Albträume in einer stürmischen Nacht
P.S. {*Post Scriptum, ovvio ù_ù nd: Madrinaaah* *idiota =_='' nd: Ecccarolina*}
«Era una notte buia e tempestosa... E mi trovavo tranquilla a godermi mio
stato neonatale. Prima ancora di aprire gli occhi, vidi Jasper...» la moretta
pronunciò le ultime parole con fare solenne. «Aiuuuutoooo! Un incuboooo!»
urlicchiò Emmett in falsetto, cercando di imitare sua sorella. *Hihihi! nd:
Ecccarolina* *Beh, in effetti non è una bella visione nd: Madrinaaah* Il suo
buon proposito di smorzare la tensione non andò a buon fine, anzi, non fu
affatto apprezzato, in special modo dal cognato, forse per la pessima
imitazione. Jasper si sollevò sfruttando la potenza di dorsali e pettorali,
dando un colpo di spalle al petto di Emmett, che avrebbe tossito se solo fosse
stato umano. Il nerboruto vampiro, ora, non immobilizzava più a terra il biondo,
così l’altro poté sfruttare tale momento di debolezza o confusione, e facendo
leva con gli arti riescì a rigirarsi sulla schiena, per questo stesso movimento,
Emmett si ritrovò spalle a terra. Mentre tutto ciò avveniva, in una frazione
di secondo che un occhio umano non sarebbe stato in grado di cogliere, Alice,
che prima stava contenta e allegra appollaiata sopra la schiena del fratello,
balzò prima in piedi sulla schiena del grosso vampiro e, poi, anticipando le
mosse del marito, saltò in aria giusto in tempo per riatterrare sul ventre del
suddetto fratello. *Waaaah! Il circooo mi porti al circo? *O* nd: Madrinaaah*
*No ù_u nd: Ecccarolina* Jasper, immobilizzò a sua volta il fratello,
intenzionato a rendergli pan per focaccia. Sdraiato per metà sul petto del
fratello gli sussurrò piano nell’orecchio con un tono agghiacciante e un ghigno
malvagio: «Ora ti mostro io cos‘è un incubo». Emmett, effettivamente non
capiva bene cosa stesse succedendo, a dirla tutta credeva che neppure Esme e
Bella avessero seguito l’azione con molta attenzione *pure noi*, sicuramente la
bambina non aveva visto tutto il movimento, a differenza di sua zia Rosalie, che
invece guardava la scena con un sopracciglio alzato e un sorrisetto ambiguo, tra
il divertito e l’accigliato. Jasper, con un gesto fluido e decisamente
atletico del ginocchio, sferrò un potente colpo tra le gambe del suo caro
cognato, il quale restò notevolmente disarmato, non solo per il dolore, ma
soprattutto per la coreografia complessiva di tutta la faccenda, che avrebbe
preferito vedere e non vivere. *magari sulla pelle di un certo Edward... nd:
Ecccarolina* *boh a me effettivamente potrebbe andare bene descrivere un bel
calcio nelle balle a quello lì ù_ù nd: Madrinaaah* *io ti darei una mano nd:
Ecccarolina* *lo so ù_ù contavo su di te, devi prestarmi gli scarponi. nd:
Madrinaaah* «Qualsiasi danno riportato in seguito a questo avvenimento, a
certe parti di mio marito, verrà, senza indugi, riprodotto sul tuo corpo!»
