Part 1 Of
“Feel so good I could
die but I don't care” Series
Ubriacato
dal tuo odore
*
* *
A
Kirishima non era mai importato del suo secondo genere, non davvero.
Ricordava
i suoi compagni di classe delle medie parlarne e chiedersi quale
sarebbe potuto essere il loro o quando si sarebbe presentato, ma lui
non aveva mai avuto interesse per quelle conversazioni.
Ovviamente,
era stato curioso al tempo ma per qualcuno come lui che pensava che
la virilità non avesse genere ma che dipendesse dal proprio
modo di
essere, non cambiava poi molto. Si era spesso ritrovato a pensare a
cosa avrebbe dovuto affrontare una volta che esso si fosse
presentato, rut o heat, ma non si era mai ritrovato a sperare di
essere l'uno rispetto ad un altro.
Gli
omega non avevano vita facile così come gli alpha
– anche se per
ragioni totalmente diverse – e i beta, con il loro sapersi
adattare
alle necessità del proprio partner, non erano ben visti
dalla
società.
Ricordava
ancora il giorno in cui aveva scoperto di essere un omega, poco prima
di iniziare le superiori. Sua madre era sembrata preoccupata, certa
che sarebbe stato un alpha, preoccupata che il suo modo di essere
così insolito per un omega lo avrebbe reso un escluso, o
peggio
ancora un bersaglio, ma Kirishima con qualche difficoltà era
riuscito a tranquillizzarla. A Kirishima andava bene essere un omega
e se fosse stato diversamente, sarebbe stato comunque se stesso.
E
poi, alle superiori, incontrò lui. Bakugou.
Bakugou
che emanava vibrazioni da alpha da ogni parte del suo corpo, fiero di
esserlo, persino il suo quirk urlava alpha da ogni dove e per la
prima volta, Kirishima, fu grato di essere un omega.
Inizialmente
il comportamento di Bakugou lo aveva semplicemente incuriosito. A
differenza degli altri alpha, a lui piaceva stare da solo, non usciva
con i loro compagni di classe e non aveva alcun interesse nel formare
un gruppo o un pack eppure questo non aveva fermato Kirishima
dall'avvicinarsi a lui.
A
Kirishima non dispiaceva che Bakugou fosse una testa calda, anzi gli
piaceva che fosse onesto e competitivo. Gli piaceva che fosse una
persona determinata e quando esagerava scoprirono, ben presto, che il
suo odore riusciva a calmarlo.
Era
stato un incidente, la prima volta che accadde e nessuno dei due
aveva avuto idea del motivo ma da quel giorno in poi Kirishima non
poté fare a meno di mettersi in mezzo ogni volta che Bakugou
minacciava qualcuno. Kirishima ipotizzava che il suo omega e l'alpha
di Bakugou fossero compatibili in qualche modo, che si piacessero, ma
nessuno dei due riaprì mai l'argomento. Non che Kirishima
volesse
comunque, stava bene così come erano le cose tra di loro
adesso.
Nonostante trascorressero del tempo insieme, Kirishima non era
nemmeno sicuro che fossero amici e non voleva complicare le cose tra
di loro, anche se resistere diventava ogni giorno sempre più
difficile. Ignorare il suo omega che urlava e scalpitava ogni qual
volta che gli stava vicino od ogni volta che sentiva il suo odore era
difficile e quando non era il suo omega, era il suo cuore a
scalpitare.
Era
una semplice cotta, o così era quello che continuava a
ripetersi
Kirishima eppure più passava il tempo più si
sentiva attratto
dall'altro.
“Mi
stai almeno ascoltando?” Chiese Kaminari seduto accanto a
lui,
scuotendolo leggermente dalla spalla per attirare la sua attenzione.
Kirishima
sbatté ripetutamente le palpebre, preso alla sprovvista,
stringendo
la presa sul cuscino del divano mentre distoglieva lo sguardo dalla
televisione per rivolgerlo all'amico. Entrambi seduti su di esso,
stavano guardando un film nella sala comune. Un film rosa e un po'
scadente, niente di eccezionale, di quelli che si dimenticano presto
ma sarebbe stata una bugia se Kirishima avesse detto che non gli
stesse piacendo. Era sempre stato un romantico, in fondo.
“Scusami,
amico, ero preso dalla trama del film.” Confessò,
sorridendogli
non appena notò la smorfia di disgusto sul viso dell'altro.
“Questo
film?” Cercò conferma Kaminari, indicando la
televisione
distrattamente.
“Non
è poi così male.” Fece spallucce
Kirishima.
“Fa
schifo.” Si lamentò l'altro guardando sullo
schermo i due
protagonisti incontrarsi a metà strada, in lacrime sotto la
pioggia.
“E lo sai cos'altro fa schifo? Il mio primo heat qui al
dormitorio.” Continuò Kaminari, enfatizzando il
suo fastidio
lasciandosi andare malamente sul divano.
Kirishima
non riuscì a trattenere un sorriso alla vista ma non
riuscì nemmeno
a fare a meno di preoccuparsi un po' per l'amico. Passare l'heat a
casa con i propri genitori era già estenuante di per
sé, meno
stressante ma pur sempre doloroso, passarlo in un dormitorio dove vi
erano dei alpha adolescenti era tutta un'altra storia e Kirishima
poteva capire lo sconforto dell'altro omega.
“Hai
tutto ciò che ti serve?”
“Certo.”
Lo rassicurò Kaminari. “Ho anche avvisato i miei
vicini di stanza
nel caso perdessi il controllo o qualcosa del genere.”
Kirishima
ingoiò rumorosamente, in ansia, ritrovandosi improvvisamente
con un
vuoto di memoria al sentire di quelle parole mentre contava
mentalmente quanti giorni mancassero al proprio. Sperava il
più
tardi possibile.
“Forse
potrei chiedere ad un alpha di darmi qualcosa di suo.”
Pensò
l'altro ad alta voce. “Giusto per poter trascorrere il mio
heat con
un piacevole odore in camera. Magari ad un alpha attraente con un
forte odore, caldo... Sai cosa intendo dire.”
“Già.”
Disse Kirishima, arrossendo quando inevitabilmente i suoi pensieri
andarono a Bakugou.
Kaminari
sospirò. “Forse sarebbe diverso se facessi parte
di un pack.”
Kirishima
lo guardò sorpreso. “Stai considerando
l'idea?”
“Tu
no?”
“Bhé.”
Iniziò Kirishima, mordendosi il labbro inferiore
nervosamente. “Non
è che io non ci abbia pensato ma non so, non voglio
diventare
dipendente da qualcuno e causargli problemi. Non che ci sia nulla di
male nel formare un pack, ovviamente.” Aggiunse in fretta,
agitato
che l'amico potesse fraintendere.
“Rilassati,
capisco cosa vuoi dire.” Gli sorrise Kaminari.
“Avere l'odore di
qualcun altro addosso senza che sia il tuo partner potrebbe essere
problematico. Immagino che fare parte di un pack abbia i suoi
vantaggi e svantaggi, eh?”
“Deve
essere bello però.” Sospirò.
“Stai
pensando a qualcuno, non è vero?” Chiese Kaminari
mostrandogli un
sorrisetto malizioso.
Kirishima
scoppiò in una risata nervosa mentre sentiva le proprie
guance
scaldarsi. “No.”
“Sei
un pessimo bugiardo.” Rise Kaminari, alzandosi dal divano.
“Va
bene, non dirmelo, io me ne torno in camera mia ad ultimare gli
ultimi preparativi.” Disse stiracchiandosi.
“Cosa?
E il film?”
“Finiscilo
da solo, non ne vale la pena.” Gli suggerì
Kaminari, cominciando
ad allontanarsi.
“Va
bene, ma ricordatelo quando ti porterò cibo spazzatura in
camera.”
Lo avvertì Kirishima.
“Sei
il migliore, bro.” L'altro omega alzò la voce
cossichè potesse
sentirlo da lontano.
Kirishima
sorrise, scuotendo la testa mentre si alzava dal divano per dirigersi
in cucina. Si irrigidì quando vide Bakugou in piedi davanti
ai
fornelli intento a riscaldare dell'acqua per il tè,
chiedendosi da
quanto tempo fosse lì e se avesse sentito qualcosa dalla sua
conversazione con Kaminari.
“Ehi,
Bakugou.” Lo salutò Kirishima, cercando di
ricomporsi mentre si
avvicinava alla mensola accanto a lui sentendo l'odore di Bakugou
invaderlo. Era così dolce.
Bakugou
alzò lo sguardo verso di lui ma non disse nulla prima di
rivolgerlo
di nuovo verso il basso spegnendo il fornello. Kirishima lo
guardò
muoversi in cucina mentre prendeva una tazza, non riuscendo ad
impedire che i suoi occhi seguissero ogni suo movimento attratti come
una calamita dall'altro.
“Uhm,
senti, posso chiederti una cosa?” Domandò
Kirishima con lo sguardo
ancora sulle mani dell'altro e quando Bakugou non rispose, lo prese
come un invito a continuare. “Non hai davvero mai pensato di
formare un pack?”
Non
appena quella domanda lasciò le labbra dell'omega, Bakugou
si fermò
lasciando la tazza mezza vuota e aggrottando la fronte si
girò verso
Kirishima.
“Cosa?”
“È
solo che, ci stavo pensando ed ero curioso di sapere cosa ne
pensavi.” Spiegò Kirishima sentendo il proprio
cuore iniziare a
battergli forte in petto.
“Vuoi
far parte di un pack?” Chiese Bakugou con tono accusatorio e
Kirishima cominciò a pensare di aver commesso un grosso
errore a
chiedere mentre guardava l'altro arricciare il naso chiedendosi se,
senza nemmeno accorgersene, avesse rilasciato un qualche tipo di
odore a causa delle sue emozioni.
“Io
– ” Kirishima si morse il labbro inferiore cercando
di ignorare
il pianto del suo omega. Non aveva senso. Se Bakugou non fosse stato
a capo del suo pack, se l'odore che avrebbe dovuto avere addosso non
fosse stato il suo, non aveva senso. “No.”
“Bene.”
Disse l'alpha, ritornando a riempire d'acqua calda la tazza.
“Cosa
hai detto?” Chiese l'omega pensando di aver sentito male.
“Formare
un pack adesso sarebbe impensabile. Siamo tutti senza partner e
qualcuno finirà sicuramente per farsi male, non ho tempo per
questa
merda.”
Kirishima
abbassò lo sguardo, non aveva torto. Capiva
perché non voleva
prendersi questa responsabilità. Per un alpha essere a capo
di un
pack voleva dire proteggerlo, diventare la sua famiglia e qualunque
fosse stata la formazione del pack – sia composta da un alpha
con
degli omega sia da due alpha e il resto omega – i rischi
erano
troppi. Erano rari i pack con più di un alpha al suo
interno, ma non
impossibili. Gli ormoni e il secondo genere erano difficili da
gestire, per tutti, e se uno dei due alpha si fosse sentito per
qualsiasi motivo minacciato dall'altro lo scontro sarebbe stato
inevitabile. Lo scioglimento di un pack era sempre molto doloroso per
i suoi componenti, fisicamente ed emotivamente, quasi al pari dello
stare lontani dal proprio partner o questo almeno era ciò
che gli
era stato raccontato a Kirishima. L'alpha avrebbe dovuto proteggere
il pack da qualsiasi cosa, anche da se stesso.
“Non
ho bisogno di un pack, in ogni caso.”
“Perché
no? Alla fine esso aiuta molto anche gli alpha. L'odore degli omega
potrebbe far rilassare, calmare gli istinti, degli alpha che fanno
parte del pack quando loro non sono in heat, lo sai questo. Certo,
non funziona sempre con tutti ma – ” Kirishima si
fermò non
appena si rese conto di cosa stesse facendo. Non aveva alcun diritto
di insistere e non poté fare a meno di sentirsi anche un po'
patetico nel vedere quanto disperato per l'odore di Bakugou in
realtà
lui fosse. Era curioso del motivo ma una parte di sé si era
subito
pentita di averlo fatto nel momento stesso in cui sentì le
sue
stesse parole mentre il suo omega continuava a piagnucolare. Voleva
sapere se aveva anche una piccola possibilità, anche solo
per una
volta, di potersi rifugiare tra le braccia dell'alpha e lasciarsi
cullare dal suo odore.
“Ho
detto che non ne ho bisogno.” Insistette Bakugou.
“E perché me
lo stai chiedendo? Ci sei già tu per questo.”
Aggiunse, tornando a
guardarlo.
Kirishima
arrossì, sentendo il suo omega fare le fusa all'affermazione
dell'alpha, cercando di calmare il suo cuore che ancora una volta
aveva ripreso ad accelerare il suo battito, cercando di convincersi
che quella affermazione non significava nulla, che era solo per
convenienza eppure Kirishima non poté fare a meno di pensare
che
forse, solo forse, erano davvero un po' amici.
Kirishima
teneva lo sguardo fisso di fronte a sé mentre, senza mai
distogliere
lo sguardo dalla porta, si torturava le mani ancora indeciso se
bussare o meno.
Kirishima
prese un respiro profondo. La conversazione con Kaminari lo aveva
messo in guardia e dal quel giorno in poi non aveva smesso di
pensarci. Sapeva di aver bisogno di aiuto, che avrebbe dovuto
parlarne almeno con qualcuno. Normalmente, ne avrebbe parlato con lui
ma l'altro omega era chiuso da giorni in camera sua a causa del suo
heat e Kirishima aveva deciso che non era il caso di dare ulteriori
preoccupazioni all'amico.
Kirishima
bussò, ancora titubante, accennando un sorriso quando la
porta si
aprì e l'omega si ritrovò davanti Midoriya ad
accoglierlo.
“Kirishima.”
Lo salutò, ricambiando il sorriso.
