Behind your gaze 4
POV Alec
Il suono del telefono mi risvegliò da un sogno piuttosto
bello
dove riuscivo finalmente a baciare Charlize Theron, durante la notte
degli Oscar,
dopo avermi consegnato la statuetta d'oro per aver vinto come miglior
attore protagonista. No Charlize, ritorna qui! Sbuffai
perchè
quel suono non cessava, forse avrei dovuto cambiare suoneria.
Sbadigliai grattandomi il collo e mi allungai per prendere quel dannato
cellulare. E adesso chi era di prima mattina che rompeva le scatole?
Appena lessi il nome, persi qualunque traccia di sonno esistente nel
mio corpo. Mi misi seduto di colpo, aggiustandomi come meglio potevo i
capelli, e mi affrettai ad accettare la videochiamata.
"Buongiorno splendore." mi salutò lui con un sorriso a mille
wat
lasciandomi abbagliato. Ormai era confermato che era sempre figo, ma
come poteva essere così cool a ogni ora del giorno? Era un
essere ultraterreno. Troppo affascinante per la sanità
mentale
dei poveri esseri comuni.
"Ciao."
"Sapevo che ti avrei ancora trovato a letto. Sono le dieci passate,
quando hai intenzione di svegliarti? Sei andato di nuovo a letto tardi.
Questo non fa bene alla tua salute." mi rimproverò lui
portandosi dietro i capelli che gli stavano dando fastidio agli occhi.
"Si papà. Tu avrai già fatto mille cose
stamattina...non
voglio nemmeno saperlo. Mi viene il mal di testa solo a pensarci."
borbottai facendogli la linguaccia.
"Su su, alzati e splendi raggio di sole. Il mondo ti attende." sorrise
lui, era più abbagliante lui che il sole fuori dalla mia
finestra.
"E' così comodo il mio letto." mi stiracchiai affondando con
la
testa sul cuscino. Mi misi sul fianco e sistemai meglio il cellulare
per continuare a parlare con lui.
"Se è per questo il mio lo è molto di
più. E' un
super size." ammiccò lui con fare sornione. Questo
continuare a
flirtare mi faceva sempre arrossire e battere forte il cuore. Maledetto
cuore traditore.
"Prima o poi ti sfratterò da quel letto e
diventerà solo mio."
"Sognatelo quanto vuoi. Il letto lo condivido, non lo cedo a nessuno.
Se vuoi dormirci sai a chi chiedere." a quelle parole mi andarono a
fuoco le orecchie.
"Rompiscatole. Sei in palestra? Sei tutto sudato." lo osservai
attentamente mentre qualche gocciolina gli scendeva sul collo per
cadere sempre più giù. In sottofondo si sentivano
rumori
di macchinari e suoni ansimanti. O era in un set porno o in palestra.
"Complimenti per l'acuta osservazione Sherlock. Sono qui con Brian,
Mark
e altri due amici. Dovevamo pompare un pò di bicipiti." mi
mostrò quello destro mettendolo in posa e la salivazione mi
si
azzerò di colpo. Quella poteva risultare come molestia? Il
solito che si metteva in mostra appena poteva.
"Penso che tu abbia fatto un buon lavoro." annuii mordendomi il labbro
inferiore.
"Grazie. Tra poco andiamo a fare una sauna. Non sarei riuscito a
chiamarti la dentro quindi ho deciso di svegliarti."
"Capito...non stai facendo un pò troppe saune ultimamente?"
"Dovresti provare a farla con me quando te lo propongo. Ti rigenera il
corpo." il mio corpo non era proprio da buttare via, conferma che
veniva dai miei fans, ma non era nulla paragonato a quello del mio
compagno. Damon e io chiusi da soli in una sauna? Mai! Sarebbe stato un
pericolo da bollino rosso. Damon insieme ad altri uomini in una sauna?
Mi stava saltando un embolo. Perchè ero nervoso? Dopotutto
si
parlava di Brian Mark e di altri amici. Perchè dovevo
preoccuparmi di qualcosa? Ma soprattutto, chi erano gli altri due amici?
"Magari la prossima volta, sei troppo mattiniero per i miei gusti."
feci un mezzo sorriso grattandomi una spalla.
"Non ti lamenti così tanto quando dormi da me." eccolo di
nuovo
alla carica. Partiva da zero a cento in un nanosecondo. Dovevo essere
già preparato alle sue battutine ma non lo ero mai
abbastanza.
"Certo perchè riesco a tenerti a letto più a
lungo e poi
ottengo sempre una magnifica colazione fatta dalle tue preziose manine.
Meglio di così non si può." mi girai sul letto
massaggiandomi la pancia con aria soddisfatta. Poteva dire di non
essere un bravo cuoco ma a dire la verità mi piaceva tutto
ciò che sfornava. Una volta gli avevo chiesto di insegnarmi
un
piatto semplice ma era finita con lui che cucinava e io con lo sguardo
attento per seguire ogni singolo movimento delle sue mani. Mi ero perso
e
avevo potuto fare solo l'assaggiatore. In compenso mi ero gustato
un'ottimo pranzetto.
"Per la colazione adesso è tardi e non potrei portartela ma
volevo invitare te e tua madre a pranzare da me oggi. Mamma ha chiesto
esplicitamente di fare un pranzo in famiglia, prepariamo noi due da
mangiare. Sei fortunato che non ci sarà Alice ma Brian e
Choco
faranno parte del pranzo. Ti va bene? Cucineremo i tuoi piatti
preferiti."
"A cosa devo l'onore?"
"E' ora che la famiglia si riunisca dal vivo non solo per cellulare. E
poi finalmente incontrerai l'altra piccola peste." mi sorrise lui
riferendosi al suo cane.
"Era ora. Ne ho sentito sempre parlare ma a volte dubitavo della sua
stessa esistenza."
"Damon vieni? Gli altri ci stanno aspettando. Dobbiamo farci la doccia
prima." interruppe un uomo del quale potevo notare solo i suoi bicipiti
pompati mentre stringeva una mano sulla spalla del mio partner. E
adesso chi diamine era quello? Perchè parlava di doccia?
Aveva
intenzione di farla insieme a Teddy?
"Si, vai prima tu ti raggiungo subito." annuì nella
direzione
del suo amico. Non guardava più la videocamera, sembrava
fossi diventato
inesistente.
"Mi presti il bagnoschiuma?"
"Si, te lo porto. Alec adesso devo andare. Ci sentiamo più
tardi
per organizzarci per pranzo. A più tardi piccolo." mi
sorrise
un'ultima volta salutandomi con la mano.
"A più tardi, cerca di non scioglierti troppo la dentro."
mormorai seccato chiudendo la videochiamata.
Voleva che gli prestasse il bagnoschiuma? Sapevo io dove poteva
metterselo il bagnoschiuma. Perchè dovevano fare la doccia
insieme? Quella palestra era così a corto di docce? Dov'era
Brian quando c'era bisogno di lui? Permetteva che il suo cliente
facesse una cosa del genere in pubblico? Poteva essere beccato da
chiunque munito di cellulare. Dovevo mandare un messaggio a Brian? No,
se lo meritava di essere paparazzato mezzo nudo e sudato in
compagnia di altri uomini. Questa sarebbe stata l'apoteosi dello
scandalo. Mi bloccai di colpo. Aveva parlato di pranzo di famiglia?
Controllai l'orologio sul comodino, erano le 10:30. Sarei riuscito a
preparate tutto in tempo? Non era un pranzo come tutti gli altri.
Iniziai a sentirmi ansioso. Mi alzai di scatto, quasi cadendo dal
letto,
e mi precipitai giù dalle scale per raggiungere mia madre
che
stava stendendo i panni in balcone.
"Mamma mamma!"
"Cosa è successo? E' uscito fuori un altro scandalo su voi
due?
Damon questa volta mi sente!" borbottò lei infastidita
sbattendo
una federa con tale forza da fare paura. Era un miracolo se in tutti
questi anni non si era stracciato ancora nulla.
"No mamma, tranquilla. Nessuno scandalo in vista...almeno per il
momento."
"Quindi cosa ti prende? Sembri posseduto."
"Damon e sua madre ci hanno invitato a pranzo a casa di Dam oggi." le
raccontai in fretta facendomi prendere dall'agitazione.
"Finalmente hanno fissato una data. Ne avevo già parlato con
Pat
al telefono, non è una sorpresa questo invito." disse lei
con un
movimento della mano come se nulla fosse. Perchè ero solo io
quello che stava per avere un infarto? Non era la prima volta che
andavo a casa sua eppure, in quel momento, mi sembrava una cosa
ufficiale.
"Quante volte vi parlate tu e Pat al giorno?"
"E tu e Damon? Passi ore al telefono con lui e poco dopo vi incontrate
sul set. Non state un pò esagerando? E poi noi mamme
dobbiamo
conoscerci meglio se i nostri figli sono così intimi tra di
loro. Non continuate a dire che siete come fratelli? Grazie a voi noi
stiamo diventando come sorelle." disse lei rientrando in casa con aria
saccente di chi la sa lunga.
"Va bene...possiamo preparare per loro una torta? Non è
bello
presentarsi a casa altrui a mani vuote." mi precipitai dietro di lei
cercando di convincerla.
"Questa è una novità. Non ti sono mai interessate
queste
cortesie da ospiti più di tanto in passato. Da quando vai a
trovare Damon così spesso svaligi sempre metà
casa. Non
mi sorprenderebbe trovare a casa sua metà del tuo
armadio...già nel tuo ci sono tanti dei suoi vestiti che
porti a
casa e non è nemmeno mai entrato qui dentro. Ti ricordo che
lavo
pure le sue cose, sarebbe ora che imparassi a fare il bucato. Penso che
Damon apprezzerebbe." mi lanciò un'occhiata acuta e seria
sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
"Mamma!" ero in imbarazzo.
