Quando l'amore arriva

di iced_swan
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Mi scuso se il capitolo risulterà più corto dei precedenti… ma si tratta di un capitolo di passaggio!!

 

CAPITOLO 19

POV CHRISTIAN

 

Tre giorni sono trascorsi senza sapere nulla di nuovo. Ormai vivo in perenne stato d’allerta… sono convinto che non sia finita qua! Tenterà altro dopo aver fallito nel farmi fuori e tremo al solo pensiero di quello che potrebbe fare.

Barney e Welch ancora non sono riusciti a trovarla… ‘ dove si è andata a rintanare ’ penso sbuffando contrariato. Ho fatto controllare ogni posto di cui ero a conoscenza, ma è stato un buco nell’acqua!

Guardo l’orologio… sono solamente le otto del mattino.

Riporto la mia attenzione sullo schermo del portatile, che sulla scrivania del mio ufficio dell’Escala, riproduce in loop il video del sabotaggio.

E così mi ritrovo a studiare per l’ennesima volta, il video di sorveglianza dell’Aereoporto. Guardo attentamente le due figure misteriose, che agevolate dall’oscurità si avvicinano al jet.

Quando Barney ha detto che secondo il suo parere si tratta di una giovane donna, sono andato un po’ in confusione. Certo, sospettavo che Elena avesse assoldato qualcuno… perché conoscendola, so con assoluta certezza che lei tira solo i fili… le mani sporche di sangue non sono le sue!

È subdola ed astuta… devo valutare bene le mie prossime mosse. Devo assolutamente passare in vantaggio in questo squallido gioco che sta facendo.

Mamma mia… sprofondo nella poltrona.

Mi strofino gli occhi stanchi e ripenso alla rabbia della mia famiglia. Vederli così agitati mi ha destabilizzato… sospiro profondamente ricordando le loro parole, le loro angosce “ maledetto detective ” mormoro a voce bassa “ non si doveva impicciare ”

Da quando hanno saputo che ‘ qualcuno ’ ce l’ha con me, mi stanno con il fiato sul collo… mi chiamano varie volte durante il giorno, per sapere le novità. Soprattutto mamma e papà… sono diventati apprensivi!

‘ è proprio quello che cercavo di evitare… maledetto detective Clark ’

Non doveva affrontarmi quando era presente la mia famiglia “ adesso dovrò fare ancora più attenzione ” sussurro spegnendo il computer. Prendo in mano il mio Iphone e rileggo con un sorriso stampato in faccia, l’ultimo messaggio di Anastasia.

- vorrei solo poterti guardare negli occhi e vedere il tuo sorriso

Mi sono trattenuto dal chiamarla e dirle la verità… qualcosa è cambiato dalla sera di tre giorni fa! Sia da parte mia, che da parte sua… io, dopo aver rischiato la morte per quella bomba… dopo aver rischiato di perderla ancora prima di averla potuta avere, ma soprattutto dopo aver ammesso a me stesso di amarla, sento l’infrenabile impulso di stringerla e proteggerla da tutto e tutti.

Lei d’altro canto, è diventata più disinibita… mi dice spesso che vuole vedermi, che vuole potermi guardare negli occhi…

Sento che sta per arrivare il momento di incontrarla, non posso più far finta di nulla. È diventato sempre più difficile fingermi qualcun altro… i ‘ panni di Alessandro ’ iniziano ad andarmi stretti. In fin dei conti, ho celato la mia vera identità per farmi conoscere intimamente da Anastasia e credo di essere riuscito nel mio intento. Oramai, mi conosce e sa cose molto intime di me…

‘ spero solo che non si arrabbi troppo, per averle celato chi sono ’

Proprio quando sto per poggiare l’IPhone, questo inizia a suonare. Sullo schermo lampeggia il nome del mio braccio destro… premo immediatamente la cornetta verde, portandomi il telefono all’orecchio “ pronto Ros ”

< ciao Christian > sento nella cornetta il rumore che produce girando dei fogli < ti ho chiamato per avvertirti che i documenti riguardanti l’acquisizione della SIP, sono pronti… e naturalmente hanno accettato di buon grado l’offerta ricevuta >

Sorrido udendo le sue parole “ finalmente una buona notizia Ros ” dico già in piedi prima di continuare “ appena arrivo in ufficio voglio un resoconto dettagliato, dopo di che, ci recheremo li per concludere l’affare ” concludo già fuori dal mio ufficio.

