Cap.1
Geta
arrise ai saiyan nei soli, temprando carne e forza.
Selene
ammaliò i loro spiriti nella luna tramutandoli in bestie.
Geta
donò al primo re il ciondolo della protezione.
Selene
donò alla prima regina il ciondolo della conquista.
Geta
non volle niente in cambio, perché niente oltre il ciondolo
gli venne chiesto.
Selene
invece ben altri patti racchiudeva in sé.
Per
il cuore di un re, un figlio venne promesso. Il più bel
principe è figlio della luna.
La
Dea mai ricevette ciò che le era stato promesso e fu
sventura per tutti.
Geta
impedì a Selene di provocare altro dolore, per quanto fosse
per lui pura sofferenza imprigionare sua sorella.
Ella
ora riposa.
Kamhara
si sistemò una ciocca di capelli rossi dietro
l’orecchio, dimenando la coda dalla morbida peluria rosa.
“Non
ho il permesso di salire sulle moto… o sulle
macchine” ammise. Accarezzò il sellino della
motocicletta, mordendosi l’interno della guancia.
“Dicono che io e mio fratello Kakaroth siamo delle minacce
sugli automezzi”. Sporse il labbro inferiore e i suoi occhi
divennero liquidi, le sue iridi color nocciola divennero azzurro
chiaro. “Tu cosa ne pensi? Sono così pericolosa
alla guida?” domandò e la voce le tremò.
John
le posò una mano sulla testa e si piegò in avanti.
“Tu
sei sempre pericolosa, streghetta” gli fece notare.
Kamhara
sbuffò e gli diede delle spinte delicate
all’altezza delle spalle.
“Principe!”
piagnucolò.
John
rise, passandosi una mano, coperta da un guanto candido, tra i morbidi
capelli neri. Avevano la forma di una fiamma che ricadeva di lato, ogni
ciocca era larga quattro dita, tranne quelle davanti alla sua fronte
larghe due dita.
“Amore,
affronterei la morte con te su uno di quei mezzi.
Meglio?”
domandò.
Kamhara
gonfiò le guance.
“Si
vede proprio che ti ha cresciuto Lord Freezer. Hai il suo
tatto” piagnucolò.
John
scoppiò a ridere. Avvolse la coda di lei con la propria, le
strinse i fianchi con un braccio e la trasse a sé.
“Oh,
ma io sono peggio. Sono un demone” sussurrò,
facendo apparire delle ali nere sulle spalle. Le fece fremere, mentre
ghignava.
Kamy
ridacchiò, posandogli la testa sul petto.
“Peccato
tu faccia ancor meno paura di Vegeta, e lui a me non ne fa
affatto” borbottò.
“A
te non voglio fare paura, tesoro” disse John. Chiuse gli
occhi e le posò un bacio sulla fronte. “Che ne
dici se infrangiamo le regole e la prendiamo lo stesso una moto? Guidi
tu” bisbigliò.
“Yuppie!”
strillò Kamy, sollevando un pugno verso l’alto,
saltellando eccitata sul posto.
***
Goten
si deterse la fronte con il dorso della mano, mentre cullava Dalyla al
petto. La bambina urlava con tutta la sua forza, tenendo gli occhi
serrati e i pugni stretti.
“Ha
decisamente ereditato l’appetito e i polmoni di mio
padre” gemette Goten.
Bra
mise il bavaglino alla figlia, tenendo sotto controllo Goshin con la
coda dell’occhio.
“Goshin,
amore, non ti allontanare” richiamò il figlio
più grande.
<
Anche Goshin ci ha fatto penare. Non posso dimenticare quando qualche
estate fa nostro figlio ha quasi ucciso zio Yamcha che si era offerto
di tenerlo per un po’ > pensò.
Dalyla
era diventata completamente rossa in viso, la sua bocca era spalancata
al massimo.
Bra
sentiva la testa dolerle.
“Non
esattamente questa la vacanza che immaginavo”
esalò.
Goten
la guardò recuperare un omogeneizzato e un cucchiaino,
avvolto in un tovagliolo, dalla borsa.
“Il
prossimo anno andiamo in un villaggio vacanze. Uno di quelli dove ti
tengono i figli e tu passi tutto il tempo a dormire al sole”
pregustò, chiudendo gli occhi.
Bra
fece scattare il tappo dell’omogeneizzato, rispondendo:
“Ci ho passato tutta l’infanzia. Non è
per niente come lo immagini. I bambini possono scappare dove vogliono e
rischiare la vita senza che le animatrici se ne accorgano,
perché spesso i marmocchi sono troppi e loro sono
sottopagate, oltre che troppo stanche o annoiate. I genitori,
d’altro canto, sono costretti a fare un sacco di noiose e
stancante attività”. Iniziò a imboccare
la figlia che smise di piangere.
“Allora
mi verrà in mente qualche altro modo per salvare le nostre
vacanze future, ‘principessa’” promise
Goten.
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