Metallo Puro

di SilverDoesNotKnow
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Avvertimenti: violenza.



Il pugno arriva da dietro repentinamente, come un mattone lanciato dal secondo piano. Il bastardo indossa degli anelli, li ho sentiti sulla pelle. Il colpo mi fa crollare in avanti spremendo tutta l’aria fuori dai polmoni; l’asfalto è umido e freddo sotto la mia guancia mentre il dolore si diffonde velocemente a tutta la cassa toracica.
Mi aveva avvertito, ero consapevole dell’entità del pericolo, ma quando si gioca con la vita non ci si aspetta mai che queste cose succedano davvero.
Gli anelli che mi hanno lasciato un marchio tra le scapole appartengono a un uomo troppo muscoloso, vestito di nero e con due scagnozzi a fianco; ho fatto in tempo a cogliere le loro facce prima di avere un incontro ravvicinato con il suolo. Riesco a girarmi su un fianco ma ricevo subito un calcio sullo stomaco da un mocassino del valore di 10'000 galeoni. “Merda”, tossisco cercando di guadagnare un po’ di ossigeno, “mi massacreranno.”
Il panico si sta formando nella mia mente ma devo tenerlo a bada per sopravvivere.
«Che fortuna, Bay, ci è capitata tra le mani una gran brutta peccatrice», comincia uno dei due idioti al seguito dell’energumeno.
«Alcol, fumo, travestito», l’altro posa un piede sul mio petto immobilizzandomi e gemo dal dolore quando sento le ferite combattere per non riaprirsi. Il più grosso, probabilmente il capo, nota un filo di sangue impregnare la camicia e la apre bruscamente strappando i bottoni di madreperla. Era una delle preferite di Valesir, l’avevo indossata per lui.
«Una trans, addirittura. Era da molto tempo che non picchiavo una sfigurata», dice e un altro pugno mi colpisce in faccia. «È troppo tardi ormai per raddrizzare questa qua, tanto vale abituarla alle torture dell’inferno.
»
Si mettono a ridere e per un attimo si distraggono a guardare due gatti che si azzuffano rumorosamente tra la spazzatura. Nella disperazione ricorro a una magia elementare evocando una farfalla di carta da un fazzoletto buttato a terra. Soffio tra le sue ali concentrando i miei pensieri su di essa: “Trova aiuto, piccola, non so se resisterò.”
Prendo dei respiri profondi mentre le tre ombre tornano a coprire il mio corpo, ora posso vedere le loro facce. «Ti hanno tagliato la lingua?», sibila sogghignando il più basso, ha una croce tatuata su ciascuna guancia. «Non parla! Bay che facciamo? Jod? Ragazzi?»
«Pol, chiudi la bocca stupido!», urla il suo compare rifilandogli uno scappellotto.
«La voglio per me», ringhia il capo che chiamano Bay. «Avete tutta la notte per andare a picchiare checche. Ora dimmi, tu stesa per terra, dov’è la tua banda di finocchi?»
Come risposta mi porto la mano tremante alla bocca, con l’indice e il medio a formare una V, e ci ficco in mezzo la lingua.
Al contrario delle mie aspettative l’uomo-armadio rimane calmo e fa un gesto secco agli altri due che mi sollevano per le braccia e mi inchiodano al muro. Caccio in gola un grugnito di dolore e alzo il mento in segno di sfida con i capelli sporchi di fango appiccicati alla faccia.
«Agisce da dura, capo», ride follemente Pol. «È una pazza punk!»
«Non per molto, presto questa lunga chioma da depravata farà parte della collezione, e NOI riceveremo la NOSTRA ricompensa», dice Jod passandosi fra le dita il rosario che ha al collo.
Mentre i due conversano amabilmente Bay mi colpisce al fianco e sento le costole scricchiolare, forse ne ha rotta una. Afferra i miei capelli e sbatto la nuca contro il muro.
«Magari sei anche sadomasochista, fottuta miserabile», sussurra tenendomi per il mento con l’altra mano. «Ti piace questo?»
E parte un altro destro dritto allo zigomo. Un labbro si è spaccato e sangue misto a saliva gocciola sull’asfalto mentre varie stelline e scintille colorate mi annebbiano la vista.
«Lasciatela», ordina ai suoi scagnozzi e crollo a terra gemendo mentre il dolore conquista il mio corpo e riempie la mia mente, trasformandomi in un pupazzo tra le loro sporche mani.
Sento di stare per svenire, perdo sangue dal petto e i colpi alla testa non hanno aiutato; circondo debolmente il mio corpo in pezzi con le braccia scivolando giù contro il terreno. Lotto per rimanere cosciente e chiudo gli occhi concentrandomi sul respiro. Inspiro. Espiro.
Sento un urlo di rabbia, è familiare ma non riesco a fare un collegamento logico, è come se avessi bevuto quattro rum doppi. Adesso c’è molto rumore intorno a me, due corpi cadono e uno inciampa, qualcuno colpisce in pieno con un calcio, un altro fugge, un’auto parte sgommando, poi il silenzio: un respiro leggermente affannato dal furore, dei passi quasi zoppicanti.
Delle mani gentili scivolano sotto il mio corpo: vorrei ribellarmi, scalciare e mordere e correre a casa ma il dolore è troppo forte. Quando vengo sollevato una fitta acutissima al fianco sinistro mi dà il colpo di grazia e perdo conoscenza con il sapore metallico del sangue sulla lingua.

Nota dell'autore: è duro e crudo, lo so. L'ho scritto apposta. Penso non ci sia niente da aggiungere.

P.S: si, la farfalla è un omaggio al Signore degli Anelli.




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