"Va bene, sto zitta. Non mi intrometto ma sai bene come la penso in
merito. Adoro Damon, è come avere un altro figlio. Fa
già
parte della nostra famiglia, ma tu sei ancora giovane e devi
concentrarti sul tuo lavoro come fa lui. Non voglio che le persone
fraintendano
qualcosa che potrebbe poi ripercuotersi sul tuo futuro e sulle tue
scelte."
"Vorresti che mettessimo più distanza tra noi due?" le
chiesi
oscurandomi in volto. Non volevo nemmeno pensare a una situazione del
genere. Perchè avremmo dovuto essere distanti?
"No, lui è il tuo lavoro e non potete essere troppo
distanti. Ma
ognuno di voi ha la propria vita da mandare avanti e presto la stagione
finirà. Arriverà il momento di dirsi addio. Non
vorrei
vederti soffrire visto il vostro attaccamento. Mi dispiacerebbe vedere
soffrire anche lui, ma tu sei mio figlio e per me vieni prima di tutto.
Devi proteggere il tuo cuore." mi disse poggiandomi una mano sul petto.
"Lo so mamma." mormorai abbassando lo sguardo a quelle parole. In un
secondo era riuscita a distruggere tutti i pensieri felici che mi
venivano in mente al solo nominare Damon. Lei aveva ragione come
sempre, ma faceva male.
"Non manca molto alla fine delle riprese. Avrete ancora alcuni eventi
dove partecipare come coppia per promuovere la serie ma poi tutto
finirà. Ti proporranno altri progetti senza di lui. Devi
riuscire a cavartela da solo. Il fatto che tu sia introverso non
è di certo di aiuto ma devi sforzarti, è il
lavoro che ti sei scelto."
"Non voglio pensarci adesso. Voglio vivere quello che mi resta di
questo presente con lui. In questo momento mi sento bene, non voglio
rovinare tutto con pensieri negativi." replicai cercando di farle
capire quale era limite che non doveva superare. Era mia madre e non le
dicevo mai niente ma quando esagerava dovevo fermarla.
"Va bene. Chi dovrebbe preparare la torta?" lei annuì al
volo facendo marcia indietro mentre cambiava discorso.
"In realtà vorrei fare una sorpresa a Damon e a sua madre.
Vorrei provare a farla con le mie mani ma mi servirà il tuo
aiuto. Sai che non sono molto pratico in cucina." quello era proprio un
eufemismo. Se mi mettevano dietro i fornelli rischiavano di trovare la
casa bruciata. Ero un pericolo ambulante, avevo già dei
trascorsi che la mia famiglia non mancava mai di riportare alla luce
appena possibile.
"Lo so benissimo...stavi per intossicare tua sorella dopo aver
trafugato nel frigorifero e buttare tutto nella pentola. Siamo finiti
in ospedale per questo. Hope non mangia più niente di quello
che
le metti sul piatto. Ha paura di un'altra lavanda gastrica."
"Eravamo più piccoli e tu non eri ancora tornata a casa,
Hope
aveva fame e io ho improvvisato qualcosa. Apprezza lo sforzo di un
ragazzino che si prende cura della sua sorellina."
"Allora sarà meglio iniziare con qualcosa di facile, cerca
di
non portarci in ospedale e segui alla lettera le istruzioni. Ci
mancherebbe soltanto uno scandalo simile. Già immagino i
titoli dei
giornali: Giovane attore manda in ospedale il partner co-star
e sua madre.
Questa volta non ne usciresti bene per niente."
Passai quasi tutta la mattinata sotto le direttive tiranniche di mia
madre che cercava in tutti i modi di non farmi mandare a fuoco la
cucina. Fortunatamente per lei, a parte farina e cacao sparsi ovunque,
il suo regno era rimasto indenne. Le dissi frettolosamente di andarsi a
preparare altrimenti facevamo tardi e mi fiondai sotto la doccia per
rendermi presentabile. Durante la rasatura mi tagliai vicino al mento,
ero talmente di fretta che non stavo nemmeno attento. Damon mi
mandò una foto di lui e altri cinque uomini sudati appena
usciti
dalla sauna che salutavano l'obiettivo mettendosi in posa. Aveva
scritto: La sauna aspetta solo te, vedi quanto siamo diventati cool?
Gli mandai un'emoji con la faccina con gli occhiali da sole e una con
la faccina che dubitava guardando in alto. Quante arie che si davano,
però sembravano divertirsi parecchio. Guardai attentamente i
tre
uomini che ancora non conoscevo e mi chiesi com'era andata a finire la
storia del bagnoschiuma. Non se lo poteva portare da casa? Questa cosa
continuava a infastidirmi. Avevano fatto la doccia insieme? Quanto
erano intimi? Dalla foto sembrava un pò pompato con i
muscoli e
un'espressione un pò troppo spavalda mentre continuava a
stare
troppo appicciccato al mio partner. Cosa pensava di fare? Veramente a
Damon piaceva un tizio del genere? Non sembrava infastidito dalla sua
vicinanza. Ma non dovevo saltare subito alle conclusioni. Mi piazzai di
fronte all'armadio cercando qualcosa di carino da mettermi ma rimasi li
piantato per non so quanto tempo senza trovare qualcosa che potesse
soddisfarmi per fare una buona impressione. Conoscevo già
tutti i presenti a quel pranzo, eccetto Choco, ma avevo bisogno di
rendermi piacevole a tutti. Avevo un pò il timore di
incontrare
quel cane, la mia paura per la razza canina era difficile da
superare, ma
volevo farlo. Speravo soltanto che non fosse troppo traumatico. Sapevo
che Damon si sarebbe preso cura della faccenda e di me. Non lasciava
mai nulla al caso specialmente se sapeva che era qualcosa che mi
spaventava. All'improvviso Joker saltò sul letto miagolando
in
cerca della mia attenzione. Adoravo quel gatto, ne combinava sempre una
più del diavolo eppure sapeva ogni volta come cavarsela. Non
riuscivamo a sgridarlo più di tanto, specialmente quando era
in
vena di coccole. Tranne mia madre che non gliene lasciava vinte
nessuna, per questo le stava alla larga appena era nei dintorni quasi
prevedesse di prendersi un'altra ciabatta sul culo. Mi chinai a
grattargli il collo e lui fece le fusa sbattendo la coda a destra e a
sinistra. Sembrava un motore senza sosta, ridacchiai quando chiese
ancora più grattini spingendo il muso contro la mia mano.
Che
piccolo furfante. A Damon sarebbe piaciuto. Forse avrei dovuto
organizzare anch'io un incontro tra i due, peccato che poi forse sarei
stato ignorato da entrambi. Joker si faceva comprare dal cibo e da un
paio di grattini, Damon amava viziare chiunque respirasse. In pratica
un'accoppiata vincente. Joker si scostò dalla mia mano, a
quanto
pareva il tempo dei grattini era finito, e iniziò ad
annusare
ogni vestito che avevo buttato sul letto. Alla fine della sua
ispezione, come se niente fosse, si sistemò sopra un
completo
bianco. Cercai di toglierlo visto il tanto pelo che seminava per casa
ma non c'era verso. Al mio ennesimo tentativo mi soffiò
irritato
dandomi una zampata feroce sulla mano. Quel piccolo ingrato! Se li
poteva scordare i croccantini quel giorno. Presi una felpa li vicino e
lui mi assalì la mano mordendola per poi andarsene
indignato.
Dopo averlo maledetto a lungo, presi il completo bianco e me
lo infilai con una maglietta del medesimo colore in abbinamento, in
quanto quella che volevo mettere era stata appena travolta dalla massa
di peli che aveva rigettato il gatto. Volevo
indossarne un'altra ma a quanto sembrava la maggior parte erano ancora
da lavare. Dovevo dire che il gatto aveva scelto bene, decisi dopo
essermi guardato allo specchio. Raggiunsi mia
madre per metterle fretta e mandai un messaggio a Damon.
"Sei
già tornato a casa?"
"Appena
uscito dalla doccia. Vuoi verificare?"
"No
no, mi fido ciecamente."
"Ti
aspetto tra circa un'oretta. Mamma ha già portato Choco a
casa."
"Io
invece porterò una torta al cioccolato."
"Buona,
ma preferirei mangiare te! Scherzo."
"Divertente.
Ci vediamo dopo."
Mi accorsi di sorridere scioccamente appena incrociai il mio sguardo
allo specchio appeso alla parete. Cos'era quello sguardo? Ero davvero
io? Solo perchè Damon stava flirtando come al solito? Ero
diventato patetico. Altro che nascondere i sentimenti, non avevo
imparato niente dai suoi insegnamenti. Sentii il suono
di una notifica che mi riferiva di un nuovo post su IG di Damon
Michaelson. D'impulso cliccai immediatamente e mi si bloccò
il
respiro in gola. C'era una foto di lui che coccolava Choco guardando
dritto davanti alla fotocamera con un sorriso talmente abbagliante, che
prendeva persino quegli occhi azzurri, da accecare tutti. Era di una
dolcezza disarmante. Tutto quell'insieme doveva essere vietato. Sotto
c'era una sola frase.
"Ti
stiamo aspettando."
Il mio cervello andò in tilt. Non era passato nemmeno un
minuto
che piovvero così tanti commenti che menzionavano il mio
nome
che il mio cellulare iniziò a vibrare come un forsennato.
