E adesso

di Abran
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E adesso


E adesso frugami
ho le tasche ingombre di ferraglia arrugginita e
il cuore divelto da una discarica di risate amare.

E adesso scrollami
senti il ticchettio degli orologi,
tre singole note, ripetute, del carillon inestimabile
distrutto sotto le macerie.

E adesso strillami
E defibrillami
ti strappi le unghie sugli strati di conchiglie fossili
strette come coralli su queste ossa, sotto le ossa.

E adesso strattonami,
poi gettami giù
dal precipizio del disordine, dell'abitudine,
se sono troppo pesante da trascinare,
se è troppo tardi e sei troppo stanca
per riuscirmi a salvare.






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