figli non sono una sorta di rinascita di se stessi.
Non
si continua a vivere nel mondo perchè hai lasciato figli. Ma
per
cosa rimane dopo di te che parla di te.
Artisti, statisti, politici, sovrani, inventori e gente geniale... e la
lista è lunga. ma il punto è che loro continuano
ad
esistere nel loro pronfondo in quello che ci ritroviamo noi oggi.
Dipinti, statue, edifici ma anche la corrente elettrica, i telefoni,
invenzioni che noi utilizziamo ancora oggi, libri, anche seguaci. Si
perchè anche organizzazioni e periodi storici portano il
nome di
chi ha portato il cambiamento. i figli portano una parte del nostro
dna, neanche tutto. Ancora oggi molte caratteristiche genetiche
derivano da variazioni del dna, come gli occhi blu adesempio, che sono
finiti ai figli, questi hanno lasciato fino ad oggi questa
caratteristica ma... cosa ci dicono del primo che ha avuto quella
mutazione genetica? Nulla. Cosa ci dicono le cose lasciate fino ad
oggi, qualunque essa sia? Le abilità della persona, le sue
capacità, cosa pensava, cosa vedeva... per le persone in
queste
società attuali è importante la generazione
successiva
solo per motivi sopra citati. Che il nostro dna continui anche dopo la
morte, che poi in realtà è il dna di miliardi di
gente prima, mica una cosa solo nostra. A meno che non cè un
motivo perchè si venga
ricordati, tutti quelli che finiscono nella storia dell'uomo lo sono
per motivi diversi dai figli. E i luoghi che voi esplorate sono...
lasciti di tutti quelli che gli hanno dato forma. Va bene una
maiolica, un dipinto, un fregio, una vetrata, qualunque cosa. Ogni
oggetto parla di chi l'ha voluto creato e chi lo ha creato. Ecco
perchè io vorrei preservare questi luoghi, ma il mio nome
non
interessa a nessuno, invece esempio l'architetto e tutti coloro che
hanno dato corpo a questa villa si, loro sono rimasti e nei documenti.
E amo questa villa per come è e l'ha vista prima su carta
l'architetto. E per me vale cosa hanno creato, unito a quello che
vedeva e voleva il
primo proprietario. Rispecchiava lui, sapete, oltre le
abilità dell'architetto? QUindi, vi va bene questo
accordo?"
I ragazzi non erano
d'accordo ma Cesare invece, ragionando, alla fine parlò per
tutti. Dietro lamentele degli altri.
"Se giuri che taglierete
solo dove ci siete voi davanti a noi, senza
toccare o prelevare altro, va bene. Non parleremo che siete qui adesso,
diremo che questo luogo è escluso da domani e visiteremo i
luoghi che ci dici tu se sono sicuri"
"Sono sicuri e sai
perchè? Conosco i proprietari e so che
neanche gliene frega nulla. Hanno fra le mani una ricchezza che non
sanno di buttare a tarli e topi. Voglio che resti testimonianza della
loro esistenza. Anche se nella situazione in cui le hanno ridotte.
Chiedo solo di tagliare noi e che nessuo venga più. E potete
restare tutto il tempo che vorrete ma nei video non ci devono essere
foto, sequenze o audio...."
"Affare fatto! Potete
anche controllarci, nessun problema ma che usciremo da qui senza
problemi"
Kianta rise divertita
vedendolo così spavaldo e forte, mentre gli
altri stavano alle sue spalle con gli occhi impauriti. Aveva notato che
osservavano sempre le armi e poteva anche capirli, ma lui capegiavva
davvero come capo tra loro. Decideva per tutti ma per uscirne bene. E
le piaceva questo.
"Bene, Cesare.
Innanzitutto piacere, come ho detto mi chiamo Lianna e
sono una benefattrice e sostenitrice di una delle cose che rende grande
l'uomo. Le capacità in varie forme. Ho un mio lavoro, un
finanziamneto di mio padre che anche lui sostiene molte cose e... odio
vedere
queste meraviglie in mano alla gente che credevate fossimo. Puoi star
tranquillo. Anzi, voglio sostenerti perchè ho visto che
descrivi,
analizzi, consideri ogni cosa che vedi, la storia del luogo, il periodo
e quello che contiene. Anche le vite di quelle persone dai loro
oggetti... Ti aiuterò con mezzi di ripresa migliori
e i luoghi dove recarti, perchè ho molti agganci con varie
persone e per qualunque cosa posso intervire, se mai dovrebbero
vederti.