“Ehi,
mi dispiace disturbarti ma ho davvero bisogno di parlare con qualcuno
e penso che tu possa aiutarmi.” Spiegò Kirishima
tutto d'un fiato
prima che potesse pentirsene.
“Certo.”
Disse Midoriya, adesso preoccupato, invitando l'altro ad entrare.
“Grazie
– ” Le parole di Kirishima gli morirono in gola non
appena entrò
nella camera e un intenso odore lo colpì, mentre Uraraka gli
sorrideva seduta sul bordo del letto e l'effetto fu subito immediato.
Kirishima
sentì improvvisamente i muscoli tesi rilassarsi, anche fin
troppo,
sentendo le ginocchia tremare e la testa girare quando cercò
di
guardare nuovamente Midoriya. Si lasciò scivolare sul
pavimento,
sedendosi, per evitare di cadere mentre l'odore nella stanza iniziava
a scemare e Kirishima poté riconoscerne il profumo. Era
accogliente
ma non troppo caldo, come in autunno dopo una giornata di pioggia con
una leggera fragranza di pino, era fantastico.
“Mi
dispiace tanto.” Sentì Midoriya scusarsi,
inginocchiandosi di
fronte a lui. “Stai bene?”
“Sì,
sto bene, anzi più che bene a dire il vero.”
Spiegò Kirishima
sorpreso. “Mi sento così calmo e rilassato adesso
che potrei – ”
Si fermò a coprirsi la bocca quando non riuscì a
trattenere uno
sbadiglio. “Dormire qui.”
Midoriya
rise, sollevato. “Mi fa piacere. Era quello che stavo
cercando di
fare, in effetti.” Disse sedendosi a sua volta. “Ho
sentito che
Kaminari è in heat e riesco a sentire la tensione nell'aria
durante
questi giorni, così ho deciso che chi bussasse alla mia
porta
avrebbe trovato un odore che gli migliorasse l'umore.”
“Non
è fantastico?” Aggiunse Uraraka. “Lui
è davvero una delle
persone più gentili che io conosca, e quando ho saputo
quello che
stava cercando di fare ho deciso di aiutarlo.”
“Ah,
non dire così.” Sussurrò imbarazzato
Midoriya mentre un leggero
rossore iniziò a colorargli le guance. “Siamo
entrambi beta e non
veniamo influenzati dall'heat o rut altrui così ci sembrava
il
minimo che potessimo fare, tutto qui.”
“Il
vostro odore è davvero qualcos'altro.” Si
complimentò con loro
Kirishima, senza neanche riflettere, ma non vi era alcuna traccia di
malizia nel suo tono.
“Smettila,
Kirishima, finirai per farmi arrossire.” Si
lamentò Uraraka,
coprendosi il viso con le mani. “Non dovresti dire una cosa
simile
sull'odore altrui così facilmente.”
“Scusami
hai ragione ma è un gesto davvero altruista il vostro,
quindi
grazie.” Disse Kirishima. “Sono certo che molti
apprezzano ciò
che state facendo.”
“Non
Kacchan.” Rise Midoriya.
“Eh?”
“A
Kacchan il mio odore non piace, credo lo detesti.”
“Bhé,
non è poi così raro che l'odore di un beta non
faccia effetto su un
alpha.” Commentò Uraraka.
“È
vero, ma sembra che il mio abbia esattamente l'effetto opposto su di
lui. Sembra che lo faccia quasi innervosire.” Disse Midoriya
portandosi una mano sotto il mento, pensieroso. “Che sia un
fatto
personale?”
Kirishima
si ritrovò a riflettere sull'ipotesi di Midoriya, senza
nemmeno
accorgersene. Era vero che alcuni alpha fossero immuni all'odore dei
beta ma era anche innegabile l'attrito che vi era tra lui e Bakugou.
Non sapeva il motivo preciso, sapeva che i due si conoscevano fin
dall'infanzia e che tra loro ci fosse una rivalità molto
forte, e un
po' gli dispiaceva vederli litigare così spesso.
Probabilmente
nemmeno Midoriya stesso ne era a conoscenza, a giudicare dalle sue
reazioni ogni qual volta che l'alpha gli lanciava una sfida. Era
già
incredibile che un beta riuscisse a competere contro ad un alpha, e
Kirishima si chiese se ciò fosse una delle ragioni per la
quale
Bakugou provasse risentimento verso Midoriya.
“Io
dico che te lo stai solo immaginando.” Cercò di
rassicurarlo
Uraraka.
“Forse.”
Mormorò Midoriya per poi alzare lo sguardo verso Kirishima.
“Piuttosto di cosa volevi parlarmi?”
“Oh,
giusto.” Disse Kirishima portando la mano dietro al collo,
imbarazzato, per poi spostarla a nascondere la sua ghiandola
istintivamente cercando di contenere le proprie emozioni e non
vanificare gli sforzi dei due beta. “Io, uhm, sono in
pre-heat.”
“Oh.”
Sussultò Midoriya, sorpreso. I beta non riuscivano a notare
la
differenza. “Sei preoccupato?”
“Bhé,
sono un po' in ansia.” Confessò l'omega.
“Sono sicuro che i miei
vicini di stanza se ne siano già accorti ma, va bene, mi
fido di
loro e dei compagni di classe ma, sì, sono un po'
preoccupato. Anche
Bakugou è un mio vicino di stanza e di solito passo molto
tempo con
lui e --”
“E
Bakugou è un puro alpha.” Lo interruppe Uraraka.
“Già.”
Midoriya
e Uraraka si scambiarono un'occhiata prima di sorridergli cercando di
trasmettergli un po' di calma. “Capisco perché tu
possa essere
preoccupato ma Kacchan, in realtà, ha un sorprendente
autocontrollo.
Certo, è stato coinvolto in qualche rissa alle medie, come
ogni
alpha precoce immagino, ma riesce molto bene a tenere sotto controllo
il suo alpha. Non ha mai cercato di assalire un omega. Non in quel
senso almeno.”
“Cosa?
No! Non sono preoccupato per me, sono preoccupato per lui.”
Si affrettò a dire Kirishima. “Sì,
insomma, se io --” Non
riuscì a finire la frase, sentendo il proprio viso in fiamme.
“O
-- oh. Io, mi dispiace tanto, ho completamente travisato le tue
parole.”
Kirishima
abbassò lo sguardo, iniziando a valutare quanto avesse
dovuto dire.
Si fidava di entrambi ovviamente, erano suoi amici, ma non lo aveva
confessato a nessuno prima di allora e dirlo ad alta voce a qualcuno
rendeva tutto molto più reale.
“Il
mio omega è attratto dall'alpha di Bakugou.”
Iniziò Kirishima,
guardandoli entrambi. “Ma non è solo quello che
accresce la mia
preoccupazione.”
“Sei
innamorato di lui?” Chiese Midoriya e Kirishima
sussultò. “Mi
dispiace chiedertelo, sto solo cercando di capire se i tuoi
sentimenti sono in linea con il tuo omega o se si tratta di mero
istinto.”
“Io
– ” Kirishima ci pensò su. Era sicuro
della sua cotta ma non
aveva mai pensato che potesse essere amore però, alpha o
meno, era
certo di voler stare accanto a Bakugou. “Credo di
sì.”
Midoriya
gli sorrise, comprensivo. “Non devi affrontare per forza
tutto
questo da solo. Lo sai che se hai bisogno puoi sempre venire
qui.”
“Grazie,
lo apprezzo molto.” Tirò un sospiro di sollievo
Kirishima,
sentendosi più leggero. “Sapete, vi invidio un
po'. Siete molto
coraggiosi a fare ciò che state facendo ignorando
ciò che potrebbe
dire la gente. Sembra che non abbiate paura di nulla.”
Uraraka
rise. “Forse può sembrare così
all'apparenza ma anche noi abbiamo
paura. Io, ad esempio, ho paura quando penso al futuro o alla mia
carriera. Credo sia inevitabile per un beta, anche se non dobbiamo
preoccuparci di heat o rut abbiamo altro a cui pensare, no?”
Kirishima
sentì quelle parole come un pugno in pieno nello stomaco,
sentendo
il senso di colpa pizzicargli gli occhi cercò di ingoiare il
nodo
che gli si era stretto in gola.
“No,
Kirishima, no.” Lo chiamò dolcemente Uraraka,
alzandosi dal letto
per sedersi accanto a lui e prendergli una mano delicatamente.
“Va
tutto bene.”
“Mi
dispiace, non avrei dovuto dirlo.” Disse Kirishima sentendo
le
lacrime rigargli il viso. “Non ho il diritto di dire niente,
che
razza di egoista che sono.”
“Perché
pensi questo?”
“Perché
non mi è mai importato nulla del mio secondo genere
finché non ho
incontrato Bakugou, ed adesso sono stato davvero un insensibile nei
vostri confronti.”
“Questo
non fa di te una persona egoista.” Cercò di
tranquillizzarlo
Midoriya. “Anzi credo che sia piuttosto normale. Anche noi ci
ritroviamo a fantasticare di essere diversi, qualche volta,
nonostante non abbiamo idea di cosa un alpha od un omega debbano
affrontare. Non credo che questo faccia di noi delle brutte persone,
siamo solo giovani e ancora alle prime armi con i nostri secondi
generi. Impareremo, col tempo.”
“Hai
ragione.” Disse Kirishima, asciugandosi le lacrime,
riacquisendo il
controllo sulle proprie emozioni. “Cavolo, sono proprio un
disastro
oggi.”
“Non
te ne preoccupare.” Gli sorrise Midoriya. “Non lo
siamo un po'
tutti qui dentro?”
Kirishima
rise, grato della comprensione dei due amici.
“Vi
ho già disturbato abbastanza, adesso sarà meglio
che io vada.”
Disse l'omega, alzandosi.
“Aspetta.”
Lo fermò Midoriya. “Prendi qualcosa di mio, nel
caso avessi
bisogno di calmarti.” Disse, iniziando a vagare per la stanza
alla
ricerca di un oggetto che avesse il suo odore sopra.
“Uhm,
ecco!” Esclamò, tirando fuori da un cassetto una
vecchia t-shirt
di All Might. “Prendi.” Gli offrì,
porgendogliela.
“Sei
sicuro?”
“Prendila,
se fosse stata una versione limitata non te l'avrebbe mai
data.”
Spiegò Uraraka.
“Ehi!”
Esclamò girandosi a guardarla. “Bhé,
è vero però.”
Kirishima
rise prendendo la t-shirt e, stringendola tra le mani, li
ringraziò
ancora una volta prima di uscire dalla stanza per dirigersi verso
l'ascensore.
Non
appena le porte dell'ascensore si aprirono, una volta giunto al piano
della sua camera, riuscì a scorgere la figura di Bakugou
concentrata
a leggere qualcosa sullo schermo del suo cellulare mentre l'altra
mano era ferma sulla maniglia della porta.
Kirishima
non riuscì a trattenere il sorriso che gli nacque spontaneo
sulle
labbra alla vista dell'alpha, ma non appena mise piede fuori dalla
camera dell'ascensore – e sentì qualcosa
sfiorargli le cosce –
si ricordò di avere ancora la t-shirt di Midoriya in mano.
L'omega
sentì la gola seccarsi di colpo, nascondendola d'istinto
dietro la
schiena, mentre si avvicinava alla propria stanza cercando di fare
meno rumore possibile e nascondere il suo odore per evitare di
attirare l'attenzione dell'altro. Accelerò il passo quando
vide
Bakugou iniziare a spostarsi e, una volta raggiunta, aprì
leggermente la porta per buttare dentro malamente la t-shirt e
richiuderla velocemente. Quando Kirishima si girò a guardare
Bakugou
si stupì nel vedere che l'altro lo stesse guardando a sua
volta, con
un'espressione contrariata sul viso e per un attimo Kirishima temette
che avesse visto ciò che aveva appena fatto.
Bakugou
rimase in silenzio mentre, posando il cellulare in tasca, fece un
passo in avanti verso Kirishima. “Puzzi.”
“Cosa?”
Chiese Kirishima, sorpreso. Sentendo il cuore stringersi in una morsa
nel sentire quel commento detto con tanto astio sul suo odore.
“Puzzi
come lui.”
Ringhiò Bakugou
e Kirishima imprecò mentalmente.
Avrebbe
dovuto
immagine che l'odore presente nella camera di Midoriya gli fosse
rimasto addosso, ma non aveva immaginato nemmeno di imbattersi
nell'alpha senza neanche avere il tempo di farsi una doccia.
Kirishima cominciò a pensare se non sarebbe stato meglio se
avesse
fatto finta di non vederlo e tornare al piano di sotto.
“Davvero?”
Chiese Kirishima cercando di fare il finto tonto.
“Probabilmente è
perché ho parlato con lui poco fa.”
“Cazzate!
L'odore è troppo forte.” Ribatté
Bakugou, annusando l'aria.
“Sembra come se Deku avesse -- ” Non
riuscì a terminare la
frase, portandosi una mano a coprirsi il naso.
“Ero in
camera sua.” Spiegò Kirishima. “Si nota
davvero così tanto?”
Domandò portandosi il braccio al naso, non notando
l'espressione
dell'alpha cambiare.
“Cosa?”
Quasi urlò Bakugou.
“Che c'è?
Siamo amici, non è così strano.”
“In
pre-heat?”
“Va tutto
bene, sto bene, non ho ancora nessun sintomo e poi non eravamo
nemmeno soli. C'era Uraraka con noi.” Ribatté
Kirishima, odiando
come il suo omega stesse urlando nella sua testa di rimediare al
malumore dell'alpha, di aggiustare le cose. Kirishima non aveva alcun
bisogno di giustificarsi, lo sapeva.
“Sì, un
altro beta.”
“Bakugou!”
Lo rimproverò Kirishima. “Sono nostri
amici.”
“Non sono
amici miei.”
