Ghiaccio

di KT11
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Will stava aspettando quel fine settimana da una vita.. o almeno era quella che gli sembrava.

Era inverno, dicembre, e al campo erano rimasti in pochissimi. I ragazzi più grandi, come Percy, Annabeth e Clarisse, erano a studiare nelle proprie Università mentre altri ragazzi ancora, erano tornati a casa per l'inverno.

Tra i ragazzi rimasti c'era anche il suo ragazzo, Nico Di Angelo, il figlio di Ade. Lui e Nico erano diventati una coppia da relativamente poco e il biondo non poteva non esserne felice. Si era reso conto di provare dei sentimenti forti per il figlio del dio degli Inferi e quando aveva scoperto che era ricambiato, aveva quasi pianto.

 

Nico gli era da sempre sembrato un ragazzo molto solo, chiuso in sè stesso.. aveva avuto dei problemi soprattutto per la sua infanzia, per il fatto di essere un ragazzo di un altro secolo e per aver perso la sorella in così giovane età.

Quando era con lui però tirava fuori un carattere che in pochi conoscevano. Will amava il suo sorriso imbarazzato e il broncio da finto offeso che metteva su quando il biondo gli diceva delle cose carine. Lo trovava veramente adorabile. Inoltre aveva scopero essere un bravissimo ascoltatore e un ottimo consigliere. Sembrava infatti, quando doveva dare dei consigli o altro, un ragazzo molto più maturo della sua età e per questo Chirone e Will lo ritenevano un punto di riferimento per i ragazzi del campo, nuovi o vecchi che fossero.

 

Ad ogni modo perchè era così emozionato vi chiederete. Semplicemene aveva fatto richiesta due o tre settimane prima a Chirone di poter uscire dal campo e poter andare in centro a New York.. ovviamente per un appuntamneto con il suo ragazzo.

Will, infatti, era fatto forza e aveva invitato Nico, chiedendogli semplicemente se gli avrebbe fatto piacere fare un giro insieme nella metropoli americana, come se fossero due adolescenti normali, e non figli di due dei. Il ragazzo, arrossendo, aveva accettato e dire che il biondo ne era stato felice è dire poco.

 

E finalmente quel giorno era arrivato. Per l'uscita aveva scelto un outfit tranquillo: un paio di jeans lunghi, la felpa arancione del campo, un giacchetto sui colori del verde, la sua solita borsa con un kit medico all'interno (non si sa mai), infine una sciarpa, dei guanti e un cappello sui toni del verde e dell'arancione.

 

Era uscito e si era diretto alla cabina di Ade doveva aveva bussato. Dopo poco era uscito Nico, con il suo solito abbigliamento sui colori scuri e il giacchetto da aviatore. Aveva aggiunto però un cappello e una sciarpa grigi.

 

-Pronto?- gli chiese sorridendo il figlio di Apollo.

 

Nico annuì: -Si..- disse e insieme si diressero ai confini del campo dove salirono su un pullman diretto alla metropoli.

Nel tragitto parlarono del più e del meno, soprattutto di alcuni progetti che Chirone e la cabina di Efesto pensavano di mettere in atto e logicamente,essendo Nico e Will tra i portavoce delle case, avrebbero dovuto organizzarla insieme agli altri e confrontarsi.

 

**

 

Arrivarono poi a New York e cominciarono a girare osservando tutto con curiosità.. sopratuttto Will. Nico, a differenza del figlio di Apollo, usciva molto più spesso, sia per andare al Campo Giove, sia per abitudine personale. Inoltre , prima di stabilirsi al campo, era stato per tantissimo tempo nel mondo esterno, mentre Will non era praticamente mai uscito e se era uscito, sicuramente non lo aveva fatto per farsi una camminata tranquilla per le strade della città.

 

Quindi osservava tutto con emozione, anche perchè in quel periodo dell'anno, essendo vicini a Natale, la città si era come trasformata. Era come se ci fosse un'aria di festa ovunque e il biondo saltellava contento da strada a strada, da vetrina a vetrina, trascinandosi dietro quel poveraccio di Nico.

 

Andarono poi a pranzo al McDonald's e Nico cominciò a spiegare al biondo come poter evocare i morti usando anche le pietanze che servivano in quella catena. Will non era sicuro che avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma si mise ad ascoltarlo con una faccia da ebete innamorato, pensando che Nico fosse il ragazzo migliore del mondo. Probabilmente il moro se ne accorse, dal momento che disse: -..quando poi hai fatto la buca... potresti smetterla di fissarmi così?-

 

-Così come?- chiese il figlio di Apollo facendo un sorrisino divertito e il finto tonto.

 

Lui arrossì: -L-Lo sai, scemo!-

 

Will rise: -Scusa scusa.. volevo solo prenderti un pò in giro, eri così cariiino-

 

Il figlio di Ade bofonchiò qualcosa e dopo poco riprese il suo disorso, descrivendo tutto con precisoone al ragazzo.

 

**

 

Una volta finito il pranzo, tornarono a passeggiare per le vie della città, finchè non arrivarono davanti ad un grande albero addobbato per Natale, pieno di luci e di gente intorno che si stava divertendo tra negozi e passeggiate. Poi, voltandosi, il figlio di Apollo notò una grande pista da pattinaggio sul ghiaccio. Era una di quelle piste che venivano montate per un certo periodo dell'anno e che poi, una volta arrivata la primavera, venivano tolte.

Osservandola e osservando poi i bambini, le coppie e gli amici che si stavano divertendo, gli venne un lampo: -Ehm.. Nico.. ti andrebbe di fare un giro?- chiese indicando la pista con un dito.

 

Lui si voltò e arrossì: -A te.. a te farebbe piacere?- chiese.

 

Will annuì sorridendo: -Moltissimo ma.. non voglio fare qualcosa che non vuoi fare-

 

Lui scosse la testa e disse: -No.. va bene.. ma non so pattinare-

 

Il biondo sorrise contento e insieme si avviarono: -Non preoccuparti, ti guido io. Mia madre mi portava spesso da piccolo ad un palaghiaccio vicino alla mia città e ho fatto pratica- disse pagando il biglietto per entrambi.

 

Appena salirono, Will notò subitio che il suo ragazzo era particolarmente impacciato. Lo prese allora per mano e cominciò a guidarlo in pista. Gli fece vedere come muovere i piedi sul ghiaccio e come rimanere in equilibrio. Nico ascoltava attentamente, cercando di seguire alla lettera le indicazioni del figlio di Apolo.

 

Dopo un pò poi, imparò i movimenti base e insieme, mano nella mano, cominciarono a pattinare. A Will sembrava tutto così magico.. stare là, in quel pomeriggio invernale, con quell'atmosfera, mano nella mano al suo ragazzo, pattinando sul ghiaccio come due adolescenti normali.

Si voltò verso Nico e arrossì notando che lo stava guardando; il volto di Nico era leggermente rosso per le temperature basse della stagione tanto che anche il naso del ragazzo era leggermente arrossato. Isuoi occhi lo stavano guardando con un luccichio tipico di chi guarda qualcuno che ama e la sua bocca, un pochino screpolata e rossa era leggermente dischiusa.

Will gli sorrise dolcemente e il figlio di Ade, arrossendo, ricambiò il sorriso. Un tenero, spontaneo, genuino sorriso che solo a Will avrebbe potuto fare. Poi, stupendo particolarmente il ragazzo, il figlio di Ade disse in italiano: -Ti amo, Will-

Il biondo, pur non conoscendo l'italiano, capì e sorrise dicendo, con amore e dolcezza: -Anche io, Nico-

 

 





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