Ride del mio entusiasmo e mi risponde < ricevuto capo >

Chiusa la telefonata, recupero la giacca e mi avvio all’ascensore. Nell’istante in cui metto piede nell’atrio, vedo sopraggiungere Jason “ Mr. Grey ”  mi dice già pronto per uscire. Gli faccio cenno con il capo e premo il tasto di chiamata.

“ arrivato in ufficio, dopo circa una mezz’ora usciremo con Ros verso il centro di Seattle ” mi risponde prontamente “ certo Signore ” entriamo nella cabina dell’ascensore e nel frattempo mi abbottono la giacca.

 

***

 

Seduto alla scrivania del mio ufficio, situato all’ultimo piano della Grey Enterprises Holdings, studio con molta attenzione i documenti relativi alla SIP. I bilanci annuali sono buoni tutto sommato, migliorerà senz’altro dora in poi…

Ho difronte a me Ros, vestita impeccabile come al solito, che sta aspettando pazientemente il mio verdetto. Mi concentro nuovamente sulle carte e passo vari minuti a leggere tutti i particolari dell'acquisizione.

Quando finisco il mio controllo, sposto la mia attenzione sulla mia collaboratrice… è seduta con le ginocchia accavallate ed aspetta. Incrocio le mani davanti a me e le dico semplicemente “ mi sembra tutto in ordine Ros, bel lavoro ”    

Al mio benestare, sorride soddisfatta “ grazie Christian ” scavalla la gamba e si liscia il pantalone del tailleur antracite “ ho inserito come sempre un piccolo ricavo extra ” afferma facendomi l’occhiolino. Scoppio a ridere divertito “ ben fatto Ros ”

Sorride alzandosi in piedi “ beh… grande capo ” recupera il cappotto scuro poggiato sulla poltrona e continua “ andiamo a concludere questo affare? ”

 

Jason parcheggia davanti al palazzo che ospita la casa editrice. Ros seduta al mio fianco, si sporge per avere una visuale migliore.

“ beh l’aspetto è senz’altro da migliorare ” esclama tornando al suo posto. Alzo lo sguardo sull’insegna ben tenuta, ma vecchia e sospiro profondamente “ sono d’accordo con te Ros ” mi sorride ed apre la portiera prima che Jason possa farlo.

Esce dalla macchina sistemandosi il cappotto e i capelli… quando è pronta, si gira a guardarmi con il suo cipiglio impaziente “ vogliamo andare? ” domanda impugnando la valigetta come se fosse un’arma. 

Jason mi apre il mio sportello, con in volto un’espressione di scuse. Gli faccio spallucce apprestandomi a seguire Ros. La guardo scuotendo la testa ‘ è sempre così impulsiva ’ penso poggiando un piede sul marciapiede ‘ ma la nostra cooperazione funziona anche per questo motivo. Io sono quello analitico, mentre lei è più impulsiva ’ esco dalla macchina abbottonando la giacca e faccio il giro della vettura, raggiungendo la mia collaboratrice “ bene andiamo ”  

Insieme ci avviciniamo alla porta scorrevole. Quando giungiamo davanti ad essa, faccio passare prima Ros… mi ringrazia con un sorriso ed entra. La seguo immediatamente trovandomi in un ambiente accogliente e rilassato.

Appena siamo dentro, noto un uomo biondo di spalle che poggiato al bancone della reception, chiacchiera con l’addetta al ricevimento. Ros al mio fianco digrigna i denti e la sento mormorare “ iniziamo proprio male ”

È lei quella che in azienda odia i chiacchiericci… io mi limito ad occhiate significative che zittiscono tutti, mentre lei… sospiro rassegnato “ calma Ros… non fanno ancora parte della mia azienda ” le dico bloccandola. Infatti, stava già per partire in quarta con una delle sue ramanzine.

