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di Shin Tarekson
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Ethienne gettò la bottiglia vuota contro le assi del pavimento di casa sua, questa, andò ad unirsi alle altre già presenti, era circa mezzogiorno. Non dormiva da tre giorni, da quando anche l’ultimo dei suoi figli gli era stato strappato, così come la figlia e la moglie, da quel mostro nero che stava decimando la popolazione della contea di Borgogna e del resto del mondo.

All’uomo tutto era stato portato via nel giro dell’ultimo anno, prima il suo vecchio padre, poi la piccola Lorette, sua figlia, poi Catherine, sua moglie e per ultimo, tre giorni fa, Antoine, il piccolo aveva solo cinque anni e a lui era toccato il trapasso più lungo, due mesi dalla comparsa della prima macchia, due mesi da quando il mondo di Ethienne era stato completamente fatto a pezzi.

L’uomo era stato, in giovinezza, apprendista panificatore nella bottega del fornaio Bernard, lì si era guadagnato il soprannome di “Dita di Fata”, per via del suo tocco inizialmente troppo leggero che gli impediva di mescolare la farina e l’acqua senza lasciare grumi. Nel corso del suo apprendistato aveva però dimostrato di essere in grado di apprendere velocemente, diventando nel giro di sei anni bravo quanto Bernard. Aveva ereditato la bottega undici anni prima, alla morte del maestro. Ora la bottega giaceva abbandonata da settimane, i prodotti all’interno erano ormai probabilmente marciti o muffiti ma ad Ethienne la cosa scivolava addosso.

Si era trasformato nel fantasma di sé stesso. Dopo aver vegliato notte e giorno al capezzale del figlio e aver riversato ogni sua goccia di energia nel tentativo di salvarlo era ora un guscio vuoto. Gli ultimi giorni erano scorsi senza che se ne rendesse conto, seduto in quella che era stata la camera da letto sua e di sua moglie, svuotando una dopo l’altra le bottiglie di vino conservate nella cantina.

Lo sguardo scorreva spento lungo le pareti e finiva sempre per posarsi su un piccolo nastro verde. Quel nastro che Catherine gli aveva dato dopo il loro primo appuntamento, quel nastro che Lorette aveva usato da piccola per legarsi i lunghi capelli biondi, quel nastro che Antoine aveva assolutamente voluto tenere legato al polso perché senza quello non riusciva a dormire.

Solo quel nastro gli rimaneva, l’unico ricordo di una famiglia che non sarebbe mai più tornata.
L’occhio dell’uomo si soffermò brevemente sulle bottiglie a terra, come se volesse contarle, per poi venir attirato inevitabilmente da quel piccolo rigonfiamento sotto la calza di lana che copriva la caviglia sinistra.

Tra poco avrebbe rivisto la sua famiglia.



PS: questa è l'introduzione al mio personaggio, Ethienne, un uomo francese che questa sera debutterà nel gioco di ruolo "Memento Mori". Fatemi sapere cosa ne pensate!




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