Kirishima
sospirò strofinandosi le tempie con le dita, sentendo la
testa
scoppiare e una forte sensazione di nausea. Probabilmente i primi
sintomi del pre-heat. L'alpha aveva distolto lo sguardo, più
calmo
ma ancora visibilmente contrariato.
“Tch.”
Scioccò la lingua Bakugou frustrato, per niente soddisfatto
della
spiegazione dell'omega, e senza aggiungere nient'altro si
rifugiò in
camera sua sbattendo con forza la porta dietro di sé.
L'odore
di
curry e spezie riempirono il corridoio e Kirishima riuscì a
sentirne
il profumo dalla sua camera. Brontolò, con l'acquolina in
bocca,
mentre rivolgeva lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete della
sua stanza. Era quasi ora di pranzo, ma ogni muscolo del suo corpo
gli doleva e il suo nest era così confortevole.
Qualcuno
bussò
alla sua porta ma Kirishima non si mosse. Quando sentì
bussare una
seconda volta, iniziò a considerare l'idea di lasciare che
chiunque
fosse al di là di quella porta perdesse la pazienza e
andasse via
notando che nessuno gli avrebbe risposto.
“Oi!” Sentì
urlare dal corridoio e Kirishima riconobbe subito la voce di Bakugou,
non riuscendo a trattenere un sorriso mentre iniziava a mettersi
seduto.
Ancora
un po'
riluttante, si alzò dal letto sapendo che l'altro non
avrebbe
accettato di essere ignorato e a piccoli passi si diresse verso la
porta. Non appena la aprì, Kirishima si ritrovò
un bento a pochi
centimetri dal proprio viso.
“Mangia.”
Disse semplicemente Bakugou, serio.
Kirishima
lo
prese, lasciando che il sorriso sulle sue labbra si allargasse.
Bakugou non era una persone di molte parole quando si trattava di
esternare i propri sentimenti, preferiva agire, e Kirishima sapeva
che questo era il suo modo di dire che gli dispiaceva.
“Grazie,
Bakugou!”
“Come ti
pare.” Borbottò l'alpha per poi girarsi ed entrare
nell'ascensore,
dando l'opportunità a Kirishima di notare quanto fossero
rosse le
punte delle sue orecchie.
Caldo.
Sentiva
così tanto caldo.
Kirishima
fissava il ventilatore muoversi a destra e a sinistra nel lato
opposto della camera, come incantato dal movimento meccanico e
ripetitivo, con la testa vuota e un forte disagio addosso. Sentiva i
vestiti troppo pesanti, li sentiva pizzicargli la pelle, frustrato
che il ventilatore non gli donasse alcun tipo di sollievo ma in
fondo, Kirishima, sapeva che nulla avrebbe funzionato. Non aveva mai
sentito un calore simile prima d'ora, nulla a che vedere con il caldo
dell'estate o l'afa del deserto. No, molto peggio. Kirishima si
sentiva in fiamme ed ogni cosa che percorreva il suo corpo o lo
sfiorasse appena, come il sudore o il tessuto delle lenzuola, gli
faceva male.
Si
girò a
fissare il soffitto, storcendo il naso. Anche il suo nest sembrava
diverso, imperfetto, come se mancasse qualcosa. Chiuse gli occhi, nel
vano tentativo di ignorare ogni cosa intorno a sé. Il suo
omega, il
suo nest, il caldo, l'odore di caramello bruciato.
Kirishima
spalancò gli occhi non appena quel dolce profumo si fece
strada
nella sua stanza. Sentendo la porta della stanza accanto aprirsi,
intuì che Bakugou aveva fatto ritorno in camera sua.
Istintivamente
girò la testa verso il muro riuscendo ad immaginare l'alpha
muoversi
nella stanza.
“Bakugou.”
Sussurrò Kirishima, portando una mano alla parete fredda
come in una
futile ricerca di contatto con l'altro.
Cercò
di
concentrarsi sui rumori che riusciva a sentire attraverso il muro. Il
rumore della sedia che si muoveva o anche semplicemente il rumore dei
passi dell'altro, immaginando di essere lì con lui,
immaginando di
essere insieme all'alpha.
Kirishima
sospirò, sentendo una scarica di eccitazione scendere verso
il basso
ventre e i boxer iniziare a bagnarsi. Istintivamente
incrociò le
gambe nel tentativo di controllarsi ma quando sentì ancora
una volta
l'odore di Bakugou, sentì la propria mano muoversi da sola
verso la
propria erezione.
Kirishima
gemette, mordendosi la lingua mentre cercava di ricordare di dover
restare il più silenzioso possibile ma in heat la tentazione
di
lasciarsi andare completamente al puro istinto e al piacere era
forte. Fermandosi a pochi centimetri dal bordo dei suoi boxer
grugnì,
chiudendo nuovamente gli occhi, immaginando che la mano che lo stesse
toccando fosse quella dell'alpha. Lasciò la mano ferma
lì ancora
qualche istante, al contatto con la pelle, ma più si
avvicinava più
il bisogno aumentava consapevole, tuttavia, che anche se avesse
raggiunto l'orgasmo esso non gli avrebbe donato alcun sollievo.
La
frustrazione
si fece più forte mentre con un solo gesto
abbassò sia i boxer sia
i pantaloni fino alle ginocchia. Rosso in viso, appoggiò la
testa
sul cuscino, sentendo il proprio corpo reagire immediatamente non
appena iniziò ad accarezzare la propria erezione mentre
passava
l'altra mano lungo il corpo. Si strofinò la ghiandola sotto
l'orecchio, sfiorandosi il collo con le dita, per poi scendere ai
capezzoli turgidi dall'eccitazione fino ad arrivare tra le sue gambe.
“Bakugou.”
Ripeté con voce rauca, mentre sentiva le lacrime pizzicargli
gli
occhi. Non era abbastanza, niente sarebbe stato abbastanza.
Il
suo omega
fremette. Sapeva cosa voleva, sapeva di cosa avesse bisogno. Aveva
bisogno di Bakugou, aveva bisogno del suo alpha. Kirishima
sentì una
lacrima rigargli il volto mentre cercava di ricordare al suo omega
che Bakugou non era il loro alpha.
Iniziò
ad
ansimare quando le sue dita scivolarono verso la sua calda e bagnata
entrata tenendo sempre gli occhi chiusi, troppo spaventato che la
realtà potesse invaderlo spazzando via quella piccola gioia
che la
sua fantasia gli stesse concedendo in quel momento. Strinse i denti,
la sensazione non era neanche lontanamente paragonabile a quella che
gli avrebbe potuto regalare un rapporto con l'alpha ma tutto
ciò a
cui riusciva a pensare era l'immagine di Bakugou sopra di lui con i
canini sulla sua pelle pronto a reclamarlo, per raggiungere l'orgasmo
e ricominciare poi tutto daccapo ancora una volta.
“Alpha.” Lo
chiamò tra i gemiti e Kirishima poté giurare di
aver sentito
un'imprecazione provenire dalla stanza accanto.
Kirishima
trattenne il fiato per un'istante, fermandosi quando sentì
un forte
tonfo far vibrare la parete seguito da un'altra imprecazione.
“Bakugou?”
Kirishima si mise seduto, rivolgendo lo sguardo verso il muro,
ignorando i muscoli indolenziti lamentarsi al movimento improvviso.
Un
altro
assordante rumore riecheggiò e la preoccupazione si fece
largo tra
l'eccitazione.
E
poi lo sentì.
Un righio.
“Alpha.”
Non riuscì a trattenere un gemito nel sentirlo, spostando lo
sguardo
verso la porta della propria camera quando sentì Bakugou
iniziare a
muoversi di nuovo.
Alpha,
alpha, alpha, Bakugou.
Sentì
il
rumore di una porta spalancarsi e l'odore di Bakugou farsi
più
intenso, adesso probabilmente nel corridoio. Kirishima si morse il
labbro inferiore, in attesa sentendo la propria erezione pulsare per
le mancate attenzioni, sperando che Bakugou entrasse e passasse
l'intero heat lì con lui ma quando sentì la porta
richiudersi con
forza e l'odore scemare capì che Bakugou si stava
allontanando e
anche a gran velocità.
Kirishima
sentì
la gola improvvisamente secca mentre il suo omega iniziò ad
urlare e
a piangere, pregandogli di andargli dietro. Kirishima sentì
una
morsa alla bocca dello stomaco mentre le lacrime ripresero a scendere
lungo le sue guance.
L'alpha
lo
aveva sentito e lo aveva rifiutato.
Bakugou
si
diresse alla sala comune più in fretta che poté,
maledicendo
l'ascensore per non riuscire ad andare giù abbastanza
veloce. Doveva
andarsene da lì. Non poteva stare ulteriormente nelle
vicinanze
dell'omega, non in heat, non quando il suo odore era come un dolce
invito o quando il suono della sua voce era la cosa più
armonica e
allo stesso tempo oscena che avesse mai sentito.
“Ehi,
Bakubro, hai sentito la mia mancanza in questi giorni?”
Scherzò
Kaminari, riportando alla realtà l'alpha che
grugnì sedendosi sul
divano. “Stai bene? Perché, senza offesa, hai un
aspetto
terribile.”
“Sta zitto.”
Sputò fuori Bakugou girandosi verso l'altro, ritrovandosi
davanti
l'omega con gli occhi spalancati che velocemente si portò
una mano a
tapparsi il naso.
“Bakugou.”
Si lamentò.
“Cazzo.”
Imprecò Bakugou rendendosi conto di star emanando ancora un
forte
odore di eccitazione abbassando, automaticamente, lo sguardo verso il
cavallo dei propri pantaloni nella speranza che invece il suo corpo
si fosse rilassato. Emise un sospiro di sollievo mentre,
concentrandosi, iniziò a tenere a bada il suo odore.
“Oh, giusto.”
Disse Kaminari, abbassando la mano dal viso. “Kirishima
è in
heat.”
“Che c'è?”
Chiese Bakugou quando notò che l'omega continuava a fissarlo
con un
sorriso stampato sulle labbra.
“Niente, è
solo che, sei qui.”
“... E?” Lo
invitò a continuare, infastidito.
“Sto dicendo
che sei cool, amico.” Spiegò Kaminari.
“Sono felice che sia tu
il vicino di stanza di Kirishima, non deve essere stato
facile.”
Bakugou
distolse lo sguardo, preferendo fissare un punto indefinito della
stanza. No, non era stato affatto facile. Era stato come se il suo
alpha lo avesse sfregiato dall'interno. Non appena il suo alpha ebbe
riconosciuto quell'odore invitante come quello di Kirishima, qualcosa
in lui iniziò a risvegliarsi e resistere era stata la cosa
più
difficile che lui ebbe mai fatto in tutta la sua vita. Allontanarsi
da lui era stata la cosa più dolorosa che avesse mai fatto.
“Ma adesso
sarà meglio che io vada a vedere come sta Kirishima,
sarà
sconvolto.”
“Che intendi
dire?” Chiese Bakugou fingendo un tono distaccato, cercando
di non
sembrare troppo interessato.
“Uhm, bhé.”
Biascicò Kaminari, grattandosi il braccio in evidente
imbarazzo.
“Per noi omega l'heat è un periodo sempre molto
delicato e, non
fraintendermi, tu hai fatto più che bene ad andartene ma per
lui è
difficile dover accettare che un'alpha si sia allontanato mentre
–
bhé, sì, mentre lui sta cercando di attirarne
uno.”
Kirishima
si
girò su un fianco, adesso sdraiato sul pavimento. Aveva
provato ad
alzarsi ma le gambe gli erano cedute e, chiudendosi a riccio, si era
portato le ginocchia al petto con i capelli appiccicati alla fronte
dal sudore continuando a respirare con l'affanno.
Sentì
bussare
alla sua porta e uno spiraglio di speranza si fece strada nel suo
cuore. “Alpha?”
“No, prova
ancora.” Rispose Kaminari dall'altra parte di essa.
Kirishima
sbuffò e, controvoglia, si mise in ginocchio raddrizzandosi
quel
tanto che bastava per aprire.
“Alpha con
te?” Chiese Kirishima mentre l'altro omega entrava in camera.
“Nope, sono
da solo.”
“Urgh.”
Grugnì Kirishima, accasciandosi di nuovo a terra.
Kaminari
chiuse
la porta dietro di sé, facendo una smorfia all'odore della
stanza.
Superando l'altro omega, si diresse verso la porta che dava sul
balcone per aprirla. “Meglio aprire, altrimenti Bakugou non
potrà
entrare in questa stanza per almeno un mese.”
“Bakugou?”
Lo chiamò Kirishima, girandosi a guardare Kaminari mentre si
sedeva
accanto a lui. “Dov'è lui? Dove è il
mio alpha?”
Kaminari
sospirò. “Non è il tuo alpha.”
Kirishima
piagnucolò sentendo già le lacrime agli occhi.
“Ehi.”
Disse dolcemente Kaminari, cercando di avvicinarsi. “Scusami
non
volevo essere meschino, volevo ricordarti che tu e Bakugou non siete
partner e non voglio che tu soffra convincendoti del
contrario.”
Kaminari
si
fermò quando notò che Kirishima non lo stava
più né ascoltando né
guardando ma che aveva gli occhi spalancati e lo sguardo fisso dritto
difronte a sé, come in trance, verso la porta dove Bakugou
lo stava
guardando a sua volta.
“Che cosa ci
fai tu qui?” Chiese Kaminari alzando la voce, contrariato.
“Dovevo
assicurarmi che non si sentisse un cattivo omega.”
Spiegò Bakugou,
con voce profonda, senza distogliere lo sguardo da Kirishima.
“Bakugou.”
Sussurrò Kaminari, sorpreso dall'interessamento dell'altro.
