Extraterrestre

di Cesca_Haibara20
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Sono in ritardo. Come mio solito. Indosso velocemente dei jeans strappati, un maglione oversize verde scuro e gli anfibi neri.
Se la sveglia avesse fatto il suo lavoro ora non sarei qui a correre come una disperata!” penso maledicendo la mia sveglia, ormai, rotta.
Corro in bagno, devo truccarmi. Mi passo un po’  di fondotinta sul viso, faccio una sottile riga di eyeliner, mascara, mi passo un po’ di blush sulle guance e mi trucco le labbra creando un effetto sfumato.
Fatto di fretta ma perfetto.
Prendo la spazzola e decido di domare i miei lunghi capelli neri in una coda alta lasciando le mie due ciocche bionde sciolte ad incorniciarmi il viso. Prendo il profumo spruzzandomelo un po’, torno velocemente in camera ed indosso una collana lunga con un ciondolo a forma di teschio, sulla mano destra un anello col simbolo dell’infinito mentre sulla mano sinistra un altro anello con sopra una coroncina.

«ASAMI! C’È QUI LA TUA AMICA AYANO!»

Cavolo, è già arrivata!

Prendo il portafoglio, il powerbank, gli auricolari, un pacchetto di fazzoletti perché non si sa mai, la polaroid bianca e metto tutto dentro il mio zaino nero con le orecchie da gatto. Indosso il mio parka nero senza chiuderlo, metto su una spalla lo zaino, prendo il telefono e scendo le scale di corsa.

«ECCOMI!»
«Finalmente ce l’abbiamo fatta.» commenta Ayano con una risatina.
«Scusa, è che la sveglia non funziona ed ha suonato tardi!»
«È da anni che dici che quella sveglia è rotta, perché non ne compri una nuova o usi quella sul cellulare?»
«Perché mia madre non la vuole cambiare. Vero mamma?»
«Andiamo Asami, lo sai che sono legata a quella sveglia. Ci sono sopra le principesse Disney che ti piacciono tanto e poi è colpa delle pile.»
Sospiro.
«Sì, ma anche se cambi le pile ogni tanto si blocca e segna l’ora sbagliata.»
«E va bene, va bene! Dopo vado al centro commerciale e ti compro una nuova sveglia.»
«Grazie mamma.»

Le do un bacio sulla guancia, chiudo il parka ed esco a braccetto con Ayano.
I miei genitori sono separati da quando avevo 6 anni e da allora vivo con mia madre. Non amo parlare di mio padre perché non mi piace raccontare di come si sia fatto succhiare il cazzo dalla segretaria, ci ha fatto anche una bambina con quella zoccola, si chiama Yumi ed ha 11 anni. A Natale viene sempre a casa mia a passare le vacanze, la bambina è okay, è la nuova compagna che mi sta sul culo.
Oggi io e Ayano andiamo a fare colazione al bar  per poi andare a fare foto al paesaggio, è uno dei nostri passatempi preferiti, soprattutto d’inverno; tra poche settimane dovrebbe nevicare e non aspettiamo altro che fare le foto ai fiocchi di neve che cadono.

«Allora, in che bar andiamo stamattina?»
Domando osservando le strade piene di alunni e di persone indaffarate che corrono al lavoro.
«Stamattina andiamo in quel bar nuovo, te lo ricordi?»
«Lo Starbucks?»
«Esattamente.»
«Avevi detto che non ti interessava quel bar perché sembrava per snob.» ridacchio.
«Non è bello giudicare un libro dalla copertina, no?»
Sorrido.
«Strano, perché tu hai fatto la stessa cosa con me quando ci siamo incontrate a scuola.»
«Sembravi una e-girl!»
«Solo perché mi vesto un po’ di nero?»
Ridacchiamo.
«Hai ragione, scusami.»

Giriamo l’angolo raggiungendo il bar ed entriamo; ordiniamo entrambe un cappuccino maxi insieme ad una ciambella, paghiamo ed usciamo continuando a passeggiare.

