La bambola di carta

di gg_forever
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"...la paura era ciò che teneva in vita l'anima della piccola bambola, solo quella brutta bestia non le permetteva di uscire e provare nuove esperienze. E così, come una vigliacca, la bambola di carta rimase chiusa nel suo mondo di paranoie e angosce." Se chiudo gli occhi posso ancora sentire la voce della mamma mentre mi racconta la storia della buona notte, una storia un po' bizzarra di cui ancora non riesco a capire totalmente il senso; ma non importa, ormai è acqua passata: la mamma, la bambola di carta, le delusioni, le prese in giro... tutto questo è acqua passata. Riapro gli occhi e continuo ad ascoltare la musica nelle orecchie mentre tiro ancora qualche pugno al sacco. Come ogni pomeriggio sono venuta nella piccola palestra, vicino il tribunale, per sfogarmi un po', mi sento così libera insieme al mio sacco. Chiusa nel mio angolino, con la mia canzone preferita, che mi avvolge in un abbraccio per non farmi sentire freddo ed il familiare dolore alle nocche, che mi fa dimenticare per qualche minuto tutto lo schifo che mi porto dietro. Qui dentro sparisce tutto: l'indifferenza, la rabbia, i ricordi, la solitudine... la paura. Mi tolgo i guantini, avanzo verso lo spogliatoio femminile, mi faccio una doccia velocemente, per non sprecare acqua a casa, e scappo subito a lavoro. Faccio la barista in un locale in centro molto frequentato dai ragazzi della mia età; non è il massimo come lavoro ma i soldi dovrò pur prenderli da qualche parte, e quelli dei miei genitori non erano un opzione. A causa dei loro lavori loschi adesso io sono nella merda, costretta a pulire i pavimenti di pomeriggio e servire alcolici ad adolescenti ubriachi la sera, a causa loro sono costretta a visite settimanali da parte della polizia, a causa loro sono costretta ad occuparmi di quella vecchia megera di mia nonna, a causa loro la vita ha iniziato a tirarmi merda addosso ed io sono stanca di raccoglierla. Ma va bene così, me ne sono fatta una ragione ormai. Sono rassegnata a questa vita non desiderata, in cui tutti scappano da me, in cui tutti mi temono e odiano, ormai sono così rassegnata che la merda, lanciatami della vita, non la raccolgo più. La lascio lì, fin quando non mi sotterra... sperando che quel momento arrivi in fretta. Perché mentre i miei cari genitori, così ricchi che i soldi li usano come carta igienica, sono al sicuro in una bellissima isola deserta... io... continuo ad avere paura.




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