brontolò Rosalie, con uno strano sorriso sulle labbra. Il vampiro biondo,
mentre Emmett stava ancora rantolando, si sedette a gambe incrociate sulla
pancia di questo per far accomodare lì, sua moglie. Una volta conclusa tale
operazione, durata circa cinque secondi, non di più, la vampira mora riprese a
parlare. «La seconda cosa che vidi... fu la mia vita qui coi Cullen». Jasper
abbracciò la vita di Alice con un braccio, mentre con l’altra mano si coprì il
volto. «L‘inizio della fine...» mormorò affranto, meritandosi un’occhiataccia da
sua moglie. *poverino, poverino ç_ç nd: Ecccarolina* *eh ti vendicherai un
giorno, caro (fa pat pat a Jasper) nd: Madrinaaah* Mentre ancora guardava in
cagnesco Jasper, un ricordo affiorò alla sua mente. «E poi... e poi compresi
quale fosse il mio potere... percepii la prima vera intenzione... era uno dei
Cullen.» farfugliò con voce tremante e lasciò cadere il discorso, nella speranza
di non doverlo riprendere mai più. «Era papino mio?!» domandò Renesmee colta
dal racconto. *mammamiaquantosiaccolla! Non possiamo farla diventare muta? nd:
Ecccarolina* *dal contratto pare che questa adorabile nanetta del (colpetto di
tosse per censurare) non possa essere uccisa e o ammutolita nd: Madrinaaah* *ma
tanto soffrirà soffrirà muahahahahahahhhh nd: Ecccarolina* «Non proprio.»
rispose la vampira con gli occhi grandi, enormi, sbarrati, e il labbro tremulo,
e, come prima, si zittì. Stavolta fu Emmett ad incitarla al suono di
«Eddaaaaaiiii chi pensava di fare cosaaaa?!» cominciò a scalpitare. «Siete
pure seduti su di me, mi merito una bella storia!» aggiunse mentre con le mani
tentava di graffiare suo fratello. «Tu non sai di cosa stai parlando. Non è
una bella storia, non lo è affatto.» sospirò Jasper, scuro in volto.
(mentrelanostrastoriaèmoltobellacommentatelacommentatelatantolosappiamocheleggete
ù_ù) Il suo tono e anche la sua espressione, per non parlare di quella di sua
moglie, avrebbero sedato ogni euforia, tranne quella di Renesmee. «Sì, ma perché
non ci sono pure gli zii? Dov‘è il mio papino?». *non rischi mai di ripeterti
piccola rompiscatole! nd: Ecccarolina* *sì è un po’ petulante, chissà da chi
avrà ripreso nd: Madrinaaah* *c’è un’ampia scelta... nd: Ecccarolina* Alice,
afferrò il coraggio per i capelli, prese un profondo nonché inutile sospiro e
cominciò a raccontare. «Dicevo... La prima intenzione... No, non si trattava
esattamente di Edward, anche se lui era il destinatario di quell‘intenzione.
Carlisle, voleva raccontargli qualcosa». «Cosa? Cosa?» chiese Esme, con la
sua solita espressione da Esme. *vi chiedete quale sia la solita espressione da
Esme? In realtà ce ne sono due questa ^^ e °O° scegliete voi quella che si
addice meglio alla situazione. nd: entrambe* «Carlisle bramava raccontare a
qualcuno il motivo per cui aveva lasciato Volterra.» rispose Alice. Questa
affermazione fece scaturire una certa curiosità nei presenti, così il brusio
cominciò. «Già, infatti non ci ha mai raccontato quella storia!» osservò
Emmett dalla sua comoda posizione. Bella arricciò il naso e guardo sua
suocera. «Esme, tu ne sai qualcosa?». *chissà per quale motivo nd:
entrambe* «No, noi non parliamo mai dell‘Italia!» canticchiò lei. *leggi la
nota di poco sopra nd: entrambe* «Dai, Alice! Continuaaa!» incitò Rosalie
tutta infervorata dal racconto. La piccola vampira mora, sospirò nuovamente.