«Aspetta!»
«Cosa?»
«Ascolta Asami, ho un’idea per una foto.»
«Dimmi.»
«Posa i bicchieri a terra ad allontanati di alcuni passi.»

Mentre faccio ciò che mi dice tira fuori dallo zaino la sua Canon, si inginocchia e scatta la foto.

«Perfetta! Vieni a vedere che bella!» esclama soddisfatta.
Prendo i nostri bicchieri e mi avvicino a lei curiosissima.
«Wow!»
Effettivamente la foto è venuta molto bene, in primo piano ci sono i cappuccini mentre nello sfondo un po’ sfocato ci sono i miei anfibi che danno quel tocco invernale.
«Questa su Instagram e sul mio blog farà un figurone! Perché non ti compri anche tu una macchina fotografica come la mia? Non ti stufi di dover sempre fare le foto alle istantanee?»
Scrollo le spalle.
«No.» sorrido. «Non mi stanco per niente, anzi, mi piace fotografare le istantanee perché mi da un tocco di retrò. Per me la polaroid è una delle più grande invenzioni della storia. Le foto sono uno dei ricordi che rimangono per sempre ed è un peccato doverci affidare ad un’intelligenza artificiale per mantenerli, non credi?»
«Amore sei troppo filosofica, così mi fai commuovere e sentire in colpa.»
Ridacchiamo entrambe.
«Sai chi mi ricordi quando fai le foto?» mi domanda.
«Mmmm… Josè, l’amico di Anastasia?»
«No!>> ridacchia. <<«Max di “Life Is Strange”.»
«Oh… davvero?»
«Sì, anche a lei piace far fotografie con le istantanee e le piace conservarle.» scrolla le spalle. «Secondo me si foste conosciute sareste diventate grandi amiche.»
«Magari, sai che figata sarebbe stato conoscere Chloe?»
«Ti piace proprio tanto, eh?»
Sorride riponendo la Canon nello zaino, le passo il bicchiere e la riprendo a braccetto.
«Ovvio! È proprio una figona!»

La mattinata passa tra fotografie e risate. Siamo andate al parco ed abbiamo fatto fotografie al paesaggio semi-invernale e ci siamo fatte qualche foto anche noi facendo le finte fashion blogger. Siamo state fuori tutto il pomeriggio; a pranzo siamo andate a mangiare in un fast food ed a cena abbiamo intenzione di tornarci anche se a mia madre non piace se sto fuori tutto il giorno senza che la chiami almeno una volta.

«Senti, che ne dici se ceni da me?» propongo.
«Per tua mamma è okay?»
«Certo! Lo sai che ama la tua compagnia perché sei una buona forchetta!» sorrido.
Prendo il cellulare e chiamo mia mamma.
«Pronto mamma?»
«Asami, finalmente! Mi stavi facendo preoccupare.»
«Scusami mamma… ascoltami, Ayano può cenare a casa nostra?»
«Certo che può, è inutile che lo chiedi.»
«Grazie mamma, sei la migliore! Siamo da te tra una ventina di minuti.»
«Va bene, a dopo.»
«A dopo.»
Riattacco.
«Prendiamo il pigiama ed andiamo.»
«Sì!» esclama saltellando.

Siamo entrate in un negozio del centro commerciale e ci siamo comprate un pigiama di Stitch uguale, era da un po’ che li avevamo adocchiati ma non li avevamo mai comprati per un motivo o per l’altro. Oggi ci era rimasto un po’ di tempo e ne abbiamo approfittato.

La cena con Ayano è stata davvero piacevole, di solito siamo sempre io e mamma ma quando c’è qualcun altro diventa più allegra e mi fa piacere vedere mia madre sorridere.
Mentre mi lavo i denti noto che il cielo è di un colore strano, un misto tra fucsia e azzurro.
Ma che…?
Mi avvicino alla finestra per osservare meglio e vedo formarsi un buco nel cielo.
Ah, un buco… ASPETTA! UN BUCO?!
Nel cielo si forma uno squarcio e da esso cade un corpo finendo nel mio giardino.

«PORCA MISERIA!»




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