Kirishima
gattonò verso l'alpha con ancora gli sguardi incatenati
l'uno
all'altro, fino ad arrivare ai piedi dell'altro e alzarsi.
“Bakugou.”
“Cattivo
omega?” Chiese con una nota di tristezza.
“No.”
Nel
sentire la
risposta dell'alpha, Kirishima gli mostrò un sorriso a
trentadue
denti gettandosi tra le sue braccia con talmente tanta veemenza che
Bakugou indietreggiò finendo nel corridoio.
“Bakugou!”
Lo chiamò Kaminari scattando in piedi, preoccupato che la
vicinanza
con l'omega fosse troppa, ma Bakugou lo fermò facendogli un
cenno
con la mano mentre chiudeva gli occhi prendendo un respiro profondo.
“Sto bene.”
“Mmh.” Fece
le fusa Kirishima toccando il collo di Bakugou con il naso, vicino
alla ghiandola, annusando l'odore direttamente dalla fonte.
Bakugou
alzò
la mano per accarezzargli delicatamente i capelli, ormai guidato dal
bisogno del suo alpha di rassicurare l'omega.
“Buon omega.”
Disse l'alpha con voce rauca. “Buon odore.”
Aggiunse con ora
quasi l'affanno.
Kirishima
canticchiò contento mentre Bakugou lo riconduceva dentro la
stanza a
piccoli passi. “Torna a letto.”
“Letto.”
Esclamò Kirishima, eccitato.
“Sì!” Quasi urlò, prendendo
per
il polso Bakugou trascinandolo con sé al bordo del letto.
Kirishima
si
sedette su di esso, in attesa dell'alpha che delicatamente si
liberò
dalla presa dell'omega. “No.”
Il
sorriso di
Kirishima gli morì sulle labbra.
“Perché no?”
Chiese mentre si alzava sulle ginocchia sopra il letto, accarezzando
gli addominali di Bakugou. “Sarà bello, lo
prometto.”
Kirishima
abbassò la mano e Bakugou grugnì quando
sentì Kaminari avvicinarsi
cautamente dietro di lui.
“Knot?”
Domandò Kirishima e solo in quell'istante Bakugou si accorse
di
avere una mezza erezione.
Come
scottato
Bakugou si allontanò all'improvviso e, portandosi una mano
sul viso
a coprire il naso e le labbra mentre sentiva l'acquolina in bocca
minacciare di scivolare tra esse, uscì velocemente dalla
stanza.
L'alpha sentì Kirishima chiamarlo mentre si incamminava
lungo il
corridoio seguito da un forte tonfo, probabilmente Kaminari aveva
chiuso la porta di getto, con forza, per evitare che l'omega lo
rincoresse e Bakugou poté giurare di aver sentito il suo
alpha
disperarsi quasi in un pianto.
Kirishima
passò
il resto del suo heat chiuso in camera sua, con l'aiuto di Kaminari,
e Bakugou non si presentò più alla sua porta
facendo sì che il
resto dell'heat trascorresse nella tranquillità.
I
primi giorni
post-heat Kirishima si era sentito strano, probabilmente a causa
della frustrazione del suo omega per averlo trascorso senza un'alpha.
I suoi amici e compagni di classe gli avevano dato il tempo di
riprendersi e tutto era tornato presto alla normalità, anche
il suo
rapporto con Bakugou. All'inizio c'era stato un po' di imbarazzo tra
i due, era accaduto ciò che più aveva temuto
l'omega ma era felice
di vedere che l'alpha aveva preso la decisione di far finta che non
fosse accaduto nulla, lui di certo non se ne sarebbe lamentato.
Kirishima era convinto che lui era stato guidato solo da un bisogno
biologico non solo del suo omega ma influenzato anche da quello
dell'alpha di Bakugou e, cercando di lasciarsi tutto alle spalle,
sapeva che l'amicizia con Bakugou valeva più di tutto il
resto. Se
andava bene a Bakugou, andava bene anche a Kirishima.
Kirishima
sorrise guardandosi intorno, gli era mancato stare in camera di
Bakugou. L'unico che avesse questo privilegio. Avevano deciso di
studiare in camera sua, quel pomeriggio, lasciando che cambiasse
l'aria all'interno della camera di Kirishima prima di far entrare di
nuovo l'alpha e per evitare che venissero continuamente interrotti
nella sala comune.
C'era
qualcosa
di strano in Bakugou, l'omega riusciva a sentirlo. L'alpha continuava
a fissarlo senza dire una parola e, normalmente, questo era nella
norma se non fosse per il fatto che si erano ritrovati per studiare e
Bakugou prendeva lo studio molto seriamente.
“Va tutto
bene?” Chiese Kirishima, un po' preoccupato.
Bakugou
ingoiò
lentamente e rumorosamente, continuando a preferire di rimanere in
silenzio come se non si fidasse della sua stessa voce.
“Mmh.”
Mormorò in assenso, schiarendosi la voce subito dopo mentre
l'omega
lo guardava distogliere lo sguardo a fatica per poi riposarlo sempre
su di lui attratto come una calamita.
“Sei sicuro?”
Insistette l'omega, inarcando un sopracciglio dubbioso.
Bakugou
sbuffò,
irritato, girandosi nel suo letto completamente verso di lui a
guardarlo con le gambe incrociate e le ginocchia che sfioravano
quelle dell'altro.
“Cazzo, odio
questo.” Iniziò Bakugou. “È
il mio fottuto alpha.”
“Cosa?”
“Io so che tu
hai avuto un heat di recente, quindi lui lo sa a sua volta e sta
dando fottutamente di matto.” Spiegò.
“È solo istinto, starò
bene, solo smetti di chiedere.”
“Oh.”
Sussurrò Kirishima. Ovviamente era l'istinto dell'alpha.
Kirishima
aveva iniziato a informarsi di più al riguardo, non solo
riguardo
agli omega. Apparentemente gli alpha diventavano molto protetivi nei
confronti degli omega durante l'heat e i primi giorni dopo esso per
qualche ragione, soprattutto prima del rut o se l'omega aveva passato
l'heat da solo, e anche se era solo dettato da un fatto biologico
Kirishima non riuscì a fare a meno di sentirsi lusingato
dalle
attenzioni di Bakugou.
“Vuoi
controllare se sto bene?”
“Cazzo, non
dirlo così!” Quasi urlò l'alpha, con le
guance colorate da un
leggero rossore.
Kirishima
non
seppe dire se per l'imbarazzo o per rabbia, in ogni caso lo
trovò
adorabile.
“Scusami.”
Disse l'omega, nonostante stesse sorridendo.
“Non voglio
che sia strano.” Brontolò Bakugou, distogliendo lo
sguardo per un
secondo.
“Non è
strano.” Cercò di rassicurarlo Kirishima.
“Lo capisco e puoi
controllare se vuoi, non mi disturba.”
Bakugou
sospirò
passandosi una mano tra i capelli per poi abbassare la mano senza
forze, come arreso. “Va bene, allora tu non renderlo
strano.”
Kirishima
rise.
“Non lo farò.”
Bakugou
si
avvicinò, finché i loro visi furono a pochi
centimetri l'uno altro
e la vicinanza bastò a far mancare il fiato a Kirishima.
“Uhm, non so
cosa fare.” Confessò l'omega, imbarazzato.
“Non devi
fare nulla, cioè non muoverti, segui solo la mia
voce.” Lo informò
e Kirishima si sorprese nel sentire quanto insicura era suonata la
sua voce in quel momento, certo che anche Bakugou lo stesse facendo
per la prima volta. Eppure il suo sguardo continuava ad essere
determinato, come davanti ad una sfida. Quello stesso sguardo che
amava tanto e Kirishima si morse la lingua quando sentì un
brivido
percorrergli la schiena.
“Occhi su di
me.” Aggiunse l'alpha e l'omega non poté fare
altro che annuire.
Kirishima
non
si era nemmeno reso conto di quanto il suo corpo fosse teso
finché
sentì le mani di Bakugou muoversi sui suoi bicipiti
sentendosi
sciogliere sotto il suo tocco. Con lo sguardo incatenato ancora a
quello dell'altro, come gli era stato detto, Kirishima si sentiva
rilassato sempre di più man mano che l'alpha spostava le
mani sul
suo corpo. Le fece salire fino alle spalle, evitando volontariamente
il collo, gli prese il viso con le mani e, spostando lo sguardo in
vari punti di esso, iniziò ad esaminarlo. Kirishima
sentì le
palpebre pesanti.
“Non chiudere
gli occhi.” Gli ricordò Bakugou quando lo
notò e l'omega fece del
suo meglio per soddisfare la richiesta dell'alpha.
“Apri la
bocca.” Disse Bakugou e Kirishima non poté fare a
meno di
arrossire. Sapeva che non vi era nessuna malizia, in nessun tocco
dell'alpha, ma questo non cancellava il fatto che era la sua cotta a
chiederglielo.
Kirishima
ubbidì, guardando l'altro controllargli i denti, la lingua e
la gola
finché il suo sguardo si spostò al collo. L'omega
chiuse la bocca,
alzando il mento e spostando la testa di lato per dargli più
libero
accesso senza bisogno che l'altro disse nulla sentendo l'alpha
prendere un respiro profondo non appena vide ciò che stava
facendo.
Kirishima
sapeva bene cosa significasse e le implicazioni di quel gesto, sapeva
che non doveva farlo così facilmente difronte ad un'alpha,
ma la
voglia di aiutarlo e di soddisfare le sue richieste aveva superato la
logica. Senza contare che Kirishima si fidava di Bakugou con la sua
vita e che l'idea di avere l'alpha nelle vicinanze della sua
ghiandola non gli dispiaceva poi così tanto.
Bakugou
non
perse tempo e lasciò che le sue mani scivolassero su di
esso. Non
appena il pollice di Bakugou sfiorò la ghiandola dell'omega,
Kirishima sussultò e l'alpha si congelò sul
posto. Bakugou attese
un qualche tipo di conferma da parte dell'altro e quando Kirishima
gli sorrise, tornò a toccarlo.
Kirishima
sospirò, sentendo il piacere di essere toccato lì
per la prima
volta, cercando di trattenersi dal fare le fusa. Non doveva renderlo
strano, aveva promesso.
L'omega
sentì
l'alpha avvicinarsi tanto dal riuscire a sentire il suo respiro sulla
pelle. Kirishima sentì un gemito quasi uscirgli dalla labbra
quando
Bakugou aumentò la velocità delle sue carezze col
pollice ma così
come era iniziata era finita e l'alpha si allontanò di colpo.
“Bakugou?”
Lo chiamò Kirishima, confuso dall'improvviso gesto ma quando
l'altro
non rispose notò quanto i suoi occhi fossero diventati
scuri.
“Alpha?”
Bakugou
sbatté
le palpebre ripetutamente per poi schiarirsi la gola, di nuovo rosso
in viso. “Finito.” Disse, allontanandosi
ulteriormente.
Kirishima
si
raddrizzò continuando a guardarlo, rendendosi conto ora del
battito
del suo cuore accelerato certo che l'alpha l'avesse sentito pulsare
sotto le sue mani e quando vide quanto l'alpha si stesse impegnando
per allontanarsi da lui, Kirishima fece del suo meglio per cercare di
ingoiare la sua delusione.
Il
giorno in
cui Bakugou poté tornare in camera di Kirishima, l'omega si
sentiva
felice come un bambino. Sapeva che era stupido ed era facile dare la
colpa al suo istinto ma Kirishima cominciava a credere che non era
solo il suo omega ad esserne felice.
Avevano
sempre
passato più tempo nella sua camera rispetto a quella
dell'altro che
utilizzavano principalmente solo per studiare e il sapere di poter
tornare alla loro routine gli piaceva. Gli piaceva l'idea di poter
tornare a scherzare e giocare lontani da occhi indiscreti, felice che
con lui Bakugou si sentisse talmente a suo agio da poter abbassare le
sue difese.
Quando
Bakugou
bussò alla sua porta, Kirishima saltò
giù dal letto con così
tanta foga che rischiò di inciampare e cadere.
Aprì, eccitato, con
un sorriso a trentadue denti trovandosi davanti l'alpha.
“Bakugou!”
Lo salutò.
“Calmati.”
Si lamentò Bakugou, ignorando la risata di Kirishima mentre
entrava
nella stanza per poi congelarsi sul posto nell'istante stesso in cui
mise piede in essa. “Cos'è questo odore?”
“Cosa intendi
dire?” Chiese Kirishima. “Io non sento niente di
strano.”
Aggiunse, andando comunque ad aprire la porta del balcone per far
entrare un po' di aria pulita.
“Hai usato
qualche prodotto per pulire la stanza? È familiare ma
è mischiato
con qualcos'altro.” Disse Bakugou, storcendo il naso
infastidito
dall'odore. “Non è – giusto.”
“È per via
del mio – ” Cercò di dire Kirishima,
coprendosi la ghiandola del
collo con la mano, chiedendosi se dopo il suo primo heat il suo odore
fosse cambiato ma Bakugou lo interruppe.
“No.”
Rispose secco l'alpha, come offeso che l'altro potesse anche solo
pensarlo.
Kirishima
aggrottò la fronte confuso mentre Bakugou si guardava
intorno per
cercare di capire da dove provenisse. Cercò di fare mente
locale,
magari aveva davvero usato un prodotto o un deodorante diverso e non
lo ricordava, poteva anche essere un oggetto comprato da poco o
qualcosa preso in prestito da un amico. Kirishima spalancò
gli occhi
alla realizzazione. La t-shirt di Midoriya. Non gliela aveva ancora
restituita.
L'omega
si
maledì mentalmente, non riuscendo a spiegarsi come avesse
potuto
dimenticarsene. Bakugou iniziò a muoversi per la stanza e
Kirishima
rise nervosamente.