Cosa
dovevo fare? Decisi di rispondergli con una faccina sorridente che
schiacciava un occhiolino mentre arrossiva...o forse era meglio una
neutra con un
semplice sorriso che non sottolineava niente di sospettoso? Decisi per
la prima e la inviai. Mi risposero in migliaia ma quella che aspettavo
arrivò poco dopo. Una faccina sorridente che arrossiva con
di
fianco la faccina di un cane. Ero stato io a iniziare la tradizione di
mandare emoji, di solito lui scriveva papiri ma a me piaceva
disturbarlo con disegnini divertenti. Ero infantile ma di solito era il
mio modo per approcciarmi alle persone. Le prime volte me ne chiedeva
il
motivo dopo averlo tartassato con 25 stickers in 10 secondi, poi si era
abituato e aveva smesso di sorprendersi più di tanto per la
mia
mania. Si sarebbe sorpreso di più a vedermi rispondere con
qualche commento più lungo di tre parole. Misi da parte il
cellulare e mi controllai per l'ennesima volta allo specchio. Sembravo
passabile anche senza i make artist. Tornai da mia madre che mi chiese
il motivo di quel completo, visto che ormai conoscevo già
sua
madre da tempo quindi non dovevo fare bella figura. La lasciai parlare
senza darle ascolto dicendole di uscire adesso prima di trovare
traffico per strada. Presi la torta dalle sue mani e la spinsi verso
l'auto senza tante cerimonie. Quando arrivammo a destinazione eravamo
in anticipo di dieci minuti, mi sentivo in fibrillazione per
l'incontro. Appena scesi dall'auto la timidezza fece di nuovo capolino
e mi fermai di colpo aspettando con impazienza la lentezza di mia
madre. Non volevo entrare da solo in quella casa. Vidi qualcuno
avvicinarsi alla porta a vetri ed esitai a fare un altro passo. Il suo
sorriso mi sconvolgeva sempre, ricambiai sentendomi arrossire le
guance. Forse sembravo un cretino in quel momento ma questo era
l'effetto che mi faceva quella persona. Mi salutò con la
mano e
aprì la porta di scatto per accoglierci dentro.
Salutò
per prima mia madre con un bacio sulla guancia che la rese felice e poi
si girò verso di me facendomi sciogliere come neve al sole.
Lo
avevo detto che tutto di lui doveva essere vietato ai poveri
comuni mortali?
"Cosa ci fai ancora li? Non entri? Ti stanno aspettando tutti. Hai
paura di incontrare Choco?" mi chiese lui prendendomi in giro.
"Ho paura per le mie dita. Mi servono ancora quando devo darti dei
pugni sul set." strinsi una mano a pugno per far finta di tirargliela
sul mento.
"O anche quando devi toccarmi i pettorali e scendere più
giù in
qualche scena hot." ammiccò lui alzando le sopracciglia. Ne
sapeva una più del diavolo quando c'era da flirtare.
"Si si, se lo dici tu. Entriamo e tagliamo la testa al toro."
"Vieni, ha già mangiato. Non ti morderà di
sicuro." tenne
la porta aperta per farmi passare e salutai sua madre che mi venne
incontro con il cagnolino tra le braccia che mi guardava curioso
annusando l'aria con la lingua di fuori. Non sapevo se dovevo
preoccuparmi. Mi metteva un pò di ansia avvicinarmi troppo a
quell'esserino, nonostante le piccole dimensioni i suoi denti erano
affilati.
"Ciao Alec. Questo è Choco, non avere paura." si
avvicinò
lentamente con un sorriso tra le labbra molto simile a quello del
figlio. A quanto sembrava la genetica non era un'opinione. Avevo visto
anche le foto di Alice e la somiglianza era evidente, era bella tanto
quanto il fratello. Gli uomini non sarebbero stati a sicuro con loro
due a piede libero.
"Vieni con me. Fatti annusare, ha bisogno di sentire il tuo odore."
Damon mi prese la mano e lentamente l'avvicinò al naso del
cagnolino. Tremai leggermente di paura ma la vicinanza del mio partner
mi dava in qualche modo una certa sicurezza che tutto sarebbe andato
bene. Mi fidavo di lui. Con il dito sentii il suo naso freddo e appena
abbaiò ritrassi la mano di scatto con il cuore a mille.
"Ha abbaiato." esclamai ridacchiando in modo agitato. Damon non si era
staccato da me nemmeno per un secondo, i nostri corpi erano sempre in
contatto. Sapeva che avevo paura.
"E' normale. Dammi la mano, avvicinati. Choco lui è nostro
amico, è molto importante. Non aggredirlo altrimenti niente
cena." avvicinò di nuovo la mia mano tenendo il mio polso
fermo
nella sua stretta. Questa volta Choco rimase tranquillo e si fece
accarezzare la testolina.
"Che carino..."
"Gli piaci. Ha capito tutto, è un buon intenditore."
mormorò il padrone con un sorriso accarezzandolo a sua
volta,
sfiorando più volte la mia mano.
"Forse lo hai convinto con la minaccia di togliergli il cibo. Di solito
quello funziona sempre con chiunque."
"Anche con te se non ricordo male. Basta corromperti con un
pò
di cibo e acconsenti a tutto." Choco si stancò di stare
fermo e
spinse per farsi mettere a terra da Pat. Dandogli un ultimo buffetto al
muso per ringraziarlo della sua pazienza, lo mise giù e si
allontanò per chiacchierare con mia madre e Brian.
Sembravano
vecchie amiche eppure si conoscevano solo da qualche mese.
"Non è vero...quando mi hai preparato le enchiladas e mi hai
chiesto se potevo venire con te alle prove di canto in sala
registrazione io ti ho risposto di no perchè mi sarei
annoiato.
Però le enchiladas erano meravigliose." feci un sorrisetto
strafottente.
"Se non ricordo male è andata a finire diversamente. Due
giorni
dopo ti sei autoinvitato salendo in macchina, senza nemmeno avvisare,
dicendo che non avevi nulla da fare. Sono riuscito persino a
convincerti a cantare una canzone con me, ti vergognavi a fare sentire
la tua voce." sapeva leggermi troppo bene.
"Va bene va bene. Mi sentivo in colpa per averti detto di no e
così ti ho seguito, volevo farmi perdonare." ammisi
distogliendo
lo sguardo per guardarmi attorno.
"Ti sei annoiato?"
"Per niente, mi diverto sempre con te. Hai una voce fantastica quando
canti. Il nuovo progetto piacerà a tutti, sarà un
successo." confermai con sicurezza arrossendo mentre provai a
incrociare il suo sguardo. Non smettevo di sorridere in sua presenza.
"Grazie per le tue parole, speriamo sia così. Mi sei sempre
di gran sostegno." non sapeva quanto lo fosse lui per me.
"E' quello che penso."
"Allora sarai la mia groupie personale. Ti ci porterò altre
volte, magari ti convinco a fare un altro duetto." sorrise
scompigliandomi i capelli con dolcezza dopo averci messo più
di mezzora per
renderli praticamente perfetti.
"Non ne sono molto convinto...però potresti insegnarmi a
suonare
la chitarra. Così diventerò più cool
per le ragazze."
"Già lo sei abbastanza piccolo, mi ci mancano soltanto altre
orde di persone da mandare via da te. Sono un pò
territoriale."
"Solo un pò?" lo presi in giro sapendo chiaramente quanto
fosse
possessivo nei miei confronti. Durante il fan service a volte esagerava
platealmente ma era per divertire tutti sulla nostra ship, dietro le
telecamere era possessivo in altri modi.
"Mi spieghi perchè ti sei messo tutto in tiro per questo
pranzo?
Non ce n'era bisogno, andavi bene vestito come al solito. Sei tutto in
bianco, sei un incrocio tra un gelataio e un imbianchino."
cambiò discorso lui per evitare di addentrarsi troppo
nell'argomento.
"Non ti ci mettere pure tu, già mia madre mi ha fatto la
stessa
domanda. Non volevo fare brutta figura." mi stirai la giacca con le
mani per appiattirla meglio.
"Sei sempre carino piccolo. Adesso andiamo a mangiare che è
pronto, poi possiamo farti familiarizzare ancora con Choco."
"A volte mostri più adorazione verso quel cane che verso di
me.
Anche durante le interviste ne parli sempre, meno male che ancora non
ti hanno chiesto chi preferisci." borbottai un pò
infastidito.
"Ti sorprenderesti della risposta. Seguimi."
Lo seguii verso la tavola del salone già apparecchiata a
dovere
per il pranzo. Madre e figlio si erano superati. Chi sarebbe riuscito a
finire tutte quelle pietanze? Nemmeno stessimo facendo il cenone di
natale. Mi sedetti accanto a Damon con mia madre e Brian di fronte e
Pat a capotavola che iniziava a intavolare una discussione sui prossimi
eventi di promozione. Damon come al solito mi riempì il
piatto
in modo equilibrato, sembrava quasi un padre che si prendeva cura del
figlio. Rabbrividii al pensiero di aver baciato mio padre per tutto
questo tempo. Bleah! Divorai con gusto quello che potevo
finchè
il mio stomaco non chiese una pausa e poggiai stancamente la schiena
sul sedile. La tentazione di slacciare i pantaloni era molta ma mi
contenni per non fare una brutta figura con Pat ed evitare di ricevere
rimproveri da parte di mia madre. Damon mi lanciò
un'occhiata di sbieco mettendosi una mano davanti alla bocca per celare
un sorriso divertito. Gli diedi una sberla sul braccio per intimarlo di
smetterla ma questo lo fece ridacchiare di più attirando
l'attenzione di tutti su di noi. Arrossii all'improvviso mentre Damon
inventava qualche balla per distrarre i presenti che tornarono alle
proprie discussioni. Dam si avvicinò di più
mettendomi un
braccio attorno alle spalle e con la mano libera si mise a massaggiarmi
lentamente la pancia. A lui piaceva farlo, diceva sempre che era
morbida ed era il suo cuscino preferito. Stranamente lo trovavamo
entrambi rilassante. Le prime volte lo avevo trovato troppo intimo e
imbarazzante da parte di un uomo ma con il tempo mi ci ero abituato,
era un gesto
rassicurante e mi faceva sentire la sua presenza costante. In quel
momento mi stava aiutando la digestione, ci mancava soltanto un rutto
finale come ciliegina sulla torta. Lui lo sapeva e lo faceva apposta a
continuare. Mi alzai lentamente con la
scusa di andare a prendere la torta e Damon mi seguì in
cucina
per aiutarmi. Choco si ridestò dal suo sonnellino e
scodinzolò dietro al padrone nella speranza di ricevere
qualche
extra sul cibo.
