The Night We Met

di rachelesogna
(/viewuser.php?uid=796093)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era al principio dei tempi: Ymir vi dimorava
non c'era né mare né spiaggia né onde gelide; 
terra non si distingueva ne cielo, in alto: 
un baratro informe c'era ed erba in nessun luogo.


Prima dell'alba dei tempi c'era Ginnungagap.

Ciò che gli esseri umani chiamano 
Il Nulla.

Non era pacifico e limpido ma oscuro, caotico e senza forma.

Dominato da forze che comuni esseri umani non possono comprendere, il Ginnungagap è ciò che viene prima di tutto.

Prima dello scontro tra il gelo del Niflheimr e il calore e il fuoco del Muspellheimr, prima della nascita di Ymir e Adhumula, prima della nascita degli Jotun e di Buri, c'era la sconfinata distesa dell'ignoto.

E per Grethe, Ginnungagap, rappresentava qualcosa di speciale.

Era sempre stata attratta dalla mitologia norrena in generale, ma per lei l'inizio di tutto era ciò che più amava. Si chiedeva come si dovesse sentire quel gigante bambino che tutto solo, accompagnato dalla sua nutrice Adhumula, trascorreva le sue giornate dormendo e sudando. Probabilmente bene, dormire era una delle cose più belle al mondo.

Ma di sudare, Grethe, ne faceva tranquillamente a meno.

E come si sentì quando nacquero i suoi figli, due giganti tali e quali a lui.

Erano domande sciocche, e nei suoi 24 anni di esistenza se ne rendeva conto.

Ma quando Nótt calava nera e scura sulla sua città, Grethe si poneva queste domande, girandosi e rigirandosi nel letto tormentata da quesiti che mai avrebbero avuto risposta.

E la mattina successiva si svegliava con le occhiaie più scure del giorno prima ma meno scure del giorno dopo. E fingeva di essere una normalissima ragazza che faticava a dormire la notte a causa del lavoro e delle bollette da pagare, nascondendo una verità che non era ben chiara neanche a lei.

Perché dentro di sé sentiva che il mondo che amava così tanto, non era poi così remoto e lontano come tutti credevano. 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3931654