TI va bene?"
"Perchè fai
questo?"
"Perchè ho
conosciuto una persona che spiccava tra gli altri,
mostrando bravura e capacità ma non aveva i mezzi per
migliorarsi. Tu apprezzi le stesse cose che noterei io in quei luoghi,
i tuoi amici sono un buon aiuto nelle tue analisi. Vi darò
modo
di renderli ancora più professionali e in stile
documentaristico,
con una fonte veloce per studiare ogni elemento presente di che epoca,
stile e via dicendo. Posso anche farti accompagnare da esperti che puoi
spacciare per amici e possono dare un senso diverso ai tuoi video,
fruibili anche da altre fette di pubblico. Perchè
è
questo che tu vuoi... no?"
"Faresti davvero questo
per un vloggher di urbex?"
"Ho i miei motivi, ma
inerenti a cosa ho detto. Affare fatto?" alzandosi e porgendogli la
mano.
"Va bene, non mi sembri
una persona negativa come sembrava, taglierete
i video e ci sosterrete per i futuri urbex. In pratica sei una
filantropa?"
"Si, su varie cose. Ma
ne parliamo un altro giorno. Adesso hai un'esplorazione da fare..."
indicando con la mano la porta"
Il gruppo
iniziò a discutere animatamente ma Cesare
riuscì a far capire le sue intenzioni e perchè
aveva deciso di fare l'accordo. Di malavoglia Ivana uscì
dalla stanza urlando che dovevano iniziare, mentre gli altri si
accodavano scoraggiati. Cesare fissò Kianta, non si
comprendeva se rifletteva, se voleva dire qualcosa o altro ma
restò lì a guardarla, mentre lei inclinava di
lato la testa.
Gask notò
quel gesto come mille altre volte dal suo arrivo, il modo in cui
fissava nel mentre le persone come se volesse scoprire da qualche parte
cosa voleva sapere. Gli sembrava sempre che in un dato momento, mentre
fissava flettendo la testa, i suoi occhi si perdessero da qualche
parte, come andasse oltre con la mente e a volte, come accaduto quel
giorno, quando Jd le parlava, lei respirasse per un attimo
pronfondamente e in se. Come un sussulto
sorpreso sposando lo sguardo su chi le parla e i suoi occhi mostrano
quella scontilla tornata. E quegli sguardi che parlano più
delle parole. Si, pensò, cèrano attimi in un cui
si capiva quel che pensava e perchè fissava in determinati
modi, e altri invece non si capiva effettivamente cosa le passasse per
la testa. E quindi, si chiese, cosa volevo e pensava facendo
quella proposta e fissando quel ragazzo a quel modo? Milan
le aveva dato carta bianca anche su quello? E se si, perchè
dare attrezzatura e uno dei loro esperti a estranei? Era vero
come dicevano Milan e Jd tutto il discorso del visualizzare?
E perchè quei
sorrisi divertiti ad estranei o solo a Milan e Jd, e non in altre
situazioni?
"Mi raccomando,
conctrolla anche a terra. Ho fatto pulire ma ho ordinato che chiari
pezzi di decorazione andassero conservati. Troverai dei teli nelle
stanze con fregi e parti ancora salvabili..."
"Ordinato... ok,
grazie." come pensasse qualcosa " Quando abbiamo finito
tornerò per sapere cosa ci farai avere e chi sono quelli che
ci manderai. Saranno professori d'arte?"
"Tranquillo, avrai
attrezzatura di qualità in comodato d’uso gratuito
purchè tu continui con il tuo lavoro. E magari
chissà, potresti anche lavorare con altri uerbex in giro per
il paese senza sbottonarti troppo... ovviamente" sistemandosi in
maniera elegante sulla sedia, fissandolo con un sorriso leggero e uno
sguardo che faceva capire il non detto "per spostamenti più
lontani ti verrò incontro con i miei mezzi, quindi viaggerai
gratis e raccoglierai informazioni su luoghi anche visitati da altri,
ma che tu esplorerai con... il tuo modo di apporcciarti nei video.