“Mi
dispiace.” Disse avvicinandosi. “Vuoi che andiamo
da un'altra
parte?” Chiese speranzoso Kirishima, cercando di nascondere
la sua
preoccupazione.
“Sta zitto.”
Ribatté l'alpha, infastidito per l'interruzione dalla sua
ricerca.
Kirishima
si
ammutolì, iniziando a cercarla a sua volta con lo sguardo.
Ricordava
di non averla messa in un cassetto o nell'armadio, non volendo che
l'odore di Midoriya si mischiasse con i suoi vestiti. Non era nemmeno
in bella vista nella stanza, sopra la sedia o vicino la scrivania
altrimenti Bakugou l'avrebbe già vista. Lo sguardo si
posò sul suo
letto e all'improvviso gli venne in mente. Sotto il cuscino, l'aveva
messa sotto il cuscino per conciliargli il sonno durante l'heat.
L'omega
si
morse il labbro inferiore. Non c'era modo di prenderla senza che
l'altro non se ne accorgesse.
Si
girò verso
l'alpha e notò che lo sguardo di Bakugou era finito sul
cuscino ma
prima ancora che Kirishima potesse fermarlo, lo alzò
rivelando la
t-shirt sotto di esso. La prese in mano e, stringendola stretta, si
girò verso l'omega.
“Che ci fa
qui questa?” Quasi ringhiò nel chiederlo.
“Non ti
arrabbiare.” Cercò di addolcirlo con lo sguardo
Kirishima.
“Che ci fa
qui questa?” Ripeté furioso, e Kirishima
sospirò sapendo che era
inutile cercare di nascondergli la verità.
“L'ho presa
in prestito.” Spiegò l'omega. “Mi ha
aiutato a calmarmi durante
l'heat.”
“Cosa?”
“Lo sai che
l'odore dei beta funziona meglio sugli omega, giusto?”
Bakugou
non
rispose e Kirishima continuò a parlare.
“Ascolta so
cosa può sembrare ma non lo è, ok?”
Cercò di rassicurarlo con un
sorriso un po' forzato. “È solo un amico che aiuta
un altro amico.
Quella t-shirt ha fatto parte del mio nest per un po'”
“Cosa?”
Chiese Bakugou in quello che era decisamente un ringhio e Kirishima
si morse la lingua. L'alpha non aveva idea di quando in
realtà
volesse che ci fosse stata la sua di t-shirt sotto il suo cuscino al
posto di quella di Midoriya ma Kirishima sapeva che non poteva
dirglielo, non era giusto. Non sapeva nemmeno quale fosse il
problema, se era solo per il fatto che l'odore del beta gli desse
così tanto fastidio o qualcos'altro.
L'omega
abbassò
lo sguardo non sapendo cos'altro dire, sentendo nell'aria solo
l'odore della rabbia dell'alpha e se il suo fiuto non lo stava
ingannando anche un velo di tristezza.
“Fanculo.”
Imprecò Bakugou e, superandolo, uscì dalla stanza
con ancora la
t-shirt di Midoriya in mano.
Kirishima
gli
corse dietro e un brivido gli percorse la schiena quando vide le
porte dell'ascensore chiudersi con Bakugou al suo interno. Senza
pensarci due volte, Kirishima si diresse verso le scale sperando di
trovare Midoriya in camera sua. Quando raggiunse il piano dove si
trovava la stanza del beta, quasi si scontrò con Bakugou.
Fermo, in
mezzo al corridoio con lo sguardo fisso su Midoriya che stava di
fronte la sua porta non ancora accortosi della presenza dei due.
“Aspetta,
Bakugou.” Quasi supplicò con il fiatone, ancora
incerto su cosa
l'alpha volesse fare.
Bakugou
lo
ignorò, avvicinandosi al beta quando si girò
verso di loro.
Midoriya lo salutò con un sorriso ma gli morì
sulle labbra quando
Bakugou gli ringhiò contro mostrandogli i denti e Kirishima
li
raggiunse a gran velocità.
“Bakugou!”
Urlò, toccandogli il braccio cercando di farlo rinvenire,
fallendo
miseramente.
Lo
sguardo
dell'omega si spostò su Midoriya chiaramente confuso ma
quando lo
sguardo del beta si spostò sulla mano di Bakugou vedendo la
sua
t-shirt, capì.
“Kacchan –
” Provò a parlargli e Bakugou si
avvicinò pericolosamente.
“Smettila.”
Disse l'alpha con voce profonda.
“Di fare
cosa?” Chiese Midoriya, sinceramente ignaro a cosa si stesse
riferendo Bakugou che per tutta risposta ringhiò ancora una
volta,
credendo che l'altro lo stesse prendendo in giro.
“Lo sai
cosa!” Urlò Bakugou ma il suo sguardo era talmente
assente che
Kirishima si chiese se stesse davvero parlando con Midoriya.
“Stavo solo
aiutando, lo sai che non mi permetterei mai di mettermi tra te e
Kirishima.”
L'omega
sussultò nel sentire quelle parole ma non ebbe il tempo di
riflettere sul loro significato che Bakugou riprese a ribattere.
“Cosa vuoi
saperne tu? Sei solo un misero beta.”
Midoriya
spalancò gli occhi sorpreso e Kirishima decise che aveva
sentito
abbastanza. Senza perdere altro tempo si mise in mezzo tra i due e,
con sguardo serio, fissò dritto negli occhi l'alpha.
“Va tutto
bene, ha ragione.”
“No invece!
Adesso basta, Bakugou.” Ribatté Kirishima,
cominciando a
considerare l'idea di rilasciare il suo odore e calmare l'alpha.
Bakugou
aggrottò la fronte, confuso che l'omega avesse preso le
difese del
beta, facendo cadere la t-shirt sul pavimento.
“Spostati.”
“N-- no.”
Disse Kirishima, portando una mano in avanti cercando di allontanare
Bakugou e l'altra indietro per nascondere Midoriya dietro di
sé.
“Spostati,
omega!” Urlò Bakugou e Kirishima si
irrigidì, sentendo quell'urlo
come uno schiaffo in faccia.
L'omega
sentì
Midoriya sussultare dietro di sé ma Kirishima non si mosse e
quando
Bakugou provò ad afferrargli il braccio per spostarlo con la
forza,
lo fermò stringendogli il polso con una mano.
“Ho detto di
no!” Ripeté Kirishima con ancora il suo sguardo su
quello
dell'altro. “Alpha.”
Bakugou
non
disse nulla e Kirishima lasciò andare la presa ma quando
l'alpha
provò a sorpassarlo di nuovo, l'omega d'istinto lo spinse
via.
L'alpha reagì immediatamente, interpretando il gesto come
una sfida,
afferrandolo per portarlo con sé a terra. A Midoriya
sfuggì un
gridolio, sorpreso, guardando i due rotolare e lottare senza
l'utilizzo dei loro quirk. Erano l'omega e l'alpha a lottare, per
determinare la dominanza tra i due, e non Bakugou e Kirishima.
“Kacchan!
Kirishima!” Li chiamò Midoriya, preoccupato ma
entrambi lo
ignorarono continuando a bloccarsi per i polsi sul pavimento a
vicenda.
“Sottomettiti.”
Ringhiò l'alpha.
Kirishima
grugnì cercando di rimanere concentrato mentre tutto
ciò che voleva
il suo omega era fare come gli era stato detto. Evitando un colpo di
Bakugou, lo spinse finendo lui adesso sopra l'altro.
“Arrenditi,
alpha.”
L'omega
strinse
la presa sui polsi di Bakugou quando cercò di divincolarsi.
“Calmati,
Bakugou.” Sussurrò Kirishima, adesso
più calmo e lucido iniziando
a rilasciare il suo odore e far rilassare l'alpha.
“... Omega.”
Mormorò, smettendo di dimenarsi.
Kirishima
riuscì a sentirlo a stento, ipotizzando che il suo alpha
fosse
infastidito di aver perso contro un omega.
“... Mio...
Omega.” Biascicò di nuovo Bakugou prima di perdere
i sensi, mentre
Kirishima a stento riuscì a credere a ciò che
aveva appena sentito.
Quando
Bakugou
riaprì gli occhi, Kirishima allontanò la mano con
la quale aveva
accarezzato i capelli dell'alpha fino a quel momento mentre si alzava
dal letto per dare all'altro più spazio. Lo vide sbattere
ripetutamente le palpebre, confuso da come fosse arrivato fin
lì,
guardandosi intorno per rendersi conto di trovarsi in camera sua.
L'omega sentì l'alpha fare le fusa.
“Omega,
forte.” Constatò Bakugou in un sussurro udibile
appena
nell'istante stesso in cui si rese conto che era stato Kirishima a
portarlo lì di peso quando era ancora privo di sensi.
“Bakugou.”
Il tono era serio, ma il suo sguardo era rassicurante. “Credo
che
tu sia in pre-rut.”
Bakugou
aggrottò la fronte, il suo primo rut al dormitorio.
“Cioè, ha
senso.” Continuò l'omega. “Il tuo
bisogno di controllare se sto
bene e dopo quello che è successo oggi... ”
Kirishima si morse il
labbro. “... Ti ricordi cosa è successo?”
“Più o
meno.” Rispose l'alpha con voce graffiata.
“E ti ricordi
cosa mi hai detto prima di perdere i sensi?”
“No.”
Bakugou
riuscì
a sentire nell'odore dell'omega la delusione mentre lo guardava
spostare il peso da un piede all'altro nervosamente.
“Va bene, non
era importante.” Mentì Kirishima.
“Il tuo
odore.” Osservò Bakugou in un sussurro talmente
labile che l'altro
non lo sentì. “Kirishima.”
L'omega
lo
guardò sorpreso nel sentirsi chiamare senza alcun tipo di
sopranome.
“Sì?”
Bakugou
si alzò
rimanendo a pochi centimetri dal viso dell'altro, chinandosi a
leccargli la ghiandola mentre gli accarezzava la guancia con una
mano.
Kirishima,
questa volta, preso alla sprovvista non riuscì a trattenere
che un
gemito gli sfuggisse dalle labbra e nel sentirlo l'alpha gli cinse la
vita con un braccio per avvicinarlo più a sé.
“O-- ok, sei
decisamente in pre-rut.” Commentò Kirishima,
posando le mani sulle
spalle dell'alpha per cercare di allontanarsi ma l'altro glielo
impedì stringendo la presa mentre iniziò a
succhiare la pelle lì.
“A-- Ah,
Bakugou.” Lo chiamò tra gli ansimi.
“Alpha.” Provò,
prendendogli il viso tra le mani per far sì che l'altro lo
guardasse
negli occhi.
“Ome-- ”
“Ssh.”
Sussurrò dolcemente Kirishima. “Concentrati solo
sul mio odore.”
Bakugou
venne
allontanato dal dormitorio durante il suo rut, sotto la supervisione
degli insegnanti a causa di quello che era successo con Midoriya, non
volendo rischiare che qualcuno si facesse male.
Kirishima
non
poté fare a meno di sentirsi un po' in colpa e la lontananza
con
l'alpha era una punizione dolorosa. Sapeva che gli insegnanti lo
stavano facendo anche per il bene di Bakugou, ma gli mancava
terribilmente.
Kirishima
non
poté fare a meno di ripensare a ciò che aveva
detto Bakugou prima
di perdere i sensi la prima volta. Lo aveva chiamato suo omega,
scatenando in lui una forte reazione.
Il
suo omega
aveva iniziato a soffrire per la lontananza con l'alpha,
convincendosi che si appartenessero. Kirishima, invece, cercava di
rimanere più obiettivo. Bakugou nemmeno ricordava di averlo
detto e
anche se, per pura ipotesi, il suo alpha la pensasse in questo modo
non era certo che Bakugou facesse lo stesso. Questo non voleva dire
che Bakugou provasse qualcosa per lui. Non voleva dire nulla, solo
che gli ormoni avevano preso il sopravvento su di lui a causa del suo
pre-rut e considerato quello che era successo subito dopo aveva
l'impressione che l'alpha aveva cercato di reprimerli troppo a lungo.
Kirishima
sospirò, guardando il libro aperto sulla sua scrivania.
Anche la
matematica sembrava più difficile senza Bakugou.
Bakugou
camminò
lungo il corridoio della scuola per raggiungere la classe.
Non
avrebbe mai
pensato di dirlo, ma camminare da solo era strano. Era il primo
giorno di scuola dopo il suo isolamento a causa del suo rut e mentre
di solito c'era Kirishima a camminare al suo fianco, aspettandolo
già
fuori dalla sua camera con un radiante sorriso sul viso, questa volta
non c'era nessuno a riempire il silenzio mentre camminava per
dirigersi a scuola. Non gli dispiaceva la compagnia dell'omega, non
che lo avrebbe ammesso ad alta voce ovviamente.
Con
Kirishima
tutto era più semplice. Sentiva che con lui non aveva
bisogno di
nascondersi, sentiva di poter passare del tempo con lui senza quella
fastidiosa vocina nella sua testa che gli diceva che non era degno,
poteva lasciarsi convincere ad uscire senza sentire che fosse una
perdita di tempo, poteva persino ridere con lui.
E
il suo alpha,
oh, il suo alpha lo adorava. Lui e il suo omega.
Sapeva
che la
sua attrazione verso l'altro, in parte, era dovuto alla
complicità
che c'era tra il suo alpha e l'omega di Kirishima ma per quanto
Bakugou avesse provato a non pensarci, a negarlo a se stesso era
palese la sua preferenza verso l'altro così come i suoi
sentimenti.
Certo, Bakugou aveva il suo modo di esprimerli ma era ormai da tempo
che non era più così certo che riuscisse a
nasconderli,
ringraziando l'ottusità di Kirishima.
Bakugou
si
fermò quando vide l'oggetto dei suoi pensieri dall'altra
parte del
corridoio, notando che non era solo.