"Scordatelo Choco. Hai già mangiato più che a
sufficienza, mamma come al solito esagera sempre con te. Non stai quasi
più nei vestiti." lo sgridò lui guardandolo con
fare
sconsolato mentre il cane si metteva seduto ai suoi piedi quasi a
supplicare. Damon scosse la testa puntandogli un dito contro per
avvertirlo e Choco abbaiò contrariato verso il suo padrone.
"Mi sa che ha qualcosa da ridire." ridacchiai divertito.
"Vuoi prendere le sue difese per caso?"
"No, il cane è tuo. Mi spieghi come mai lo vestite sempre?
Sembra un peluche in abiti cool che si trova nelle vetrine dei negozi
di giocattoli."
"A dire la verità mamma aveva visto una specie di felpina
con
cappuccio, l'aveva trovata adorabile quando gliel'aveva messa addosso e
da lì le è arrivata la fissa dei vestitini per
cane. Non
so quanto ci spende ma devo dire che a volte questo piccoletto
è
vestito meglio di me. Da quando mia madre ha iniziato a postare le sue
foto ha avuto così tanti fans che gli mandano sempre
qualcosa in
regalo."
"Cane fortunato." commentai guardando tra l'invidioso e il pauroso quel
piccolo idolo.
"Che ne dici se dopo lo portiamo un pò fuori a fare quattro
passi? Ha bisogno di movimento e anche tu, almeno ti aiuta a digerire."
sorrise lui toccandomi di nuovo la pancia.
"Non è colpa mia se il cibo era buono. Potevate cucinare
qualcosa a cui sono allergico, almeno avrei evitato di riempirmi in
questo modo. E poi sono fiero della mia pancia." gli dissi con
orgoglio. Non ero grasso ma ogni tanto spuntava quella piccola pancetta
che, nonostante tutta l'attività fisica che cercavo di fare,
restava li implacabile quasi a deridere i miei sforzi. Lui aveva la
tartaruga addominale invidiata da tutti io della pancetta da friggere
la mattina. L'ironia della sorte.
"Almeno ho qualcosa da toccare quando ho bisogno di coccolare qualcosa.
Hai un pancino antistress." il massaggio della sua mano si
intensificò.
"Comprati una palla di spugna, quella si che è antistress."
lo scansai allontanandomi di qualche passo.
"Non è la stessa cosa. Vuoi mettere un oggetto anonimo e
freddo
con il tuo calore?" mise il broncio, era talmente tenero che avevo
voglia di stringerlo in un abbraccio. Alec riprenditi! Quell'uomo era
più furbo di una volpe.
"Giuro che te la regalo a natale."
"Gliela darò a Choco. Anche lui ha bisogno qualcosa contro
lo stress da cibo. Che torta avete preparato?"
"Una semplice al cioccolato, spero sia buona. L'ho preparata io sotto
l'attenta supervisione di mamma."
"Adoro il cioccolato." il suo tono basso di voce mi fece rabbrividire.
Perchè improvvisamente mi sembrava che stesse parlando di
una
cosa peccaminosa? La mia mente stava vagando troppo su sentieri
pericolosi.
"Lo so bene, l'ho fatta per questo. Per ringraziarti di essere al mio
fianco sia nei giorni felici che in quelli bui." evitai di guardarlo
negli occhi prima di morire
dall'imbarazzo. Mi faceva ancora quell'effetto come se fosse il primo
giorno.
"Giuro che se dici qualcos'altro di così carino non ti
faccio
uscire da questa casa." mormorò lui con un sospiro facendomi
andare a fuoco il viso.
"Andiamo che stanno aspettando la torta."
A fine pranzo, le nostre madri ci cacciarono via dalla cucina e
decidemmo di portare fuori Choco. Più che altro, Damon quasi
mi
spinse fuori di peso appena vide il mio sguardo voglioso puntato su
quel divano invitante. Se fossi stato più veloce e non
avessi
mangiato così tanto mi sarei precipitato nel suo letto super
size
e mi sarei tuffato a braccia e gambe aperte. Ero pigro e lui mi capiva
al volo con un solo sguardo. Non avrei mai vinto con la sua
cocciutaggine in quel momento, la sonnolenza mi rendeva troppo stanco
per combattere. Mi
portò in camera per farmi cambiare, dandomi una sua tuta
più confortevole e meno appariscente, e uscimmo di casa.
Qualcuno ci riconobbe e ci
chiese di posare per qualche foto, dopo averli salutati proseguimmo con
la nostra passeggiata. Sicuramente quelle foto avevano già
fatto
il giro di internet in un nanosecondo. La cosa non mi
preoccupò
più di tanto, ero curioso di vederle. Potevamo sembrare una
di
quelle coppiette che portavano a spasso il cane. Una coppia normale,
senza fan service e ship immaginaria. Una coppia reale. Potevo
già immaginare la raffica di commenti che ci avrebbero
aspettato
al nostro ritorno. Guardai di sfuggita Damon ma lui sembrava
tranquillo, il suo sorriso era calmo e senza preoccupazione alcuna.
Perchè avrei dovuto averne io? Nell'arco di un'ora tornammo
a
casa dove ci stava aspettando Brian al varco della porta mostrandoci il
cellulare con sguardo scuro in viso.
"Ragazzi cosa devo fare con voi?" scosse la testa irritato.
"Sii il prete e benedici la nostra unione." lo prese in giro Damon con
un sorriso mentre toglieva il guinzaglio al cane che corse a casa tutto
felice.
"Dovessi mandare tutte le foto che ho di voi due insieme diventerei
ricco. Altro che continuare a fare il manager e a farmi venire il mal
di testa. Mi sento come un babysitter sotto pagato."
"Forza Brian, abbiamo solo portato a spasso Choco. Non c'era nessun
contatto fisico di alcun tipo."
"Non serviva, fidatevi. Guardate voi stessi." passò il
cellulare
a Damon che sorrise e mi mostrò le foto. Oltre le due foto
con i
fans ce ne erano altre scattate da lontano che ci mostravano felici
mentre parlavamo persi nel nostro mondo. Sembravamo più che
semplici fratelli, gli sguardi e i sorrisi dicevano tutt'altro.
Più tardi le avrei salvate sul mio cellulare.
"Siamo venuti piuttosto bene. Sono belle le foto." mormorai con un
sorriso continuando a fissare gli scatti.
"Brian pensala come una promozione in più per la serie.
Penso
che Meg e Claire sarebbero d'accordo. Siamo una coppia immaginaria,
perchè non far felici ulteriormente i nostri fans? Che ci
vedano
quello che vogliono vedere. Era solo un'uscita tra fratelli con il
cane. Punto." semplificò Damon ferendomi un pò
inconsapevolmente. Aveva ragione, era solo quello.
"Mia madre e Pat come l'hanno presa?" chiesi a Brian.
"A dire la verità hanno stampato varie copie della foto per
piazzarle da qualche parte in casa insieme a tutte le altre. In caso di
interviste casalinghe dove poter far vedere al meglio i loro figli.
Stanno
facendo più fan service loro che i fans stessi e voi due
messi
insieme. Si sono date
subito da fare per promuovere quelle foto appena sono sbucate sui
social. La prossima volta avvisatemi subito se vi scattano delle foto
insieme."
"Sarebbe troppo tardi lo stesso, cosa faresti? Erano solo delle foto
innocenti."
"Brian va tutto bene." cercai di consolarlo.
"Lo sapete che da delle semplici foto innocenti potrebbe uscire fuori
di tutto. I pettegolezzi e le male lingue sono pericolosi." ci
avvisò lui mostrandoci degli scenari per nulla entusiasmanti.
"Non abbiamo fatto niente di male, rilassati. E poi parli tu che sei
uno dei primi che appena può ci scatta foto e fa video a
manetta. Anche prima quando mamma teneva in braccio Choco e Alec
cercava di farci amicizia. Chi è che ha fatto il video e lo
ha
postato su IG?" Damon non voleva lasciare perdere e aveva le sue
ragioni. Eravamo costantemente ripresi da varie angolazioni da chiunque
munito di cellulare che poteva immortalarci e rendere pubblico ogni
nostro minimo gesto. Per questo il più delle volte, quando
potevamo, restavamo chiusi in casa.
"Ha già chiamato Paul per capire che razza di casino doveva
risolvere adesso." mi guardò Brian mettendomi un
pò in
ansia. Potevo solo immaginare la loro conversazione al telefono.
"Gli parlerò io, tranquillo. Non c'è nessun
casino."
"Alec vieni in camera. Lasciamo le nostre madri a confabulare tra di
loro sulla tua dote." ridacchiò Damon mettendomi le mani
sulle
spalle mentre mi spingeva verso l'entrata.
