Notizie improvvise
Questa storia partecipa alla Butterfly Effect Time indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt: Chiudersi in una stanza e contare i minuti che passano.
Quando Sakura aveva
telefonato, Kakashi era ancora all’università e aveva da poco terminato
l'ultima lezione. In teoria, doveva ritornare al dipartimento di
Scienze naturali per proseguire alcune ricerche, in attesa che anche
Tenzo terminasse la giornata di lavoro, però la voce tesa di sua
nipote, dall'altro capo del cellulare, aveva scombussolato i suoi piani.
Dopo aver avvisato il
compagno con un breve sms, si era precipitato all'appartamento in cui
la ragazza conviveva con Naruto, colui che sarebbe diventato suo marito
tra poco più di un mese.
Arrivato a destinazione,
Sakura gli aprì la porta con un'espressione ansiosa e un po' spaventata
sul viso e l’uomo sentì di nuovo lo stomaco contorcersi per la
preoccupazione.
"Cos'è successo?" chiese nel modo più tranquillo che gli riuscì.
Sua nipote non rispose,
ma si limitò a farlo entrare e poi a guardarlo, mordendosi il labbro
inferiore, un'abitudine che aveva fin da piccola ogni volta che era
nervosa.
Fu solo allora che
Kakashi si accorse di una scatola che teneva stretta in una mano; prima
che potesse chiederle cosa fosse, la ragazza gliela mostrò arrossendo.
"Io dovrei fare questo," lo informò imbarazzata.
Lui fissò il disegno del
test di gravidanza sulla confezione, con le pupille dilatate per la
sorpresa: era consapevole che sarebbe potuto capitare, tuttavia se lo
aspettava almeno un po' di tempo dopo il matrimonio. Forse era quello
uno dei timori di Sakura, ma temeva che la paura più grande fosse
legata al passato piuttosto che al presente.
Cercò di rimanere saldo sui propri piedi, raccogliendo tutta la calma necessaria per esserle d'aiuto.
"Ecco, Ino è in viaggio
con Kiba, nonna credo sverrebbe all'istante e Naruto affronterebbe la
situazione come se fosse lui a fare il test," spiegò la ragazza, di
fronte al suo improvviso silenzio.
"Non devi giustificarti, va bene così," si affrettò a risponderle, stringendole affettuosamente una spalla.
Non erano necessarie spiegazioni, perché ci sarebbe sempre stato per lei, di qualsiasi cosa avesse avuto bisogno.
Sua nipote rialzò lo
sguardo e lui le rivolse un sorriso di incoraggiamento, provando un
sollievo istintivo quando notò i suoi lineamenti rilassarsi.
"Ora vediamo di fare questo test," la esortò con tono rassicurante.
Sakura annuì e raggiunse il bagno, seguita dallo zio che rimase nel corridoio in attesa.
L’uomo appoggiò la
schiena al muro, socchiudendo gli occhi con un respiro profondo, poi
alzò il polso e guardò il quadrante dell’orologio. Per conoscere il
risultato erano sufficienti alcuni minuti, o almeno così gli avevano
riferito, quindi osservò con attenzione gli spostamenti delle lancette,
sforzandosi di conservare la tranquillità che aveva mostrato alla
ragazza.
Ricordava ancora il
giorno in cui sua sorella Ame aveva scoperto di essere incinta: c’era
stata un po’ di confusione generale, ma alla fine tutti erano stati
felici per la lieta notizia. Se il sospetto di Sakura si fosse rivelato
fondato, non avrebbe permesso che le cose andassero diversamente,
nonostante l’evento fosse in anticipo rispetto alle aspettative di chi
la circondava.
Erano trascorsi più o
meno cinque minuti, che aveva contato uno per uno come sicuramente
aveva fatto anche sua nipote, però la ragazza era ancora chiusa in
bagno; un po’ preoccupato, bussò ed era sul punto di aprire la porta
quando Sakura uscì dalla stanza.
Aveva lo sguardo basso e
i capelli le coprivano in parte il viso, ma l’uomo era abbastanza
vicino da scorgere le lacrime che le bagnavano le guance.
“Sakura?” la chiamò dolcemente.
Allungò una mano e le
scostò alcune ciocche dalla fronte; lei lo guardò con gli occhi
offuscati dall’incertezza e i pugni stretti lungo i fianchi.
“E se non ne fossi capace?” gli chiese in tono sommesso.
La sua voce incrinata
dall’inquietudine gli procurò un tuffo al cuore e istintivamente le
appoggiò entrambe le mani sulle spalle, sperando di riuscire a
calmarla.
La domanda che gli aveva
posto confermava i suoi timori iniziali: la paura di diventare genitori
era naturale e forse inevitabile, ma sicuramente lo era ancora di più
per chi come lei era rimasta orfana molto presto.
Nelle sue iridi verde
smeraldo, Kakashi intravedeva la stessa paura che aveva provato anche
lui, quando Ame era morta e si era ritrovato a prendersi cura di sua
nipote. In quel periodo, non aveva la più pallida idea di come
comportarsi con una bambina piccola; i ricordi dei suoi veri genitori
erano ormai sbiaditi dal tempo e, anche se quelli adottivi erano sempre
stati presenti, qualcosa dentro di lui aveva cancellato dalla sua mente
la possibilità di un figlio e tutte le sue
implicazioni.
“Sakura, non si nasce
genitori, si impara a esserlo. E sono sicuro che ci riuscirai,” le
rispose con pacata sicurezza, incurvando le labbra in un sorriso.
Come spesso accadeva, la
ragazza sentì di potersi affidare alle sue parole e avvertì la tensione
che le opprimeva il petto svanire lentamente, insieme alle lacrime. Di
riflesso, avvicinò una mano al viso stropicciandosi gli occhi; Kakashi
le porse un fazzoletto di stoffa e lei lo accettò ringraziandolo.
L’uomo la vide asciugarsi
le lacrime e soffiarsi il naso, riflettendo che avrebbe dovuto
rassegnarsi definitivamente all'idea che era diventata una donna.
Anche se era davvero
convito che avesse ereditato abbastanza da Ame da poter essere una
brava madre, per lui non era facile immaginarla sposata, né tanto meno
con un bambino tra le braccia. Promise però a se stesso che avrebbe
metabolizzato una volta per tutte quella nuova realtà, in modo che i
mesi successivi non lo cogliessero impreparato.
“In ogni caso, non sei
sola, e confido nella buona volontà di Naruto,” aggiunse dopo qualche
istante di silenzio, ribadendole implicitamente il proprio sostegno.
Sakura gli indirizzò un timido sorriso, il primo da quando era arrivato.
“Lo so,“ disse con una
luce di gratitudine negli occhi, “ma per quanto riguarda Naruto, appena
glielo dirò, sarà subito apprensivo."
"Non sospetta nulla?" le chiese curioso.
"Eh, no, volevo essere prima sicura."
"Capisco, allora vorrà
dire che avrà un bel regalo di compleanno," osservò Kakashi,
ricordandosi dell'invito per la sera successiva.
"Vero, non ci avevo pensato," sorrise Sakura con un pizzico di sorpresa nella voce.
Istintivamente, l'uomo le scompigliò i capelli con affetto, sollevato nel sentirla finalmente più serena.
Note dell'autrice
Con un po' di ritardo, buon compleanno a Naruto, anche se ancora non sospetta che diventerà padre ^^'
Questa idea è nata un po' all'improvviso e si ricollega ad una storia
scritta ormai una vita fa, spero tuttavia che si comprendano facilmente
il contesto generale e le relazioni tra i personaggi, anche senza
bisogno di leggere altro.
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