Il diario di Madotsuki

di Biblioteca
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Madotsuki osservò ancora una volta l’edificio che un giorno, presto, sarebbe diventato la sua scuola. Con indosso una ridicola divisa sarebbe entrata insieme a centinaia di altri ragazzi e ragazze. Vite indipendenti, incuranti l’una dell’altra e dell’orrore che li circondava. Pronti a prendersi di mira a vicenda al momento di una debolezza mostrata.
Sbuffò.
Risalì in bicicletta.
Un edificio così banale non sarebbe apparso nemmeno nei suoi peggiori incubi nonostante la scuola fosse per lei da sempre una fonte di ansia continua e ossessiva.
Pedalando osservò il resto della città. Sarebbe stato bello, invece che perdere tempo seduta su un banco, esplorarla tutta. Forse avrebbe potuto farlo un giorno, chissà…
 
Tornata a casa, scrisse sul suo diario:
 
La scuola è un posto noioso. Vorrei trovare la forza di non andarci. Vorrei essere altrove. Ma non posso fare altro. Forse però quest’anno sarà diverso. Forse avrò finalmente degli amici.

 
(Capitolo breve, ma mi serviva per dire una cosa che mi ha colpito: nei sogni non compare mai un mondo che indichi chiaramente la scuola, né un effetto che mostri Madotsuki con indosso una divisa scolastica – che però compare su altri personaggi. Il mondo di Yume Nikki è profondamente metaforico e tuttavia nessuna teoria è riuscita a trovare un mondo che ricalchi quello scolastico. In qualche modo voglio anticipare perché, è un dettaglio importante della storia.)




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