"Guarda che io non voglio meno di venti mila." lo avvertii scherzando
con tono minaccioso.
"Wow...sei piuttosto caro piccolo." mi sussurrò lui
all'orecchio facendomi venire i brividi.
"Io valgo tanto."
"Ci farò un pensierino. Andiamo. Choco vieni."
Il cagnolino ci seguì scodinzolando tutto eccitato. Un paio
di
volte dovetti fermarmi di colpo in quanto Choco continuava a infilarsi
in mezzo ai miei piedi, avrei rischiato di travolgerlo. Poi chi lo
avrebbe sentito il padrone? Feci prima passare quell'esserino a quattro
zampe, che ogni tanto si girava verso di me per controllare dove fossi.
Era buffo quel piccoletto. Damon mi disse di sedermi per terra, ai
piedi
del letto, e mi si affiancò con una bustina di croccantini.
"Non avevi detto che era ingrassato?"
"Qualche croccantino in più riesco a farglielo smaltire.
Voglio che sia tu a dargli da mangiare."
"Cosa? Perchè?" mi allarmai all'istante.
"Perchè voglio che facciate amicizia. Siete entrambi
importanti
per me. Non voglio che tu abbia paura di lui quando lo vedi. Deve
capire che anche tu fai parte della famiglia...certo, non ti
metterò una ciotola accanto alla sua ma potreste condividere
lo
stesso letto." disse lui sornione alzando le sopracciglia.
"Non condivido con lui la mia parte del tuo letto. Deve sapere qual
è il suo posto."
"A dire il vero lui dorme sul divano, soltanto la mattina presto si
intrufola sotto il lenzuolo per svegliarmi. Sei un pò
possessivo per quel posto
accanto a me."
"Parlavo del letto, solo del letto. Amo il tuo letto." sottolineai per
evitare che andasse avanti a prendermi in giro.
"Se lo dici tu. Tieni, avvicina la mano e resta fermo finchè
non
si avvicina lui." feci come mi disse, ero un pò titubante e
la
mia mano tremò facendo finire i due croccantini per terra.
Damon
rise e me li rimise in mano tenendo fermo il mio polso. Choco si
avvicinò continuando a scodinzolare come un forsennato e
annusò la mia mano, ci mise sopra il musetto e
iniziò a
mangiare i suoi croccantini raspando con la sua ruvida lingua.
Ridacchiai divertito e mi azzardai ad accarezzare il suo morbido pelo.
Era tranquillo e si lasciava toccare con facilità, forse le
mie
paure erano un tantino esagerate verso quella piccola palla di pelo.
Era diverso da accarezzare Joker ma sempre piuttosto piacevole in
più quel cane non sembrava riuscire a stare fermo. Damon si
complimentò con il suo cucciolo coccolandolo un
pò.
"Bravo Choco, lui è nostro amico. Gli vogliamo bene."
"Com'è ruvida la sua lingua...più di quella di
Joker." ridacchiai a un'altra passata umida sulle mie dita.
"Hai ancora paura?"
"No, sono più tranquillo."
"Adesso non ti libererai facilmente di lui. Vorrà giocare
fino a sfinirti."
"A me piace giocare."
"Come se non lo sapessi. Sei proprio un bambino."
"A chi hai dato del bambino? Io non sono un bambino!"
"Stai mettendo il broncio? Il mio piccolo bambino cresciuto." si
allungò per stringermi in un abbraccio mentre con una mano
mi
accarezzava i capelli. Essere preso in giro da lui mi faceva sentire un
pò speciale, avevo la sua completa attenzione. Mentre ero
distratto nel mio mondo, Choco si fece di nuovo avanti di scatto e mi
morse un dito a tradimento abbaiandomi contro. Tolsi la mano dando
una gomitata involontaria al mio partner e cacciai un urlo facendo
abbaiare ancora più forte quel piccolo mostro dai denti
affilati.
"Avevi detto che non mordeva." mi lagnai sentendo il mio dito dolorante.
"Di solito non lo fa, al massimo abbaia forte." il suo tono di voce era
preoccupato.
"O mi ha scambiato per una coscia di pollo oppure è geloso."
"Geloso? Di cosa? Non lo è mai stato prima d'ora." il suo
sguardo confuso la diceva lunga.
"Mi ha morso dopo che tu mi hai abbracciato."
"Mmh...strano. Forse era tentato dal tuo odore delizioso."
tornò di nuovo a prendermi in giro annusandomi il collo.
"Adesso sono diventato del pollo fritto?" gli lanciai un'occhiataccia
dandogli un'altra gomitata sul fianco questa volta volontaria.
"No, allo spiedo. Da leccarsi i baffi."
"Damon sii serio. Mi fa male il dito." glielo sventolai davanti per
fargli capire che veramente provavo dolore.
"Non esagerare, non te lo ha staccato. Fammi vedere." me lo prese tra
le mani e lo avvicinò per guardarlo attentamente
"Guarda, c'è ancora l'impronta dei suoi denti." mi
lagnai di nuovo sentendomi sempre più strano.
"Quando ero piccolo e mi sbucciavo qualcosa, dopo aver medicato la
ferita mamma ci soffiava sopra dicendo che tutto sarebbe passato.
Adesso come va?" mi chiese lui dopo averci soffiato sopra come se fosse
una candelina di compleanno.
"Meglio...grazie." balbettai turbato dimenticando quasi il mio nome.
"Vuoi anche un bacino? Magari passerà prima."
incrociò i miei occhi e mi sentii perso.
"No grazie. Va bene così." mormorai togliendo il dito dalla
sua stretta leggera.
"I rimedi della mamma sono sempre quelli giusti. Choco cattivo, ti
avevo detto di comportarti bene. Noi vogliamo bene ad Alec."
sgridò il cane mentre quest'ultimo gli abbaiò
contro per
tutta risposta.
"Forse non è tanto d'accordo."
"Si deve abituare. Choco non puoi mordere Alec, non è un
pezzo di carne. Al massimo posso morderlo solo io."
"Damon!"
"Stai zitto, sto cercando di insegnargli qualcosa di importante se
vuole ancora mangiare in questa casa."
"Non ti sembra di esagerare?" gli chiesi dando un'occhiata a quella
piccola palla di pelo che si sdraiò ai piedi del padrone con
il
musetto triste. Un pò mi sentii in colpa per aver causato
tutto
quel trambusto per un solo morso, ma il dito faceva ancora male.
"Da che parte stai? Non eri tu quello che esagerava prima? Vieni
più vicino."
"Più vicino di così mi siedo sulle tue gambe."
borbottai non sapendo più dove mettermi.
"Non è un problema, quante volte lo hai già
fatto? Choco
guarda, non devi sentirti offeso." richiamò l'attenzione del
cane mentre mi avvolgeva un braccio alle spalle.
"Sbuffa ancora." lo avvisai temendo il peggio.
"Non è niente. Avvicina la tua mano." titubante eseguii i
suoi
ordini e accarezzai il cagnolino tra le orecchie, in quel momento
sembrava più malleabile.
"Bravi i miei due cuccioli. Non litigate più altrimenti
metto
entrambi in punizione." iniziò ad accarezzare entrambi la
testa
nello stesso modo con aria soddisfatta.
"Da quando sono diventato un cucciolo?" lo guardai storto mentre lui
continuava a passarmi le dita tra i capelli in un massaggio lento. Mi
stava quasi venendo sonno.
"Sei il mio gattino. Non te lo ricordi? Vieni qui che ti faccio i
grattini." mi prese in giro lui ricordandomi una scena della serie che
avevamo recitato tra le lenzuola. Cercai di spingerlo via appena vidi
sua madre riprenderci con il cellulare. Da quanto tempo era rimasta a
filmarci? Volevo andare a nascondermi. Cos'avevo detto fino adesso?
"Damon lasciami! Tua madre ci sta filmando!" lo avvertii con tono
agitato.
"Te ne sei accorto adesso? Mia madre ha occhi ovunque." disse lui
sganciandomi dalla sua stretta mentre riprendeva Choco in braccio per
coccolarlo.
"Dovrei stare attento anche in bagno quando mi faccio la doccia?" il
pensiero di poter essere spiato anche in quei momenti mi metteva i
brividi e di certo non erano piacevoli per niente.
"Chi lo sa...resta sempre aggiornato su eventuali avvistamenti intimi.
Credo che il web andrebbe in visibilio quel giorno."
"Ma anche no, grazie."
