A
passo lento, entri nella tua abitazione, Eugenio.
L’eco
cupo della porta, da te sbattuta con rabbia, si perde nel silenzio.
Tutto
è scomparso in quel vuoto.
Stringi
i pugni e il tuo corpo si irrigidisce. Non vuoi ricordare quei
momenti felici.
Lo
sai, sarebbero contaminati dalla sofferenza.
Ma
il tuo cuore si nutre di sofferenza, pur di non impazzire.
Amaro,
ricorda il viso dai lineamenti marcati, seppur delicati, di tua
moglie Anna.
Riesci
a scorgere la sua riccia e fulva chioma e i suoi occhi castani,
screziati d’oro, chini nello studio di uno spartito.
Era
una virtuosa della chitarra e non perdeva occasione di sperimentare
nuove melodie…
Le
sue dita sottili erano capaci di fare vibrare le corde sottili di
quello strumento.
Il
tuo corpo trema, scosso da brividi d’ira e dolore.
Vorresti
urlare, ma la voce ti si soffoca in gola.
Vedi
le tue bimbe, Luisa e Francesca, strette attorno alla madre.
Desiderano
imparare a suonare la chitarra, come la loro splendida madre.
Allunghi
la mano verso di loro. Vuoi sfiorare i capelli rossi di Luisa e
quelli biondi di Francesca, vero Eugenio?
Desideri
rivedere i loro occhi, così simili a quelli di Anna.
Ben
presto, però, l’immagine si dissolve.
Resti
immobile, gli occhi celesti sbarrati dal dolore.
Lo
sai, è un sogno doloroso e crudele.
Ti
liberi delle armi, ti siedi e leggi il libro di Conon de Solis. Anna
era una donna curiosa e vivace.
Se
fosse stata viva, ti avrebbe chiesto notizie sul libro.
E
tu, ebbro della tua passione per la lettura, gliene avresti parlato.
Anzi,
le avresti consigliato di leggerlo.
Ti
sei innamorato della sua mente, così avida di conoscenza?
E
le tue bambine, grazie alla sua sapiente educazione, stavano
divenendo donne amanti della cultura.
Trattieni
a stento un singhiozzo. Quante volte tu e Anna avete sognato il
futuro di Luisa e Francesca?
Entrambi
avete desiderato per loro un futuro luminoso, carico di amore e
felicità.
Ma
queste promesse si sono infrante, con l’arrivo dei soldati
francesi.
Sprezzanti
dei loro ideali, sono entrati nell’appartamento e si sono
comportati da padroni.
Hanno
picchiato te e abusato di Anna, Luisa e Francesca.
Ricordi
le loro grida e i loro sguardi, vitrei d’orrore, mentre i
soldati francesi le stupravano.
Ti
pare quasi di sentire le tue suppliche.
Invano,
hai domandato pietà per le tre donne della tua vita.
Avresti
dato la vita per loro.
Ma
tale supplica a nulla è servita.
Perché
non hanno mostrato pietà verso tre donne indifese?
Gli
ideali della Rivoluzione non parlavano di libertà, uguaglianza
e fraternità?
Cerchi
di controllare la tua disperazione.
Ma
non ci riesci.
E
piangi, nella solitudine della tua casa vuota.
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