00-Prologo
Scritto
in collaborazione con ChaBlackCat
Prologo
Patience
entrò, trafelata e piuttosto agitata, nella stazione di
polizia di Maple Town una soleggiata mattina di aprile. Si diresse
decisa verso l'agente White e gli si parò davanti, in attesa
che l'uomo in divisa azzurra e maniche corte si accorgesse della sua
presenza.
Quando
l'uomo alzò gli occhi su di lei, Patience non gli diede
tempo di parlare e disse concitata: «Loris, ho trovato una
cosa. Devi assolutamente vederla!»
«Quante
volte le devo dire di rivolgersi a me come l'agente White, miss
Stealer...»
«Loris,
ti conosco da quando portavi i pantaloni corti, non diciamo
sciocchezze!»
L'uomo
calvo sbuffò, era stato qualche anno in California e
lì aveva visto di tutto, ma nessuno era come la signora
Stealer. White, comunque, non insistette.
«Se
ha trovato ancora qualcosa a casa che non è sua, chiami il
suo proprietario e gli dica di venirsela a riprendere...»
iniziò l'agente White. A Maple Town sapevano tutti che la
povera Patience Stealer, un'anziana zitella che non si era mai spostata
dalla cittadina nemmeno di pochi passi, aveva qualche piccola
difficoltà con le cose degli altri: non si accorgeva neanche
di allungare le mani e, in men che non si dica, nelle sue tasche
apparivano oggetti non suoi. Di solito se ne rendeva conto quando
tornava a casa e, ritrovandosi le tasche piene, telefonava alle persone
che aveva visitato per dir loro che avrebbe lasciato i vari oggetti
fuori dalla porta così che potessero riappropriarsene. Ormai
lo sapevano tutti e nessuno pensava più che fosse
così strano.
«No,
questa volta non ho... Non sono stata io. Oh, Loris, devi venire, devi
vedere!» insistette Patience.
«Guardi,
miss Stealer, magari passo nel pomeriggio, sto aspettando Mr. Cook
e...»
«Il
sindaco! Sì, la deve vedere anche lui!»
«Cos'è
che devo vedere anch'io?» chiese un uomo sulla quarantina,
entrando nell'ufficio proprio in quel momento . «Buongiorno,
miss Stealer. Buongiorno, agente White» disse ancora quando i
due si girarono di scatto verso di lui.
«Ho
trovato la...» ricominciò a spiegare Patience a
entrambi gli uomini quella volta, interrompendosi vedendo passare una
donna davanti alla porta dell'ufficio. «Non è il
caso di parlarne qui, seguitemi!»
I
due uomini, più per educazione che per reale interesse,
seguirono la signora anziana fuori dalla stazione di polizia, girando
intorno all'edificio e fermandosi davanti alla bicicletta a tre ruote
che la donna usava per spostarsi. Il cestone di metallo, situato fra le
ruote posteriori, era coperto da uno spesso panno di lana, che ne
celava il contenuto. Patience si guardò intorno furtiva, poi
alzò la coperta e una vecchia cassa di legno fece la sua
comparsa.
L'agente
White sbuffò.
«È
una vecchia cassa. Cos'ha di così...»
«Loris,
aprila e capirai» disse la donna, interrompendolo.
Quando
l'agente fece scattare la serratura e aprì il coperchio,
spalancò gli occhi e una smorfia gli si disegnò
sulle labbra.
«Ma...
È la...» farfugliò il sindaco.
Patience
richiuse velocemente il coperchio della cassa annuendo e, con uno
sguardo solenne, confermò: «Sì,
è lei. Ma non l'ho rubata io».
***
«Grazie
a tutti per essere venuti a questa riunione, nonostante il breve
preavviso.»
Il
sindaco iniziò il suo discorso con sicurezza, ma senza
sapere bene come intavolare l'argomento. Erano due giorni che la storia
del ritrovamento della cassa veniva discussa fra lui, l'agente White e
miss Steale, alla fine, avevano deciso di informare tutta la
comunità, perché avevano capito che era la cosa
migliore da fare: in fin dei conti riguardava tutti.
Quando
Loris White portò di peso la cassa di legno al centro del
piccolo palco da dove stava parlando Simon Cook, il vecchio fienile
dove si radunava la popolazione di Maple Town si riempì del
brusio dei partecipanti. Tutti si erano incuriositi e allungavano il
collo per vedere meglio, condividendo i propri dubbi con il vicino di
seggiola.
L'agente
fece scattare la serratura, cosa che negli ultimi due giorni aveva
fatto un centinaio di volte, e aprì il coperchio, spostando
un lembo di stoffa e prendendo l'oggetto di bronzo fra le mani e
mostrandolo a tutti.