Esperti che lavorano per me che sono preparati sull'arte, parecchio
istruiti, ti illustreranno durante le visite tutto ciò che
vedrete. E chi lo sa, magari grazie a questi miei aiuti potresti avere
una possibilità per il lavoro che sogni. Potresti diventare
docente..."
"..." Cesare
aprì la bocca sconvolto, pronto a dire qualcosa ma si
fermò restando però nervoso "come sai che..."
"Lo dici spesso. Indiana
Jones e Sydney Fox insegnano, vero? Sono felice che tu abbia questo
sogno e se riesci con questi aiuti a diventarlo... magari potresti
essere il nuovo Howard Carter, con una nuova scoperta sconvolgente e
ricca. E sarei felice di questo... se a te va bene."
"si...è
quello che vorrei. hai davvero visto i miei video a quanto pare, non
mentivi. Di solito la gente non fa qualcosa per altri senza avere
qualcosa indietro, lo so perchè per chiedere collaborazioni
o luoghi da visitare, chiedendo ai proprietari, ricevo solo domande su
cosa do io in cambio. E per certa gente esser eindicata nei video non
basta, pretende sempre qualcosa..."
"Si, ho i miei motivi ma
non come quella gente. L'unica cosa che ti chiedo è non dire
mai a nessuno di me e chi vedrai. Presenterai chi ti
affiderò ma non altro. Mi restituirai un giorno, quanto
potrai comprare roba tua, tutto l'equipaggiamento ma finchè
nei hai bisogno io sono a disposizione. Niente di negativo, credimi."
"Mi fiderò...
" non finendo la frase perchè i ragazzi lo chiamavano da
qualche parte nella villa "tornerò quando finiremo"
Kianta scosse la testa
in senso affermativo e lo seguì con lo sguardo mentre
usciva. Guardò gli uomini armati che la fissavano per
istruzioni e lei con la testa indicò i ragazzi e
li seguirono, restando a distanza.
Restò nella
stanza con Maximilian e Gask.
"Comandante, cosa devo
fare?"
"Controllali dalle cam e
prepara un dispositivo per collegarlo ai loro smartphone e tagliare
solo le parti dove ci siamo noi. E... blocca ogni collegamento verso
internet..."
Maximilien
capì e corse verso il seminterrato, lasciandola seduta,
spalle a quella parete mentre la luce del sole irradiava ai due lati la
stanza.
"Sei seria?"
Kianta si scosse quasi
impercettibilmente e si voltò verso Gask, fissandolo
malamente. Chiuse gli occhi una frazione di secondo voltando la testa
in altri punti, come per evitarlo ma lui continuò.
"A cosa serve a Milan o
ai nostri scopi questo ragazzo? Dargli anche mezzi e persone per vedere
vecchi edifici cadenti?"
kianta si
alzò lentamente e con sempre quel suo modo leggero e
delicato, quasi elegamente, di muoversi. Restò a guardarla
mentre gli si avvicinava con delicatezza senza fare rumore con i passi
e la vide incrociare i suoi occhi con i propri. E gelò
perchè dardeggiavano di rabbia. Gli arrivava massimo al
mento, se avesse abbassato la testa l'avrebbe sfiorata, eppure
nonostante fosse tra i più bassi di tutti i membri
dell'organizzazione, , Gask notava che corporature come la sua
erano niente in confronto a come appariva lei in una stanza.
E cosa si provava quando era adirata e si comportava in quel
modo. Anche senza che Jd lo avisasse, aveva scoperto e imparato sulla
sua pelle che, se lei era parecchio incavolata e non tollerava
più certe cose, cambiava atteggiamento e comportamento.
Quando si muoveva con
leggerezza, pacatezza, sinuosità addirittura era meglio fare
attenzione. Era segnali come quando non parlava, che lei aveva superato
la soglia della tolleranza e pazienza e avrebbe agito. Tutti prima del
suo arrivo temevano quella ragazza, eppure anche se quel giorno che gli
tornava sempre in mente aveva visto un chiaro esempio, era passato un
mese per scoprire certe cose. Bastava osservarla sia come moviementi
del corpo che del viso.
Se agiva in un certo
modo, meglio cercare di no nfinire nel suo radar.
E in quell'istante si
chiese cosa dovesse fare mentre lei lo fissava, girando la testa per
guardarlo con il viso a 3/4, a volte da un lato solo o voltandolo dopo
un pò dall'altro lato e continuava così.