In ufficio tra la mia serietà e la sua esuberanza nel reagire, sono tutti in fila come soldatini… Ros in risposta, mi fissa contrariata. Poi inspira profondamente e dice “ agli ordini capo… ” scuoto la testa e mi avvicino ai due, che continuano a parlare non essendosi accorti del nostro arrivo.

Quando sono dietro l’uomo, la receptionist mi nota.

Sgrana gli occhi, avendomi riconosciuto e mi rivolge la sua completa attenzione “ Buongiorno e benvenuti alla SIP ” parla con tono professionale “ il mio nome è Claire, come posso esserle utile Signore? ”

Alle sue parole, l’uomo con cui era impegnata a conversare si gira ed è lì, che incontro per la prima volta Jack Hyde. Appena lo metto a fuoco, sento nascere in me il bisogno di tirargli un bel pugno in faccia… ma per fortuna, prevale il mio buon senso ed il mio controllo, che mi fanno rimanere stoico.

‘ arriverà il tuo momento Jack Hyde ’ penso guardandolo storto ancora un secondo, prima di distogliere con un certo sforzo la mia attenzione da lui. Lui non sapendo il motivo della mia occhiata, mi fissa stupito

Mi volto verso la  ragazza, che ancora aspetta una risposta… mi schiarisco la gola e con tono gelido dico semplicemente “ sono Christian Grey, ho un incontro con Jerry Roach ”

I due si scambiano un’occhiata che non passa inosservata né a me, né tantomeno alla mia vice che esclama furibonda “ non abbiamo tutto il giorno, grazie ”

Lei, sobbalzando recupera professionalmente il telefono ed avvisa, chi di dovere del mio arrivo. Lui invece, con un buongiorno sussurrato si precipita all’ascensore.

‘ e quello è l’ex marito di Anastasia? ’ penso confuso ‘ era sposato con un marines… l’ha tradita ed ora solo per una occhiata gelida, è scappato come un coniglio? ’

Mah….

“ il Signor Roach la riceverà subito Mr. Grey ” è la voce della segretaria a distrarmi dai miei pensieri su quell’uomo “ perfetto ” e così dicendo mi dirigo agli ascensori seguito da Ros e Jason.

 

L’incontro con il presidente Roach e il vicepresidente Kay Bestie, è stato abbastanza veloce. In realtà credo che questa, sia stata la vendita più facile della mia carriera. Soprattutto Jerry Roach, mi è sembrato quasi impaziente di firmare l’atto di cessazione.

Mentre eravamo impegnati nella trattativa, ho scorto con la coda dell’occhio Hyde aggirarsi nei pressi dell’ufficio. Ros stava esponendo tutti i particolari ed io, seguivo con lo sguardo quell’uomo. Mi è sembrato alquanto strano il suo comportamento… sembrava particolarmente interessato a quanto stava accadendo.

Dopo aver posto la firma, aver stretto la mano al vecchio presidente ed al precedente vicepresidente, sono uscito senza rivolgere la parola a nessuno. Arrivato in macchina, ho esposto a Ros i miei dubbi… ed anche lei aveva notato qualcosa di strano.

Ora che sono diventato a tutti gli effetti il proprietario della casa editrice, ho pieno accesso a tutte le informazioni. Comodamente seduto nel mio ufficio della GEH, ho davanti a me tutti gli incartamenti della SIP.

Sembra tutto in ordine… ma allora perché erano così ben propensi a vendere? Mi domando sfogliando le carte… sto controllando i profitti dello scorso anno quando mi accorgo di una cosa anomala. Tre mesi fa hanno iniziato ad avere problemi finanziari…

“ ma cosa… ” mormoro ritornando alla pagina precedente. I ricavi del 2017 sono stati circa 500 Mila Dollari… il 2018 è iniziato bene come il precedente, ma poi pian piano hanno avuto un calo drastico dei profitti.

