La
copertina
Dritto; dritto;
dritto
L’orizzonte
è quella linea che divide il cielo dalla terra.
Rovescio;
rovescio;
rovescio
Ogni
riga della maglia è orizzontale. Come un orizzonte sul mare.
Dritto; dritto;
dritto
Lavoro
ai ferri da quando ho sei anni e lo faccio ancora, ora che ne ho
novanta.
Rovescio;
rovescio;
rovescio
Ho
avuto cinque figli, dieci nipoti e sono anche bisnonna. Per tutti loro
ho
creato una copertina per la culla, una copertina che li ha scaldati e
li ha
avvolti per proteggerli quando erano in fasce.
Dritto; dritto;
dritto
Ma
non oggi. Oggi i miei ferri creeranno qualcosa che non
porterà calore. Qualcosa
di triste e doloroso. Ma necessario.
Rovescio;
rovescio;
rov…
Mi
fermo e una lacrima scende traditrice sulla mia guancia. Non ci riesco.
Non ci
riesco.
Guardo
il mio lavoro: questa linea orizzontale non finita mi stringe il cuore.
Questa
copertina non scalderà nessuno. Coprirà il
corpicino di un bambino che non ce
l’ha fatta e che ha lasciato questo mondo.
Ho
sempre creato copertine immaginando la vita dei bambini, sognando
boccucce
sorridenti e occhioni spalancati.
Questa
volta non ci riesco. È doloroso, ma voglio farlo. Anche lui
è un bambino. Anche
lui ha diritto alla sua copertina. L’ho fatto per tutti e la
voglio fare anche
a lui.
Sospiro.
Sospiro e immagino.
Immagino
allora che l’orizzonte divida davvero il cielo dalla terra.
Che il bimbo passi
questa linea per essere abbracciato in un mondo migliore. Che possa
essere
preso in braccio da una mamma che ha lasciato il suo bambino troppo
presto e
che qualcuno si prenderà cura di lui.
Riprendo
a lavorare.
Rovescio;
rovescio;
rovescio
Vado
spedita.
Immagino
un bambino biondo con i riccioli, di cui non so il nome. Un bambino che
non
soffrirà più, che non dovrà lottare
per vivere. Un bambino sorridente, che non
avrà bisogno di operazioni o cure dolorose.
Un
piccolo campione. Lo vedo crescere e tirare calci a un pallone. Lo
immagino
mangiare un gelato e prendere per mano una bambina. Lo vedo, lo vedo
mentre i
miei ferri riprendono a lavorare ma le mie lacrime non smettono di
scendere.
Quel bambino è il mio ultimo nipotino.
Dritto; dritto;
dritto
Ormai
la mia vista è annebbiata, ma continuo il mio lavoro. Ne ho
fatti così tanti
che non ho bisogno di controllare i punti. Quando ho finito la
copertina, la
piego con cura: domani gliela porterò.
***
Quando
arrivo, nessuno si accorge di me, ma non mi interessa. Spiego la
copertina e lo
avvolgo, ripiegando gli angoli sotto di lui, con delicatezza, come se
stesse
dormendo.
Perché
lui sta dormendo. Me ne rendo conto quando apre gli occhi e mi sorride.
Incredula, lo prendo in braccio, per mostrarlo agli altri: a mia
figlia, a mio
nipote, ma nessuno mi guarda.
Solo
una voce sussurra, piangendo: “È morta anche nonna
Ada; mentre faceva la maglia”.
Guardo
il piccolo, nella sua copertina e lui mi sorride ancora. Ada sono io. E
mi
prenderò cura di lui.
Insieme
ci incamminiamo verso il nostro orizzonte.
-
-
-
***Mi scuso già, perché volevo creare una os per
una figura che ammiro, chi, già sapendo che i propri capi
non verranno vissuti, li crea lo stesso per amore, ma non ci sono
riuscita. Ci sono fondazioni che creano a maglia copertine, coprifasce
e altri indumenti per i bambini prematuri della nostra
città. A causa del numero limitato di parole, non ho potuto
spiegare bene questa cosa nella storia, ma io ammiro tantissimo chi
riesce in questo modo a dare un po' di amore anche quando sa
già che la sua creazione non andrà da
nessuna parte. Ma la storia ha preso vita da sola e Ada ha fatto una
scelta diversa mentre scrivevo, così... vabbè
eccola qua.
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