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di dontworryabout_me
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Erano anni che Raven non tornava sulla Terra. Dopo la guerra contro i Razziatori, e la distruzione di massa che aveva portato con sé, aveva passato gran parte del tempo su Palaven, adattandosi lentamente alla vita sedentaria e al mondo turian.
Pensare al suo pianeta natale le aveva sempre provocato una ridda di sentimenti contrastanti, e aveva imparato, nel corso della sua onorata carriera militare, che se non poteva venire a capo di un problema razionalmente allora era meglio non pensarci del tutto.
Ma non se n'era stata con le mani in mano per tutto quel tempo. Palaven stava lentamente tornando ai suoi antichi splendori, e Raven poteva dirsi fiera di aver contribuito anche minimamente al ritorno alla normalità di quella splendida specie.
-Guarda là, Raven!-
Ancora le suonava strano sentire il flanger della voce di Garrus pronunciare il suo nome. Lei era sempre stata solo "Shepard"... Quel nome che si era ritrovata aveva un qualcosa di fuori posto.
Lanciò uno sguardo oltre il vetro dell'osservatorio.
-La luna... - sentì un tuffo al cuore. Era davvero arrivato il momento di tornare a casa.

-Mi rendo conto solo adesso di non sapere quasi nulla sulla terra- Garrus teneva gli occhi fissi davanti a sé, osservando rapito l'enorme satellite che orbitava intorno al pianeta.
-Forse sono anche io che non ne ho parlato spesso, mh?- Raven era rimasta qualche passo indietro rispetto all'amato, colta da un improvviso senso di vuoto. Nessuno, nemmeno Garrus, poteva vantarsi di sapere molto sulla sua storia. Quando era solo Raven, una ragazza di strada, e non il comandante Shepard.
-Mi piace far credere di essere cresciuta sulle navi spaziali, di aver reso orgogliosi i miei genitori con le mie medaglie- fece un vago gesto con la mano, come per dire che tutto quello aveva poca importanza. - In pochi sanno davvero com'era la Terra fino a pochi decenni fa. E ancora meno vorrebbero credere che sono davvero cresciuta in quella fogna. Sono... Dati riservati, diciamo-
Garrus non distolse nemmeno per un attimo i piccoli occhi azzurri dallo spazio infinito oltre il vetro, ma Raven lo conosceva abbastanza bene da sapere che tutta la sua attenzione e rivolta a lei.
-Dev'essere stato terribile-
-In realtà me ne sono resa conto solo molti anni dopo, quando mi sono arruolata nell'Alleanza. Quando c'ero dentro, beh, non sapevo nemmeno che potesse esistere qualcosa di meglio.- spiegò - Vivevo alla giornata come meglio potevo. Rubavo, elemosinavo... Sono entrata anche a far parte di una banda di piccoli criminali, a un certo punto-
-Sembra che tu stia parlando di Omega-
Raven fece una risata amara. -Più o meno... - 
La voce elettronica dell'IV della nave annunciò che in mezz'ora sarebbero arrivati allo spazioporto.
-Se ti aspetti qualcosa di simile a Palaven rimarrai deluso Garrus. Non c'è specia più caotica e indisciplinata degli umani-
Il volto del turian si illuminò di un'insolita curiosità. Non era molto avvezzo a mostrare le proprie emozioni: Raven aveva intuito che era una caratteristica tipica della sua gente, ma quello che era successo a bordo della Normandy alcuni anni prima aveva influenzato il suo animo malinconico. Garrus non era più quello che aveva conosciuto sulla Cittadella molto tempo prima, ma conservava ancora alcuni rimasugli della sua vecchia attitudine.
-Non sembra nemmeno possibile. Da qui é davvero stupenda- osservò. Raven seguì il suo sguardo, soffermandosi sulle luci delle metropoli che illuminavano la notte terrestre.
-É irriconoscibile dall'ultima volta che l'abbiamo vista. Sembra che i Razziatori non l'abbiano nemmeno sfiorata.- Garrus si voltò verso il suo ex comandante. -Non riesco ancora a credere che sia merito tuo. Come si può salvare un pianeta, una galassia intera?-
-Nostro, non solo mio- corresse lei. Odiava prendersi meriti che non le appartenevano - Non so cosa avrei fatto senza di voi. Senza di te- aggiunse a mezza voce.
Garrus non rispose, limitandosi a scuotere leggermente la testa.
Raven fece per riprenderlo, ma l'IV la interruppe: stavano per attraccare.





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