“ ed ecco spiegato il motivo ” sospiro pesantemente, allentando il nodo della cravatta. Stavano avendo problemi e la mia proposta, gli deve essere sembrata una manna dal cielo. Recupero velocemente l’IPhone dalla scrivania e chiamo Barney. Mi risponde immediatamente < capo, di cosa ha bisogno? >

Chiudo gli incartamenti ed accendo il portatile “ Barney devi fare un controllo approfondito sulle finanze della SIP. Hai pieno accesso a tutto il database della società ”

< ohh… nuovo acquisto capo? > ridacchia divertito. Alzo gli occhi al cielo esasperato dalle sue battutine. È indubbiamente il migliore nel suo campo, però la sua personalità mi destabilizza a volte “ si Barney… quindi ho bisogno di conoscere la causa del brusco calo dei profitti ”

Sento in sottofondo il rumore inconfondibile dei tasti del Pc mentre mi risponde < consideralo già fatto capo! >

Chiudo la telefonata, pronto per iniziare a lavorare quando il cellulare mi squilla in mano… è Carrick. Credendo che si tratti della solita chiamata apprensiva, non mi affretto a rispondere. Prima mi raddrizzo e dopo un paio di squilli, rispondo “ ciao papà ”  

< Christian > al solo udire il tono della sua voce, mi si gela il sangue nelle vene. Scatto in piedi e recupero la giacca “ cosa è successo? ” domando già sull’uscio della porta.

Jason scatta come una molla, aspettando istruzioni. Lo guardo restando in ascolto delle prossime parole di mio padre < va tutto bene figliolo. Mi hanno appena chiamato dalla centrale > inarco un sopracciglio “ la centrale? ” chiedo un po’ più calmo “ cosa volevano? ”

 Lo sento ispirare profondamente prima di rispondermi < hanno arrestato l’uomo che si è introdotto in casa nostra Christian. Noi stiamo andando ora in centrale > mio padre non finisce neanche di parlare che inizio a correre verso l’ascensore, non curandomi se Jason mi segue oppure no “ arrivo papà ” esclamo schiacciando il pulsante di chiamata < va bene figliolo > e così dicendo chiude la telefonata.

Proprio in quell’istante arriva l’ascensore… mi precipito all’interno seguito da Jason. Aspetto con impazienza la discesa fino al garage e solo quando sono seduto in macchina, mi chiede dove sono diretto.

“ andiamo alla centrale di polizia Taylor ” 

 

POV ANASTASIA

 

“ Dove posso trovare un pediatra? ”

Il pianto disperato di Marco, non mi consente di sentire le indicazioni dell’infermiere. Gli faccio un sorriso di scuse e domando nuovamente “ mi scusi, non ho capito dove devo andare ”

Lui gentilmente rivolge uno sguardo al bambino tra le mie braccia e dice “ deve seguire quel corridoio in fondo, dopo di che giri a destra ”

Lo ringrazio e velocemente seguo le sue indicazioni. Camminando cerco di calmare Marco che si contorce dal dolore. È da ieri sera che lamenta un leggero fastidio all’orecchio… ho chiamato subito la sua dottoressa, che mi ha consigliato di tenerlo al caldo e di dargli un antipiretico. Stava meglio, tanto che ha riposato tutta la notte e questa mattina si è svegliato tranquillo.

Poi verso le otto e mezzo, ha iniziato a lamentarsi nuovamente. Il dottore non mi rispondeva ed allora mi sono messa in macchina… ho coperto bene il mio bambino e ho guidato fino all’ospedale.   

“ su amore ” gli bacio la testolina, mentre raggiungo un corridoio pieno di animaletti sulle pareti ‘ sono arrivata ’ penso sedendomi su di una sedia. Cerco di farlo girare verso di me ma sfugge ai miei tentativi di aiutarlo. Con una certa difficoltà, riesco nel mio intento trovandomi davanti il suo faccino arrossato… mi si stringe il cuore a vederlo in questo stato “ amore ” sussurro abbracciandolo forte “ shhhh… adesso starai meglio amore mio ” gli bacio delicatamente le guanciotte accaldate “ MAMMA MALE ” singhiazza lamentandosi disperato.

