You, me and her

di Nao Yoshikawa
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Capitolo quarantadue
 
Un cuore spezzato

C’era poco da fare. El si era chiusa in camera con la musica a tutto volume e non sembrava intenzionata a uscire. Aziraphale ci aveva provato a parlarle, con i suoi modi gentili e dolci, ma non c’era stato verso: sua figlia era irrimediabilmente triste.
Per questo motivo era necessario del lavoro di squadra.
«Eccomi, sono tornato!» Crowley  era appena rientrato, guardandosi intorno con fare agitato. «Cos’ha El?»
Suo marito si alzò, lasciando sul tavolo una tazza ti tè praticamente sana.
«Mal d’amore, temo. Credo che si sia lasciata con il suo ultimo ragazzo.»
Crowley lo guardò, sconvolto e furioso. Chi aveva osato far soffrire El?
«Chi è stato? Voglio il nome, il cognome, l’indirizzo, tutto! Nessuno fa del male a El. Aziraphale, vieni con me, uccidiamolo e poi scappiamo, non sapranno mai che siamo stati noi!» Crowley lo afferrò, piuttosto concitato.
«Non è questa la cosa importante, adesso! El sta male e ha bisogno di noi, ma non so cosa dire. Ogni parola sembra inutile!»
Il demone sospirò, rilassandosi appena. Giusto, consolare El era più importante, agli omicidi ci avrebbe pensato dopo.
 
Accasciata nel suo letto, El stringeva un cuscino, con gli occhi lucidi e della musica deprimente a tutto volume. Sarebbe rimasta in quello stato tutto il giorno, se qualcuno non avesse staccato la musica all’improvviso.
«Ehi!» esclamò mettendosi seduta, i capelli mossi tutti davanti al viso. «Fuori!»
Aziraphale e Crowley non era mai stati trattati in questo modo, certo che le pene d’amore facevano molto male.
«Tesoro, non cacciarci», la pregò Aziraphale. «Ti ho lasciata piangere da sola per tutto il giorno, ma adesso permettici di parlarti.»
El mise il broncio, imbarazzata nel farsi vedere in quello stato. Lei non piangeva mai.
«Ma non c’è niente da dire!» esclamò portandosi le mani sul viso. «Non troverò mai la persona giusta per me, nessuno mi amerà mai, è così!»
Quelle parole spezzarono loro il cuore. Serio, Crowley si avvicinò a El, sedendosi accanto a lei.
«Emma Lyra, ascolta. Lo so che ti sembra la fine del mondo», iniziò a parlare con tono carezzevole e dolce. «E non ti dirò bugie, perché ti capiterà di soffrire ancora. Ma è normale, fa parte della vita.»
El singhiozzò, scostando le mani.
«Sarà normale, ma fa schifo.»
«Oh, lo so. Dici che nessuno ti amerà mai. Io dico che sono sciocchezze, e non solo perché sei mia figlia. Voglio dire, guardati», borbottò. «Chi ti lascia andare è un idiota. Concordi con me, vero Aziraphale?»
L’angelo annuì, sedendosi a sua volta.
«E poi sei ancora così giovane. Avrai tutta l’eternità per innamorarti ancora. Soffrire, probabilmente. Ma posso assicurarti che prima o poi la persona giusta arriva», dicendo ciò si avvicinò, accarezzandole il viso.
Lei scosse il capo.
«Preferisco non innamorarmi allora.»
Quella presa di posizione fece sorridere Aziraphale e Crowley. C’era un’ingenuità dolce e quasi infantile nell’idea di El di non innamorarsi più, ma sapevano che era impossibile. El era troppo piena d’amore, un po’ come loro.
«Cambierai idea quando meno te lo aspetti», sospirò Aziraphale. «Allora, cosa vuoi? Gelato, pizza o sushi?»
Gli occhi bicromatici di El brillarono nel sentire quelle opzioni.
«Tutti e tre. E gradirei del vino.»
«Oh,  non esageriamo adesso», decise Crowley. «Ma per il resto va bene. C’è anche un’altra cosa che può far stare meglio?»
«Che cosa?» domandò El tirando su con il naso.
«Un abbraccio. Un abbraccio molto… molto lungo e soprattutto soffocante!»
Senza darle il tempo di ribattere,  Crowley la strinse forte, trascinando anche Aziraphale. Di certo non una cura immediata per il mal d’amore, ma a giudicare dalle risate di El, quello era un buon inizio.
 




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