la strega pagana

di posy_e_atena_collaborano
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Sono una strega. O almeno così mi dicono. Non credo di esserlo. Almeno, non nel senso con cui intendono loro, sprezzanti, mentre sussurrano alle comari o ai mariti "Guardate, la figlia del Diavolo!" o cose del genere. Posso assicurarvi che non sono un'adoratrice del diavolo. Nemmeno ci credo, in Lucifero: sono pagana. Prego la terra, il fuoco, l'acqua e l'aria, prego la Grande Madre, prego gli dei dimenticati. Io mescolo erbe, e non rivelo il mio nome per paura dei Malefici. Mi faccio chiamare Artemide, come la dea che prendo come esempio, parlo col mio spirito guida, non vado in chiesa. Non sono sposata, nonostante io abbia sedici anni, e vivo sola al limitare del bosco. Guadagno qualcosa curando i bambini, anche se non si fidano di me. Incontro gli spiriti e le mie consorelle nei boschi, dove balliamo e festeggiamo come i cristiani nostri compaesani non hanno mai saputo fare. Nelle loro feste si tiene la testa china, si fa finta di ascoltare il vescovo, e al massimo celebrano l'amore. Nelle nostre si balla, si grida, chi vuole fa l'amore selvaggiamente, come fossero l'incarnazione degli dei, accendiamo fuochi e ringraziamo, davvero, con gioia.  Alla fine, esausti, ci sediamo, sorridiamo, e ci addormentiamo sotto le stelle. L'esperienza migliore della mia giovane vita. Il parroco dice che no, non è vero, non è giusto, eppure le streghe esistono, e sono anche fra le signore meglio sposate della città, il figlio stesso del reverendo è uno di noi. Non ho bisogno delle persone del villaggio, non mi importa dei loro sguardi sprezzanti, voglio solo credere nelle mia fede, ora e per sempre.




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