Giocammo un altro pò con Choco e finalmente riuscii a
familiarizzare di più con lui senza venire azzannato. Forse
eravamo sulla strada giusta per un'amnistia. Pat, dopo essere stata
soddisfatta con i suoi video e le sue foto, se ne tornò da
mia
madre a parlare sicuramente di qualcosa inerente al nostro lavoro e ai
prossimi incontri. Non potevano parlare di altro? Avevano entrambe
altre due figlie a disposizione su cui sparlare. Passammo il resto del
pomeriggio a divertirci insieme, facendo progetti e discutendo sulle
battute delle ultime scene ancora da girare. Mancava veramente poco
alla fine delle riprese, ancora non riuscivo a capacitarmene. Cosa
avrei fatto dopo? Sarei riuscito a vedere ancora Damon o avremmo
tagliato definitivamente i ponti l'uno con l'altro? Finita la serie
finito il rapporto? Non ne avevamo mai parlato in verità ma
questa era una cosa che mi angosciava parecchio. Ero felice in quel
momento, racchiuso in quel bozzolo di amore e fama, ma dopo come mi
sarei sentito? Sarebbe sparito tutto così in fretta? Avevo
paura
ad affrontare l'argomento perchè non sapevo come avrebbe
risposto lui. Avrei creduto a ogni sua parola e conoscendolo sapevo che
manteneva una promessa, ma tra il dire e il fare c'erano di mezzo la
distanza e i futuri lavori senza la compagnia dell'altro. Sarei rimasto
da solo di nuovo e sarebbe stato difficile per me ricominciare da capo
per conoscere altre persone nuove. Odiavo il pensiero di dovermi
separare da lui e cavarmela da solo. Guardai Damon, sdraiato sul divano
con la testa posata sul mio grembo, mentre controllava dei testi per il
master che aveva scaricato sul cellulare. Anche quando era di riposo il
suo cervello continuava a lavorare implacabile. Avrei voluto che si
prendesse una vera pausa da tutto e riposasse sul serio. Lo vedevo ogni
giorno sempre più stanco, ero preoccupato. Presi ad
accarezzargli i capelli distrattamente come mia abitudine e pensai a
quanto fossi fortunato in quel momento. Avrei voluto che fosse per
sempre. Ripresi il cellulare sentendolo vibrare e controllai le
notifiche alle foto che ci avevano fatto quel giorno. Troppi commenti
anche solo per leggerli. Ne scorsi alcuni dove ci sostenevano
mandandoci tutto il loro affetto, rimasi emozionato da tutto quel
calore. Forse non lo sapevano del tutto ma le dimostrazioni dei fans
erano la miglior medicina per noi nei momenti bui. Un incoraggiamento
per andare avanti. Dovevamo tanto a loro e volevamo ringraziarli
facendo del nostro meglio in tutto. Andai più giù
e non
riuscii più ad andare avanti. Perchè tutto
quell'odio?
Perchè arrivare a quelle parole? Cosa avevamo fatto di male?
Perchè tirare in ballo il passato di qualcuno che stava
cercando
di dimenticare? Perchè essere così crudeli?
"Cos'è successo?" non mi ero accorto che il mio cambio di
espressione aveva attirato la sua attenzione. Non volevo che leggesse
quei commenti. Non adesso che stava andando tutto bene, avrebbero
soltanto rovinato tutto. Conoscevo Damon e sicuramente non avrebbe
lasciato perdere una cosa del genere. Non volevo farlo preoccupare.
"Niente." cercai di nascondergli il cellulare ma fu tutto inutile con
una sola occhiata mi fermò all'istante.
"Alec!"
"Le nostre foto fuori con Choco e i video che hanno fatto tua madre e
Brian hanno avuto tantissimi commenti...i fans sono entusiasti e
lasciano tanti di quei commenti positivi di incoraggiamento verso la
nostra coppia. Però sono sbucati fuori anche molti messaggi
degli haters piuttosto aggressivi." ammisi a malincuore concentrandomi
sul movimento delle mie dita tra i suoi capelli. Stavo evitando il suo
sguardo.
"Cosa dicono?" sentivo la tensione su ogni fibra del suo corpo.
"Mettono a confronto la nostra relazione con quella che avevi con
Chase. Per essere precisi, confrontano Chase a me ed io non ne esco per
niente bene. Ti preferivano con lui. Eri più sincero con lui
e
con me è solo fan service. Sei più serio e
calcolatore per
quanto riguarda le effusioni pubbliche. In pratica con me stai facendo
le stesse cose che facevi con lui solo che con lui erano vere, con me
ti stai sforzando e lo fai soltanto di fronte alle telecamere per
pubblicizzarci...stai
fingendo." quelle parole fecero male persino a me. Ero stato clemente,
gli avevo fatto un resoconto blando omettendo insulti e offese che
avevano scritto. Sapevo che non sarei riuscito a evitare che lui li
leggesse.
"Fammi vedere." gli porsi il cellulare con una smorfia. Dalla sua
espressione sembrava che volesse commettere un omicidio.
"Dai, non fa niente. Sai quanti commenti malevoli riceviamo al giorno
d'oggi. Non è importante."
"Si che è importante. Come possono dire una cosa del genere?
Li
segnalo." ringhiò alterandosi mentre si rimetteva seduto di
scatto continuando a leggere tutti quei commenti.
"Non puoi correre dietro a ogni utente che scrive cattiverie e
segnalarlo. E' impossibile. Lasciali parlare, prima o poi si
stancheranno e andranno a rompere le scatole a qualcun altro. Non
pensarci." cercai di calmarlo invano.
"Alec questo non va bene. Chi dà loro il diritto di
giudicare?
Il passato è passato, è inutile rivangarlo quando
fa loro
più comodo." sbottò lui sempre più
irritato. Mi
sorprendeva il fatto che Brian non si fosse fatto di nuovo vivo per
dire ve lo avevo detto.
"Il diritto glielo abbiamo dato anche un pò noi continuando
a mostrarci sempre sui social."
"Questo fa parte del lavoro lo sai bene. Abbiamo bisogno del supporto
dei nostri fans per andare avanti."
"Gli haters sono ovunque, non possiamo mica piacere a tutti." mormorai
cercando di farlo ragionare.
"Non pretendo questo ma non voglio che parlino male di te. Io ormai ci
sono abituato agli haters, ci faccio colazione con loro, ma il problema
arriva quando toccano te. Non hai
fatto niente per meritarlo. Non capiscono quanto sia stato fortunato a
incontrarti? Perchè si comportano così? Chase non
ha
più niente a che fare con me e stare li a mettervi a
confronto
non ha senso. Siete due persone completamente diverse, specialmente per
quanto riguarda il vostro rapporto con me. Ti hanno chiamato
insignificante e nullità per non dire altro, ti hanno
insultato." sembrava più arrabbiato di me in quel momento.
Mi
faceva una tenerezza infinita mentre cercava di difendermi a spada
tratta. Nessuno lo aveva mai fatto, a parte mia madre per ovvie
ragioni. Mi faceva sempre sentire protetto.
"Ci sono molti dei nostri fans che mi stanno difendendo. Non ho bisogno
che tu venga sempre in mio soccorso."
"Non vengo sempre in tuo soccorso però non mi piace questa
storia. Non riesco a starmene con le mani in mano senza fare o dire
niente." strinse i pugni restituendomi il cellulare ancora stranamente
intatto. Era così agguerrito che avrebbe fatto una strage e
io
avevo paura di ciò che potesse accadere, non volevo che le
sue
azioni gli si ripercuotessero contro. Non aveva bisogno si un altro
scandalo e non volevo esserne io la causa. Gli avrebbe fatto solo
più male. Non volevo che soffrisse ancora.
"Damon lascia stare."
"Tu credi a quello che dicono?" a quanto sembrava anche lui aveva le
sue paure e aveva bisogno di rassicurazioni. Peccato che quello che
avevo visto aveva turbato anche me.
"Hanno postato degli spezzoni di vecchi video...ci sono molte
similitudini con i nostri gesti quotidiani e i vostri." mormorai a
bassa voce distogliendo lo sguardo. Volevo fingere che quei video non
mi avessero scombussolato l'esistenza ponendomi mille domande, ma
sapevo che con lui era inutile mentire. Sembravamo la fotocopia
sbiadita di quello che un tempo erano stati loro. Ero diventato il
sostituto di Chase?
"Tu ci credi." la sua espressione ferita mi colpì in pieno
peggio dell'esplosione di una bomba. Non volevo vederlo così.
"Io credo in te. Se mi dici che non è così mi
fido." lo
rassicurai afferrandogli una mano per fargli capire la mia
sincerità. Nonostante alcuni miei dubbi io gli credevo.
"Alec..."
"Tranquillo. Mi fido. Cosa ne dici se ti concedo la rivincita al
videogioco di ieri? Io penso di riuscire a stracciarti di nuovo. Ci
riproviamo? Mettiamo una posta in gioco?" volevo distogliere la sua
attenzione da quel problema e focalizzarla su altro. Doveva smettere di
pensarci e io volevo aiutare a farlo.
"Va bene, spara." annuì lui ancora non del tutto convinto
dalle mie parole.
"Se vinco io lascerai perdere questa faccenda e non farai nulla per
risolverla. Promettilo." gli puntai il mignolino contro in attesa che
lui accettasse incrociandolo con il suo.
"Alec..."
"Promettilo!" sbuffando, Damon incrociò i nostri mignoli
sigillando la nostra promessa. Non poteva tirarsi indietro anche se
avrebbe fatto di tutto per imbrogliare e girare le carte in tavola a
suo favore.
"Despota. Va bene, lo prometto. Però se vinco io lasci che
me ne occupi a modo mio. Non la faranno franca."
"Non mi batterai mai vecchietto!" gli lanciai una frecciatina con
ghigno malefico.
"Come sta il tuo dito mezzo maciullato?"
"Riesce ancora a sconfiggerti. Iniziamo."
POV Damon
Gli sorrisi e lo salutai con la mano mentre lui ricambiava con calore.
Lo vidi allontanarsi dentro l'auto della madre e mi sentii di nuovo di
cattivo umore. Smisi di sorridere e tornai in casa dove incrociai lo
sguardo preoccupato di mia madre con in braccio Choco. Le presi il
cagnolino, che iniziò a leccarmi il mento, e andai a sedermi
sul
divano giocando con lui. La mia mente era persa tra vari pensieri
ombrosi che peggioravano soltanto il mio umore.
"Sono rimasta zitta fino adesso perchè non volevo essere di
troppo ed evidentemente lui non ne voleva parlare. Ma adesso non posso
più tacere. Sono preoccupata per entrambi. Quei commenti
sono
veramente feroci, come puoi restare tranquillo a non fare niente?"
"Ho promesso ad Alec di non fare nulla e mantenere il controllo. Anche
se sto lottando contro me stesso, voglio mantenere quella dannata
promessa. Lui ci rimarrebbe male altrimenti."