Patience,
dal suo posto in terza fila, non si rese conto di aver trattenuto il
respiro nell'attesa della reazione dei suoi concittadini e a quel punto
tutti tacevano osservando il rettangolo di bronzo inciso e datato.
«Ma
quella è la famosa targa della 'Gara dello sciroppo d'acero'
della contea?» chiese Meredith Bluelight sorpresa, portandosi
le piccole mani alla bocca.
«Così
sembra, Meredith. C'è scritto: 'Maple Syrup Feast'.
C'è anche la data: 1885» gli rispose Rupert
Rootweet, burbero.
«La
targa che ci hanno rubato quelli di SapVille?»
domandò Stephanie Long.
«Evidentemente
no, Stephanie. Altrimenti non sarebbe qui.» Rupert
sbuffò e poi si rivolse direttamente al sindaco.
«Dove l'avete trovata?»
«Potrebbero
averla trovata a SapVille!» la difese Nathan Parker,
guardando in cagnesco Rupert, portando le mani sui fianchi.
«Ehm,
no, a dir la verità è stata trovata qui a Maple
Town» confessò il sindaco, alzando la voce per
attirare l'attenzione
«Chi
l'ha trovata?» chiese Aaron Myers, un atletico ragazzone
sulla trentina.
«Ehm...
Chi ha trovato la targa preferisce non farlo sapere» rispose
l'agente White, schiarendo prima la gola.
«Allora
qual è lo scopo di questa riunione?» chiese Parker.
Il
sindaco si voltò verso l'agente White e i due si scambiarono
un'occhiata complice.
«Volevamo
mettervi al corrente del fatto che, in occasione del 130°
anniversario della fondazione della città, inviteremo il
sindaco di SapVille e informeremo la cittadina di aver ritrovato la
targa, quindi anche che non li consideriamo più... Eh,
sì, ecco... Colpevoli.»
«AVETE
INTENZIONE DI CHIEDERE SCUSA?» esclamò, concitato
Rupert.
Il
sindaco aprì le braccia in un gesto rassegnato.
«Sono 130 anni che va avanti questa storia: quando Maple Town
battè SapVille nella gara del miglior sciroppo d'acero e la
targa sparì subito dopo la premiazione, William, il nostro
fondatore, accusò, a questo punto invano, Ethan Wyatt di
SapVille, che per ripicca distrusse il ponte sullo Small River che
collegava le nostre città... Ora dovremmo far finire questa
faida. Sono passati tanti anni e abbiamo appena scoperto che non
è stata colpa loro» spiegò.
«E
chi lo dice che non è colpa loro? Come facciamo a saperlo se
non ci dite dove è stata trovata?»
La
piccola folla si agitava sulle sedie di legno, anche i pochi in piedi,
appoggiati alle balle di fieno, si muovevano per confrontarsi. Il
sindaco e l'agente White stavano prendendo il controllo della
situazione, ma su una cosa aveva ragione Sam Ritter, proprietario del
bar sulla strada principale, non potevano essere certi di come fosse
andata e quindi nemmeno discolpare i vicini di SapVille.
«Allora,
possiamo dire solo questo: era in un posto da quando era stata nascosta
e pensiamo sia avvenuto proprio nel fatidico giorno della premiazione,
perché insieme alla targa è stato trovato
questo.»
L'agente
White si piegò sulla cassa e tirò fuori un
vasetto: un vasetto di vetro, con il tappo rivestito da un pezzo di
stoffa e un'etichetta ingiallita e impolverata che recava la scritta a
mano: "Sciroppo d'acero 5-5-1885".
«Se
non dovesse bastare per farvelo credere, abbiamo anche una copia della
carta di fondazione che riporta la data in cui è nata Maple
Town» continuò il poliziotto.
«C'è anche la firma di William
O'Moore...» Alzò la pergamena in alto, indicando
con il dito la firma del fondatore della città.
Tutti
i presenti si zittirono: Emma Carter smise di fare la maglia e la sua
vicina si portò una mano alla bocca, spalancando gli occhi.
«Forse,
allora, c'è stato un malinteso» disse Judith Fear,
strizzando gli occhi, per guardare meglio.
Rupert
si alzò e, pestando i piedi a chi gli era vicino, si fece
strada fino al piccolo palco. Salì i tre gradini e si
avvicinò al sindaco con aria solenne. Si chinò
sulla carta, vecchia e giallastra, tirò fuori gli occhiali
da lavoro ed esaminò la firma.
Si
tirò su e fece una brutta smorfia verso la platea.
«Sembra proprio originale» confermò.
«E
come fai a dirlo, tu?» chiese Omar Green.
«Vorrei
ricordarti, lattaio dei miei stivali, che sono l'antiquario del paese e
che a casa mia ho parecchie carte recanti la firma di William O'Moore.
Ti dico che è la sua.»