L'alpha
non
riconobbe il ragazzo che era con lui. Sapeva che non faceva parte
della loro classe, anche se non si sforzava di ricordare i loro nomi
preferendo dare loro dei sopranomi sapeva bene chi doveva sopportare
ogni mattina e quella persona non era uno di quelli. Vide Kirishima
ridere a qualcosa che aveva detto mentre l'altro gli toccava un
braccio.
Bakugou
distolse lo sguardo infastidito mentre sentì il suo alpha
ringhiare.
Sentì le mani sudare, infilandosele velocemente nelle tasche
dei
pantaloni per evitare di far esplodere qualcosa. L'alpha non si
capacitava di quello che aveva appena visto, come una comparsa
potesse avvicinarsi così facilmente al suo omega.
Bakugou
spalancò gli occhi, sorpreso dai suoi stessi pensieri. Il suo?
Kirishima
non
era il suo partner e lui lo sapeva, ma a quanto pare non il suo
Alpha. Non lo aveva mai chiamato così prima di allora eppure
quella
parola gli era familiare sulla sua lingua, come se l'avesse
già
detta in passato ma non ne aveva memoria, gli piaceva l'idea e si
ritrovò desideroso di sentirne il suono, di poterlo dire ad
alta
voce.
Si
chiese da
quanto tempo il suo Alpha sentisse questa possessività nei
confronti
dell'omega. Probabilmente, ancor prima che Bakugou si fosse reso
conto dei suoi sentimenti verso Kirishima. Ricordava ancora come si
era dimenato il suo alpha nell'istante stesso in cui i suoi occhi si
erano posati sull'omega. Bakugou credette che si era trattato solo
dell'eccitazione di aver trovato qualcuno da poter considerare suo
pari, qualcuno che dava il massimo durante gli allenamenti e con la
quale il suo Alpha poteva lottare liberamente sapendo che l'altro
riusciva a reggerlo, ma pensandoci adesso forse non era stato solo
quello.
Questo
spiegava
anche il perché l'odore di Kirishima era l'unico che gli
facesse
così tanto effetto, ed il motivo per la quale gli desse
così tanto
fastidio sentire l'odore di qualcun altro sull'omega. I suoi ricordi
andarono al giorno in cui trovò la t-shirt di Midoriya in
camera di
Kirishima. I ricordi erano ancora confusi ma ricordava quello che
aveva cercato di fare al beta e quanta rabbia aveva provato in quel
momento.
Bakugou
si girò
a guardare Kirishima di nuovo, adesso intento a raggiungere la classe
a sua volta, e quando i loro sguardi si incrociarono vide i suoi
occhi illuminarsi mentre accelerava il passo per raggiungerlo.
“Bakugou, sei
tornato!”
“Dobbiamo
parlare.” Disse Bakugou mentre Kirishima si irrigidiva nel
sentire
il tono serio dell'alpha. “Dopo pranzo. Nella tua
stanza.”
“Ok.”
Rispose Kirishima, visibilmente teso all'idea ma Bakugou non aggiunse
nient'altro e in completo silenzio entrò in classe.
Quando
Bakugou
si ritrovò di fronte la porta della camera di Kirishima,
rimase a
fissarla a lungo. Non lo avrebbe mai ammesso ma era nervoso. Non
aveva mai fatto una cosa simile prima di allora. Kirishima aveva
assistito a molte sue prime volte. Era anche la causa di molti di
esse.
Non
appena
bussò alla porta, essa si aprì come se l'omega
fosse stato lì
davanti ad aspettarlo per tutto il tempo. Kirishima si morse il
labbro inferiore, nervoso, scostandosi per farlo entrare. Vederlo
così agitato fece fare le capriole allo stomaco di Bakugou a
sua
volta.
L'alpha
si
sedette a terra, non avendo il permesso di sedersi nel letto dove vi
era il suo nest – perdendosi un po' più del dovuto
nel guardarlo –
, in attesa dell'omega che guardandolo lo raggiunse posizionandosi
accanto a lui.
I
due rimasero
in silenzio per un po', Kirishima aspettando che l'alpha iniziasse a
parlare e Bakugou incerto su come iniziare e che parole usare.
L'alpha prese un respiro profondo, ingoiando il suo orgoglio, decise
di fare ciò per cui era venuto lì.
“Mi
dispiace.” Sussurrò, guardando l'espressione di
Kirishima cambiare
in totale stupore.
“Ti stai
scusando con me?”
“Cos – ?
Certo che mi sto scusando con te!” Alzò la voce
Bakugou. “Cazzo,
sei felice adesso che lo detto ad alta voce?”
Kirishima
gli
sorrise. “Scusami, è solo che non ti ho mai
sentito scusarti con
qualcuno. Non a parole, comunque.”
L'alpha
alzò
gli occhi al cielo. “Sì, bhé, questa
volta è diverso.”
“Lo è?”
“Non abbiamo
avuto occasione di parlare dopo quello che è successo
durante il mio
pre-rut.” Bakugou sospirò rumorosamente.
“Non volevo
aggredirti.”
“Bakugou, lo
so.” Lo guardò comprensivo Kirishima. “E
se devo essere sincero,
non credo che sia io la persona con cui tu ti debba scusare.”
“Tch.”
Bakugou si morse la lingua, distogliendo lo sguardo. Lo sapeva
già,
in fondo. “Va bene.”
Kirishima
gli
sorrise quando tornò a guardarlo.
“So che non
volevi farlo, anche con Midoriya.” Disse l'omega ma l'alpha
non
rispose. “Non sono arrabbiato con te, lo sai vero?”
“Questo è
perché sei stupido... e troppo buono.”
Borbottò Bakugou guardando
Kirishima aggrottare la fronte confuso.
“Sarebbe
facile dare tutta la colpa al mio alpha, ma la verità
è che una
parte di me sapeva cosa stessi facendo e me ne prenderò la
responsabilità.”
“Così
virile.” Lo elogiò Kirishima, commosso.
“Sta zitto.”
Disse Bakugou in imbarazzo, riuscendo comunque a sentire l'angolo
delle sue labbra alzarsi in un sorriso.
“Sai.”
Iniziò a dire Kirishima. “Non ho chiesto nulla di
tuo perché non
volevo diventare un peso per te, non volevo che in heat diventassi
dipendente dal tuo odore.”
Bakugou
sogghignò. “Non ne saresti diventato
dipendente.”
“Come fai
dirlo?”
L'alpha
sospirò, come infastidito dal fatto che l'altro non
riuscisse a
vedere ciò che stava cercando di dire. “Hai
già dimenticato come
mi hai tenuto testa? Sei diverso dagli altri omega.”
“Già.”
Concordò Kirishima con un filo di tristezza, abbassando lo
sguardo.
“Anche mia madre me lo diceva sempre – ”
“Mi piace.”
Lo interruppe Bakugou, sentendo le proprie guance e orecchie in
fiamme, portandosi un ginocchio al petto e, appoggiando un gomito su
di esso, nascose il viso col braccio mentre una mano restava ferma
sul pavimento vicino al suo fianco.
“Oh.”
Sussurrò sorpreso Kirishima, arrossendo a sua volta quando
rialzò
lo sguardo verso di lui.
Bakugou
si
rilassò quando sentì una nota di
felicità nell'odore di Kirishima,
incitandolo a continuare. “Gli alpha a cui non piace avere un
omega
forte al loro fianco sono dei coglioni. Intimoriti un cazzo, a me
piace che il mio omega riesca a prendermi a calci in culo.”
“Oh, sei così
romantico.” Disse sarcasticamente Kirishima, ridendo.
La
risata di
Bakugou gli morì in gola quando sentì le dita
dell'omega sfiorare
le sue, timidamente ed in silenzio in attesa di una qualsiasi
reazione. L'alpha girò la testa, incapace di tenere lo
sguardo di
Kirishima mentre con le dita iniziò ad accarezzare il dorso
della
mano dell'omega.
Kirishima
intrecciò le dita con quelle di Bakugou e l'alpha era
sicuro, era
felice. Entrambi lo erano.
“Ehi,
Kirishima.” Si sentì chiamare da una voce
familiare, l'omega.
Girando la testa verso colui che lo stesse chiamando vide Midoriya
salutarlo con la mano mentre si sedeva accanto a lui sul divano.
“Midoriya.”
Lo salutò, sorridendo. Con tutto ciò che era
successo, non avevano
avuto più molte occasioni per parlare e un po' gli era
dispiaciuto
trascurare l'amico. “Scusami se sono sparito.”
“Non ti
preoccupare, siamo tutti impegnati con il tirocinio e altre...
cose.”
Spiegò timidamente.
“Già.”
Sospirò sollevato. “Come stai?”
“Sto bene,
forse un po' stanco, e grazie. Non ti avevo ancora ringraziato per
aver preso le mie difese quel giorno.”
“Non devi,
davvero, e poi è stata tutta colpa mia.” Disse
Kirishima,
accigliandosi.
“Non dire
così, è stata mia l'idea di darti una mia t-shirt
nonostante
sapessi come reagisce Kacchan al mio odore. Volevo aiutarti, vedendo
l'effetto che aveva su di te, e la situazione mi è sfuggita
dalle
mani.”
Midoriya
sospirò, forse per via di qualche ripensamento, per poi
illuminarsi
in viso sorridendo. “Piuttosto, cos'era quello? Sei stato
incredibile!” Esclamò porgendosi in avanti.
“Uh?”
Sussultò Kirishima confuso.
“Non avevo
mai visto una cosa simile. Un' omega che lotta con un alpha e vince,
intendo.”
“Oh, quello,
ho già lottato con l'alpha di Bakugou in passato. Non
seriamente
come l'ultima volta, però.” Rise Kirishima un po'
in imbarazzo.
“Cosa? Tu
lotti con il suo alpha regolarmente? Sei davvero
indistruttibile!”
Esplose Midoriya, facendo arrossire l'omega. “Urgh, vorrei
tanto
avere il mio notebook qui con me. Ho così tante
domande.”
I
due
scoppiarono in una risata fino a quando un rumore di passi
attirò la
loro attenzione. Entrambi si girarono verso la fonte del rumore per
ritrovarsi davanti Bakugou che guardava Kirishima confuso,
probabilmente per via del tono di imbarazzo nell'odore dell'omega.
“Ehi.”
“Uhm.”
Mormorò Midoriya un po' a disagio. “Io vi lascio
soli.” Disse
alzandosi dal divano ma Bakugou lo fermò afferrandogli un
braccio.
“In realtà è
con te che vorrei parlare.” Spiegò Bakugou mentre
il suo sguardo
scivolava sulla sua mano e, rendendosi conto solo in quel momento del
gesto, lasciò andare la presa dal braccio del beta.
“Oh!”
Esclamò sorpreso, spostando lo sguardo verso Kirishima che
gli
sorrideva fiducioso. “Ok.”
L'alpha
si girò
per allontanarsi dal divano facendo cenno a Midoriya di seguirlo
mentre Kirishima accendeva la televisione, per dare ai due un po' di
privacy, con ancora il sorriso sulle labbra.
Il
beta si
mosse un po' impacciato e nervoso dietro Bakugou, ma con la
curiosità
viva nel suo sguardo. Quando furono abbastanza distanti da lasciare
che il suono della televisione fosse solo un rumore di sottofondo,
l'alpha si fermò voltandosi verso di lui mentre metteva le
mani in
tasca e distoglieva lo sguardo.
“Ascolta,
urgh – fanculo con questa merda – scusa per aver
cercato di
aggredirti, immagino.” Borbottò Bakugou
chiaramente in difficoltà
ma all'altro sembrò non importante.
“Kacchan!”
Esclamò Midoriya, felice. “Va tutto bene, lo
capisco.” Disse e
l'alpha alzò lo sguardo verso il beta nel sentirlo.
“No, tu non –
” Si morse la lingua. “Non dire che capisci quando
io per primo
non riesco a farlo. Tutta questa storia del secondo genere è
difficile, ok?” Sospirò frustrato.
“Avere costantemente qualcuno
nella tua testa che dà voce ai tuoi istinti, una parte di te
ma allo
stesso tempo un estraneo che da un giorno all'altro inizia a parlare,
e a me piace essere un'alpha. Lo sanno tutti, ma a volte fa
fottutamente schifo.”
Midoriya
lo
guardò sorpreso, ascoltando in silenzio il suo sfogo in uno
di quei
rari momenti in cui Bakugou decideva di parlare di come si sentiva.
“Non è
perché sei un beta, solo – anche se è
difficile non voglio la tua
pietà.”
“Hai
ragione.” Midoriya disse, intendendolo davvero. “Mi
dispiace.”
Bakugou
alzò
gli occhi al cielo. “Non ti scusare, cazzo.”
“Scu – Ok.”
“Bene.”
Sussurrò l'alpha iniziando ad allontanarsi.
“Quello che dovevo
dire te l'ho detto.”
“Grazie,
Kacchan.”
“Perché mi
stai ringraziando? Tu – Sì, certo, come ti pare.
Sei il solito
sentimentale.”
“Sono sono
felice che tu me ne abbia parlato.” Spiegò
sorridendogli.
“Tch, come se
mi importa.” Grugnì Bakugou avviandosi a
raggiungere il divano,
dove trovò Kirishima ad attenderlo sorridendogli orgoglioso.
Dopo
quello che
era successo durante il primo heat di Kirishima, Bakugou decise di
dormire sul divano della sala comune quando si manifestò il
successivo. Solo per la durata dell'heat. Lo aveva deciso per evitare
di venire coinvolto ulteriormente contro la sua volontà ed
evitare
il fastidio di mettersi nei guai o, peggio, essere espulso dalla
scuola solo perché il suo alpha aveva deciso per lui cosa
fosse più
importante. Solo per quello, o questo era quello che continuava a
ripetersi Bakugou.
