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Autore:
{ Kurenai ~
Personaggi Scelti: 1. Cina (Yao Wang)
2. Francia (Francis Bonnefoy)
3. Prussia (Gilbert Weillschmidt)
4. Russia (Ivan Braginskj)
5. Seychelles
6. Inghilterra (Arthur Kirkland)
7. Ungheria (Elizaveta Hédervàry)
8. Hong Kong
9. Spagna (Antonio Fernandez Carriedo)
10. Romano (Lovino Vargas)
Prompt: A -
Scrivi una fiction in cui 1 [Cina] è un vampiro e 5 [Seychelles]
la sua vittima
Avanzamento Meme: 1/13
Avvertimenti:
Drammatico,
Introspettivo, Alternative Universe (AU)
Note:
Utilizzo il nome
fanon di Seychelles, ovvero Sesel. Nel finale Yao, potrebbe risultare OOC.
{ Sete ~
Lunghi brividi gli percorrevano la schiena e bassi e leggeri
lamenti abbandonavano le sue labbra pallide. Era inutile abbracciarsi le braccia
per poi sfregarle con le mani, non serviva aver indossato il suo abito più
pesante né era utile stendersi in posizione fetale, cercando di stringere a sé
il calore: quello che provava non era normale freddo.
Era un freddo portatore di morte e follia.
" Ah...", Yao si raggomitolò ulteriormente, tremava sempre
più violentemente e lentamente sentiva di star per perdere il senno. Non sarebbe
morto - sarebbe stato un premio che lui non si meritava - avrebbe solo perso la
ragione e la lucidità. Sarebbe diventato come quelli che l'avevano mutato in
quel mostro.
Non riusciva neanche più a piangere, aveva versato ogni singola
salata goccia del suo dolore in quegli interminabili giorni e tutto era stato
inutile. Aveva pregato gli Dei, aveva chiesto di morire ma la sua richiesta era
stata ignorata. Aveva anche provato a reprimere gli istinti che si stavano
risvegliando in lui, ma aveva capito sin da subito che non avrebbe funzionato
neanche quello.
Quella notte, Yao Wang, avrebbe perso la sua umanità in favore
della sete e i sensi di colpa per i crimini che sarebbe arrivato a
commettere gli mozzavano il fiato in corpo - un oscuro presagio.
Cinicamente, l'ombra che risiedeva in lui, e che presto l'avrebbe
comandato come un burattino, rise, ricordandogli che quella sarebbe stata
l'ultima volta che sentiva il proprio respiro, l'ultima volta che avrebbe patito
il freddo e il caldo e che avrebbe sentito i sensi di colpa.
L'ultima, prima di lasciare che i suoi denti penetrassero nella
morbida della sua vittima, assaporandone il dolore e la paura: il suo sangue. E
quando lo scarlatto liquido sarebbe entrato nel suo corpo, donandogli la vita,
lui l’avrebbe presa a qualcun altro.
Una vita per una vita, era quella la legge.
Gemendo per l’ennesimo brivido, si nascose il volto tra le mani.
“ Basta...”, mormorò e ormai, in quella folle febbre che
l’aveva colto pregò affinché tutto finisse. Non voleva più sentire niente.
Voleva essere libero e smettere di soffrire in quel modo.
Doveva solo cedere alla sete.
E, mentre chiudeva gli occhi, lasciò al mondo un’ultima
preghiera.
Sensuale si appoggiò al bancone e un sorriso malizioso gli
increspò le labbra, mentre puntava le sue iridi quasi ambrate sulla ragazza.
“ Posso offrirti qualcosa?”, domandò per poi sbuffare una
risatina e tenderle, elegante, la mano. “ Perdonami. Mi chiamo Yao.”
La giovane, dai lunghi capelli castani raccolti un due basse
codine, lo guardò sentendosi all’istante arrossire davanti a quello sguardo
dolce ma malizioso al tempo stesso: aveva un qualcosa di ipnotizzante.
“ Sesel...”, mormorò piano.
“ È un nome stupendo.”, rispose Yao, inclinando un poco il capo,
lasciando che i capelli, sciolti, scivolassero oltre le spalle. “ Ma niente può
eguagliare la bellezza della sua proprietaria.”
Riuscì a distogliere lo sguardo, avvampando. Non capiva che le
stava succedendo, non era solita dare confidenza agli sconosciuti né era
facilmente imbarazzabile ma... quel giovane era diverso. Sentiva che poteva
anche affidargli la sua vita.
“ G-grazie...”
“ Vieni con me, Sesel...”, sussurrò il cinese, chinandosi
verso di lei fino a soffiarle quelle parole nell’orecchio. La vide scossa da un
violento brivido e, rimettendosi dritto, si allontanò dal bancone, senza neanche
preoccuparsi della reazione della ragazza: sapeva che l’avrebbe seguito.
Si infilò nel bagno e, quando la porta di chiuse alle spalle di
Sesel, la afferrò con forza per le spalle affondando con necessità il viso nel
suo collo. Il dolce profumo lo inebriò e, senza attendere oltre, lasciò che i
suoi denti penetrassero nella tenera pelle.
Il dolore sciolse l’incantesimo e un gemito abbandonò le labbra
della giovane, le sue mani si strinsero con forza e disperazione sulle spalle
dell’altro. Tentava di allontanarlo ma era inutile. E più la vita scivolava via
dal suo corpo, goccia dopo goccia, la vita di Yao si allungava.
Era quella la legge.
Uccidere per non morire.
Uccidere sé stesso per vivere senza sensi di colpa.
Niente più lacrime, niente più dolore.
Niente più Yao, con sorrisi dolci e rassicuranti.
Yao era impazzito e aveva ceduto alla sete. Era morto facendo
nascere in sé un mostro.
Lasciando a quel mondo che l’aveva cresciuto e ucciso un’ultima
richiesta.
Voleva morire ancora... ma per l’eternità.
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