"In questo modo lo stanno facendo a brandelli con quelle cattiverie."
"Mamma ho le mani legate. Non posso fare niente." scossi la testa
esasperato mentre accarezzavo Choco come se fosse un antistress. Lui
rimase fermo a bearsi le carezze mentre iniziava a chiudere gli occhi.
Anche per lui era stata una giornata stancante.
"Tu e le tue dannate promesse. A quest'ora avresti già
ribaltato
il web per difenderlo. All'improvviso non ti importa così
tanto
di lui da volerlo fare?"
"E' proprio perchè mi importa di lui, di ciò che
pensa e
di ciò che prova, che non oso andare contro a quella
promessa.
Lui ha paura che con il carattere che mi ritrovo possa finire in
qualche guaio. Io non voglio più leggere quei commenti
assurdi su di lui.
Perchè le persone non capiscono? Certo, ognuno è
libero
di dire e scrivere ciò che pensa ma non capiscono che
c'è
un limite da non superare? Perchè continuare a fare questi
paragoni? Ho sempre saputo fin dall'inizio che c'erano in giro certe
voci ma è passato quasi un anno da quando ho incontrato
Alec...non è una cosa successa una settimana fa.
Perchè
non si mettono l'anima in pace e la smettono? Sono stanco di leggere
quelle frecciatine. Non voglio che per Alec sia lo stesso e decida di
mollare quello che abbiamo costruito insieme. Stanno per finire le
riprese della serie e
con ogni probabilità non faremo più parte della
vita
dell'altro. Questo pensiero mi distrugge e mi fa sentire solo
già adesso. Non voglio dargli una scusa in più
per
sparire." ero partito con tono aggressivo eppure avevo terminato la mia
ramanzina con un filo di voce depresso. Quella era una delle mie
peggiori paure, che mi lasciasse anche lui.
"Magari non succederà. Alec ti è molto
affezionato."
"Siamo sinceri mamma, quante volte è durata una storia anche
solo di amicizia fraterna come la nostra in un contesto simile? Lui
è ancora
giovane, ha tante esperienze da fare e incontrare nuove persone.
Sarà difficile all'inizio per via del suo carattere
introverso
ma sta migliorando, piano piano riesce anche lui ad approcciarsi alle
persone. E' cambiato, si è aperto di più con
gli altri da quando lo conosco. Riuscirà a fare tutto
ciò che vorrà, ha
un futuro promettente e migliora sempre di più.
Sarà
amato da tutti perchè è un piccolo dispettoso
adorabile.
Ci sentiremo sempre di meno finchè un giorno ci ricorderemo
soltanto dei nostri compleanni grazie alle notifiche di FB. Poi saremo
soltanto dei sbiaditi ricordi lontani del passato." a quelle parole mia
madre sbuffò sonoramente esasperata facendo svegliare di
colpo Choco che abbaiò come risposta.
"Quanto la fai tragica. So che finchè parlerai di lui con
amore e dedizione come hai fatto adesso farai di tutto
affinchè
restiate in contatto per molto tempo. Ti conosco bene figliolo. Sei
caparbio, non rinunci
facilmente a ciò che vuoi. E tu vuoi lui nella tua vita.
Secondo
me lui ha le tue stesse paure. Dovreste parlare del futuro, di quello
che accadrà dopo aver girato l'ultima scena. Il dialogo
risolve gran parte dei problemi in una relazione...l'altra parte li
risolve il sesso, ma non credo sia il vostro caso. Giusto?" le lanciai
un'occhiataccia mentre lei ridacchiava sotto i baffi.
"Voglio lasciargli i suoi spazi e non essere troppo invadente.
Già lo sono e a volte rischio di esagerare con i miei modi
di
fare. Sono fatto così ma con lui cerco di controllarmi."
"Te lo ha chiesto lui di farlo? Di controllarti intendo."
"No, sono io che non voglio metterlo a disagio specialmente quando
siamo in pubblico. Sono fin troppo espansivo. L'ho abbracciato fin da
subito quando lui ancora era in imbarazzo anche solo a guardare negli
occhi un altro uomo. C'è voluto molto tempo
affinchè lui
ricambiasse l'abbraccio volontariamente. Soltanto da poco ha iniziato a
farlo di sua iniziativa senza che glielo chiedessi. E' stato difficile
lasciarsi
andare per un tipo come lui. Non voglio fare due passi in avanti e
subito dopo dieci indietro per la mia impulsività."
"Lui dovrebbe amare ogni parte di te, anche le più
controverse."
"Mamma noi siamo solo amici molto intimi, niente di più. Lo
sai bene." le ripetei per l'ennesima volta mentre Choco era intento a
giocare con le mie mani.
"Fin troppo bene figliolo. Lo sai che io ti appoggerò
sempre,
qualunque scelta tu faccia...chiunque tu voglia amare. Mi basta sapere
soltanto che ti ama e che ti rende felice. Se poi ci aggiungi che
è amorevole con la tua famiglia, è adorabile e va
d'accordo con Choco...a parte il primo morso di prova per testare la
sua resistenza, approvo in pieno. Non chiederei di meglio per te." lei
mi si avvicinò accarezzandomi i capelli con dolcezza come
faceva quando ero piccolo e avevo bisogno delle sue coccole.
"Mamma ti voglio bene."
"Ti amo immensamente anch'io. Sarà difficile per te
rispettare quella promessa."
"Farò del mio meglio per non deluderlo. Mamma puoi restare
un
altro pò con me? Non voglio restare solo e Brian se ne
è
già tornato a casa."
"Tutto il tempo che vuoi figliolo. Sono qui per te."
Mia madre rimase a dormire per la notte nella stanza degli ospiti. Non
sapevo nemmeno da quanto avevo passato tutto quel tempo in sua
compagnia a sfogarmi su ogni cosa mi passasse per la testa. Nonostante
fossi ormai cresciuto passavo anch'io dei momenti dove solo l'affetto e
le coccole della mamma potevano aiutarmi a superare i problemi. Quello
era uno di quei momenti, era come tornare bambino nel suo abbraccio. Mi
aveva aiutare a non commettere pazzie sui social e a non insultare
nessuno. Da quando era andata a letto la solitudine mi avvolse come una
coperta fin troppo stretta e soffocante. Choco stava riposando sul
divano accanto a me ma era troppo stanco dalla sua giornata frenetica
per rimanere sveglio a distrarmi. Ero tentato di chiamare Alec ma era
tardi e volevo lasciarlo dormire in pace dopo tutti i casini che erano
successi quel giorno. Ero ancora turbato da quei commenti. Come
facevano a dire che fingevo nei confronti di Alec e che era tutto
fan service? Come potevano giudicare i sentimenti di una persona
conoscendola solo superficialmente attraverso uno schermo? Avevo sempre
cercato di essere me stesso con i fans, mostrargli il vero me ma forse
non ero riuscito a fargli vedere quello che volevo. Perchè
poi
mettere a confronto il passato con il presente? Come non faceva a
piacere Alec? Paragonarlo a Chase era completamente fuori luogo. Lo
riportavano a galla come un cadavere che galleggiava sul fiume. Avevo
sempre evitato di commentare qualsiasi riferimento a lui dopo quello
che aveva pubblicato sui social e, al termine della serie, avevamo
smesso
completamente di frequentarci. Finalmente persino nelle interviste non
veniva più menzionato il suo nome e all'improvviso eccolo di
nuovo li, associato alla nostra coppia. Alcuni vecchi fans avrebbero
preferito vedere Chase al posto di Alec al mio fianco. Ringraziavo ogni
giorno per aver incontrato la mia piccola peste che mi aveva aiutato a
risollevarmi dalle ceneri come una fenice. Conoscerlo, nonostante la
sua poca esperienza, mi aveva fatto scoprire molte cose anche di me
stesso che ancora non sapevo. Mi aveva spinto a desiderare di
più e a mettermi alla prova per nuovi progetti. Mi aveva
mostrato un futuro diverso che potevo avere se solo volevo,
perchè potevo fare tutto. Ai suoi occhi ero il migliore, non
volevo deludere le sue aspettative. Avrei voluto che mi guardasse con
la stessa espressione anche in quel futuro diverso. Un futuro nel quale
potevo solo sperare che fosse ancora insieme a lui. Non volevo
perderlo. Diedi un'ultima carezza a Choco e tornai in camera nella
speranza di chiudere occhio. Peccato che la mia testa non voleva
collaborare in alcun modo. Ogni due minuti mi ritrovavo con in mano il
cellulare e la finestra della chat con Alec sempre aperta. Decisi di
fare un giro su IG ma promisi a me stesso di non fare nulla di
sconsiderato. Era
stata una bella giornata e quei video e quelle foto ne erano la prova
lampante, Brian e mia madre avevano fatto proprio un bel lavoro ad
immortalare quei momenti. Per fortuna che non avevano postato proprio
tutto sul web. Uno di quei fastidiosi commenti cattivi mi
saltò
all'occhio, faticai a trattenermi da insultarli uno per uno. Andai un
pò più giù e mi si riempì
il cuore di
affetto verso i miei fans che difendevano a spada tratta Alec, il suo
lavoro e la nostra coppia.
"DamLec
per tutta la vita."
"Sosteniamo
Alec e il suo lavoro. E' davvero un bravo ragazzo."
"Siete
una coppia
davvero affiatata. Non fate caso a chi la pensa diversamente. Il vostro
amore e rispetto reciproco lo noterebbe anche un cieco."
"Il
loro
sostenersi a vicenda ogni volta che incontrano una
difficoltà
rende più forte la loro relazione. DamLec vi amiamo."