Gli occhi mi diventano lucidi… cercando di controllarmi, gli scosto i capelli dalla fronte sudata e gli bacio teneramente il nasino “ lo so amore… lo so che ti fa tanto male. Ma adesso starai meglio, la mamma te lo promette ” dico sentendomi scendere alcune lacrime sulle gote. Le asciugo velocemente e proprio in quel momento una porta si è aperta, facendone capolino una donna bellissima sulla cinquantina “ cara, cosa è successo? ”

 

Guardo con sollievo Marco, dormire rilassato sul lettino dello studio. Appena è spuntata la dottoressa, mi sono alzata dalla sedia e mi sono precipitata da lei in lacrime. Dopo un po’ di moine, sono riuscita a farlo calmare quel tanto che basta per essere visitato.

La gentile dottoressa ( di cui non so il nome, perché quando si è presentata c’era Marco che strillava ), lo ha visitato riscontrando una bella infezione all’orecchio destro. Gli ha subito somministrato l’antibiotico e piano piano il mio piccolino si è calmato, addormentandosi.   

“ non so davvero come ringraziarla Dottoressa ” le dico porgendole una mano che prontamente afferra “ dovere Signo… ” si interruppe al suono del suo cellulare “ mi scusi ” mi dice scusandosi per poi prendere l’apparecchio e portarlo all’orecchio “ amore sono a lavoro… ” inizia a dire prima di bloccarsi e diventare pallida in volto “ ok… arrivo subito ” e chiude velocemente la chiamata.

Sposto altrettanto velocemente lo sguardo e torno, a guardare Marco che dorme beato finalmente. La dottoressa si avvicina nuovamente a me e prendendo in mano una confezione di medicinali, mi dice “ mi dispiace per l’interruzione… allora il bambino adesso è calmo, questa sera gli dia un’altra compressa di antibiotico ” mi allunga la medicina e continua “ domani mattina, dopo colazione un’altra dose…continui la terapia per cinque giorni, nel giro di una settimana massimo questo giovanotto starà benissimo ” conclude sorridendo.

Afferro il medicinale, sospirando di sollievo “ la ringrazio veramente tanto ” mi risponde con un sorriso prima di dire “ non vorrei sembrarle maleducata, ma purtroppo devo scappare adesso. Se ci sono problemi torni pure mi raccomando ” mi dice allontanandosi da me, ma non prima di fare una dolce carezza al mio bellissimo bambino “ ciao piccolino ” gli sussurra dolcemente per poi salutarmi ed affrettarsi fuori dalla stanza.

‘ che persona squisita ’ penso infilando la scatola in borsa e prendendo delicatamente Marco in braccio.

 

***

 

Seduta sul divano, aspetto pazientemente che Alessandro sia online. È stata davvero una giornata faticosa… vedere mio figlio soffrire è sempre un colpo al cuore! Dopo cena sono riuscita a fargli prendere l’antibiotico e adesso sta dormendo beatamente nel mio lettone.

Dopo essere tornata a casa dall’ospedale, ho telefonato a mamma. Appena ha risposto era guardinga, credendo che avessi chiamato perché dovevo andare al lavoro. Ha reagito come immaginavo… era spaventata, furiosa ed impaurita.

Quando sono entrata in casa, quel pomeriggio, mi ha assalito con un abbraccio stritolatore. Piangendo, mi stringeva a lei… dopo un po’ con l’aiuto di Bob, sono riuscita a farla calmare.

‘ mamma mia ’ mi districo i capelli con le mani, stendendomi rilassata sul divano ‘ mi ha chiamata persino papà ’.

‘ non ci vediamo spesso quanto vorrei ’ rifletto tra me e me, guardando distrattamente il cellulare ‘ anche Marco sente la sua mancanza ’

Ray vive a Montréal con la nuova moglie… una deliziosa donna canadese, che ama davvero mio padre. Siamo troppo lontani…

All’improvviso il telefono vibra… col cuore in fibrillazione mi appresto a leggere – Buonasera Anastasia – sorrido e immediatamente digito – Ciao Alessandro… come è stata la tua giornata?





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