«Tutti noi sappiamo che la storia di Carlisle è una storia molto lunga». «A
tratti noiosa.» chiosò Emmett. Alice, dalla sua seduta, con un piede,
avrebbe facilmente raggiunto il volto del fratello, ma si trattenne. «Sì, forse,
ma non se la conosci come la conosco io. Dovete sapere che la storia di Carlisle
è molto più torbida di quanto non immaginiate... Pertanto, vi chiedo di non
interrompermi. È già abbastanza difficile così». Gli altri fecero un cenno
d’assenso, e si ammutolirono, affondando meglio nelle loro sedute. La
vampira prese l‘ennesimo profondo respiro. «Carlisle divenne un vampiro nel
1663, per centoottantasette anni, da bravo emo ¾quale sembra essere stato¾ ha tentato imperterrito il suicidio, senza
riuscirci mai una volta. E nel 1850, finalmente, ha trovato un gruppetto di
amici, okay, non proprio gruppetto... ma sì chiamiamoli pure amici... va beh,
come li chiamiamo li chiamiamo, sta di fatto che raggiunse i Volturi». E
Bella, con un guizzo di ingegno, balenò i suoi occhi sulla cognata. *ommioddio
Bella che usa l‘ingegno °O° che le è successo?! nd: Madrinaaah* *°O° sono
sconvolta quanto te °O° nd: Ecccarolina* «Ah, sì, Edward me l‘ha raccontata
questa storia!». «Censurata, spero.» Jasper guardava Bella come a valutarne
la sanità mentale, anzi, a valutare la sanità mentale di Edward. La
neovampira effettivamente non capì poi granché questo commento, pertanto decise
di ignorarlo grandemente. Una volta tornato il silenzio, Alice si accucciò tra
le braccia del marito e cominciò a dondolarsi, prima di ricominciare a
raccontare. «Conosciamo bene Aro, non come Carlisle, certo, ma più o meno,
sappiamo com‘è fatto. È un tipo eccentrico, diciamo anche un po‘ folle, sotto
certi punti di vista, basti pensare che pur di avere accanto Marcus ha ammazzato
sua moglie, ovvero sua sorella, ha trasformato dei bambini per averli tra le
fila delle sue guardie... quindi... è un esemplare particolare.» le sue parole
descrivevano a pennello il capo dei vampiri italiani. «Quando conobbe Carlisle,
rimase molto... Eh, come dire?... mh? Colpito? Bah diciamo colpito. In primo
luogo dal suo aspetto, poi dalla sua dieta particolare, ma soprattutto dalla
forza d‘animo». «Io pensavo fosse per il primo punto.» chiosò
Jasper. «Sìììì è bello il mio Carlisle.» esclamò Esme con gli occhietti
adoranti a forma di cuoricino palpitante. *tutti questi cambiamenti di Esme mi
fanno quasi paura O_O nd: Madrinaaah* *sta parlando anche troppo O_O la cosa si
fa preoccupante nd: Ecccarolina* Alice spostò lo sguardo da Esme a Jasper,
sedendosi, ora a tre quarti, verso suo marito. «Sì, questo è innegabile, però ce
l‘avete presente Aro? Vuole solo le perle migliori nella sua collezione, il
bell‘aspetto non sarebbe sufficiente. Ma comunque non interrompetemi, ora voglio
raccontare, almeno così mi tolgo questo peso». Di nuovo gli ascoltatori si
ammutolirono. E la minuta vampira poté riprendere il suo racconto. «All‘arrivo
di Carlisle, Aro fece di tutto per tenerselo stretto il più possibile, in modo
quasi morboso, ma come poi abbiamo imparato, questo genere di manifestazione
d’affetto a Carlisle non da’ proprio così fastidio». «Se gli stava così bene,
allora perché se n‘è andato?!» domandò Rosalie. Alice rollò gli occhi al
cielo, sbuffando. «Perché voleva esplorare nuovi orifizi!». «Volevi dire
orizzonti, vero?» bofonchiò l’altra, guardandola interdetta. «Sì. Forse.
Anche.» scandì a mezza bocca. Jasper riconobbe subito i segnali, tirò fuori
da una tasca una matita e una risma di fogli. «Visione?». «Sì. No. Forse. Più
che altro, ricordo.» disse in modo confuso sua moglie, afferrando matita e fogli
e cominciando a scarabocchiare volte a crociera e altre figure non meglio
identificabili. «Una stanza buia, nei sotterranei di Volterra, una stanza da
letto. Mh, perché i Volturi hanno stanze da letto? Beh, come le abbiamo noi, le
hanno loro, e le usano nello stesso modo. Le usano nello stesso modo? Le usano
nello stesso modooo!» cominciò a dondolarsi mentre continuava a disegnare.