Movimenti lenti e rotondi, ed eleganti che nascondevano come una molla
quel che sarebbe successo dopo. Ma lo stupì.
"Cosa te ne viene nel
sapere questo. Cè un motivo per cui tu sia qui per fare
commenti?"
"Eh.. Milan mi ha
mandato qui per farti da Ombra e riportarti a casa... "
"Si, so di questa
cavolata ma io voglio sapere perchè ti interessa quel che
faccio e dico. Vuoi andare da Milan e apparire migliore di quello che
sei?"
"Non voglio niente del
genere, per niente...." biascicò lui cercando di
indietreggiare, finendo però per aderire al muro. Ma
perchè indietreggiava davanti a lei, si chiese?
"Stai a sentire, apri le
orecchie perchè è chiaro che le cose ti si devono
dire chiaramente o non arrivano nel tuo cervellino chiuso. NOn mi fido
di te, sei ambiguo e non credo a una parola di quello che hai detto.
Puoi fregare Milan e Jd perchè troppo buoni, troppo pronti a
vedere tutti come fratelli, ma non io. Le stesse voci che girano su di
te sono chiare e non permetterò che i tuoi giochetti o
quelli del tuo capo crepino l'organizzazione. Tu e io non andiamo
d'accordo, sei un orso rimbambito e pericoloso per tutti. Non pensare
minimamente di prendermi in giro..."
"Non prendo in giro nessuno. Quel giorno ho deciso e non capisco tutto
questo astio"
"solo astio? sei una piaga perchè non sai niente, non sai
fare ninete, vivi abituato ad avere tutto e che tutti facciano le cose
al tuo posto, ma non qui. Me ne frego se per Milan sei il fratello che
non ha avuto, smettila con giochetti. Se scopro che lui sa
quello che è accaduto oggi, me lo ricorderò!"
"..."
"Ti avviso di nuovo" puntagli l'indice contro, nonostnate fossero poco
fistnati, all'antezza del suo petto, , sfidandolo con lo
sguardo. E Gask aveva la testa abbassata verso quella ragazza che gli
arrivava al petto ma aveva l'irruenza e le palle di un armadio della
sua stazza. "Quel giorno non mi fidavo, anche quello che hai fatto mi
ha portata a volerti fare avere la sua stessa fine, perchè
sei una bestia sguaiata e ignorante. Devi solo ringraziare la freddezza
tra Milan e Dorde, altrimenti saresti a farti un volo di nuovo da
quella serpe del tuo capo a calci in culo. E questo per Milan e Jd,
perchè a quest'ora se fosse stato per me staresti
galleggiando a cubetti nel trogolo dei maiali. Ecco dove dovresti
essere, anche se fosse stato per me veramente ti avrei legato come un
salame e lasciato nel crogiolo con loro e stare lì, a vedere
cosa ne facevano di te. magari ti usavano come punchball... invece devo
stare zitta e farti stare con noi perchè hai le tue
qualità. Che stronzate..." scosse la testa disgustata e gli
diede le spalle per andarsene.
"perchè mi
tratti così? Da quel giorno ti ho chiesto scusa e Milan
ha..."
"Tu hai chiesto scusa a
me? Dovevi chiedere scusa a
lui. Sei... lascia stare " cercando di calmarsi respirando
profondamente "non è il luogo ne il momento, ma è
vergognoso che tu ancora mi rivolgi la parola come se nulla fosse"
"Sono passati mesi e
pensavo di aver ripagato quello che Jd e Milan..."
"mannaggia al chiurlo e
quando ti abbiamo fatto entrare. Solo questo e sempre così
con tutti quanti. Abbracciamo tutti, accogliamo tutti, anche certa
gente che non merita altro che un volo da un dirupo, ed è
pure poco. Sei uno sballato, un disadattato come quegli spocchiosi che
si sentono simil gangster con le pose, i gesti, le armi inclinate ma
poi non valgnono niente. E ti schifi a guardarli per strada, sulle loro
macchinine pacchiane che si sentono napoleone ma sanno solo sparare
frasi schifose. L'unica cosa che tu hai saputo dare
è casino allo Chateau. Da quando sei arrivato è
quasi tornato tutto come prima e non lo tollero. QUindi stai al tuo
posto. Se Milan ti dice che sei la mia Ombra e basta, tu sei ombra e basta. Rispetto
a me tu non dici ninete. Sono stata chiara?" dandogli sempre le spalle.