"Alec
non farebbe
mai la merda in pubblico come ha fatto Chase. Damon non preoccuparti
che il tuo piccolo ti ama come ti amiamo tutti noi."
"Alec
è così adorabile. Come fate a paragonarlo a
quella sottospecie di stronzo?"
"Ho
sempre
sostenuto Damon in ogni suo lavoro. Shippavo anche i DC
perchè
mi piacevano fuori dallo schermo. Poi non si è saputo
più
niente, soltanto loro due conoscono la verità dei fatti.
Chase
non si è comportato bene e Damon avrà anche lui
le sue
colpe, però ormai è tutto passato e Dam sta
cercando di
andare avanti così come Chase. Strade separate. Vi prego di
lasciarli stare in pace che ne avranno anche loro le scatole piene di
rivangare quella storia. Adesso Damon ha Alec e adoro il legame che si
è instaurato tra di loro. Forse all'inizio storcevo il naso
e
Alec sembrava troppo in imbarazzo a scambiarsi effusioni in pubblico ma
adesso qualcosa è cambiato. Che siano reali o meno hanno una
chimica pazzesca e Damon non sta fingendo."
"Sono
stati fortunati ad incontrarsi. Spero che restino così
insieme per molto tempo. Vi amiamo. Fighting!"
Avevo le lacrime agli occhi. Avevamo tanti di quei sostenitori che ci
amavano e che litigavano per noi. A causa della nostra posizione, era
difficile ribattere agli haters ma per loro era quasi un
dovere difenderci. Erano
talmente agguerriti che avevo persino paura di ciò che
poteva
succedere quando la serie sarebbe finita e non avremmo avuto
più
eventi ai quali partecipare insieme come coppia. Avrebbero fatto
rivoluzione. Non
mi ero mai sentito così ben voluto dai fans come in quel
momento. Meritavano il meglio di Alec e me. Come avrei potuto ripagarli
per quelle parole di incoraggiamento? Forse Alec aveva ragione e si
sarebbe risolto tutto senza dover intervenire in prima persona.
Maledetti gli haters! Spazientito, gettai il telefono da qualche parte
sul letto e presi in mano la chitarra iniziando a strimpellare qualche
nota a caso che presto si trasformò in una piacevole
melodia.
Suonai altri accordi per legarli insieme e ci buttai dentro qualche
parola che sentivo dentro. Ripensai a tutto l'amore che ci avevano
dimostrato i fans sui social, a tutto il loro sostegno e alla forza che
ci davano per andare avanti nel nostro lavoro. Volevo far capire loro
che quel sentimento era ricambiato. Avevo bisogno di ringraziarli
perchè esistevano. Le parole uscirono di getto, confuse ma
sentite. Presi carta e penna e mi misi all'opera,
tutto eccitato ormai completamente sveglio. Scrissi e cancellai
innumerevoli volte, gettai fogli accartocciati sul pavimento e rifeci
tutto da capo ancora non del tutto convinto. Provai tutta la notte
senza rendermi conto di quanto stanco fossi realmente, Brian mi avrebbe
sgridato ma speravo che con il risultato finale ne sarebbe valsa la
pena.
Alle prime luci dell'alba potevo finalmente ritenermi soddisfatto.
Forse la canzone non era del tutto finita e sicuramente dovevo
migliorare molte strofe, però mi piaceva. Rispecchiava in
pieno
le mie emozioni in quel momento. Quello che sentivo per loro e quello
che sentivo per il mio partner. Mi era venuta anche un'altra idea in
mente mentre scrivevo quel pezzo. Volevo far capire a tutti e ad Alec
stesso quanto lui fosse importante per me. Speravo soltanto che avrebbe
apprezzato il gesto. Mi alzai dal letto, stiracchiando tutti i muscoli
indolenziti, e andai a farmi un doccia calda. Quando mi guardai allo
specchio quasi mi spaventai dalle occhiaie profonde sotto gli occhi.
Cercai in qualche modo di camuffarle come meglio potevo ma non ero di
certo uno dei nostri truccatori che si prendevano sempre cura della
nostra immagine pubblica. Per il momento potevo accontentarmi. Dopo
essermi asciugato e cambiato, tornai in camera con al seguito Choco che
si era improvvisamente svegliato e chiedeva attenzioni. Presi il
cellulare e lo piazzai sulla scrivania in modo da potermi riprendere
bene mentre suonavo. Iniziai a registrare la mia cover per Alec.
"Thank
you for loving me, my love.
Thank
you for every time that you ever hugged me.
On
the days that the problems were swooping in on me.
How
can I repay the love I've gotten from you?
I
know it's not enough, but I want to do the best for you."
Cantai quelle strofe con il cuore guardando fisso verso il cellulare.
Alla fine del video sorrisi e terminai la ripresa. Lo guardai per
capire se dovevo rifarlo oppure no, ma andava bene. Vedevo l'emozione
nei miei occhi, non pensavo di essere stato così cristallino
riguardo i miei sentimenti. Forse dovevo esercitarmi di più
a nasconderli ma, quando si trattava di Alec, per me era praticamente
impossibile. Era il mio tallone di Achille. Lo pubblicai su
Twitter con qualche hashtag senza scrivere niente e uscii dal social
appena sentii l'allarme disattivarsi. Che ore erano? Andai verso
l'ingresso per trovarmi davanti Brian con in mano la colazione.
"Ciao Brian, sei già arrivato?" lo salutai prendendo al volo
il bicchiere colmo di caffè fumante. Brian era la mia
salvezza per la colazione.
"Che diamine hai fatto tutta la notte?"
"Tranquillo, va tutto bene. Non riuscivo a dormire."
"L'ultima volta che hai detto una cosa del genere è successo
un casino...e anche la volta prima." mormorò lui con tono
preoccupato.
"Giuro che non ho fatto niente." cercai di sembrare il più
innocente possibile mentre bevevo il caffè ma lui fiutava
sempre le mie bugie.
"Sembri un cadavere ambulante. Cosa devo fare con te?" fui sgamato in
pieno. Brian prese in mano il cellulare e iniziò a cercare
la fonte delle mie menzogne. Non era difficile da trovare.
"Non c'è bisogno di guardare sul cellulare..."
"E questo tu lo chiami niente? Hai appena postato un tuo video su
Twitter cantando una canzone per Alec?"
"Non c'è nessuna dedica ad Alec..." non feci nemmeno in
tempo a finire la frase che lui mi piazzò davanti agli occhi
il cellulare.
"#AlecRoberts che cos'è? Gli hai dedicato proprio quella
canzone? Perchè prima di postare qualcosa non ne parli con
me?"
"Su dai, non prendertela così. Pensala come a un modo per
ringraziarlo di essere sempre al mio fianco soprattutto nei momenti
difficili dove ho bisogno di avere qualcuno che plachi la mia
impulsività. Lui non lo sa ma da quando lo conosco ha
iniziato a
cambiarmi giorno per giorno in piccole cose a cui nemmeno facevo caso.
Mi fa sentire migliore e volevo ringraziarlo, il mio scopo era soltanto
quello." ammisi con sincerità stringendomi nelle spalle.
"Stai iniziando ad avere paura per la fine delle riprese? E' per questo
che ti ritrovo più emotivo e con una nota nostalgica?"
"Beh tutto ciò che ha un inizio ha sempre una fine. E'
quello che ho imparato."
"Altro che nostalgia, qui sta arrivando la depressione. Vai a fare
colazione che oggi hai l'agenda fitta e ho paura che in questo stato
non concluderai granchè." mi spinse a sedermi con forza
prendendo il bicchiere vuoto di caffè dalle mie mani. Mi
piazzò davanti un piatto, nel quale aveva messo
ciò che aveva appena comprato, e mi intimò con lo
sguardo di muovermi a mangiare.
"Brian, dobbiamo andare in sala registrazioni al più presto.
Ho
scritto qualcosa questa notte, volevo farla sentire al produttore e
agli autori. Ho bisogno di un loro parere. Non sto nella
pelle." gli dissi tutto d'un fiato in tono eccitato.
"Intanto mangia, poi ne riparliamo in auto. Guido io, non voglio finire
al pronto soccorso oggi."
"Va bene. Mi farò un riposino lungo il tragitto. Non
prendere buche mi raccomando." lo avvertii passandogli le chiavi
dell'auto.
"Questo ragazzino! Tua madre è ancora a casa?"
"L'ho sentita alzarsi un'oretta fa prepararsi il caffè.
Penso sia andata a fare yoga e ha portato via Choco."
"Se hai finito dobbiamo andare. Il tempo non aspetta."
ribadì lui iniziando a uscire dalla porta di ingresso
portandosi dietro il necessario per la giornata.
"Arrivo. Oggi è una bella giornata, non vedo l'ora di sapere
cosa ne pensa la piccola peste." mormorai guardando il regalo che mi
aveva fatto Alec un pò di tempo prima. Era un elefantino di
argilla, lo aveva modellato con le sue mani durante un programma che
aveva girato. Lo aveva portato ad un evento in cui avevamo partecipato
insieme e, sotto gli occhi dei fans, lo aveva tirato fuori
sorprendendomi. Era stata un'altra delle sue sorprese e mi aveva
lasciato emozionato e senza parole. Adesso era arrivato il suo turno
per ricevere un regalo. Toccai con un dito la proboscide un
pò deformata e sorrisi a quell'animaletto. Uscii di casa con
il sorriso sulle labbra.
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Ciao a tutti ecco a voi il 4 capitolo.
Spero che la storia fino a qui vi stia piacendo.
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo?
Sicuramente un'altra bella cover ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura.
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