Di
nuovo nel fienile tornò il silenzio.
Patience
non riusciva a stare zitta, così chiese ad alta voce:
«Come faremo a farlo sapere a quelli di SapVille?»
«Beh,
per me non dobbiamo mica informarli» dichiarò
Rupert.
«Non
sarebbe giusto!» esclamò Charlotte Adams, la
commessa della panetteria, scioccata.
«E
poi, se non glielo diciamo, non possiamo appendere la targa: loro la
vedrebbero e capirebbero che ce l'abbiamo noi» disse Rachel
Roger, una deliziosa donnina di mezz'età, agitandosi.
«Potremmo
fingere di trovarla.»
«L'abbiamo
trovata!» ripeté Rupert.
«Dobbiamo
dire la verità.»
«E
ammettere di esserci sbagliati?»
«Silenzio!»
esclamò Simon, mentre ognuno dei presenti tentava di far
valere la propria opinione. «Non abbiamo ancora deciso cosa
dire, ma... Lo diremo». Il sindaco si voltò verso
l'agente White e questi, annuendo, mise la targa e il resto dentro
nella cassa.
«E
se facessimo una targa anche per SapVille? Potremmo scriverci qualcosa
per una nuova... come dite voi? Fratellanza? Gemellaggio?»
Patience aveva alzato la mano e timidamente aveva espresso il suo
pensiero.
«Grazie,
miss Stealer, potrebbe essere un'idea.» Il sindaco sorrise
paziente, poi continuò: «Decideremo il da farsi,
ma io e l'agente White dobbiamo prima scoprire da dove arriva questa
cassa e chi l'ha rubata. Dopo di che indiremo una nuova
riunione.»
Appena
il sindaco ebbe finito di parlare, l'agente Loris White si
voltò per andarsene, segno che la riunione era finita e che
il brusio tra concittadini poteva cominciare senza di lui. Anche il
sindaco lo seguì fuori mentre Patience si girava da ogni
lato per ascoltare i commenti dei vicini. C'era chi voleva trovare il
colpevole e mettere tutto a tacere, chi invece guardava al futuro e a
una nuova collaborazione con la cittadina vicina. Altri speravano di
accusare gli abitanti di SapVille un'altra volta e alcuni,
più taciturni, scrutavano gli amici nell'intento di studiare
un eventuale comportamento che li tradisse. Insomma, la caccia alla
verità era cominciata e non sarebbe stato solo l'agente
White a cercare il bandolo della matassa.
«Potremmo
anche fare una gara di sciroppo d'acero, come è stato 130
anni fa...» Patience aveva iniziato e non riusciva
più a fermare i pensieri. Né le parole.
«Ormai
lo sciroppo d'acero è superato. Chiunque può
farlo» precisò Emma, mettendo via il lavoro a
maglia.
«Allora
una gara in cui ci sia una ricetta, dolce o salata, con sciroppo
d'acero. E lo sciroppo deve essere quello prodotto qui a Maple Town. La
ricetta più buona vincerà la gara. Potremmo
mettere in palio un premio in denaro, tipo... Non so... 2500 dollari?
Potremmo fare come due anni fa, che abbiamo cercato gli sponsor per
pagare il premio della maratona. E potremmo chiamare quelli di SapVille
per fare da giuria» disse Raul Johnson.
La
cosa stava iniziando a prendere piede. A Maple Town non si faceva una
vera gara da anni. Una gara di cucina, poi. Una gara di cucina in cui
si vincevano soldi. A chiunque avrebbero fatto comodo.
Il
proprietario della caffetteria, Tom Smith, guardò la moglie,
Candice, e lei annuì: a lei piaceva molto cucinare e i suoi
pancake erano venerati nella cittadina. Avrebbero potuto aggiustare
quella parte del tetto che perdeva dall'inverno scorso.
Susan
Price, che aveva quasi raggiunto Patience alla riva dei settantacinque
anni, sussurrò alla sua vicina che aveva in cucina una
vecchia ricetta di sua nonna per un arrosto speziato con sciroppo
d'acero.
Poco
dopo il fienile si svuotò e la gente tornò verso
le proprie case parlando di ricette, di progetti e, naturalmente, di
sciroppo d'acero.
A
nessuno venne più in mente di chiedere dove fosse stata
trovata la targa. O chi l'avesse trovata.
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***Eccoci
qui con una nuova storia, ma non sarà la solita storia
perché... non è solo mia. Ogni capitolo
è scritto da qualcuno di diverso ed è pubblicata
su wattpad, però, visto che sta diventando veramente una
bella storia ho deciso, con il permesso degli autori, di pubblicarla
anche qui. A ogni capitolo troverete il link del profilo wattpad della
persona che ha scritto. Buon inizio avventura!!!
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