«Okay, una stanza da letto. Una stanza da letto di Aro. Il letto cigola e le
piume dei cuscini svolazzano. Mh. Ci sono due corpi che si uniscono in modo
convulso». *guardaliiii nd: Ecccarolina* *però, Alice è brava a disegnare nd:
Madrinaaah* Rosalie, che intanto s’era alzata e, curiosa com’era, s’era
sporta oltre le spalle di Jasper, a guardare il disegno che ormai era molto più
particolareggiato. Ad ogni dettaglio i suoi occhi si ingrandivano sempre di più,
sbrilluccicando, finché poi non le sfuggì un gridolio di gioia. «Hai capito Aro!
Ma guarda un po‘!». Questo fece trasalire Alice, che benedisse il momento in
cui Rosalie era apparsa alle sue spalle. Scosse la testa un paio di volte come a
cacciar via quel ricordo e poi sospirò soddisfatta. Alice guardò Rosalie con gli
occhi adoranti, ringraziandola infinitamente. Intanto Bella raggiunse
Rosalie e ammirò la spettacolare opera d’arte di sua cognata. Ma non ebbe la
stessa reazione della vampira bionda. Restò ammutolita e sconvolta, guardava
l’immagine con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Esme fece per
raggiungerle, per vedere il disegno. Bella, in un gesto rapido e fulmineo,
afferrò il foglio, lo accartocciò e lo infilò in bocca, ciancicandolo con
violenza. «Sì, brava, se non l‘avessi fatto sarebbe svenuta per lo shock.»
si complimentò Alice, per la bella pensata. Sul volto di Esme si disegnò una
strana espressione imbronciata, non proprio alla Esme. «Almeno dimmi come va
avanti la storia». «Diciamo solamente che Carlisle dopo aver passato
cinquant‘anni tra i Volturi, ma al fianco di Aro, decise di intraprendere una
nuova strada, congedandosi in amicizia da Aro e dagli altri.» fece una breve
pausa, solo per dare più enfasi al racconto e poi riprese. «Dopo più di dieci
anni, decise di farsi un compagno: Edward». Renesmee cominciò a battere le
manine zompettando sul divano.
«ADESSOARRIVAILMIOPAPÁADESSOARRIVAILMIOPAPÁADESSOARRIVAILMIOPAPÁ!» ripeté.
*perché noi due non l’abbiamo ancora presa, infornata e smangiucchiata davanti
alla tv? nd: Madrinaaah* *perché non avevamo più le mele... E sai che io mangio
solo se gli animali stupidi hanno una mela in bocca, se no non mi potrei
definire vegetariana nd: Ecccarolina* *eh, anche tu a forza di leggere e
scrivere di questi, diventerai vegetariana integralista e mangerai solo bambine
con un nome che fonde due insieme e si conclude con due e, e comincia per
erre... nd: Madrinaaah* *forse... Invece a te va bene tutto! nd:
Ecccarolina* Alice guardò Bella. «Vuoi davvero che racconti questa
storia?». Bella sputò una palla di carta gommosa, un tempo non troppo lontano
era quel disegno. «...Sì?» esitò. E Alice sorrise largamente. «No. Tu non lo
vuoi!». Esme, Renesmee, Rosalie ed Emmett, in coro, risposero. «Io sì,
però!». Jasper poggiò le labbra su un suo orecchio. «Non è necessario che tu
continui a raccontare, posso farlo io, se vuoi». Lei, sospirò profondamente.
«No, è un mio onere, devo farlo io». Ci fu un momento un po’ troppo lungo di
silenzio carico di tensione e di domande, finché Rosalie non scalpitò di nuovo.
«Sì, va bene, ma ora continua». |