Un'altra donna

di EleWar
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UN’ALTRA DONNA


Ryo era disteso nel suo grande letto, in penombra; a rischiarare il suo bel viso, solo la tenue luce di una lampada da comodino, sapientemente schermata.

Accoccolata fra le braccia aveva la donna più bella che avesse mai visto e lui era l’uomo più felice del mondo a tenerla lì.
Il suo corpo si sposava bene con quello di lui, forte e muscoloso, e le braccia possenti dell’uomo erano un caldo riparo, dolce e rassicurante.

Lui si era innamorato immediatamente, nello stesso istante in cui l’aveva vista la prima volta, anche se forse era già nell’aria, perché si era subito interessato a lei appena ne aveva sentito parlare.

Ryo e Kaori erano una coppia già da tanto tempo, e lui le era stato sempre fedele; lei sapeva che era vero, non ne aveva mai dubitato, ma quando quest’altra era entrata prepotentemente nel suo cuore, lui aveva perso la testa e glielo aveva confessato, era stato sincero.

Kaori non aveva detto nulla, turbata da quella confessione.

Ed ora lui era lì, con lei, nel dormiveglia che segue certe baruffe.

La porta si era aperta lentamente, disegnando una lama di luce sul pavimento, che si era andata via via  ingrandendo sotto la pressione di Kaori che la spingeva verso l’interno.

La ragazza entrò, quasi in punta di piedi, per non farsi scoprire, trattenendo il fiato, e per un attimo sostò sulla soglia, incerta, a studiare quel quadretto insolito, che ben presto sarebbe diventato quotidianità.

Era forse quella un’intrusa nel suo letto, nel loro letto?

Kaori si era diretta verso il suo uomo, chinandosi leggermente sul suo volto per controllare se stesse dormendo anche lui, quando Ryo aveva spalancato gli occhi; le aveva sorriso a disagio e nonostante la posizione si era mosso come a fare spallucce. Non voleva svegliare la donna.

Allora la sua socia aveva allungato una mano, ma poi si era fermata a mezz’aria e si era ritratta.

Sussurrò:

“Sei riuscito ad addormentarla, alla fine!” sorridendogli soddisfatta “Sei un ottimo papà”.

Lui le rispose in un bisbiglio:

“E’ stata dura”

Gli occhi di Kaori scintillavano illuminati dalla luce dell’amore, contemplando sua figlia rannicchiata sul petto possente del padre; commossa li amò entrambi e li coccolò con lo sguardo.

“Vieni anche tu” invitò con un filo di voce Ryo.

E lei obbedendo, fece il giro del letto e si distese al suo posto, facendo aderire il suo corpo di mamma alla piccola schiena calda; allungò un braccio che accolse la piccola e Ryo, stringendoli piano un abbraccio d’amore.

La bambina sorrise del sonno e si accomodò meglio sentendo la presenza di Kaori.

I due genitori si sorrisero nel chiaroscuro, felici e appagati, e Ryo le sussurrò:

“Grazie”


Perdonate questo mio eccesso di zucchero nel sangue oggi, ma mi è venuta così, ‘cotta e mangiata’ nel bel mezzo della stesura di una long che ha tutt’altri toni.
Dai, era breve e spero che non vi sia dispiaciuta.
A presto (spero)
Eleonora




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