Gask restò a
guardare la sua schiena come fosse un cane bastonato. Come se volesse
dire qualcosa ma chinasse la testa docile. Docile. Sapeva che lei
odiava quella parola per qualche motivo, eppure si sentiva
così quando lo aggrediva a quel modo.
Aveva fatto
quell'errore, causando quella dipartita ma come diceva smepre, non era
causa sua. Un incidente. Ma per lei era una risposta classica degli
stronzi, diceva sempre che gli incidenti sono tali riferito ad altri
tipi di persone, non per lui.
E si sentiva sempre
attaccato, lo assaliva sempre quando lui non voleva. Desiderava dire
qualcosa ma non riusciva, gli moriva qualcosa dentro e non era in grado
di farlo uscire più e stava lì, fisso, impalato,
incapace.
Era davvero una pazza
sociopatica o psicopatica, dipendeva dai giorni, come diceva Alaric?
Anche loro non andavano d'accordo, ma sembrava sempre che lei lo
odiasse in maniera diverda. Alaric in effetti non aveva commesso
quell'errore. Non aveva visto per qualche minuto il suo volto devastato
e i preda al pianto, mutato poi in odio puro e voglia di ucciderlo.
Lui, non Alaric.
Alaric era pungente e
cinico, ma come diceva Jd quei due erano simili su certi aspetti e si
scornavano in maniera naturale, ma alla fine erano parte di un gruppo
compatto e si tolleravano, e rispettavano anche. In un certo senso.
Cèra comunque
qualcosa che ammansava quel loro scontrarsi. lei riusciva a stare nella
stessa stanza, nello stesso tavolo per mangiare e discutere con lui
senza problemi di chissà quale tipo, ma ciò era
impossibile con Gask. Questo disse Jd quandìo ne parlarono
da soli una sera, bevendo. Per lei era intollerabile la sua presenza e
non riusciva a capire perchè.
Vedeva i suoi sorrisi e
il viso, nelle sue espressioni di fiducia e contentezza, quando
cèra Milan. Aveva notato come, anche se con Jd e Milan lei
mostrava cose diverse per l'uno e per l'altro, anche se non aveva
capito in che senso, non accadeva verso altri.
Peggio, mai per lui.
Neanche una volta rivolto a lui. Perfino verso Alaric o altri con cui
aveva qualche bega, aveva un mezzo sorriso divertito o monello da
mostrargli. Gli uomini stessi, ragionò, dicevano che lei non
sorrideva quasi mai, tranne per Milan e allora sembrava una fanciulla
innamorata, e per Jd, che molti dicevano fosse un legame particolare.
Poi litigavano tra loro su chi avesse ragione e chi fosse l'amante.
Gli uomini in generale
parlavano spesso del comandante e si inventavano tante cose. Dicevano
che era quel che era per la sua relazione con Milan, per venire
attaccati da altri che dicevano che no, la sola persona che lei
abbraccia e tratta in un certo modo è Jd.
Dicevano che MIlan era
come un politico, perchè vendeva se stesso come reputazione
e azioni, ma meglio e vero di quella categoria che eranosolo serpi. Jd
era una persona capace e ben voluto, ma più avvicinabile
come posizione di Jd. Quale dei due, si chiedevano?
Gask invece vedeva
veramente i comportamenti rivolti a uno o all'altro ma non capiva, non
li considerava come chiacchiere da alcool, ma come qualcosa di
misterioso. Perchè solo solo due?
Anche se a volte
ringraziava Lubo con una stretta al braccio o una pacca amichevole, o
quei suoi quattro strani amici che invece Milan odiava, era qualcosa di
diverso. Jd diceva che l'amicizia con quei quattro, non approvata da
Milan tanto che non li voleva allo Chateau, aveva dei retroscena
particolari, ben diversi da altre amicizie. E il legmae che
cèra tra lei e Milan era... difficile da spiegare. Non
riusciva. Poi dopo un pò diceva .
Con un tono e una faccia strani, per poi diventare allegro e sorridente
quando si parlava di altre cose e cèra sempre lei nel
discorso.
E
perchè con lui solo astio?