Passare
le
notti nella sala comune rendeva la situazione più facile,
però. Non
riuscendo a sentire l'odore di Kirishima da lì, riusciva a
prendere
sonno facilmente e anche l'omega trascorreva il resto del suo heat
con più tranquillità.
Tutto
stava
andando per il meglio adesso, finché una notte Bakugou
sentì dei
rumori di passi dirigersi verso la cucina disturbando il suo sonno.
Aprì gli occhi di scatto mettendosi a sedere e guardandosi
intorno,
notando che le luci erano ancora tutte spente. Si alzò dal
divano,
lentamente cercando di nascondere la sua presenza il più
possibile
con il palmo delle mani rivolti difronte a sé nel caso
avesse avuto
il bisogno di usare il suo quirk.
Quando
fece il
suo ingresso in cucina rimase sorpreso nel vedere Kirishima
illuminato solo dalla luce del frigorifero aperto, con i capelli
liberi dal gel a coprirgli parzialmente il volto. Immobile,
continuava a fissarlo restando di fronte ad esso.
“Che cazzo ci
fai tu qui?” Lo rimproverò Bakugou, chiudendo il
frigorifero
violentemente mentre osservava l'altro girarsi a guardarlo come se
non si fosse reso conto di dove fosse.
“Non me lo
ricordo.” Disse Kirishima sincero, sbattendo ripetutamente le
palpebre in confusione.
Bakugou
sospirò
esasperato, annusando l'aria nel tentativo di sentire qualsiasi tipo
di emozione che l'omega stesse provando in quel momento e capire
quale fosse il problema ma l'alpha non riuscì a sentire
quasi nulla.
L'heat di Kirishima era quasi giunto al termine.
Bakugou
sentì
il suo alpha urlargli contro e, decidendo di assecondarlo per questa
volta, si avvicinò all'omega. “Di cosa hai
bisogno?”
Kirishima
sembrò seriamente pensarci su avvicinandosi a sua volta
all'altro,
fermandosi solo a pochi centimetri dal viso di Bakugou tanto che
l'alpha riusciva a sentire il suo respiro sulle labbra. Si
ritrovò
incapace di muoversi mentre osservava l'omega mordersi il labbro
inferiore, spostando lo sguardo dagli occhi dell'alpha alle labbra
ripetutamente.
“Ho
bisogno... ” Sussurrò Kirishima ma non
finì la frase prima di
azzerare completamente le distanze baciandolo.
Bakugou
tirò
su l'aria dal naso rumorosamente, preso di sorpresa, indugiando
qualche secondo prima di trovare la forza di allontanarsi tenendo
fermo l'omega dalle braccia. L'omega piagnucolò e i due si
guardarono negli occhi finché l'alpha fece un passo in
avanti per
incontrarsi a metà strada con Kirishima in un altro bacio.
L'omega
gemette
sulle labbra di Bakugou, tirandolo dalla canotta per avvicinarlo
più
a sé mentre l'alpha gli cinse la vita con un braccio
stringendolo a
sua volta e portando una mano tra i morbidi capelli di Kirishima.
Strinse la presa sui capelli e l'omega gemette ancora una volta
mentre inclinava leggermente la testa per poterlo baciare ancora.
Questa
volta il
bacio fu più intenso, lasciando che tutta la tensione in
corpo fino
a quel momento – dovuta al suo cercare di trattenersi
–
scivolasse via. Leccando le labbra di Bakugou lasciò che la
passione
e l'istinto prendessero il sopravvento su tutto il resto, scoprendo
una forte libido che nemmeno lui sapeva di possedere. Anche solo il
piacere nel baciarlo non era lontanamente paragonabile a ciò
che
aveva sempre immaginato Kirishima, e si chiese perché aveva
atteso
tanto per scoprirlo.
Quando
anche
l'altro schiuse le labbra, non perse tempo ad approfondire il bacio
scoprendone il sapore, il suo sapore. Quel caldo
bacio azzerò
improvvisamente tutte le inibizioni dell'omega che iniziò ad
ansimare. L'alpha grugnì, piacevolmente colpito dalle
reazioni che
gli stava mostrando Kirishima e, senza mai distaccarsi da lui, fece
qualche passo in avanti facendo capire all'altro di dover
indietreggiare per seguire i suoi movimenti. L'omega obbedì
a quella
richiesta silenziosa, lasciandosi condurre da Bakugou nella stanza
finché la sua schiena colpì l'isola della cucina.
“Ah!”
Esclamò sorpreso Kirishima distaccandosi ma Bakugou,
riluttante per
l'interruzione, non si lasciò sfuggire l'occasione di
mordicchiargli
il labbro inferiore prima di raddrizzarsi a guardarlo. Kirishima
sospirò quando sentì l'erezione di Bakugou
premere sulle sue cosce
provocando un brivido di piacere lungo la schiena di Kirishima che
sentì immediatamente del bagnato tra le sue gambe. Lasciando
che i
loro sguardi rimanessero incatenati l'uno all'altro, l'omega fece
scivolare una mano sui pantaloni dell'alpha iniziando a muoverla su e
giù, attraverso il tessuto, accarezzandolo piano guidato da
una
lentezza quasi disarmante come alla ricerca di un qualsiasi segno di
ripensamento. Bakugou tremò al contatto chiudendo gli occhi,
godendosi la sensazione piacevole e dovette combattere contro ogni
muscolo del suo corpo per non chinarsi in avanti e baciarlo ancora.
Invece, l'alpha, spostò le mani ad afferrare l'isola della
cucina
con talmente tanta forza che le sue nocche diventarono bianche.
“Mio.”
Ringhiò Bakugou all'orecchio dell'omega.
“Sì.”
Ansimò Kirishima, sentendo l'alpha leccargli la ghiandola
sul collo
e la sua mente si svuotò completamente.
“Reclamami,
alpha.” Supplicò disperatamente. “Lascia
che tutti sappiano che
sono tuo.”
Bakugou
gemette, succhiando la pelle lì prima di aprire la bocca e
lasciare
che i suoi denti lo sfiorassero. Non appena Kirishima sentì
i canini
di Bakugou accarezzargli la pelle si sentì mancare il fiato,
sopraffatto da un estasti talmente intensa da mandarlo già
vicino
all'orgasmo.
Kirishima
chiuse gli occhi lasciandosi sfuggire un sospiro frustrato dalle
labbra, impaziente, mentre aumentava il ritmo delle sue carezze
assaporando il momento in cui l'alpha sarebbe stato dentro di lui ma
all'improvviso l'omega non sentì più nulla,
sentendo solo freddo e
la mancanza del peso di Bakugou su di lui.
Allarmatosi
Kirishima riaprì gli occhi di scatto, ritrovandosi davanti
Aizawa a
sorreggere Bakugou da terra mentre con una mano si tappava il naso
con uno sguardo che oscillava tra il contrariato e l'assonnato e
Midnight con una mano a spostare il tessuto della manica strappata
mostrando la pelle.
Il
sorrisetto
sornione di Midnight fu l'ultima cosa che Kirishima vide prima di
perdere i sensi.
Kirishima
era
certo di non aver mai provato un simile imbarazzo prima di allora.
Tenendo la testa bassa, seduto sul letto dell'infermeria, rifiutava
di incrociare lo sguardo di Aizawa e Recovery Girl.
Strinse
le mani
a pugni, ferme sulle sue ginocchia, mentre sentiva un magone talmente
pesante da fargli pizzicare gli occhi e le guance in fiamme.
“Kirishima.”
Lo chiamò Recovery Girl. Il suo tono era gentile ed esso
convinse
l'omega ad alzare lo sguardo verso di lei, non trovando il coraggio
di rivolgerlo anche ad Aizawa. “Come ti senti?”
“Fisicamente?
Bene.” Rispose titubante, guardandola inarcare un
sopracciglio al
suo specificare. “Mortificato.” Aggiunse.
Aizawa
sospirò,
ma sembrava sollevato della risposta del suo studente mentre
incrociava le braccia al petto. “Sai perché siamo
dovuti
intervenire, non è vero? Che cosa sarebbe successo se
Bakugou fosse
riuscito a reclamarti.”
“Sì.”
Ammise Kirishima tristemente.
Una
volta
reclamati, i partner rimangono partner a vita. Niente li doveva
separare e se, per qualche ragione, fosse accaduto il dolore sarebbe
stato insostenibile. Pochi eroi decidevano di reclamare qualcuno,
dato che anche la sola distanza era dolorosa, o scegliavano di farlo
in un secondo momento – come quando si ritiravano e
decidevano di
insegnare o fare qualche altro lavoro secondario – . L'heat e
il
rut diventavano quasi impossibili da gestire senza il partner e non
c'era farmaco o rimedio alternativo che reggeva il confronto con la
presenza dell'altro.
“Non era
pianificato!” Si affrettò a dire l'omega, adesso
spostando lo
sguardo verso entrambi. “Cioè, non era mia
intenzione scendere a
sedurre Bakugou o anche solo scendere in cucina.”
Spiegò, cercando
di ignorare il più possibile l'imbarazzo nel dire quelle
parole.
“Lo
sappiamo.” Disse Aizawa. “Ma non possiamo nemmeno
ignorare ciò
che è accaduto stanotte.”
“Cosa?”
Kirishima spalancò gli occhi, sentendo il sangue congelarsi
nelle
vene. “Siamo nei guai? Bakugou è nei guai? No, lui
– ”
“Siete solo
degli adolescenti, per l'amor del cielo!” Lo interruppe
Recovery
Girl. “Aizawa smettila di terrorizzare il ragazzo, di solito
non ci
vado leggera nemmeno io con chi non pensa alle conseguenze delle
proprie azioni, ma credo che ne abbia passate già
abbastanza.”
“Io – ”
Kirishima abbassò lo sguardo. “Mi dispiace, sto
cercando davvero
di trattenermi e tenere a freno il mio omega ma... Lo amo e credo che
questo faccia parte del problema.”
“Kirishima
non c'è nulla di sbagliato in te o quello che avresti voluto
fare
stanotte.” Disse Recovery Girl alzandosi dallo sgabello.
“Ma – ”
“Solo, troppo
presto. Non dimenticare che siete sotto la nostra
responsabilità e
che siete qui per diventare gli eroi di domani.”
“Ho capito.”
Disse Kirishima, sentendo le lacrime agli occhi rendendosi conto di
aver messo in una posizione difficile Recovery Girl e gli insegnanti.
“Prendi
queste.” Disse mentre gli porgeva una scatola di pillole.
L'omega
la
prese in mano, curioso. “Sono soppressori?”
“Non
permetteremo mai che quella roba giri tra gli studenti.”
Spiegò
Aizawa.
“Mettere a
dormire il proprio omega non è mai una buona idea ma ti
aiuteranno
durante l'heat e, se faranno l'effetto che spero, potreste passarlo
anche insieme.”
“Davvero?”
Chiese sorpreso dalle parole di Recovery Girl, alzandosi in piedi.
“Metteranno a tacere i miei istinti?”
“Non
esattamente, non ti allieveranno del tutto nemmeno il dolore ma
potrebbero far sì che la sola presenza dell'alpha basti
senza
sentire il bisogno di andare oltre.”
“E se Bakugou
non volesse passarlo insieme a me?” Chiese Kirishima con un
tono di
amarezza nella voce.
“Non serve
che siate nella stessa stanza, la sua è vicina alla tua
giusto?
Quella distanza sarà sufficiente, almeno così non
dovrà dormire
sul divano dato che abbiamo già visto che tenervi lontani
è quasi
impossibile.”
L'omega
aggrottò le sopracciglia confuso. “Cosa? Ma
durante il suo rut...
”
“Non te lo ha
detto?”
“Non mi
sorprende che abbia deciso di tenerselo per sé.”
Commentò
distante Aizawa. “Hanno dovuto chiamarmi per farlo
calmare.”
Kirishima
abbassò lo sguardo sulla scatola che teneva ancora in mano.
Bakugou
aveva sofferto la lontananza con lui durante il suo rut così
tanto
da diventare selvaggio e lui nemmeno ne era a conoscenza. L'omega
cercò di ingoiare il nodo che gli si era formato in gola.
Questo
metteva in chiaro che l'alpha di Bakugou desiderava passare il rut
con lui e il suo omega ma non era certo che Bakugou provasse lo
stesso, non dopo questa sera. Non sapeva nemmeno se gli avrebbe
rivolto di nuovo la parola, in fondo stanotte avevano quasi messo in
repentaglio la loro carriera da eroi e Kirishima non sapeva se
Bakugou lo avrebbe mai perdonato per questo.
Come
temeva,
dopo quella notte, Bakugou divenne più freddo nei suoi
confronti
iniziando a distaccarsi da lui. Kirishima non lo biasimava ma questo
non voleva dire che gli stesse bene o che non ne soffriva, in
più
l'allontanarsi da lui lo aveva portato ad allontanarsi anche dai loro
amici e l'omega se ne era molto risentito di questo. Non voleva che
l'alpha si isolasse di nuovo, non voleva che credesse che rimanere da
solo fosse la cosa giusta da fare.
“Forse
sarebbe meglio se mi sedessi ad un altro tavolo oggi.”
“Cosa?”
Chiese Kaminari con la bocca piena di cibo.
“Se andassi a
mangiare da un'altra parte, forse Bakugou si siederebbe qui con
voi.”
Spiegò Kirishima ancora in piedi e il vassoio tra le mani.
“Uhm ne
dubito, tesoro.” Ribatté Ashido, guardandolo un
po' preoccupata.
“Perché no?”
Chiese Kirishima, aggrottando la fronte. “Ha fatto passi da
gigante
anche con voi in questi mesi.” Ribatté l'omega,
quasi offeso che i
loro amici potessero pensare che a Bakugou non importasse.
“Non sto
dicendo questo.” Si affrettò a dire Ashido.
“Ma credo anche che
abbia bisogno di tempo.”
