Come una magia

di Mari Lace
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Come una magia

 

Non si è mai curato del tempo, neanche quando ne subiva gli effetti – poi un giorno arriva lei, due occhi da falco penetranti, e lo coinvolge in una discussione su Barberus Bragge e le leggi del Quidditch.

È un fantasma, non può più cambiare. I suoi giorni si susseguono monotoni e identici da secoli – finché non torna lei a sostenere che il Quidditch non siano solo date, regole e avvenimenti ma soprattutto pratica ed emozioni.

Rolanda Hooch, una delle sue studentesse più brillanti, diviene sua collega dopo un brutto incidente che le impone di ritirarsi dalla carriera agonistica e rimette in moto il suo tempo.

Lui, che immutabile osserva gli studenti passare per le sue classi senza ricordarne realmente alcuno, ora nota l’opera di giorni, mesi e anni su una donna in carne e ossa appassionata di volo.

«Senti, Cuthbert, chi pensi che vincerà la partita di oggi?»

«Per me contano i fatti, non le previsioni, Rolanda».

La donna sbuffa divertita. «Fatti, fatti, fatti! Il bello del Quidditch è che non si possono avere certezze. Dai, su chi punteresti? I Serpeverde sono i campioni in carica, ma il nuovo Cercatore di Grifondoro promette molto bene…»

I fantasmi non dovrebbero provare ansia, è un concetto semplicemente ridicolo per loro. Ciononostante, per Rolanda prova preoccupazione più di una volta: mentre studenti vengono pietrificati da una creatura misteriosa e assurde leggende occupano le menti dei ragazzi; mentre i Mangiamorte, creature fin troppo concrete e verificabili, prendono possesso della scuola e Rolanda non ride più. Durante la battaglia di maggio rimpiange per la prima volta il suo corpo evanescente e la sua incapacità di difendere. Ma Rolanda sopravvive a tutto, rimanendo a insegnare e invecchiare al suo fianco.

Rolanda ora è a letto, il volto solcato da rughe ma gli occhi accesi come sempre, e attende la morte. Il suo tempo sta per finire, ma a Cuthbert sembra che con lei svanisca anche il proprio – di nuovo, ma stavolta in modo più definitivo.

«Cuthbert» mormora lentamente. «I tuoi studenti si chiederanno dove sei».

«Non penso» replica con la solita voce secca. «Festeggeranno la mia assenza. A questi giovani non interessa la Storia…»

«Perché sei qui?» lo interrompe lei, fissandolo dritto negli occhi. Cuthbert rivede la loro prima lezione, quando lei si è alzata e ha posto una domanda – nessuno l’aveva mai fatto, prima, e solo un’altra ragazza dopo.

“Perché sei l’unico colore in un’esistenza grigia”, “Perché hai reso la mia morte molto più interessante della mia vita”. Gli sembrano frasi così sciocche, quelle che gli vengono in mente, degne dei peggiori poeti. Insensate.

C’è però un fatto di cui è certo, e decide di rispondere con quello.

«Perché sentirò la tua mancanza, dopo».

Rolanda gli sorride, prima di chiudere gli occhi.

 

«Professore, perché il Bolcino d’Oro è stato sostituito?»

Binns si blocca. La studentessa svanisce, sostituita da un ricordo.

«Come mai vieni sempre a cercarmi? Non capisco».

Rolanda sorride. «Nessun altro mi ha mai guardata come se fossi una magia».

Cuthbert sospira.

Lo era.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA

Un caro saluto a tutti i coraggiosi arrivati fin qui!

Vorrei iniziare subito dicendo che sono stata molto indecisa sul finale. All’inizio avevo pensato di far diventare Rolanda un fantasma, sinceramente. Cuthbert le avrebbe chiesto “perché” e lei gli avrebbe risposto come fa alla fine (ma a una domanda diversa).

Solo che… non mi sembrava giusto. Cioè, in apparenza è un lieto fine, ma io penso che “diventare fantasmi” sia la scelta sbagliata. Soprattutto, anche se innamorata di un fantasma, non penso che sia una scelta adatta alla Hooch. La vedo piuttosto affrontare con coraggio l’ultima avventura (e mi dispiace tantissimo che Binns rimanga indietro, lui lo manderei volentieri a seguirla ma per stavolta ANGST).

Ah, non sono del tutto certa che si capisca (spero di sì perché non mi piace dover spiegare nelle note, le storie dovrebbero essere comprensibili a sé), ma il “Lo era” finale si riferisce proprio all’ultima risposta di Rolanda: lei (per Cuthbert) era una magia, la magia che ha rimesso in moto il suo tempo e gli ha fatto scoprire l’amore.

Detto questo, se siete capitati per caso su questa storia probabilmente vi state chiedendo cosa mi sia fumata per concepire una Rolanda Hooch/Cuthbert Binns.

Bene, è tutto nato nel contesto di una drabble indovinello e lì doveva rimanere, l’idea di approfondire questa coppia non mi aveva assolutamente sfiorata, ma tre/quattro utenti la pensavano diversamente. E niente, approfittando dell’attività “A scatola chiusa” del gruppo fb Caffè e calderotti (prompt: “Scegli una persona che ti guardi come se fossi una magia” di Frida Kahlo) l’ho fatto, eccoci qui.

Spero che la storia vi sia piaciuta – ci ho provato.

Un bacio grande,

Mari





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