"Dimmi cosa devo fare"
"Dovrei dirtelo io?"
sbottò lei voltandosi "hai tre nomi che parlano per te,
dicendo quanto sei grandioso e professionale e chiedi a me cosa fare?
Ti ha detto di essere ombra? Sii ombra e basta"
"Capito" abbassando la
testa, mani a pugno lungo i fianchi e sguardo in basso " a proposito..."
"Cosa cè ora?
Lui infiò la mano in una tasca dei pantaloni e la
allungò poi per mostrare cosa stringeva. Lei
restò parzialmente voltata a fissare la mano, aggrottando le
sopracciglia.
"So che l'altra volta la
pietra o mola diamantanta professionale per affilare i nostri strumenti
non l'hai voluta, quando si è danneggiato uno dei
tuoi coltelli e avevi dimenticato la penna affilatrice. Ma l'altra
settimana nelle gallerie della metropolitana, per quella missione, hai
perso il Karambit, quello blu. Con quello che è successo non
ho avuto modo di dirti..."
"Mi vuoi dare un
contentino per placarmi?"
"... no, con la mola
volevo ringraziarti per avermi guardato le spalle. Ma doveva avere
problemi e l'affilatura si è frastagliata, ma comunque mi
hai aiutato. ma nelle gallerie sei scesa anche se non dovevi per
aiutare gli uomini. E ci hai rimesso molto. Volevo solo porgerti..."
"non voglio nulla da te,
ne nessun ringrazimento. Se io sono scesa o ho fatto qualcosa,
è per una questione relativa alla missione" quasi gli
urlò contro restando mezza voltata "e trovo vergognoso che
tenti di pacificare per non vedermi andare da Milan per dirgliene
quattro. Io non ti volevo qui, non mi piace averti tra i piedi e per
giunta essere mia Ombra, ma che tenti di mitigarmi con...."
"Volevo solo darti un
dono di ringraziamento, non comprare la tua amicizia..."
"Amicizia... ma
smettila. Vuoi dirmi che magicamente vieni da noi e tutto
ciò che eri sparisce? Sei un cuccioletto fraterno con gli
altri e buono? Seriamente? Vuoi davvero trattarmi da scema come fai con
loro?"
"Io..."
"Va al diavolo, doni di
sto cavolo. Tutti agite alla stessa maniera per i vostri fini e lo so
che stai giocando per il bene per il tuo capo. Perchè..."
"Comandante..."
Kianta si
fermò a fissare Gask e si voltò con la testa
verso Maximilien, che era arrivato trafilato perchè erano
richiesti allo Chateau, l'AerOl sarebbe partito al suo
segnale perchè ed era necessaria la loro presenza
in loco.
"Digli che ci
metterò un pl, avviserò subito quando potranno
partire. Ma devo finire alcune cose qui."
"Certo, eh.... ehm"
rimase fermo, con un braccio su uno stipite, a fissarli. Erano ancora
vicini, e si vedeva il suo tentennamento in quella situazione spinosa,
la lite palpabile.
"maximilien..."
facendolo drizzare per la paura "... torna giù e prepara il
computer. Sto venendo" con un'espressione chiara sull'ordine. Lui
balbelttò la sua risposta e corse via.
Gask restò
con la faccia avvilita e triste a guardarla, mentre lei ancora era
voltata verso la porta. Strinse il coltello, il Benchmade SOCP Hook,
che aveva visto nella fucina e gli avevano regalato. A lui regalavano
sempre tutto, non accettavano mai soldi e gli dispiaceva visto quanto
erano bravi e ci vivevano anche con i soldi delle vendite, ma
lo aveva trovato davvero perfetto e aveva accettato.
Aveva sperato che almeno quello lo accettasse, visto che quei coltelli
li adorava, come quello perso.
E invece si sentiva come se gli avesse sputato sulle scarpe.
Non sapev a che dire o cosa fare, finchè lei non si
voltò, la vide arrabbiata e masticando, almeno il movimento
della mascella per i lnervoso che le vedeva a volte, e gli
disse di muoversi a fare il suo lavoro, ma non voleva sentire altre
idiozie.
Restò a
braccia penzoloni, mogio, stringendo i pugni e ricordato quel dannato
giorno in cui era avvenuto quell'errore. E maledì quello
sbaglio perchè credeva che...
Continua
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