“Che intendi
dire?” Chiese Kirishima sedendosi accanto a lei.
“Intendo dire
che in questo momento l'ego del suo alpha è ferito e che
sono
entrambi incazzati per non essere riusciti a reclamare il loro omega,
capisci dove voglio arrivare?”
Kirishima
annuì, non riuscendo a fare a meno di arrossire nel sentire
qualcun
altro definirlo l'omega di Bakugou.
“Quindi non
devo fare nulla? Sei un'alpha anche tu, ti prego aiutami, sento che
sto impazzendo.”
“Sai che non
esiste un manuale di istruzioni, vero?” Ashido chiese,
ridendo
quando sentì l'altro lamentarsi e poggiare la fronte sul
tavolo in
un atto disperato.
L'alpha
allungò
una mano ad accarezzargli la schiena affettuosamente e l'omega si
girò a guardarla di nuovo. “Dipende dal carattere
di ognuno e
Bakugou è, bhé, Bakugou ma andrà tutto
bene. Vedrai.”
Kirishima
mormorò qualcosa di incomprensibile, anche se la
positività di
Ashido stava cominciando a fare effetto anche su di lui.
“Sono certa
che tu gli manchi tanto quanto lui manca a te.”
L'omega
sospirò, arrossendo ancora di più al pensiero
mentre raddrizzava la
schiena e iniziava a mandare giù bocconi del suo pranzo.
Kirishima
lasciò andare un urlo frustrato mentre colpiva con forza una
pentola
con il cucchiaio, rischiando di bruciarsi con quella accanto. Di
fronte a sé la cucina era in completo disordine, sporca con
ancora
nessuna pietanza pronta. L'omega si sistemò la bandana in
testa,
determinato a non arrendersi e a riniziare daccapo quando la porta di
ingresso si aprì e tre figure si avvicinarono alla cucina
incuriosite dai strani rumori che provenivano da essa.
“Kirishima.”
Lo salutò Midoriya non appena entrò in cucina,
seguito da Bakugou e
Todoroki, per poi far scivolare lo sguardo sul bancone della cucina.
“Oh, ehi
ragazzi.” Ricambiò il saluto mentre si asciugava
ciò che avrebbe
dovuto essere una salsa dalla faccia con la manica della felpa.
“Cosa stavi
facendo?”
“Uhm, la
cena?” Spiegò incerto e un po' in imbarazzo
spostando lo sguardo
verso Bakugou notando che il suo era su di lui a sua volta.
“Non ha
funzionato.” Commentò Todoroki con tono piatto,
ricevendo per
tutta risposta un'occhiataccia da parte di Midoriya.
“Almeno lui è
riuscito a non bruciare nulla.” Ribatté Bakugou,
girandosi adesso
verso Todoroki.
“Ti riferisci
a me?”
Midoriya
rise
nervosamente mentre vide Bakugou esplodere, allontanandosi dai due
che avevano iniziato a discutere – bhé, almeno
Bakugou lo aveva
fatto – per avvicinarsi a Kirishima.
“Hai bisogno
di una mano?”
“No, non ti
preoccupare.” Declinò la sua offerta gentilmente
Kirishima,
sorridendogli. “Io ho fatto questo casino e io
pulisco.” Aggiunse
tornando a rivolgere lo sguardo verso Bakugou.
Midoriya
sembrò
notarlo seguendo il suo sguardo per poi tornare a guardare Kirishima
prima di allontanarsi ed andare a toccare leggermente il braccio di
Todoroki per attirare la sua attenzione.
“Ho comprato
una nuova action figures di All Might giorni fa, vuoi venire a
vederla?”
“Certo.”
“Non
ignorarmi!” Urlò Bakugou, restando comunque fermo
dov'era quando i
due iniziarono ad allontanarsi. “Non finisce qui.”
“Oh!”
Esclamò Todoroki, come se avesse appena intuito qualcosa.
“Vuoi
lasciarli da soli.”
Midoriya
gli
prese la mano trascinandolo con sé, accelerando il passo in
completo
silenzio sotto lo sguardo sorpreso di Kirishima.
L'omega
abbassò
lo sguardo, trattenendo il respiro quando sentì l'alpha
avvicinarsi
al bancone.
“Sei senza
speranza.” Lo prese in giro Bakugou, guardandosi intorno
mentre
raggiungeva il suo fianco.
Kirishima
alzò
la testa. “Immagino di sì. Magari potresti
insegnarmi.” Provò
sperando di non aver osato troppo e troppo in fretta.
“Come mai
tutto questo interesse verso la cucina all'improvviso?”
“Uhm.”
Mormorò l'omega, nervoso. “Se devo essere sincero
è da quando mi
desti il bento che ci penso, sai, volevo ricambiare il favore e
pensavo che saresti stato troppo stanco per cucinare al ritorno dal
tuo tirocinio e così... ”
L'omega
si
morse il labbro inferiore mentre teneva lo sguardo fisso su l'alpha
che continuava a guardarlo senza dire una parola, senza muoversi e
Kirishima avrebbe dato qualsiasi cosa in quel momento per poter
sapere a cosa stesse pensando.
Bakugou
si girò
verso i fornelli e Kirishima arrossì nel vedere la poltiglia
esplosa
nella padella lì in bella mostra. L'omega gli
mostrò un sorrisetto
imbarazzato mentre l'alpha prendeva la padella sporca e metterla in
un lavello per poi prendere una pulita.
“Bakugou?”
“Ti aiuterò.”
Disse semplicemente, evitando il suo sguardo mentre le sue guance si
coloravano di rosso.
L'alpha
iniziò
a fare spazio sul bancone finché un odore pieno di
felicità e
sollievo lo invasero e si stupì nel trovarsi davanti
Kirishima con
le lacrime agli occhi quando si girò nuovamente verso di lui.
“Perché stai
piangendo?” Chiese l'alpha, confuso.
“Non lo so.”
Ammise l'omega mentre le lacrime iniziarono a rigargli il viso.
“Mi
sei mancato così tanto.”
Bakugou
lasciò
andare la padella e qualsiasi altra cosa stesse facendo per
avvicinarsi all'altro ed asciugargli le lacrime dolcemente con le
mani. “Mi sei mancato anche tu. Non piangere.”
“N- non ci
riesco.” Balbettò Kirishima tra le lacrime.
“Di cosa hai
bisogno?” Chiese l'alpha in un sussurro e l'omega
sussultò nel
sentire la stessa domanda di quella notte.
“Ho
bisogno... ” Kirishima chiuse gli occhi per un'istante
prendendo un
respiro profondo per poi riaprirli. “Ho bisogno di sapere
come
stai.”
Bakugou
spalancò gli occhi sorpreso, prendendosi qualche minuto
prima di
rispondere. “Meglio, adesso.”
L'omega
tirò
sul col naso, sorridendogli. “Ne sono felice.”
L'alpha
sospirò, spostando le mani sulle spalle di Kirishima per
tirarlo a
sé in un abbraccio. L'omega sussultò sorpreso dal
gesto ma non si
lasciò sfuggire l'occasione di stringersi a Bakugou, alzando
le
braccia a cingergli la vita ed annusare la maglietta dell'alpha.
Kirishima non riuscì ad impedire che il suo omega facesse le
fusa
quando Bakugou iniziò a muovere la testa su e
giù, strofinando la
propria guancia lentamente sui capelli dell'omega come a voler
lasciare una traccia di sé su di lui senza profumarlo col
suo odore.
“Bakugou.”
“Mmh?”
Mormorò distrattamente l'alpha.
“Credo che
dovremmo parlare.” Disse Kirishima, ignorando l'urlo di
dolore del
suo omega per aver interrotto quel momento.
Sentì
Bakugou
irrigidirsi, ma l'alpha non sciolse l'abbraccio. Si
allontanò quel
tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
“Inizio io.”
Disse Kirishima mentre l'altro rimase in silenzio incitandolo a
continuare. “Mi dispiace.”
“No.” Lo
fermò Bakugou. “Non azzardarti a
scusarti.” Sciogliendo adesso
l'abbraccio, senza però distogliere lo sguardo.
“Ma lo sai
che è colpa mia, per colpa mia hai quasi -- ”
“Eravamo in
due quella notte o sbaglio?” Lo interruppe l'alpha.
“O pensi
davvero che avrei fatto qualcosa che non desideravo?
“Ovviamente
no, ma questo non cambia il fatto che io non sarei dovuto essere
nemmeno lì. Ascolta, tu diventerai un eroe meraviglioso
– ”
“E anche tu.”
Disse Bakugou senza alcuna esitazione.
“Non stiamo
parlando di me.”
“No, stiamo
parlando di noi.”
Kirishima
si
fermò di colpo, spalancando gli occhi non appena lo
sentì. “Vuoi
dire che tu vuoi... ”
“Mi stia
prendendo per il culo?” Quasi urlò Bakugou come
offeso. “C'è un
limite a quanto uno può essere ottuso.”
Kirishima
arrossì. “Bhé, perché non
hai mai detto nulla?”
“Urgh, mi
conosci io non uso le cazzo di parole e credevo fosse abbastanza
chiaro dato che ho cercato di reclamarti.”
“Sì, a causa
del tuo alpha!”
“Un'alpha che
riesco a controllare quasi completamente, ma quando si tratta di te
è
diverso proprio perché io -- ”
Bakugou
lasciò
andare un sospirò frustrato e Kirishima si
avvicinò a lui
prendendogli una mano. L'alpha la strinse a sua volta, distogliendo
lo sguardo.
“Kirishima.”
“Sì?”
“Sai, io –
” Bakugou strinse la presa sulla mano. “Io ti
– Cazzo!”
“Va tutto
bene, Bakugou. Anche io ti, cazzo.”
“Sei un
coglione.” Disse Bakugou senza intenderlo davvero, con un
sorriso
sulle labbra.
“Ma ti piace
questo coglione.” Lo stuzzicò Kirishima con un
sorrisetto sornione
sul viso mentre l'alpha arrossiva fino alle punte delle orecchie.
“Perché
tutto diventa strano con te?” Chiese Bakugou facendo
scoppiare
l'omega in una fragorosa risata per poi prendere lui l'iniziativa,
questa volta, e abbracciarlo di nuovo. L'alpha ricambiò
l'abbraccio
ridendo a sua volta, contagiato da quella dell'altro.
“Va
bene.” Ripeté Kirishima. “Non devi
dirmelo ora. Adesso lo so.”
Bakugou
si distaccò leggermente, prendendo il viso dell'omega tra le
mani e
chinarsi a posare le proprie labbra sulle sue. Kirishima si sciolse
in quel bacio, completamente diverso dal loro primo. Era più
dolce e
casto ma così pieno di sentimento rimanendone talmente
sopraffatto
che gli vennero quasi le lacrime agli occhi. Era proprio vero,
Bakugou era più bravo con i gesti che con le parole.
L'alpha
baciò la fronte dell'omega prima di tornare a guardarlo.
“Prenderai
le pillole che ti hanno dato?” Chiese mentre l'altro lo
guardava
sorpreso.
“Faccia
Rosa me lo ha detto.”
Kirishima
restò confuso da quell'informazione chiedendosi
perché Ashido lo
avesse detto a Bakugou nonostante l'alpha si fosse allontanato anche
da lei, forse in un tentativo di tranquillizzarlo.
“Sì.”
“Credo
che dovremmo formare un pack.” Propose Bakugou.
“Cosa?”
Chiese Kirishima, facendo qualche passo indietro per guardarlo
meglio.
“Io
e te. Solo noi.” Precisò l'alpha. “Non
riesco ad immaginare di
avere l'odore mischiato ad un altro che non sia il tuo.”
Kirishima
rimase senza parole, sentendo il suo omega e il suo cuore fremere
nello stesso momento al solo pensiero. Anche lui si sentiva allo
stesso modo e sapeva che era la cosa più logica da fare.
Nessuno dei
due riusciva a stare lontano dall'altro durante il loro heat e rut e
se le pillole avrebbero fatto l'effetto che speravano non ci sarebbe
stato alcun tipo di problema. L'omega di Kirishima con l'odore
dell'alpha addosso avrebbe sentito meno desiderio di essere reclamato
e l'alpha di Bakugou con l'odore dell'omega addosso si sarebbe
sentito meno aggressivo nella sicurezza che tutti avrebbero sentito
il loro odore mischiato assieme. Sarebbe stato come se si
appartenessero a vicenda ma senza essere marchiati.
“Sei
diventato improvvisamente bravo con le parole, adesso?”
“Quindi?”
Chiese Bakugou, un po' impaziente.
“Sì!”
Rispose Kirishima eccitato e quando vide un sorriso nascere spontaneo
sulle labbra dell'alpha si gettò tra le sue braccia
nuovamente.
Caldo
e al sicuro, Kirishima e il suo omega si sentirono finalmente a casa.
NdA:
Sono molto felice di poter pubblicare questa storia, non posso
neanche credere di averla scritta praticamente di getto.
Spero
che la lunghezza della one-shot non dia troppo fastidio ma volevo che
rimanesse tale e, per non trasformarla in una multi o scartare le
altre idee che mi erano venute in mente per questa storia, ho deciso
che questa fic sarà la prima parte di una serie.
Spero
anche di non aver creato confusione per le dinamiche A/B/O. Ho
notato, leggendo molto questo genere, che in alcune storie ci sono
ovviamente elementi in comune ma anche delle differenze quindi ho
cercato di spiegare tutto nella storia il più possibile.
Questa
è la seconda storia che scrivo per questo fandom e mi
diverto
moltissimo a scrivere riguardo a questa ship e questi personaggi. Ho
già tante altre idee.
Grazie
mille per essere arrivati fin qui e aver letto la mia storia.
Fatemi
sapere che ne pensate, a presto!
Dove
trovarmi:
Twitter
Tumblr
|